malattia
MALATTIE E .......
Quando si sta male è bello avere qualcuno che si occupi di noi.
Ci scaldi con cibi e bevande calde, preparate con amore. Qualcuno che
rimbocchi le coperte per non farci avere freddo, cambi il panno bagnato
sulla fronte e tante altre piccolezze che sembrano nequizie, ma valgono
più di mille parole d'amore. Ancora meglio, sarebbe se quella
persona, fosse la più importante della nostra vita.
"Certo che sei davvero incosciente!" esclamò Sanji seduto sulla
sedia d'acciaio con un cuscino sula seduta per stare comodi. Fuori la
temperatura era sotto zero, non certo un bel periodo per ammalarsi con
tanto di febbre a 38°. "Ma come ti è venuto in mente di
uscire conciato come se fossimo in estate?" chiese alterato il biondo.
Zoro, dal canto suo si rannicchiava sempre di più dentro il
piumino, sormontato da una coperta di lana, stritolando la bul
dell'acqua calda al suo petto. Odiava ammetterlo, ma l'idiota aveva
ragione. Quella mattina si era alzato presto per poter spalare la neve
del vialetto di casa, l'unico inconveniente era che, uscendo senza
cappotto e solo con il pigiama e la vestaglia, era rimasto chiuso fuori
al freddo. Non avendo le chiavi e nemmeno il cellulare aveva deciso di
aspettare il ritorno di Sanji, dopotutto lui era Roronoa Zoro il
più grande e resistente spadaccino sulla faccia della terra.
Intanto Sanji stava lavorando al solito ristorante del nonno, come
aiuto cuoco, barista e pasticciere (alla faccia dello sfruttamento ^^).
Il cuoco tornato verso sera, aveva trovato Zoro ricoperto da una
montagna di neve completamente raggomitolato su se stesso. All'inizio
il biondo lo prese per un gatto, ma poi si decise a portarlo dentro. Lo
fece stendere sul letto coprendolo con il piumino e la coperta di lana,
dopodiché gli aveva preparato la bul.
"La pia ahah ah....tchu!" starnutì Zoro contro il muro. Lo
spadaccino, appena ripresi i sensi aveva ben deciso di non guardare in
faccia Sanji, sapendo che aveva fatto una figura di merda. "Non...non
l'ho fatto ah ahaha...a posta!"
"Ci sarebbe mancato!" protestò Sanji fumando tranquillamente
seduto, sulla medesima sedia. "Piuttosto hai freddo?!" chiese calmo e
pacato. Zoro scosse la testa contro il cuscino. Come poteva avere
freddo, con il camino acceso, le coperte e l'imbarazzo che lo mandavo
in escandescenza.
"Non ho bisogno della balia! Puoi anche andare a dormire!" disse con voce nasale.
"E dove?! Ti ricordo che quello
è anche il mio letto" protestò calcando l'appartenenza
del mobile. Zoro capitolò, era vero vivevano insieme da parecchi
anni e non era mai successo che Zoro si ammalasse, di solito Sanji si
sentiva male e allora Zoro, per scaldarlo, lo stringeva a se, ma in
quella situazione come avrebbe dovuto fare. Anche Sanji si sentiva a
disagio, non aveva mai avuto a che fare con Zoro malato, anche se a
vederlo sembrava di assistere ad un scena madre figlio e la cosa non
era poi così lontana dalla realtà. Il vero problema era
che, non sapeva come far scendere la febbre. Si ricordava che da
bambino Zef lo scaldava e gli portava sempre una bevanda calda e dolce.
All'improvviso gli venne un lampo. "Aspetta qui!" esclamò
alzandosi e dirigendosi in cucina. Zoro si rigirò nel letto
guardando dalla sua posizione sdraiata il cuoco che trafficava nella
cucina. Dopo qualche minuto rientrò in camera con un vassoio e
una tazza fumante sopra, il verde si rigirò subito e il biondo
sbuffò quasi divertito. "Dai alzati, ti ho portato un
toccasana!" proclamò rimettendosi seduto. Zoro parve ascoltare,
ma non si mosse.
"Non ho fame!" protestò infine. Sanji spalancò gli occhi,
possibile che Zoro fosse così imbarazzato da non volersi far
vedere da lui. "E poi...ho freddo!"
"Oh, andiamo! Non fare il bambino.....forza!" esclamò poggiando
il vassoio sul comodino e cominciando a tirare Zoro per un braccio onde
farlo sedere "Suuu....muoviti!" constatato che Zoro pesava più
di lui, decise di passare per altre vie assai più indegne. "E va
bene, l'hai deciso tu" disse risoluto. Schioccò le mani e,
intrufolatele sotto la coperta, le mise a contatto con il collo di
Zoro. In quella stanza non faceva freddo, ma le mani di Sanji erano
assai meno calde del confortevole tepore del letto. Appena quelle mani
presero contatto con l'epidermide del verde questi schizzò
letteralmente seduto sul letto levandosi le mani del biondo di dosso.
"Ehi, ma sei gelido!" protestò voltandosi verso Sanji infuriato.
Viso rosso, sudato e accaldato, Sanji non aveva mai visto Zoro in
quelle condizioni, anche se doveva ammetterlo non era niente male.
Purtroppo la prima impressione fu una voglia di ridere immensa da parte
di Sanji. Zoro, appena il biondo si mise a ridere, assottigliò
gli occhi guardandolo abbassarsi sul letto per il dolore alla pancia
causa il troppo ridere. "Appena hai finito avvisami!" sibilò Zoro
"Ok, ok....scu...scusa! Sono stato indelicato, ma assomigli tanto ad un
bambino!" spiegò con ancora i residui della risata. Lo
spadaccino chiuse gli occhi ancora più irritato Sanji
capì che era arrivata l'ora di calmarsi. "Va bene, adesso
basta.Tieni bevi!" propose dandogli la tazza ancora fumante. Zoro
sapeva che il suo biondino era bravo a cucinare, ma non sempre gli
propinava dei piatti che a lui piacevano, tipo la novel cui sin o come
cavolo si chiamava, che altro non era se piatti di natura discutibile
che potevano sfamare al massimo un topolino. Quindi, con questa
premessa, prese la tazza con diffidenza, la annusò e poi prese
un sorso. "Non è avvelenato!" protestò il biondo.
"Ma,...è latte!" constatò Zoro fissando la tazza. "Che ci hai messo dentro, sembra più dolce del solito!"
"Miele!" rispose Sanji. Zoro, il quale era ignorante in fatto di
cucina, fece una faccia da qualcuno che capisce, ma poi non sa "Un
dolcificante, naturale..!" spiegò Sanji. Zoro non cambiò
minimamente espressione e Sanji cominciò a scoraggiarsi "Lo
fanno le api" disse infine.
"Ah!" rispose atono il verde. Il cuoco si stampò una mano in
faccia, a che fare parlava con un muro d'alghe lui, se nemmeno lo stava
ad ascoltare.
"Ok, calmo, devo restare calmo! Comunque, fila a nanna che ti devi
riposare, io arrivo subito!" proclamò alzandosi e andando in
bagno, mentre spegneva la sigaretta. Zoro, finì di bere il latte
e riappoggiò la tazza sul vassoio, dopodiché si
sdraiò nel letto ricoprendosi con le coperte. Chiuse gli occhi,
ma non fece in tempo a chiuderli definitivamente che un urlo dal bagno
glieli fece spalancare. Sanji, dopo aver tirato l'urlo si
precipitò in camera ancora mezzo nudo con la maglia del pigiama
e le mutande addosso, saltando letteralmente sul letto per aprire le
tende della finestra, proprio sopra accanto al lato più lungo
del letto. Zoro a quel fare si ritrovò con il cuscino in faccia,
le coperte sconquassate e il biondo spalmato sulle sue gambe.
"Ma che..." cominciò a chiedere levandosi il cuscino dalla
faccia, prima di rimanere a fissare Sanji che ad occhi aperti guardava
verso la finestra. Il verde seguì il suo sguardo vedendo la neve
scendere e posarsi di nuovo sul viale. "Tutto qui, la neve!?" chiese
rimettendo a posto il letto, per quanto possibile. Sanji si
voltò verso di lui incazzato nero.
"A me piace, qualche problema, marimo!?" domandò ironicamente
arrabbiato "Mi piace vedere i fiocchi cadere e posarsi sulla strada!"
"A si, mi spieghi che hanno di così speciale!?"
"Beh è una cosa che succede solo d'inverno, quindi rara. E come
ogni rarità è stupenda" spiegò il biondo "Avrai
anche tu un fenomeno che ti affascina!" protestò verso il verde.
"Oh, si...adoro le stelle!" Sanji si stupì di quella risposta, non si immaginava uno spadaccino tanto romantico
"Di un po', la febbre ti ha rimbambito più del normale!?" chiese
avvicinandosi a gattoni, quasi a sdraiarsi su di lui. In verità
si fermò a metà strada facendo incontrare le due fronti e
controllando la temperatura di Zoro. Il verde, aveva chiuso gli occhi,
ma sorrise a quel contatto fresco contro la sua fronte bollente.
"Si, ma sai non ho bisogno di aspettare l'inverno!" proclamò portando le mani dietro la nuca.
"Ci credo, le stelle ci sono ogni notte, anche adesso" Lo spadaccino
aprì lentamente gli occhi fissando il biondo nei suoi pozzi
azzurri, poi li richiuse.
"Vero, ma non è necessario per me aspettare la sera!" Sanji
pareva confuso, ma non si mosse, alzò solo la fronte da quella
del compagno. "Le posso vedere tutte le volte che apro gli occhi!"
esclamò riaprendoli "Vedi, anche adesso!" disse, infine
lasciando che una mano scivolasse da dietro la testa e sfiorare la
guancia di Sanji. Il cuoco si colorò di rosso e nascose il viso
sul petto di Zoro.
"Ti odio!" borbottò contro la maglia del pigiama del verde.
"Chi è che fa il bambino adesso!?" rise Zoro sconquassando la
testa gialla su di se. Quella sera sembrava una di quelle sere dove te
ne stai al caldo, davanti ad un bel libro con la cioccolata calda,
mentre fuori piove o nevica. Una di quelle sere dove ti ritrovi in un
mondo tutto tuo, pieno di fantasie e sogni. Se poi in quelle sere
c'è la persona che ami, diventa tutto, semplicemente, perfetto.
-------------------------------------------------------------------------------------
Una caolata per rinfrancar lo spirito, forse sono un tantito O.C.
Tutti i personaggi sono del sensei Eiichiro Oda, il quale ne detiene i diritti
|