Cadde a terra.
Cadde a terra con un frastuono, quello del rumore angosciante di un
cadavere che colpisce pesantemente il terreno,
terreno mai troppo morbido.Un terreno che non accoglie quell'uomo come
delle braccia, ma lo accoglie come la bara,
che seppur rivestita di velluto, accompagnerà la
persona verso il viaggio per il paradiso.Forse è
più probabile quello
per l'inferno.Ma Max non era una di quelle persone a cui attribuisci
una cattiva condotta.Certo non era uno stinco
di santo, ma doveva fargliela pagare.E poi non poteva fermarsi
lì, sul pavimento.Avrebbe dovuto rialzarsi.
Non si rialzò.
Il suo carnefice, con ancora il fucile a pompa fumante in mano, si
rinquorava di essere l'unico ad essere sopravvissuto alla furia di Max,
e felice si accese una sigaretta.
Fuori dalla finestra la neve immacolata si mischiava al sangue.Copriva
i tetti delle case ma non era bianca, era rossa.
Quella notte di sparatorie e rumori copriva il silenzio nelle strade
del periodo natalizio.E il fumo della sigaretta, simile a quello dei
camini delle abitazioni, era grigio, come anche era grigio il fumo del
fuoco della vendetta che ardeva nell'animo di Max.Ma Max cadde a terra.
Sua moglie e sua figlia lo guardavano dall'alto, i suoi nuovi angeli
custodi.Certo, angeli.Angeli uccisi da dei demoni.
Era per questo che lottava, per dare loro una vendetta.Ci stava anche
riuscendo...
Ma non si rialzò.
E ci sarebbe stata una grossa promozione per quell'uomo, dopo che
uccise una grossa minaccia come Max. Probabilmente non avrebbe
più messo mano ad un'arma da fuoco.Beh, eccetto per quelle
volte in cui qualcuno di fastidioso speva qualcosa di fastidioso e
decideva di venirtelo a sventolare sotto il naso.Da bravo fesso.
Forse per quello ci avrebbe pensato qualcun'altro.Pensandoci,
lanciò l'arma del delitto al fianco sanguinante di Max.La
pozza di sangue si allargava e minacciava di circondare il fucile,
oramai inerme, non era più una minaccia.
Soprattutto per un cadavere, il cadavere di Max.
Che non si rialzò.
Per terra non c'era solo il sangue di Max, ma come una colata di
pittura rossa, anche quello degli altri mafiosi ridipingeva il
pavimento da un patetico blu notte a felice rosso morte.Gli scappava un
sorriso, era veramente felice,
se poi si può essere felici di un assassinio.Nah, non si
può.Solo i cattivi dei film sono felici di aver ucciso una
persona.Effettivamente, lui rideva.Come quelli dei film.Quindi a Max
bastava aspettare che qualcuno dicesse:<< Stop!
Buona la prima! >>Torniamo a casa a mangiare.Dalle nostre
famiglie.Max non ce l'aveva più una famiglia.L'aveva persa
per colpa di questi cani.I segugi che inseguono la volpe.Una volta
tanto fu lui quel qualcuno che era fastidioso e sapeva qualcosa di
fastidioso.E successe quello che successe.Una moglie e una figlia morti
al posto suo.Questo succede già meno nei film.Nei film il
protagonista salva tutti, il protagonista non muore.
Al contrario dei film, però, non si rialzò.
Stavolta il protagonista era morto, e nessuno gli aveva dato la
possibilità di concludere quello che aveva iniziato.Ma
soprattutto, nessuno gli diede una seconda opportunità.
Nei film persino l'antagonista ha una seconda
possibilità.Perchè a lui no?Chi ne può
aver più bisogno del protagonista?I personaggi secondari
muoiono perchè lo vogliono.Aiutano il protagonista
lasciandoci le penne, ma è
giusto così.Poi tutti felici e contenti, il protagonista
sposa la pupattola di turno e fanno dei figli.Nei film.Qui no.
Qui c'erano già tutte e due le condizioni, come un sequel di
un film con i soliti stereotipi.Ma nei film non muoiono.
Muore chi se lo merita.Invece i buoni, gli innocenti, sua moglie e sua
figlia, non se lo meritano.
E nemmeno Max, che non si rialzò.
Doveva finire quello che aveva iniziato.Non bastava dare del filo da
torcere a quei bastardi, bisognava arrivare al midollo del crimine.I
capi, i boss, chi veramente comandava.Ma in queste condizioni, Max non
se la sentiva.Sempre
se da morto sentiva, Max.Fino ad ora, la rabbia furente lo aveva
guidato, aveva sopportato ferite che avrebbero
steso Rambo.Ma quello era un film.Nei film il protagonista non muore.
E se fosse il primo film in cui il protagonista morisse?Comunque
stavano le cose, quello non era un film.Nei film il protagonista non
muore per i pallettoni di una fucilata.Lo rallentano, i bastardi, ma
non lo fermano.Perchè la devono pagare, sono i cattivi.
Ma Max non poteva, perchè non si rialzò.
Se veramente, e sia ben chiaro, solo se veramente fosse stato un film,
certo si sarebbe rialzato, avrebbe sopportato
altre due o tre fucilate e avrebbe ucciso il nemico di turno.
Esagero.
Probabilmente per questo anche nei film i protagonsti muoiono.Magari
non nei film che sfiorano la fantascienza.
E poi ci sono i film in cui succede un miracolo, il protagonista sembra
morto.Ma qualcuno dall'alto decide che non deve essere così,
il protagonista si rialza.
Come Max.
Che afferrò il fucile zuppo di sangue e sparse le budella
del malcapitato che era sicurissimo che aveva fatto la stessa medesima
cosa a lui.Max.
<< Buon Natale, figlio di puttana. >>
Cadde a terra.
Cadde a terra con un frastuono, quello del rumore angosciante di un
cadavere che colpisce pesantemente il terreno,
terreno mai troppo morbido.Un terreno che non accoglie quell'uomo come
delle braccia, ma lo accoglie come la bara,
che seppur rivestita di velluto, accompagnerà la persona
verso il viaggio per il paradiso.Forse è più
probabile quello
per l'inferno.Ma Jake non era una di quelle persone a cui attribuisci
una cattiva condotta.Certo non era uno stinco
di santo, ma doveva eseguire gli ordini.E poi non poteva fermarsi
lì, sul pavimento.Avrebbe dovuto rialzarsi.
Non si rialzò.
La neve, ora, era meno rossa.Qualcuno deve averla pulita con dell'altro
sangue.Qualcuno a cui non importava se fosse giusto o sbagliato
vendicarsi.Qualcuno che non si sarebbe fermato davanti ad una fucilata.
Come nei film.
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