Harry potter e la camera dei criceti

di BigFut16
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INTRODUZIONE
[Si apre il sipario, il pubblico applaude. Se il pubblico non applaude il sipario si chiude e si riapre fino a che non si decidono ad applaudire, ‘sti taccagni.

[Lentamente entra in scena il narratore. Si porta al centro, fa un breve inchino alla platea, poi inizia a declamare a gran voce.]

NARRATORE: Noi tutti conosciamo Harry Potter, uno dei maghi più famosi di tutti i tempi, e i suoi sette libri, tradotti in più di 64 lingue, motivo del perché ci troviamo qui oggi. Ma se vi dicessi che Harry Potter non ha mai scritto una sola parola dei suoi libri?

[Momento di silenzio carico di tensione.
[Il sipario si chiude lasciando gli spettatori intrigati dalla possibile verità di queste ultime parole.
[E se non sono intrigati allora potevano starsene a casa propria anziché venire a teatro!]
 
Atto 0:
Captatio benevolentiae

[Si riapre il sipario e il narratore è ancora lì in piedi a fissare il pubblico. ]

NARRATORE: Chi ascolta è un gran figo.

[Si richiude il sipario.]
 

Atto 1:
Dydley Dudley Doo!

[Quando il sipario si apre al centro c’è sempre il narratore, ma indossa dei piccoli occhiali con i quali sembra intento a leggere un libro.]

NARRATORE: Harry Potter, a una prima occhiata, poteva apparire un ragazzo come tutti gli altri: leggermente miope, strabico, gobbo; indossava laceri abiti di 10 misure più grandi, e aveva un modo di fare a metà tra il sognante e il tossicodipendente.
Aveva l’abitudine di tirarsi su gli occhiali, e lo faceva davvero spesso; purtroppo però gli zii non gli avevano mai comprato gli occhiali, quindi solitamente riusciva solo a colpirsi la fronte con il medio, eccetto qualche rara volta nella quale riusciva a infilarsi il dito nell’occhio.

[Il narratore mima il gesto e strabuzza gli occhi per rendere ancora più drammatica la scena. Di sottofondo si sente il rumore della batteria usato per le gag: TURUTUM… DISH!]

NARRATORE:Tuttavia c’era qualcosa in lui di davvero speciale ed emozionante. Un qualcosa che lasciava meravigliati ed esterrefatti, a meno che non si avesse qualcosa di meglio da fare: sulla fronte di Harry Potter compariva una singolare cicatrice a forma di saetta!
Gli zii, all’inizio, avevano cercato di eludere le sue domande sulla natura di quella rispondendo con banali: “è stato un incidente con la macchina… ”; “sei caduto dal seggiolone ma fortunatamente ti ha preso al volo Adolf, il nostro rottweiler da compagnia…”; “Harry, non rompere che sto guardando la partita…”;“un egizio aveva finito lo spazio per scrivere sul suo papiro e c’eri solo tu lì vicino” e altre scuse pietose alle quali non aveva mai creduto; soprattutto a quella della partita.
Così, un giorno, arrivò la fatidica spiegazione…

[Sottofondo da momento solenne, con qualche squillo di tromba che fa stile]

NARRATORE: Il marchio gli era stato lasciato da suo padre, Zeus, alla nascita, per riconoscerlo come suo unico erede!

[Rumore di tuono scuote la platea]

NARRATORE: Harry rimase estasiato da quella spiegazione e per una settimana circa espresse la sua felicità cantando a squarciagola “La ballata della felicità”.  Avrebbe continuato volentieri se suo zio non avesse minacciato prima di abbandonarlo al canile e poi di farlo anche castrare per sicurezza!
Comunque Harry rimase felice della notizia e visse con rinnovato vigore i nuovi anni scolastici tra un cazzotto e l’altro sferratogli da suo cugino Dudley Didley Doodley Dee, il diabolico.
Dudley Deadley Dudley Dee si divertiva a fare cose terribili al povero Harry: lo picchiava, gli raccontava barzellette di pessimo gusto (un signore entra in un caffè. Splash!), lo costringeva a sorbirsi almeno una volta al giorno i primi 10 canti della Divina Commedia (nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai in un caffè oscuro/splash!), lo obbligava a uscire con le ragazze più carine della classe (splash!) e spesso gli raccontava il finale della saga di Twilight.
Tuttavia Dadley Dodley Didley Dee raggiunse l’apice della malvagità quando regalò a Harry un cartone animato della Disney: Hercules. Il ragazzo lo guardò rimanendo basito e comprendendo finalmente che gli zii gli avevano raccontato l’ennesima bugia: lui non era veramente l’unico erede di Zeus, c’era anche suo fratello Hercules in circolazione!




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