Park Jung Min sospirò stancamente lasciando il cellulare sul
comodino.
Era stanco, lo era da giorni, gli impegni gli toglievano un sacco di
energie e non gli davano la possibilità di tornare a casa.
Prese nuovamente in mano il cellulare osservando lo sfondo, una foto,
una foto di lui e gli altri prima che Kyu partisse per la leva militare.
Sorrise debolmente, quell’aggeggio che aveva sempre odiato
ultimamente gli stava dando un sacco di gioie, non per le innumerevoli
applicazioni al suo interno, non le usava mai, in un primo momento
aveva trovato carino spendere won su won per stupidi giochini che erano
rimasti li inutilizzati, se non quando Hyun Jun o Laura ci
giocavano…
Laura.
Il suo cuore perse un battito.
In quei momenti si vergognava da morire, grande, grosso e vaccinato ma
ancora quando sentiva il nome di Laura il suo cuore perdeva un battito.
Laura era la sua migliore amica.
Capelli neri, occhi castano scuro (dio solo sa quante volte ci si era
perso in quegli occhi), un viso angelico e un sorriso mozzafiato.
Era la ragazza più bella e unica che avesse mai conosciuto,
il giorno in cui si erano conosciuti era impresso nella sua mente,
marchiato a fuoco nella sua memoria.
***
<< Jung
Min .- lo aveva chiamato il suo menager – il direttore ti
cerca >>
Aveva annuito senza fare
troppe domande, aveva lasciato a terra la canzone che stava scrivendo
– dicendo addio a quella poca d’ispirazione che gli
era arrivata – e si era avviato verso l’ufficio
dell’uomo per cui lavorava.
Aveva bussato
discretamente sentendo delle voci provenire dalla stanza e pensando di
disturbare, ma il permesso di entrare gli era arrivato subito, aveva
aperto la porta piano entrando con un sorriso di circostanza, il
direttore della casa discografica era un uomo sulla quarantina, i
capelli brizzolati erano tagliati cortissimi, gli occhiali gli
ricadevano sul naso, nascondendo in parte gli occhi scuri,
l’espressione era allegra e sorrideva ad una ragazza, avevano
spostato entrambi gli occhi su di lui e era rimasto colpito dal viso
della giovane, doveva essere più piccola di lui al massimo
18 anni, i lineamenti dolci, gli occhi si erano arricciati verso
l’alto seguendo il sorriso che gli increspava le belle
labbra, per un attimo, uno solo, si imbambolò a fissarle
prima di rivolgere la parola al superiore
<< Signore
mi cercava? >>
<< Ah si,
Park, siediti – il ragazzo aveva ubbidito e si era seduto
sulla sedia affiancata a quella della ragazza, la vide arrossire con la
coda dell’occhio e sorrise soddisfatto – lei
è mia nipote Laura >>
Il nome lo aveva
pronunciato in una lingua e con un accento strano, che solo in seguito
scoprì essere italiano
<< Vedi
Park, lei è la figlia di mio fratello adottivo, lui e sua
moglie sono italiani, lei è sua figlia ed è
rimasta affascinata dalla corea, così ci siamo messi
d’accordo, lei lavorerà qui…
>>
Aveva annuito non
capendo comunque cosa centrasse lui
<< Tu
Park, gli devi fare da guida e aiutarla con il coreano, non parla bene
ancora >>
Sul suo viso si era
disegnata un’espressione scocciata, perché proprio
a lui? Aveva un sacco di lavoro da fare, canzoni da scrivere, il nuovo
album in uscita, il nuovo album GIAPPONESE in uscita! Neanche lui
sapeva bene il giapponese, era una capra nelle lingue eppure si
impegnava e riusciva a fare una frase di senso compiuto e a scrivere
una canzone, non aveva mai chiesto una giuda e un insegnante!
<< Ma
signor… >>
<< Niente
Ma Park, ho detto una cosa e quella sarà! >>
Aveva abbassato il viso
mordendosi un labbro, non ci voleva
<< Va bene
>>
Disse a denti stretti,
poi alzandosi si congedò rapidamente, Laura
salutò lo zio e si fiondò dietro al ragazzo.
<<
Park-sii >>
Lo aveva chiamato, si
era girato e Laura si era fermata di botto finendogli addosso, si era
alzata alla svelta e sempre sorridendogli gli aveva porto la mano
<< Mi
chiamo Laura, vengo dall’Italia, sono una tua grande fan!
>>
Aveva detto con uno
strano accento ed incespicando sulle parole.
Lui aveva grugnito
qualcosa molto simile ad un “so chi sei, ma non mi
interessa” ed aveva continuato per la sua strada, Laura lo
aveva seguito senza fiatare e guardandolo adorante.
Qualche ora
più tardi aveva scoperto che Laura non era una delle sue
solite fan, di quelle che appena lo vedevano gli si fiondavano addosso
e gli scattavano foto su foto, un urlava per ogni suo gesto,
semplicemente stava lì, seduta sul puff nero della sala
registrazioni a sentirlo provare.
Ne era rimasto
affascinato proprio perché non era come le altre.
***
Ne era rimasto affascinato e se ne era innamorato.
Lui la trattava male, sempre, non mostrava un minimo di comprensione
nei suoi confronti, niente, aveva sempre un insulto per lei.
Ma lei non si stancava, rideva e lo insultava a sua volta.
Erano diventati inseparabili ed era diventato il suo migliore amico.
Osservò nuovamente il cellulare che aveva in mano, senza
accorgersene perso nei suoi pensieri era andato sui messaggi
visualizzando gli ultimi che si erano scambiati lui e la ragazza.
Le nuvolette circondavano pacifiche la loro conversazione fatta da
prese in giro, da raccomandazioni e da sfoghi per una vita lavorativa
estenuante, ma la cosa che a Jung Min faceva male era il “Ti
voglio bene” quando si salutavano…
Lui voleva che quel “Ti voglio bene” diventasse un
“mi piaci” un “ti amo”, era il
suo cantante preferito, era il suo ideale di ragazzo, era il suo
migliore amico…
Ma cosa doveva fare quando la ragazza che ti piace si trova da sola in
una Seul piena di bei ragazzi?
E se mentre non c’era lui a fulminare tutti i ragazzi che gli
si avvicinavano lei si trovava un ragazzo?
No… non doveva succedere…
Il numero di Hyun Jun si compose praticamente da solo, gli squilli si
susseguirono e Jung Min perse la pazienza, poco gli importava se gli
squilli erano due o quattro, quando il povero rispose fu praticamente
aggredito
<< Jun! Jun! Dove eri eh? Perché non mi hai
risposto, non hai niente da fare vero? Ma no che non hai niente da
fare, bene allora fai qualcosa per me, vai da Laura, stai TUTTI i
giorni e TUTTO il giorno con lei, non la toccare, ti taglio le manine
se lo fai, okay? Grazie sei un amico, quando torno da ‘sto
posto ti devo un favore! >>
Aveva attaccato, Jun lo avrebbe fatto, sarebbe stato attento a Laura,
l’avrebbe tenuta lontana dai ragazzi.
***
<< Oppa! >>
Era appena uscito dall’aeroporto e Laura gi era corsa in
contro, sorrise impercettibilmente e sputò una frecciatina
<< Laura –disse con uno strano accento
– ti sei vestita ad occhi chiusi? >>
La ragazza aveva gonfiato le guance per poi sorridere e decidere che,
per quel giorno, l’ultima parola poteva averla lui.
Gli si era lanciata contro e lo aveva abbracciato di slancio.
<< Mi piace essere abbracciata >>
Aveva ricambiato l’abbraccio con il cuore che batteva a mille
e il viso della ragazza sprofondato nel petto… sarebbe
morto, di questo passo non sarebbe sopravvissuto.
<< Oppa andiamo a mangiare da qualche parte?
>>
Jung Min aveva annuito, Jun gli aveva riferito che non aveva parlato
con nessun ragazzo al di fuori di lui e Jung Min aveva annuito
ringraziandolo.
<< Hyung, quando precisamente hai intenzione di
dirglielo? >>
<< MAI! >>
Era una testa dura lui, e era un fifone, aveva paura di quello che poi
sarebbe successo e se poi Laura non gli parlava più?
Si era un idiota…
Ma, è questo ciò che rende l’amore, no?
***
Era successo, inaspettato e stupendo.
Erano a cena fuori, Lui e Laura, ad un ristorante poco conosciuto di
Seul, in una calda serata estiva, le persone erano tutte via in vacanza
mentre per chi lavorava nel campo della musica non c’era
tregua…
Si erano ubriacati.
Avevano iniziato con una birra, se ne era susseguita un’altra
e un’altra ancora, per sfida, forse non se ne erano neanche
accorti.
Laura era completamente ubriaca e in quei pochi attimi di
lucidità che l’alcol gli lasciava vomitava
soltanto, lui la reggeva meglio ed era abbastanza lucido da chiamare un
Taxi e dargli l’indirizzo di casa.
Li era successo tutto.
L’aveva trascinata al piano di sopra e l’aveva
portata nella camera degli ospiti, gli aveva sfilato le scomode scarpe
con il tacco che aveva messo e gli aveva lasciato un bacio sulla fronte
e se ne stava andando
<< Jung Min oppa >>
Lo aveva chiamato, si era avvicinato, lei era sveglia e lo guardava,
gli occhi ancora velati per colpa dell’alcol.
<< Dimmi >>
<< Ti amo >>
Aveva sorriso amaramente prendendo ad accarezzagli i capelli
<< Anche io >>
Aveva sussurrato sincero, sicuro che il giorno successivo una buona
aspirina, oltre a tirarsi via i postumi si sarebbe tirata dietro anche
quel ricordo.
Si era messa seduta, pensò che dovesse vomitare e si
alzò per andare a prendere qualcosa, ma la mano della
ragazza lo bloccò, strinse saldamente il suo polso e lo
tirò a se, complice l’instabilità data
dall’alcol Jung Min ricadde seduto sopra il letto, Laura si
sporse, gli prese il viso con le mani e sfiorò le proprie
labbra con le sue.
Jung Min venne scosso da brividi e chiuse gli occhi.
Una lacrima scivolo da essi, stava accadendo, quello che sperava da
mesi stava succedendo.
***
Il cellulare era suonato sfondandogli i timpani, il forte ritmo di
“Love Ya” lo aveva destato da un sonno abbastanza
tranquillo, la testa gli faceva male e sentiva le tempie martellare,
agguantò il cellulare dalla tasca per controllare chi gli
rompesse a quell’ora del suo giorno libero.
“sconosciuto” nient’altro, rispose
svogliatamente, la voce dall’altro lato apparteneva ad una
ragazza
<< P-parlo con Park-sii? >>
Disse incespicando sulle parole
<< Si, chi è? >>
<< Sono Denise, la cugina di Laura… mi
chiedevo se sai dov’è… >>
<< è qui con me >>
<< Menomale Park-sii, non ci ha fatto sapere niente, io e
lo zio eravamo così preoccupati, grazie >>
Riattaccò senza farlo parlare, cos’era diventato
una moda?
Si girò su un fianco, Laura…
Dormiva nella stanza accanto alla propria…
Dio come gli martellava la testa, prese un aspirina e medito se
portarne una anche alla ragazza, alla fine lo fece, prese un bicchiere
d’acqua e ci fece scivolare dentro la pastiglia, quella
iniziò amabilmente a frizzare.
Salì le scale e raggiunse la stanza, busso due volte, come
faceva sempre per far capire che era lui, ed entrò.
Laura dormiva ancora, scomposta come sempre e abbracciata al cuscino,
deglutì a vuoto mentre gli sistemava il lenzuolo che gli
lasciava scoperta veramente troppa pelle, gli toccò
leggermente la spalla chiamandola, quella mugugno qualcosa nel sonno e
si girò.
<< Jung Min >>
La sentì sussurrare e come una quindicenne alla sua prima
cotta arrossì immediatamente
<< Ti amsdfsop >>
Prese fuoco e gli avvicinò le labbra alla guancia, lo scatto
improvviso di lei fece incontrare le loro labbra a metà e i
loro occhi sgranati erano veramente troppo vicini
<< Non… non è come
pensi… veramente… >>
Si affrettò a dire, ma Laura gli sorrise furba
<< Ah no? Peccato, pensavo che
“l’anche io” di ieri fosse vero, bhe mi
troverò qualcuno >>
Gli venne un colpo, il sangue iniziò a fluire più
velocemente e il cuore a battere troppo in fretta, lei
ricordava… lei ricordava che aveva confermato di amarla
<< N-no, cioè si, ma…
>>
L’aria gli iniziava a mancare, da quanto tempo non aveva un
attacco d’ansia? Otto, nove anni? Cercò di
ricordare quello che il medico gli aveva detto
<< Jung
Min-ah, quando ti vengono queste cose “cattive”
devi respirare profondamente e pensare a qualcosa di bello
>>
<< Va
bene! >>
<< Sei
proprio un bravo bimbo, tieni un lecca lecca! >>
In quel momento la cosa più bella a cui poteva pensare non
era il successo che stava avendo “Romeo” in
Giappone e in Corea, ma a Laura, al suo “Ti amo” e
alla sua conferma quella mattina.
Riprese a respirare regolarmente dopo un po’ e
guardò negli occhi Laura, era spaventata glielo si leggeva
in faccia, si alzò, doveva essersi inginocchiato a terra
mentre non riusciva a respirare, si avvicinò alla ragazza e
gli accarezzò la guancia, Laura sussulto e lo
guardò negli occhi, si perse di nuovo negli occhi scuri di
lei e fece incontrare di nuovo le loro labbra
<< Si, “l’anche io” di ieri
era sincero, sono un po’ stupido lo sai, mi piace prenderti
in giro, ho poco tempo per stare con te, ma ti amo davvero!
>>
Non riusciva a credere di averlo fatto, si era… dichiarato?
Il cuore riprese a battere velocemente, ma sta volta era merito delle
parole di Laura, perché quel “Lo sai no? Te lo ho
detto già due volte” sussurrato, lo aveva
emozionato, sentiva gli occhi pizzicare, resistette a stento
all’impulso di piangere.
Due
labbra che si congiungono sigillando la promessa di un amore.
Due
cuori che battono all’unisono.
Due
corpi che si stringono, si abbracciano.
Due
anime che si sono cercate e si sono trovate.
Note:
Salve
Salve! ^^
Allora,
questa fan fiction la dedico a Jeremy 94 che mi ha implorata di farla!
[Ti voglio bene <3] doveva essere Arancione? Bhé
Verde e Arancio, siamo vicini no? xDD
Ringrazio
tutte le persone che hanno letto ‘sta cosa qui!
Grazie
a tutti! <3
Alla
prossima. :D
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