Dopo averci ordinato di incontrarci qui tutti i giorni dopo scuola,
altrimenti guai, Haruki dichiarò conclusa la riunione, e ci
congedammo. Quando lasciai il Vecchio Edificio, la vista di
Asahina-senpai che si trascinava depresso lungo il corridoio, era
così triste che non potei far finta di nulla. Lo chiamai.
«Senpai!»
«Sì?»
Asahina-senpai mi guardò con la sua faccia innocente.
Davvero non sembrava essere più grande di me.
«Guarda, non devi per forza unirti a questo strambo club, se
non vuoi. Non preoccuparti per Suzumiya; lo affronterò
io.»
«No.»
Si fermò e mi sorrise.
«Va tutto bene. Voglio unirmi.»
«Ma non credo che le cose andranno molto bene, potrebbero
anche peggiorare.»
«Ma ti sei unita anche tu, vero?»
Già... ma non per scelta mia. Perché sono ancora
qui?
«Probabilmente è inevitabile in questo piano
temporale...» disse con gli occhi che spaziavano
all'orizzonte.
«Pardon?»
«Ed è interessante che ci sia anche
Nagato-san...»
«Interessante?»
«Eh? Oh, no, non è nulla.» disse
scuotendo la testa. I suoi capelli si mossero dolcemente per rivelare
il suo sorriso un po' imbarazzato, e poi mi fece un profondo inchino.
«Potrei causare qualche problema, ma per favore sii paziente
con me!»
«Be', se me lo dici così, ma ascolta,
Asahina-senpai...»
«Per favore, chiamami Mitsuuru!»
Sorrise.
È così carino!
Un giorno, io e Haruki facemmo la seguente conversazione.
«Sai di cos'altro abbiamo bisogno?»
«Stupiscimi.»
«Dobbiamo mettere le mani su un misterioso studente appena
trasferito!»
Sospirai. «Definisci "misterioso studente appena
trasferito".»
«Bene, la scuola è già iniziata da due
mesi, giusto? Chiunque si trasferisse a questo punto sarebbe
automaticamente misterioso! Non credi?»
«Magari i genitori hanno avuto un trasferimento, al lavoro, e
si sono portati i figli.»
«No, questo concetto è troppo tirato. Per nulla
normale.»
«Perché non è normale? Di solito
funziona così.»
«Uhm, misterioso studente appena trasferito...
Quand'è che ti farai vedere?»
«Perché non mi ascolti mai?»
Iniziarono a circolare delle voci che accusavano me ed Haruki di
complottare qualcosa.
«Cosa esattamente state cercando di fare, tu ed
Haruki?»
Taniguchi sembrava arrabbiata.
«Non vi sarete...» - respirò
profondamente - «messi insieme, vero?»
Assolutamente no! E se c'è qualcuno che vorrebbe sapere cosa
stiamo facendo, quella sono io!
«Be', vedete di non combinare nulla di troppo stupido, va
bene? Non sei più nella scuola media. Se vandalizzate il
campetto, questa volta possono anche sospendervi.»
Se era solo Haruki a combinare queste follie, allora avrei potuto
semplicemente ignorarlo. Ma ora aveva trascinato con sé
Asahina e Nagato in questa roba. Dovevo assicurarmi che quei due non
restassero coinvolti. Dopo aver pensato questo, mi sentii orgogliosa di
quanto ero responsabile.
Ma c'era un piccolo problema, Haruki era abbastanza forte da prendermi
e trascinarmi ovunque volesse, e dubito che avrei avuto qualche
speranza di fermarlo.
«Voglio un computer!»
Da quando la Brigata SOS era stata fondata, la spartana aula di
letteratura iniziò ad accumulare un sacco di oggetti. Un
appendiabiti portatile figurava in un angolo della stanza; un bollitore
elettrico e delle tazzine erano a portata di mano, assieme ad una
teiera tradizionale, un mini frigorifero, una piastra per riscaldare, e
posate. Un sistema stereo (collegato ad un lettore CD/MD che supportava
la radio) e una PS2 erano sistemati lì vicino. A cosa
serviva tutta quella roba? Voleva viverci, in quell'aula, per caso?
Haruki era seduto su un banco che aveva rubato chissà dove,
braccia accavallate, gambe accavallate, e tutto accavallato in
generale. Di fianco a lui c'era una piccola piramide nera con sopra la
scritta "Comandante della Brigata" in marker dorato.
«È una tragedia! Viviamo nell'era della
tecnologia, e una brigata importante come la mia non possiede nemmeno
un singolo computer!»
Di cosa diavolo stai parlando?
Comunque, eravamo tutti lì. Nagato leggeva silenziosamente
seduto nel suo angolino, un libro su una luna di Saturno che cadeva o
qualcosa del genere. Asahina-senpai, obbediente com'era, era arrivato
nonostante non dovesse per forza esserci, seduto su una delle sedie di
metallo, con aria confusa.
Haruki saltò giù dalla scrivania e si mosse
spedito verso di me con un sorriso molto sinistro.
«Andiamo a scroccarne uno!»
«Scroccarne uno? Un PC? E da dove?» chiesi, con
poco entusiasmo. «Non staremo andando a rapinare un negozio
di elettronica, vero?»
«No, no!» rispose imperiosamente.
«Perché dovremmo se abbiamo a disposizione un
altro posto più a portata di mano?»
Ordinò a me ad Asahina-senpai di seguirlo e corse fuori.
Appena fummo fuori anche noi, lo trovammo due porte più in
là nel corridoio, proprio davanti al Club di Informatica.
Oh, capisco.
«Tieni questa.» Haruki mi diede una fotocamera.
«Ascolta bene, Kyon! Ora ti dirò il mio brillante
piano, e dovrai seguirlo alla lettera, senza eccezioni,
perché avremo una sola occasione!»
Si abbassò per sussurrarmi il suo "brillante piano".
«Cosa? No! Non puoi farlo!»
«Questo è una piccola parte del mio grande piano!
Andrà tutto bene!»
Andava bene per te, forse. «Ma... Asahina-senpai...»
«Silenzio! Nessun "ma"!»
Grandioso. Semplicemente grandioso. Guardai verso un confuso
Asahina-senpai e cercai di stabilire un contatto con gli occhi, per
cercare di avvertirlo della malsana idea di Haruki. Sbattei le palpebre
furiosamente, Asahina-senpai mi guardò sorpreso, e
arrossì. Oh, no, aveva capito male!
Quando mi decisi finalmente di dirglielo a voce, Haruki aveva
già aperto la porta dell'aula senza nemmeno bussare.
«Come va, gente? Siamo venuto a prendere un
computer!»
La stanza era simile a quella del Club di Letteratura, ma sembrava
essere più piccola. Molti monitor e scatole di PC erano
appoggiati in giro. Il rumore delle ventole di raffreddamento risuonava
in tutta la stanza. Le cinque ragazze che stavano sfrenatamente
battendo i tasti delle loro tastiere si voltarono all'unisono verso
l'entrata, dove era appena comparso uno strano ragazzo.
«Chi è il capo qui?» chiese Haruki con
un malvagio ghigno. Una delle ragazze si alzò in piedi.
«Io sono la presidentessa del Club di Informatica. Posso,
ehm, aiutarvi?»
«Devo ripetermi? Dateci un computer!»
Il viso della presidentessa senza nome del Club di Informatica fu
attraversato da un flash di pura confusione, poi si riprese scuotendo
vistosamente la testa. «Assolutamente no! Non riceviamo
abbastanza fondi dalla scuola, quindi questi computer sono stati presi
con i nostri soldi. Non li daremo certo in giro gratis! Ci hai prese
per idioti?»
«Che sarà mai un solo computer? Ne avete
altri!»
«Okay, guarda qui, ascoltami, chi diavolo siete
voi?»
Haruki gonfiò il petto. «Sono ciò che
sono! Haruki Suzumiya, Comandante Supremo della Brigata SOS! E questi
sono i miei subordinati, Numero Uno e Numero Due!»
...subordinati? Da quando saremmo i tuoi subordinati?
«Ve lo comando in nome della Brigata SOS. Dateci un computer,
niente scuse!» Haruki riprese. La presidentessa del Club di
Informatica scosse la testa.
«Non ho idea di chi siate, ma non c'è verso che
voi prendiate uno dei nostri PC. Compratevelo da soli!»
«Ah!» Haruki storse il naso. «Se
è così che la mettete... Be', abbiamo i nostri
modi per assicurarci la cooperazione.»
Gli si illuminarono gli occhi. Ebbi una terribile sensazione su
ciò che stava per accadere.
Haruki iniziò ad analizzare la stanza, con deliberata
lentezza, come un leone che cerca la sua preda. «Ho sentito
alcune voci, riguardo un gruppo di ragazze che conducono
un'attività molto losca...» disse, a voce bassa ma
decisa, prendendo alla sprovvista la presidentessa.
«Addirittura, producono i propri doujinshi per venderli alle
fiere, sfruttando i fondi della scuola! ...o almeno, questo
è ciò che dicono le voci.»
Tutto ad un tratto colpì uno scaffale con un pugno, facendo
cadere uno scatolone, che perse tutto il suo contenuto. Sentii i
brividi non appena vidi le riviste e le pagine cadute raffiguranti
scene per adulti con soli uomini, prima di distogliere lo sguardo.
«Possiamo spiegare!»
La presidentessa protestò a voce alta, ma era oramai
arrossita come una pazza. «Questi sono i nostri, uhm, i
nostri privati, uhm-"
«Silenzio!»
Sembrava che Haruki ne aveva avuto abbastanza.
«Ecco com'è che calerà
tutto.» disse, posizionandosi vicino al viso della
presidentessa. «Ci darete un computer, e io non
dirò a nessuno che state producendo manga porno gay con i
soldi della scuola. Capito?»
«Siete venuti qui solo per ricattarci?» una dei
membri chiese con agitazione.
«No, sono solo venuto a estorcervi un computer.»
Ma è la stessa cosa!
«...no!» disse una flebile voce. Sembrava proprio
che la presidentessa aveva deciso di affrontarci per sé
stessa e per il club.
«Anche se lo direte alla direzione, faremo sparire tutte le
riviste! Non avete prove! Cosa dici di questo?»
Haruki si girò con un sorriso da gatto. «Kyon, mi
faresti un graaande favore, e scattare una foto a queste riviste,
potresti?»
Click!
Premetti l'otturatore. Grandioso, ora sono un utensile da estorsione.
«No!»
Quella era la presidentessa, tremante.
«N-non conta! Quella foto potrebbe essere stata scattata in
qualunque stanza di quest'edificio!»
Ancora sorridente, Haruki si scostò i capelli da davanti il
viso. «Bene, allora, faremo uno scambio. Noi prenderemo il
computer, e voi potrete avere Mitsuuru-kun come vostro maggiordomo
personale. Ho notato che vi piacciono questo tipo di cose...»
La presidentessa arrossì e guardò di traverso
Asahina-senpai
«Il nostro maggiordomo personale...? Perché
vorremmo una cosa del genere?»
«Oh, questa è facile.»
Haruki spinse Asahina-senpai, che era ancora immobile per la sorpresa,
verso la presidentessa, e poi, alla velocità della luce,
prese la sua mano e la infilò nei pantaloni di
Asahina-senpai.
«Aaah!»
«Ah!»
Click!
Con in sottofondo le loro urla, premetti l'otturatore un'altra volta.
Haruki afferrò Asahina-senpai, che stava disperatamente
cercando di scappare, e costrinse la presidentessa sopra di lui.
«Kyon, un altro scatto!»
Premetti ancora. Asahina-senpai, presidentessa senza nome, perdonatemi.
«Cos- cosa diavolo credi di fare?» urlò
la presidentessa.
Riuscì a divincolarsi dalla presa e ad allontanarsi da
Asahina-senpai, ma Haruki puntò il dito verso il suo viso
rosso.
«Ebbene, se le foto dei vostri porno gay non sono abbastanza,
questa dovrebbe essere una prova sufficiente per convincere il preside
a rompere il vostro piccolo "club"!».
«M-ma questo è ridicolo!» la
presidentessa protestò animatamente. Mi sentivo
dispiaciuta per lei persino io. «Mi hai costretto tu! Questa
volta sono totalmente innocente!»
Questa volta?
«Davvero? E quante persone vi crederanno? Tra le voci che
circolano, e le foto scattate, chi prenderà le vostre
difese?».
Guardai verso Asahina-senpai, disteso a terra. Questa volta era rimasto
talmente scioccato da essere rimasto senza energie. Intanto, la
presidentessa senza nome continuò il suo tentativo a
resistere.
«Gl-gli altri membri sono testimoni della mia innocenza! Era
del tutto contro il mio volere!»
Le altre quattro del club che erano rimaste tutto il tempo allibite a
guardare, si ripresero e annuirono.
«È vero!»
«La presidentessa è innocente!»
Se Haruki vi avesse ascoltato, be', non sarebbe stato Haruki.
«Allora dirò che l'intero club progettava di
violentarlo!»
In quel momento, sareste riusciti a sentire il rumore di uno spillo che
cade.
«M-ma questo è assurdo! Delle ragazze non possono
violentare un ragazzo!»
«Davvero? Lasciatemi raccontare una storia. La storia di un
povero, innocente, studente di seconda, che passava casualmente per
questo corridoio, che è incappato in un gruppo di ragazze
depravate.»
«Queste ragazze malvagie, decisero di ingannarlo e attirarlo
nella loro malvagia tana con delle caramelle, e altri dolci. E quando
è entrato, è stato attaccato da queste crudeli
donne, che lo toccarono in ogni posto sensibile! Ma a quel punto io, il
Supremo Comandante della Brigata SOS, arrivai in giusto in tempo, e
ottenni delle prove subito prima di salvarlo! Ed ora sono un
eroe!»
Haruki rise a lungo, rumorosamente.
Credo che fosse più o meno questo, il punto in cui avrei
dovuto sbatterlo dentro ad un manicomio.
«Ma, ma... Suzumiya-san! Q-questo non è quello
c-che-»
Haruki calciò via Asahina-senpai, che nel frattempo si era
trascinato in avanti e si era aggrappato alle sue gambe, e
gonfiò il petto. «Allora? Cosa mi dite? Ci date un
computer... oppure no?»
La faccia della presidentessa diventò prima rossa, poi
ancora blu, e infine bianca come un cadavere. Era stata sconfitta.
«P... p... prendete quello che volete e
andatavene...» dopodiché cadde sfinita su una
sedia. Le altre accorsero per aiutarla.
«Presidentessa!»
«Stai bene?»
«Tra poco finirà tutto!»
La testa della presidentessa era piegata di lato, come quella di una
marionetta a cui vengono tagliate le corde. Sarò anche stata
complice dell'estorsione, ma non riuscivo a sentirmi dispiaciuta per
quella figura distesa su una sedia.
«Qual è il modello più
recente?» Adesso basta! Troppo sangue freddo!
«Perché dovremmo dirtelo?»
Haruki indicò verso di me, o meglio, verso la fotocamera.
L'intero club tremò all'unisono.
«Maledetto! È quello là!»
Dopo aver esaminato nome e numero di modello del PC indicatogli, Haruki
estrasse un pezzettino di carta dalla tasca del blazer.
«Ieri sono andato al negozio di elettronica, e un impiegato
mi ha mostrato tutti i modelli recenti. Questo non è uno di
quelli.»
Fin quanto aveva preparato questa messa in scena? Iniziava a farmi
paura.
Dopo aver esaminato altri computer, esordì:
«Dateci questo.»
La presidentessa sbiancò nuovamente. «F-fermo!
Quello lo abbiamo preso solo il mese scorso!»
«Macchina fotografica.»
«...prendetevelo, ladri!»
Eravamo dei ladri. Non potei negare nemmeno in parte.
La fame di Haruki non conosceva limiti. Dopo aver fatto staccare tutti
i cavi, fece spostare il monitor e tutte le altre cose nell'aula di
letteratura e fatto ricollegare. Ha anche fatto tirare un cavo LAN tra
le due stanze, per farci collegare alla rete dal dominio della
scuola per poter navigare in internet! Non è tanto
migliore di un comune criminale!
«Senpai...»
Siccome ero totalmente senza possibilità di fronte alla
pazzia di Haruki, l'unica cosa che potei fare era aiutare il devastato
Asahina-senpai a rimettersi in piedi. Era rimasto accovacciato a terra,
coprendosi il viso e singhiozzando incontrollatamente.
«Senti... Torniamo indietro, per ora, va bene?»
dissi pacatamente. Tirò su con il naso, poi si
rialzò. Haruki, brutto idiota, hai detto che volevi renderlo
più mascolino, non ridurlo ad un relitto di nervosismo! E
poi, volevo proprio sapere cosa ci avresti fatto con un PC.
Be', l'avrei scoperto presto.
Il lancio del sito ufficiale della Brigata SOS!
...be', questo era ciò che Haruki voleva. E chi è
che avrebbe dovuto crearlo?
«Tu, ovviamente!»
«Io?»
«Hai un sacco di tempo libero, no?»
E tu invece?
«Sono troppo occupato a cercare altri membri!»
Il computer venne piazzato sulla cattedra con la piramide del
"Comandante della Brigata". Haruki, che stava navigando in internet,
aggiunse;
«Vedi di finirlo più o meno entro una giornata.
Non possiamo iniziare nulla finché non avremo una web
page.»
Asahina-senpai era letteralmente disteso sul tavolo, con le spalle
tremanti, mentre Nagato stava come al solito leggendo seduto sulla sua
sedia, ignorando il resto del mondo. Così, l'unica persona
che stava per davvero ascoltando Haruki ero io. Essendo l'unica persona
ad ascoltare i suoi folli ordini, ero anche l'unica che avrebbe potuto
eseguirli. Sono abbastanza sicura che Haruki stesse pensando questo.
«Senti, anche se dici così, non puoi costringermi
a fare quel sito.»
Sospirò velocemente. «E se ti dessi un piccolo
premio?»
...che stesse veramente tentando di essere generoso, per una volta?
«Ti prometto che ti piacerà!»
«...e va bene.» alla fine mi arresi. No, non volevo
prendere ordini da Haruki. Semplicemente, era un sito web. Non ne avevo
mai fatto uno prima, ma sembrava divertente da fare, no?
E così fu deciso. Il giorno seguente, sarebbe iniziata la
mia battaglia personale per creare un sito web.
Detto questo, in realtà non fu molto difficile. Le ragazze
del Club di Informatica avevano già preinstallato tutti i
software necessari, quindi tutto ciò che dovevo fare era un
po' di copia e incolla ed era fatto. Il vero problema, era cosa
inserirci.
Ancora non avevo idea di cosa si occupasse la brigata, quindi non
sapevo cosa scrivere. Dopo aver realizzato un'immagine che diceva
"Benvenuti sul sito ufficiale della Brigata SOS!" e averla incollata in
cima alla pagina, le mie attività si fermarono contro un
muro. Le parole di Haruki («Sbrigati a finirlo,
capito?») tornarono alla mia mente come una maledizione, ed
ecco perché ero su quel PC anche durante la pausa pranzo.
«Nagato-kun, avresti qualche idea su cosa
scrivere?» A quanto pare rimaneva qui anche durante le pause
pranzo.
«...in realtà no.»
Non alzò nemmeno lo sguardo. So che questo esula dai miei
affari, ma prestava attenzione almeno in classe?
Rigirando lo sguardo verso il monitor da diciassette pollici, mi
saltò in testa un pensiero. Cosa sarebbe successo se
avessero scoperto che un ancora sconosciuto studente di una "brigata"
stava sfruttando la rete della scuola per mettere in rete un sito?
«Be', non ti preoccupare! Se ci scoprono, abbandoneremo tutto
il progetto. Chi fa la prima mossa vince!» immaginai la
risposta di Haruki.
Sapete, in un certo senso, ero geloso del modo di Haruki positivo e
ottimista di affrontare la vita.
Aggiunsi un contatore gratis di visite e la nostra mail - è
ancora troppo presto per aggiungere un forum - e caricai il sito, che
consisteva in una pagina senza un vero e proprio contenuto. Ma almeno
lui sarebbe stato contento! Dopo essermi assicurata che la pagina
funzionasse, chiusi tutti i programmi e spensi il PC. Alzai le braccia
per stiracchiarmi un po', per scoprire che Nagato era dietro di me.
Come diavolo aveva fatto a venire fin lì? Non avevo nemmeno
avvertito il rumore dei passi... Quando si era mosso? Il suo viso era
ancora inespressivo come una di quelle maschere bianche veneziane,
mentre mi guardava come una mappa.
«Tieni.»
Protese un libro spesso con copertina rigida. Esitante, lo afferrai.
Era pesante... A giudicare dalla copertina, era lo stesso libro che
stava leggendo alcuni giorni fa.
«Per te.»
Dopo quella breve affermazione, si girò e lasciò
l'aula prima che avessi tempo di rifiutare, o almeno di reagire. Uhm,
perché stai improvvisamente forzando uno dei tuoi libri
nelle mie mani? Per caso è questa la tua idea di una
dichiarazione, o qualcosa del genere?
Quando la campanella suonò a segnare la fine del pranzo, ero
rimasta sola nell'aula vuota. Credo che intorno a me non ci fossero
persone che volessero veramente ascoltare quello che avevo da dire.
Mi portai il libro fino in classe e mi sedetti, solo per sentire uno
strattone alla mia coda di cavallo. «Quindi, il sito
è pronto?»
Haruki stava tenendo l'angolo del suo banco con la mano e mi fissava
con uno sguardo severo. Notai che aveva preso appunti su tutto il
libro; tentai di sembrare naturale per evitare gli sguardi dei miei
compagni.
«È pronto, certo... ma è completamente
insulso.»
«Per ora andrà bene. Abbiamo solo bisogno
dell'indirizzo, adesso.»
Allora perché non ti sei registrato uno di quei siti gratis?
«Non sarebbe andato bene! Potrebbero intasarmi
l'inbox!»
Come potrebbe un account così nuovo venire intasato?
«È un segreto.»
Aveva di nuovo quel sorriso sinistro. Mi faceva accapponare la pelle.
«Non preoccuparti, vedrai dopo scuola! Ma prima di allora,
è informazione classificata.»
Avrei voluto non scoprirlo mai, ad essere onesti.
Haruki rimase assente durante la sesta ora. Avrei voluto sperare che
soltanto andato a casa, ma conoscendo Haruki, questo era impossibile.
Era solo un altro segno di cattivo auspicio.
N D T
Seconda parte su tre del secondo capitolo! Cosa stava facendo Haruki
nella sesta ora? Che libro ha dato Nagato a Kyon? Come ha
fatto Haruki a essere così crudele con delle ragazze? Magaru
lo sapete già, vero? Allora, eccone un'altra: quale
sarà il "regalo" che Haruki ha promesso a Kyon?
Ovviamente mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
P.S: sì, lo so che si chiamano yaoi, ma il testo orginale
diceva così...
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