Capitolo 1: Il
ballo in maschera
-Non riesco a
credere che tu mi abbia convinta!- sibilai, stretta alla mia migliore amica,
mentre i tacchi mi facevano già incredibilmente male.
-Ma dai! Non
fare la difficile. Che sarà mai?!- minimizzò lei, mentre la fila procedeva.
-Che sarà mai?! No, ma dico:
intrufolarsi di nascosto nella festa privata del cast di The vampire diaries, ti sembra una cosa da niente?!-
Koral, la mia
amica, la mia migliore amica, mi guardò, come se solo in quel
momento stesse veramente realizzando la cosa. Sul serio non ci
aveva pensato? Stavamo per essere schedate dall'FBI e lei ci pensava solo adesso?!
-Beh, in fondo,
io sono una di loro.- fece lei, nemmeno troppo convinta, scrollando le spalle.
Guardai scettica Koral, inarcando le
sopracciglia. -Tu hai cercato di farti assumere, invano, per pulire gli studi
quando non c'è nessuno, non sei una di
loro.- precisai.
Era ufficiale: mi sarebbe venuta una
crisi di nervi, mentre lei, l'artefice di quel piano malato, se la stava
godendo come una matta.
-Su, una botta di vita ogni tanto!-
-Sentirai che botta quando ci
sbatteranno fuori a calci nel...-
-...Adesso non mi sembra il caso di
fare le volgari!- mi bloccò, prima che potessi finire. -E poi, dai! Chi vuoi
che ci riconosca? Siamo tutte in ghingheri e poi abbiamo queste.- disse,
indicando le maschere che entrambe portavamo.
Ma perché mi ero fatta trascinare
dalla sua mente perversa e dal suo incrollabile entusiasmo?
Adesso mi ritrovavo con un vestito
bianco, con lo scollo a "cuore", aveva due fasce intrecciate sotto al
seno, per poi scendere largo sui fianchi,"rubato"
nello spogliatoio dell'aula di recitazione, a fare la fila per entrare nell'esclusivissima
e privatissima festa che cast e produttori di "The vampire diaries" avevano dato per festeggiare l'inizio delle
riprese della seconda serie. Tutto contornato da tacchi vertiginosi e maschere
che davano il prurito.
-Sai, mi sono sempre chiesta perché,
nonostante tu abbia una montagna di soldi, hai voluto provare a fare la donna
delle pulizie.-
-Per due semplici motivi: il primo è
che non volevo darla vinta a quella strega della mia matrigna e il secondo è
che, cazzo Dayana, avrei lavorato sul set di The vampire diaries,
ti rendi conto?! Sai quanto amo quel telefilm e soprattutto...-
-Soprattutto il tuo amato Paul.-
finii io per lei, ormai conoscevo quella storia a memoria.
-Sì e stasera potrò incontrarlo! E
lui capirà che sono io la donna della sua vita e non...non...quella racchia
spelacchiata di Torrey!.-
La guardai: era davvero convinta di
quello che diceva? A volte avevo seri dubbi sulla sua santà
mentale.
-Sarà.- feci io, guardandomi intorno.
-Ma io non ci vedo niente di speciale in quel telefilm. Forse perché ho visto
si e no due episodi.-
-E non sai cosa
ti perdi, baby. Non è un telefilm, è un capolavoro.-
-Come gli
attori, vero?- la presi in giro io, sorridendole.
Adoravo quella
ragazza, anche se era un po' pazza e mi trascinava sempre nelle sue idee folli,
ma, in fondo, glie lo dovevo. Lei c'era sempre quando io mi ficcavo nei miei
immancabili casini.
-Koral ricorda che io a mezzanotte
devo ritornare, sai com'è fatto Gary e non voglio avere altri problemi...-
mormorai amara, mentre anche lo sguardo di Koral si rabbuiò.
-Non preoccuparti, Dayana.-
-Ho un brutto presentimento...-
dissi, cercando di cambiare argomento.
-Beh, tienitelo per te, perché stiamo
per entrare.-
Sospirai e, facendoci coraggio,
entrammo.
Quello che vidi era la cosa più bella
che avessi mai visto. La stanza era enorme e tutto era immerso in colori accesi,
musica dolce e risate contagiose. Sembrava di essere entrata in un universo
parallelo e io stessa non mi sentivo quasi più io.
Eravamo ancora in cima alle scale,
abbagliate da tutto quel luccicare. Ma tutto brillava sul serio o ero io che
non ero abituata a scenari da principessa?
Riguardai i miei abiti: il mio
vestito stile sposa, le mie scarpe alte e la mia maschera mi davano quella
sicurezza che quotidianamente non avevo. Forse non era stata una cattiva idea
essere lì, magari per una notte avrei potuto anche fingere di essere qualcuno
di diverso. Sarebbe stato tutto un bel sogno e domani mattina, con i miei jeans
scoloriti e le converse consumate sarei ritornata la solita e incasinata
Dayana. In fondo tutti, almeno una volta, meritano di vivere un sogno, no?
Guardai Koral: anche lei era
bellissima, stretta nel suo vestito blu, ma il suo non proveniva dall'aula
recitazione, ma dalla boutique della sua matrigna.
Ci ridestammo
dal nostro stato di trance e soltanto in quel momento ci rendemmo conto che
tutti, ma proprio tutti, ci stavano guardando.
-Koral...abbiamo
qualcosa di strano?- le sussurrai, mentre cominciammo a scendere le scale,
cercando di restare in equilibrio sui tacchi.
-Credo di no.
Qui suppongo si conoscano tutti e forse stanno solo cercando di capire chi
siamo o...-
-O?- chiesi titubante.
-O siamo troppo belle. Sei una gran
figona amica mia, complimenti!- fece divertita Koral, tendendomi la mano.
Scoppiai in una fragorosa risata e le
strinsi la mano. -Anche tu, sorella!-
Ancora sorridendo cominciai a
camminare per la sala, sempre stretta a Koral.
-Secondo te, chi è Paul?-
-Ma se io a stento riesco a
riconoscerlo normalmente, figuriamici con la
maschera!-
-Non sei per niente utile.-
-Sorry.- le
sussurrai, mentre prendevo un bicchiere di champagne che il cameriere mi
porgeva.
Lo portai alle labbra, guardando
tutta la sala. Notai che poco distante da me, appoggiato mollemente a una
colonna c'era un ragazzo che guardava insistentemente verso di noi, mentre un
altro ragazzo gli sussurrava qualcosa all'orecchio. Non sapevo se
oggettivamente stesse guardando me, ma nonostante ciò, mi sentivo spogliata dal
suo sguardo.
Sorseggiai un po' di champagne,
distogliendo lo sguardo, ma poco dopo ritornai a guardare quel ragazzo. Aveva i
capelli neri e lo smoking nero sembrava disegnato apposta per lui. L'altro
ragazzo aveva i capelli castano chiaro e aveva anch'egli lo smoking nero.
-Ehi, Koral.-
-Dimmi, cocca.- fece lei,
perfettamente a suo agio in quell'ambiente, mentre addentava una tartina.
-Quei due ci stanno guardando.-
dissi, dando loro le spalle.
-Ma chi?-
-Quelli vicino alla colonna.-
-Ehm...Dayana, non c'è nessuno vicino
alla colonna.-
Mi voltai di scatto: i due ragazzi
erano spariti.
Sbuffai: mi stavo seriamente
annoiando. Guardai Koral che chiacchierava amabilmente con un baldo giovane dai
capelli biondi da circa un'ora, mentre io divoravo tartine. Si stava dando
proprio alla pazza gioia.
Beh, di certo non avrebbe sentito la
mia mancanza se mi fossi allontanata un po', no?
Cominciai a camminare lenta per la
stanza, osservando le varie coppie danzare. Erano tutti davvero molto eleganti
e io mi sentivo sempre di più un pesce fuor d'acqua. Quello non era il mio
mondo e anche se avevo voluto illudermi per una notte, non lo sarebbe mai
stato.
Presi un altro bicchiere di champagne
che il cameriere mi porgeva, ma avevano deciso di farmi ubriacare quella sera?!
Sorseggiai
lentamente, mentre la maschera cominciava a darmi fastidio sul serio.
Era davvero una villa enorme e
credevo che girovagare un po' per le mille stanze che vi erano, non avrebbe
fatto male a nessuno: sarei passata inosservata e non avrei toccato nulla.
Tutti i miei propositi, però,
sparirono nell'istante in cui entrai in una stanza e proprio di fronte a me,
stupendo e magnifico, c'era un enorme pianoforte nero.
Quasi come se fossi attirata da quel
sublime oggetto, mi avvicinai, toccando appena con i polpastrelli la superficie
sottile.
Controllando che in giro non ci fosse
nessuno, mi sedetti e, sfiorando i tasti, cominciai a suonare la prima canzone
che mi veniva in mente.
Mi sentivo così libera e spensierata
quando cantavo. La musica aveva il potere di farmi dimenticare tutto e
trasportarmi in un altro mondo, dove io ero tutto quello che volevo, dove non
ero immersa in quello schifo di mondo.
Nella stanza c'era l'eco e la canzone
di Kelly Clarkson, Because
of you, rimbombava tra quelle quattro splendide
pareti.
Cantare era l'unica cosa che sapevo
fare o, almeno, l'unica che sapevo fare bene.
Quando finii la canzone, sentii
qualcuno alle mie spalle applaudire e io mi alzai di scatto, completamente rossa.
Sì, sei stata beccata mia cara
Dayana!
Speravo ardentemente che non fosse
uno dei padroni di casa, altrimenti sarei stata fregata, con o senza maschera.
Quando mi voltai, però, trovai la
faccia sorridente e tentatrice del baldo giovane che qualche ora prima mi stava
fissando appoggiato alla colonna.
-Sei molto brava.- mi disse
solamente, appoggiandosi alla porta.
La prima cosa che pensai?
Mamma mia che voce!
-Gra...grazie...-
sussurrai, guardando in basso. -Mi dispiace, non volevo essere invadente.-
dissi, accennando con la testa al pianoforte.
-Non preoccuparti: non sono il
padrone di casa.-
Tirai un sospiro di sollievo: almeno
per quella sera la sfiga aveva deciso di lasciarmi stare.
-Meno male.- sorrisi. -Beh...adesso
vado...-
Cercai di "strisciare" via
da lì, il mio piano per passare più inosservata possibile stava fallendo
miseramente.
-Aspetta.- fece quel ragazzo,
afferrandomi per il braccio.
Cominciò a fissarmi intensamente,
come se mi stesse studiando e io ero impalata lì, pietrificata dagli occhi
azzurri più incredibili che avessi mai visto. Sembrava che avesse imprigionato
nei suoi occhi due spicchi di cielo.
Avevo sempre avuto un debole per gli
occhi chiari e quelli di quel misterioso ragazzo erano magnetici, di un colore
particolare, unico.
-Dovrei...andare...- riuscii a
sussurrare, non essendo capace di staccare i miei occhi dai suoi.
Lui continuava a non parlare, mi
fissava semplicemente, come se davanti avesse una visione.
Non avrei retto ancora quello
sguardo, quegli occhi indagatori e sensuali ancora per molto su di me.
-Chi...sei?- mi chiese.
-Qualcuno che non dovrebbe essere
qui! ...mi dispiace.-
Mi divincolai dalla sua salda presa e
uscii di corsa dalla stanza. Dopo un pò sentii dei
passi affrettarsi dietro di me, ma per fortuna io mi ero già dileguata nella
folla.
Uscii in terrazza, mentre l'aria
leggera di fine aprile scompigliava i miei capelli neri, che quella sera erano
tutti boccoli grazie alle amorevoli cure della mia migliore amica.
Avevo il cuore a mille e gli occhi di
quel ragazzo erano ancora impressi nella mia mente.
Mi sentivo svuotata, come se quel
ragazzo, semplicemente guardandomi, mi avesse rubato l'anima.
Mi appoggiai alla ringhiera di marmo
e mi misi a guardare il cielo. C'erano molte stelle e a me era sempre piaciuto
perdermi in quel blu infinito.
Sospirai, pregando che quella serata
finisse presto.
C'erano stati fin troppi imprevisti.
-Sai.- fece una voce ironica alle mie spalle. -Se vuoi
nasconderti non dovresti scegliere il posto più in vista dell'intera villa.-
Come era già successo una volta, mi voltai di scatto,
ritrovandomi di nuovo davanti lo stesso ragazzo.
-Ti annoia così tanto la festa?-
Io guardai in basso, portandomi una ciocca di capelli dietro
l'orecchio. -Ehm, un po'.- affermai sincera.
-Ti va se ti faccio compagnia?-
Gli sorrisi, mentre gli indicavo il
posto accanto a me. Gli diedi le spalle e ritornai a guardare il cielo.
-Non sei del set, vero?- mi disse
subito e io mi voltai di scatto verso di lui.
-Cosa te lo fa credere?- cercai di
sembrare il più tranquilla possibile, ma dentro di me avevo una tempesta.
Come si suol
dire: è stato bello finché è durato.
-Non saresti passata inosservata,
credimi.-
-No, non sono del set.- dissi,
diventando rossa. -Sono con una mia amica, che ci lavora.- beh, non era una
bugia, stava a lui decidere come interpretarla. -E tu? ci lavori?-
-Se te lo dicessi dove finirebbe il
mio alone di mistero?- fece, sorridendo.
Restai incantata dal suo sorriso:
aveva dei denti bianchissimi e le labbra erano perfette. E diciamocelo: anche
il resto non era niente male!
-Come ti chiami?- mi chiese dopo un
po', appoggiandosi con la schiena alla ringhiera.
-Così perderei il mio
di alone di mistero.- risposi ironica, girandomi completamente verso di lui.
Mi piaceva giocare con quel ragazzo,
c'era qualcosa che mi attirava verso di lui.
-Non ti renderebbe meno interessante,
se può consolarti.-
Io abbassai lo sguardo, per poi ritornare
a guardarlo.
-Grazie...- sussurrai. -Facciamo un
patto.- dissi poco dopo. -Tu ti togli la maschera e io in cambio ti dico il mio
nome.-
-Non sarebbe uno scambio equo.-
-Prendere o lasciare.-
Senza nemmeno rispondermi si portò le
mani dietro la testa e sciolse il fiocco della sua maschera.
Se non fossi stata ancorata saldamente
a quella benedetta ringhiera, sarei svenuta sul colpo.
-Ian Somerhalder?!- biascicai, non
riuscendo a credere ai miei occhi.
-Delusa?-
Dal vivo era mille volte più bello
che in tv e vedendolo così...così tremendamente vicino, mi si mozzò il respiro.
Ma cosa stavo
facendo?! Credevo davvero che una come me poteva chiacchierare tranquillamente
con Ian Somerhalder?!
-No...è che...io
non dovrei essere qui...- dissi per la seconda volta. Probabilmente risultavo
molto noiosa ai suoi occhi.
Mi voltai per andarmene via di lì,
scappando per l'ennesima volta, ma purtroppo Ian non era dello stesso parere.
-Aspetta! Il tuo nome...-
-Aya...-
sussurrai, mentre lui mi teneva ancora lì. Beh, non era il mio nome, ma il
nomignolo che mi aveva affettuosamente affibbiato Koral, ma tanto lui non
l’avrebbe mai saputo.
Cercavo in tutti i modi di non
pensare alla sua mano stretta intorno al mio polso e ai suoi occhi che mi
scrutavano.
-Aya, non
scappare...-
Mi bloccai, cercando di calmarmi. In
fondo conosceva solo il mio nome, anzi il mio soprannome, non poteva succedere
niente di grave o compromettente.
-Ok.- sussurrai e feci qualche passo
verso di lui, mentre mi lasciava il polso.
-Non ho mai fatto quest'effetto a una donna.- fece lui
ironico.
-Quale? Farle venire un colpo?- chiesi io, con la sua stessa
ironia.
-Beh, diciamo di si.-
-C'è sempre una prima volta.- dissi, sorridendo.
-Hai un sorriso dolcissimo.- disse lui, ma non era un
complimento, non aveva secondi fini, no, lo disse come se fosse semplicemente
una costatazione, come dire che il cielo è azzurro.
-Grazie...- dissi, diventando rossa, ringraziando la notte
che nascondeva il mio imbarazzo.
Ancora non riuscivo a credere che una come me stesse parlando
tranquillamente (ovviamente lui) con Ian Somerhalder.
-Hai detto che sei qui con un'amica. Chi?-
Mi irrigidii: le domande non avrebbero portato a nulla di
buono.
-Non credo tu la conosca.-
-Tenta.-
-Non credo sia una buona idea.-
-Non sei una fan che si è imbucata, vero?- chiese lui
ridendo.
Ci mancò poco che non mi venisse un infarto.
-Ma...certo che no! Cosa vai a pensare.- dissi, cercando di
essere il più tranquilla possibile.
-E allora perché sei così...-
-Riservata?-
-Frenata.- fece lui di rimando.
-Non mi piace rivelare troppe cose di me.- buttai lì la prima
cosa che mi venne in mente. Probabilmente sembravo davvero antipatica.
-Ti va di andare a fare un giro?-
-No, preferirei restare qui, se a te non dispiace. Ho paura
che la mia amica non riesca a trovarmi.-
Mi portai una ciocca dietro l'orecchio, cercando di non
pensare all'immenso dolore ai piedi.
-Un po', ma non importa.-
Io gli sorrisi. Mi faceva sentire indifesa quel ragazzo.
Tra di noi calò un imbarazzante silenzio e io distolsi lo
sguardo da lui. Chi sa dov'era finita quella pazza di Koral, probabilmente tra
le grinfie di qualche bel ragazzo.
Quando mi rivoltai a guardarlo, lo sorpresi a fissarmi.
-Sai.- mi disse subito dopo. -Credo che non dimenticherò mai
i tuoi occhi.-
-Ehi Somerhalder, ma sbaglio o tu sei fidanzato?-
-Non ho detto nulla di male. E' un dato oggettivo che i tuoi
occhi sono bellissimi.-
-Beh...-
Purtroppo, però, venni interrotta a metà dall'esuberante
entrata di Koral.
-Finalmente! Ti ho cercata ovunque! Sono le 23.45!-
Non sembrò notare chi ci fosse di fronte a me, ma quando lo
fece, quasi si pietrificò.
-Aya...lui...tu...I...-
-Piacere, Ian.- fece Ian, tendendole gentile la mano.
-Piacere.- disse Koral, completamente imbambolata.
-Cazzo Koral, è tardissimo!- feci anche io, guardando
l'orologio, mentre lei cadeva in uno stato di trance. -Scusa.- feci, rivolta a
Ian. -Adesso devo scappare sul serio.-
Mi voltai e, prendendo Koral per la mano, corsi verso la
sala.
-Aspetta!- mi bloccò Ian.
Io mi voltai, supplicandolo con gli occhi di lasciarmi
andare.
-Come faccio a ritrovarti?-
Sospirai.
Ma quando mi sarebbe ricapitata un'occasione del genere? Non
sarei mai più stata faccia a faccia con Ian Somerhalder, perciò feci la cosa
più azzardata della mia vita.
Corsi verso di lui e, specchiandomi nell'infinità dei suoi
occhi azzurri, gli diedi un leggero bacio a stampo, appoggiando entrambe le
mani sul suo viso.
Il semplice contatto con le sue labbra mi elettrizzò,
facendomi battere il cuore a mille.
-E' stato bello conoscerti, Somerhalder, addio.-
Mi voltai, questa volta lasciando sul serio quella terrazza.
Ehm Ehm…
Ebbene si, nonostante io abbia già una storia in corso, non
sono riuscita a frenarmi dal pubblicare questa storia xD
Non so se possa magari piacervi, so solo che io mi sto
divertendo come una matta a scrivere e spero di far divertire anche voi xD
Questa è la prima storia che pubblico in questo fandom (escludendo una one shot), quindi davvero non so come andrà a finire!
Mi farebbe piacere se magari mi diceste cosa ne pensate, se
vi piace l’idea o no! Sono bene accette anche frasi del tipo “ritirati, mi sa
che è meglio!” xD
Detto questo vi lascio…lasciandovi i link delle altre mie
storie!
Grazie in anticipo a tutte coloro che leggeranno e magari
troveranno cinque minuti anche per recensire!
Baciiiii
Alcune delle mie storie:
Mi appartieni
The
reason is You
I
love you! thank you!