Tutte
le pagine della nostra vita
Quando
l' ho incontrato per la prima volta, mi ha fatto una strana
impressione, sembrava un selvaggio, un uomo rozzo e un po' sbruffone,
un sempliciotto, insomma.
“Piacere,
Sully, Byron Sully” mi porse la mano.
“Michaela,
Michaela Quinn, sono un medico, vengo da Boston”.
I
suoi modi erano sinceri, ma un tantino sfrontati per i miei gusti,
sembrava un po' troppo sicuro di sé e anche del suo fascino,
per
dirla tutta.
Tuttavia
aveva un brillio particolare negli occhi, una strana luce che mi
respingeva ed attraeva a lui al tempo stesso, qualcosa di difficile
da spiegare, a dire il vero, più di una sensazione, ma meno
di una
prova certa.
Qualcosa
che mi faceva impazzire, letteralmente, che mi portava ad essere in
disaccordo con lui, su qualunque argomento, anche per il semplice
fatto di non dargli ragione, ma soprattutto per non ammettere di
avere torto.
Tutto
questo a causa del mio orgoglio.
Giorno
dopo giorno, ho scoperto di vederlo con occhi diversi, ho iniziato a
scrutarlo sotto molteplici angolazioni, ho capito di provare qualcosa
per lui.
Ho
capito di essermi innamorata e che lui ricambiava il mio sentimento,
non l' aveva mai nascosto.
Quando
ho rischiato di morire a causa dell' epidemia di influenza, quando
Matthew ha rischiato la vita alla miniera, quando Colleen si era
presa una cotta per lui e quando Brian é entrato in coma, in
tutti
questi momenti difficili, lui c' era, non mi aveva mai abbandonata.
La
sera del mio compleanno, il giorno del nostro matrimonio, quando mi
ha rivelato i suoi sentimenti per me su quel treno a Boston, il
giorno in cui abbiamo stretto tra le braccia nostra figlia Katherine,
tutti questi ricordi sono vividi e impressi nella mia memoria, come
se potessi riviverli ogni istante.
E
vederlo rientrare in casa, con la nostra nipotina in braccio e quei
lunghi e candidi capelli bianchi, mi ripaga di tutto il dolore, la
tristezza, le amarezze che ho provato nella vita.
Mi
ripaga di tutto, il nostro amore, mi ha ripagata di tutto.
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