Per il cinque
novembre, con un po' di ritardo, una shot in onore di V.
Prima di
lasciarvi alla lettura vorrei precisare due cose: la "sezione"
e i contenuti della storia. Innanzitutto anche se voi la trovate sotto
la sezione delle storie a più capitoli sarebbe
più giusto considerare questo scritto come una shot, come
l'ho appena definita. Il motivo per cui ho messo che è a
più capitoli è perchè ho l'idea di
pubblicare qualcos'altro per il prossimo cinque novembre.
Perciò ho scritto il capitolo in modo che sia comunque
autoconclusivo. Il motivo per cui non l'ho classificato come
una raccolta di one-shot è perchè il capitolo
sucessivo (o i capitoli sucessivi, è tutto da decidere)
è il seguito di questo.
La seconda
nota è fatta per evitare che qualcuno possa dirmi che la
shot non rispecchia il vero pensiero espresso nella storia nei
confronti della religione. Il film infatti attacca pienamente
l'istituzione della Chiesa, come possiamo chiaramente capire dalla
condotta corrotta nonchè deviata di padre Lilliman; ma non
è contro Dio. Questo lo si può capire facilmente
dalla scena in cui Evey liberata, sotto la pioggia ricorda le parole
della lettera di Valerie, affermando che "Dio è nella
pioggia". Questa precisazione serve solo per farvi notare che mi sono
pienamente attenuta alle idee della storia. Perciò non
ditemi poi che non vi avevo avvisato.
Detto
ciò posso solo ringraziare chi deciderà di
leggere la storia e chi vorrà recensirla.
Ringrazio
immensamente Yas Venice per avermi aiutato correggendo i vari errori di
scrittura =)
Cinque
novembre.
E' la notte
del mio diciottesimo compleanno e mi sto auto dedicando mentalmente un
misero "Happy birthday".
Non sono un
uomo felice, come potrei esserlo? Mi guardo le mani sporche e i buchi
che ho nelle braccia. Sembrano bruciature di sigarette e ne ho sparse
in tutto il corpo, anche in faccia, chiaro segno dello stato avanzato
del virus. Eppure sono ancora vivo mentre molta altra gente
è morta, tra atrocità disumane. Tengo stretta la
lettera di Valerie con il cuore a pezzi. E' morta da una settimana. Lo
so perchè pur non avendola vista avevamo l'abitudine di
bussare al muro quando tornavamo dalle nostre iniezioni quotidiane. Chi
tornava bussava e l'altro rispondeva. Era un po'come dire: "Ciao, come
stai? Anche oggi è passato ed io sono qui accanto a te".
Sono stato io ad aver instaurato questo rapporto di
solidarietà. Ho iniziato dopo aver ricevuto la lettera di
quella donna meravigliosa, con un cuore troppo grande per questo misero
mondo. Tuttavia da una settimana i suoi tocchi si eran fatti
più leggeri, finchè un giorno tornando non sentii
la sua risposta. Ho pensato che fosse fuori anche lei, ma poi ho
sentito il carrello da carico e scarico di solito usato per caricare
quegli esperimenti umani "scaduti", non più utilizzabili per
i loro scopi malvagi ed ho pregato intensamente che si fermasse prima o
dopo, ma non qui, non alla sua cella. Da una settimana leggo e rileggo
questa lettera che Valerie mi ha scritto un mese prima, una lettera
carica di amore e onore. Prima vivevo di quel profondo sentimento che
mi trasmetteva con i suoi tocchi. Ora mi sento perso, sono di nuovo
solo. Non mi resta che la sua lettera, l'unico antidoto a tutto il male
qui intorno.
Avrei voluto
morire con lei.
Aveva
all'incirca quindici anni più di me, grande di cuore e
d'intelligenza, ma soprattutto innocente. Io almeno, partecipando ai
moti rivoluzionari me l'ero in un certo senso cercata, ma lei
perchè?! "Dio
è nella pioggia". In questa struttura
non piove da anni e Dio... non esiste. Buona Valerie che credevi a
quella favola umana! Sei stata come una giovane madre e con la tua
lettera mi hai dato e mi dai la forza per continuare a vivere. Se
sopravviverò a questo inferno voglio essere forte come te e
ti vendicherò un giorno! Però prima voglio
diventare una persona dignitosa almeno la metà di quello che
eri tu. Voglio anch'io potermene andare con un solo pensiero: "Non
ho chiesto scusa a nessuno". Voglio mostrarti
che non hai sbagliato nell'aprirmi il tuo mondo e il tuo cuore in
un'epoca in cui non c'è spazio per il tuo cuore.
Voglio
dimostrati che non hai sbagliato a donarmi il tuo amore pur non
conoscendomi.
Voglio darti
prova che posso diventare una persona migliore.
Voglio...
Voglio..
Voglio...
Ma lo
sconforto invade il mio cuore, chi voglio illudere? Confidare in un
giorno in cui tutto questo finirà è come credere
in Dio e tu che pensavi che ci fosse un Padre Divino... Beh... non
potrai mai dirmi che ti sbagliavi, ora che, ovunque il tuo corpo sia,
non potrai nemmeno ragionare sul fatto di essere morta. Mi manchi, mia
dolce amica.
Una lacrima
riga il mio volto.
Sono esausto.
*
*
*
Un'esplosione
mi sveglia di colpo. Pochi istanti dopo sento i nostri carnefici urlare
e correre da tutte le parti. Dopo dieci minuti un'altra esplosione
più vicina dalla parte opposta. La gente prigioniera urla
nelle stanze: siamo topi in trappola. Come se non lo sapessimo
già. Sento odor di fumo, ora inizio a preoccuparmi anch'io
mentre un'altra esplosione sopravviene dalla parte opposta a dove mi
trovo. La gente fuori urla. Loro sono liberi di fuggire e noi? Del fumo
entra dalla fessura della porta nell'istante in cui sento persone che
gridano: -Al fuoco!-; gli aguzzini si urlano tra loro che
c'è stato un guasto. Morirò per inalazione di
fumo o bruciato vivo? "Valerie salvami!" è il primo pensiero
che mi viene in mente, ma un morto non mi può aiutare. Ed io
che mi credevo già un uomo a soli diciotto anni mi rendo
conto anche di essere un vile. Fino a poco fa volevo morire con lei e
ora prego il suo cadavere di salvarmi da morte certa. Non posso aver
paura di morire, non devo...
Un'esplosione
interrompe i miei pensieri colpendo due stanze prima della mia e apre
il varco dell'uscita. Sono salvo per miracolo, ma il fuoco dilaga dalla
stanza del poveretto di certo morto. La prima cosa che tento di fare
è scappare, ma mi accorgo che nel sonno mi è
scivolata la lettera di Valerie. No, non posso permettere che muoia
anche il tuo ricordo. Non ho potuto salvarti, ma salverò
almeno il tuo buon nome. Il calore mi avvolge mentre il fumo annebbia
la mia vista. Mi riparo con le braccia mentre cerco di vedere dove
può essere finita la lettera in una stanza di due metri
quadrati; finalmente la vedo: è là in
quell'angolo. Il fuoco non l'ha ancora toccata, mi getto su di essa e
le faccio da scudo con la mia mano. Mi dirigo verso l'uscita quand'ecco
che una fiamma mi cattura. La mia tunica arancione prende fuoco. Devo
togliermela di dosso senza perdere la lettera. Altre fiamme mi
accerchiano. Tutto brucia; prendo fuoco per intero. Mi straccio la
veste e mi butto attraverso il fuoco senza pensarci. Il mio corpo
brucia e anche la testa. Cazzo! La stanza si attraversa in pochi
secondi, ma per me in quelle fiamme ogni secondo è stato
come un minuto. Il fuoco non si è risparmiato nulla, il mio
naso, le mie palpebre, la mia bocca e tutto il corpo restante. Non
sento altro che dolore lacerante. Ora sono salvo però e con
la poca forza che ho in mano stringo la lettera di Valerie. Guardo
fuori ed è un fuggi fuggi di dottori, carcerari e
prigionieri. Cerco di capire se l'artefice di tutto è ancora
vivo. Di sicuro non si è allontanato senza aver cercato di
salvare la sua perfetta macchina omicida. La riconosco dai suoi occhi
attoniti su di me: il suo "prodotto" preferito è vivo!
Qualcosa sfiora il mio occhio. Mi guardo attorno e... piove! "Mia
nonna mi diceva sempre che Dio è nella pioggia". E questa che cade
dall'alto è pioggia. Pioggia di fuoco. Zampilli blu e rossi
cadono dall'alto della struttura divorata dalle fiamme, proprio come me
prima. Ma con la mia stessa resistenza è in gran parte
ancora in piedi. Allora Valerie... sei viva! Dio esiste e mi ha salvato
e tu sorriderai ora che finalmente l'ho capito. Sono un uomo vivo e
libero. Dio E' ed io mi vendicherò di me, di te e di Lui
contro chi ha compiuto questa mattanza nell'abominio più
totale nel Suo nome. L'onnipotenza divina è nelle mie mani,
mi pervade con la stessa intensità con cui ogni mio
capillare è stato toccato dal fuoco su tutto il mio essere.
Un solo pensiero occupa la mia mente ora. Guardo la dottoressa
allucinata e urlo con tutta la forza che ho, allargo le braccia al
cielo accogliendo Dio mio Salvatore e abbracciando finalmente anche te
Valerie. Lielo giuro con gli occhi prima di fuggire. Un
giuramento fatto con il fuoco e con il sangue. Un giuramento che da
forza ai muscoli e alle ossa ancor più sotto i muscoli.
Vendetta.
|