Murtagh
Dopo essere tornato dalla battaglia, si diresse subito nella stanza del
trono. Il re sicuramente lo stava aspettando, e dopo tutto quello che
aveva subito prima di diventare cavaliere, aveva capito che era meglio
non contraddirlo mai. Inchinatosi davanti al re, si preparò
a
subire le sue ire per non avergli portato suo fratello, Eragon.
- Allora, Murtagh…mi aspettavo che tornassi con il resto
della tua famiglia- disse con fare ironico e maligno.
- Mi spiace Sire, ho tentato di catturarlo, ma dato che non potevo
ucciderlo l’impresa era quasi impossibile- rispose sottomesso.
- Adesso vedremo quanto hai tentato…vieni avanti Murtagh
A sentire quelle parole minacciose, si poté scorgere sul
volto
di Murtagh un lampo di rassegnazione. Tuttavia dopo pochi istanti il
suo volto tornò imperscrutabile e si avvicinò
silenziosamente al trono. Sapeva esattamente quello che sarebbe
successo: ancora una volta il re avrebbe violato la sua mente, quello
che aveva di più prezioso, e l’avrebbe contaminata
con i
suoi pensieri oscuri. Sicuramente avrebbe scoperto la
verità.
Quando fu abbastanza vicino, Galbatorix tese la mano sul suo capo e
iniziò a vagare nella sua mente, a quel tocco Murtagh
sentì un dolore indicibile ed al tempo stesso udì
la voce
del suo drago che lo rassicurava con parole di conforto. Scorgendo la
verità nei ricordi di Murtagh, il re si infuriò
e,
interrotto il contatto, lo guardò con uno sguardo colmo
d’ira. Allo stesso modo il giovane lo osservò
sfidandolo a
punirlo.
- Questo minimo dolore ti ricordi a chi devi fedeltà, e che
ti
serva da lezione, perché nessuno può sorpassarmi
in
astuzia.
Detto questo gli fece giurare nell’Antica Lingua che la
prossima
volta che avesse incontrato suo fratello l’avrebbe dovuto
riportare a Uru’baen, e lo congedò.
Tornato nella sua stanza, il giovane cavaliere ripensò agli
avvenimenti della battaglia. Eragon l’aveva definito un
traditore, non sembrava aver tentato di comprenderlo ed addirittura
aveva cercato di ucciderlo. Come poteva un fratello fare questo? Certo,
anche lui aveva le sue colpe, ma lui non avrebbe mai tentato di
uccidere Eragon, infatti quando il fratello gli aveva chiesto cosa
avrebbe fatto al suo posto, lui aveva taciuto alcuni istanti, ma alla
fine era arrivato alla conclusione che non gli sarebbe mai neanche
passato nella sua mente di ucciderlo. D’altronde, Eragon non
si
era mai veramente chiesto cosa avrebbe fatto lui al suo posto, cosa
avrebbe fatto se fosse stato costretto a passare mesi e mesi sotto le
torture dei nemici, che cosa avrebbe fatto se fosse stato in
solitudine, debole e soggiogato. Sicuramente avrebbe ceduto come aveva
fatto lui, poiché nessun uomo avrebbe potuto sopportare una
simile sofferenza. Immerso in questi pensieri, sentì la voce
del
suo drago.
- Tutto bene, Murtagh?
- Sì, stavo solo pensando…hai visto anche tu mio
fratello? Non riesce a capire che, benché Galbatorix sia
cattivo, il suo scopo non è perfido come lui.
- Cucciolo, non ti demoralizzare.. semplicemente devi dare tempo al
tempo. Oggi Eragon ha ricevuto troppe notizie tutte insieme e non
è stato in grado di assorbire l’impatto. Vedrai
che
capirà.
- Capire?? Cosa c’è da capire?? Lui mi odia, non
vorrà avere nulla a che fare con me, come può
capirmi se
non vuole neanche ascoltarmi?? No Castigo, quella di Eragon
è
una causa persa.
- Non dire così, il vostro non è un legame
comune, il
vostro è un legame di sangue, e comunque voi siete diventati
veri amici prima di sapere di essere fratelli, e questo
significherà pur qualcosa.
- Significare qualcosa? Bell’amico che è stato
Eragon… quando eravamo dai Varden ha lasciato che mi
chiudessero
in gabbia, e quando sono stato rapito non ha fatto nulla per salvarmi,
ha rinunciato subito non appena ha visto che non riusciva a divinarmi,
non ha neanche sprecato per capire cosa m i era successo, mi ha
lasciato solo a patire.
- Dai, devi comprenderlo.. pensava fossi morto. Cosa poteva fare?
Neanche tu riuscivi a divinarlo!
Ma Murtagh lo interruppe con foga:
- E questa è una giustificazione?! Tu lo sai quante volte ho
invocato il suo nome durante le torture e mentre ero nella mia lurida
cella guardavo la porta sperando di vedere entrare Eragon a salvarmi.
Ma l’unica cosa che vedevo entrarci erano aguzzini pronti per
una
nuova dose di sofferenza o soldati che mi portavano quel rancio
immangiabile.
- Lo so che è stato difficile, ma non puoi dare la colpa a
tuo
fratello. Come poteva spingersi a Uru’bean? Non sapendo se
eri
vivo o morto, e se ti avessero portato qui?
- Basta Castigo, abbiamo le nostre idee, ma questa giornata
è
stata stancante e non riesco nemmeno a tenere gli occhi
aperti,
senza contare che domani mattina sicuramente il re vorrà
allenarci.
- Va bene, dormi Cucciolotto, ci vediamo domani mattina.. ma pensa a
quel che ti ho detto.
Grazie di aver letto il
nostro chappy!!! Speriamo che vi sia piaciuto, ed anche in caso
contrario se avete tempo vi saremmo grate di lasciare un piccolo
commento... purtroppo per il secondo dovrete aspettare un pochino
perchè entrambe siamo un bel po' occupate, ma non temete,
presto vi sveleremo anche i più intimi e segreti pensieri di
Eragon. E magari non ci starebbe male neanche una piccola riunioncina
di famiglia...^__^
A presto!!! (Si fa per dire...)
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