Berlino
era magnifica in quei giorni, ricoperta di neve e illuminata a festa.
La gente si riversava per le strade in cerca di regali e Natale era alle
porte. Anche i Queen si stavano preparando per il loro ultimo concerto e
poi finalmente sarebbero tornati a casa dalle loro famiglie. Freddie si
aggirava dietro le quinte dirigendo i lavori, voleva che tutto fosse
perfetto, ogni singola luce, ogni singolo suono. Tutto doveva essere
magnifico e lo sarebbe stato di sicuro. Brian lo intravide mentre
scendeva le scale e lo rincorse << Freddie, hey Freddie aspetta
>> l'uomo si voltò scocciato, odiava essere disturbato mentre
faceva il suo giro di controllo. << Cosa c'è Brian? >> e
intanto continuava a camminare e ad approvare tutto, il chitarrista
dovette fare una piccola corsa prima di raggiungerlo e bloccarlo per un
braccio << Potevi anche aspettarmi - e riprese fiato - i
giornalisti sono arrivati. E' ora dell'intervista >> Freddie roteò
gli occhi, irritato << Potremmo farne a meno, tu cosa ne pensi?
>> Brian fece una piccola smorfia << E' da tanto che non
concediamo un'intervista. La stampa mormora Freddie e ci dà contro.
Dicono che ci sentiamo superiori >> l'altro sorrise sotto i baffi
<< Oh che vadano a fanculo mio caro. Noi siamo i Queen >> ma
lo sguardo d'intesa che si scambiarono era più significativo di
qualsiasi altra cosa e insieme risalirono le scale fino al camerino che i
quattro uomini dividevano, mentre la stampa aveva già posizionato le
telecamere e i microfoni con enorme disappunto di Roger e John. I
quattro uomini si accomodarono uno vicino all'altro mentre
l'intervistatrice prendeva posto di fronte a loro e attendeva un cenno
del cameraman per iniziare. La donna si schiarì la voce e iniziò a
parlare << Cari amici siamo qui oggi insieme ai Queen a poche ore
dal concerto che terranno a Berlino questa sera. Quest'anno è stato
grandioso per voi, tantissime date in tutta Europa, fino all'Ungheria e
il vostro album " A Kind of Magic " Ha riscosso davvero molto successo.
Come vi sentite? Pensate di sciogliervi e di intraprendere la carriera
da solisti? >>. La domanda era rivolta a tutti indistintamente, ma
loro sapevano che questa era rivolta solo ed esclusivamente a Freddie,
l'unico di loro che non aveva ancora pubblicato un album da solista,
l'unico che a detta della stampa di tutto il mondo avrebbe potuto
sciogliere la band. << Mia cara io credo che le abbiano dato delle
informazioni assolutamente sbagliate. Come ho già dato al concerto di
Wembley, i Queen non hanno la minima intenzione di sciogliersi, noi
rimarremo insieme fino alla fine, solo la morte ci dividerà >> e
le sorrise gentile mentre le gote della donna si tingevano di rosso.
<< Certo, certo capisco. Come riuscite a conciliare la vostra vita
privata con quella artistica? Avete tutti, o quasi, dei figli e delle
mogli, come riuscite ad essere dei padri presenti? Pensate che i vostri
figli risentano della vostra distanza? >> Roger, Brian e John si
guardarono e fu proprio John a rispondere << Io credo che il
nostro essere genitori non sia influenzato nè negativamente nè
positivamente dal nostro lavoro. Penso di parlare a nome di tutti quando
dico che cerco di esserci sempre per i miei figli. Quando prendono un
brutto voto a scuola, quando si fanno male, quando sono felici. Non
saremo dei padri che lavorano dalle 8:00 alle 17:00 e che ogni domenica
li portano al parco al giocare. Ma siamo ugualmente il loro punto di
riferimento, e la nostra carriera o la nostra fama non influenza il
nostro rapporto >> la donna annuì gentile e riprese a parlare,
rivolgendosi direttamente a Freddie << E Lei signor Mercury?
Vorrebbe avere dei figli? Una famiglia al suo fianco? >> Freddie
si agitò leggermente sulla sedia prima di rispondere << Mi
piacerebbe moltissimo avere un bambino, sì. Sarebbe bello, ma non
accadrà mai. Preferirei prendere un altro gatto. Forse tra due o tre
anni avrò voglia di accasarmi, ma in questo momento no, sto
attraversando un periodo in cui ho voglia di riposarmi. Voglio vedere
fin quando dura, e poi potrò pensare a cose del genere*. Adesso ci scusi
ma abbiamo un concerto da preparare >> e si alzò seguito a ruota
dagli altri tre mentre la donna rimase seduta sulla sedia. Uscirono
tutti dal camerino e solo allora Rog esplose in una fragorosa risata
<< Oh Freddie che faccia che aveva la tipa. Penso che ci sia
rimasta male >> l'altro lo guardò, divertito, di rimando <<
Beh mio caro avevo tutte le ragioni di questo mondo. Sai perfettamente
quanto odio la stampa e questo subdolo modo che hanno di impicciarsi
delle nostre vite >> John non poté che annuire, mentre Brian si
affrettava già verso la sua chitarra. Il concerto era stato
come sempre grandioso, l'ultimo di una lunga serie, adesso potevano
finalmente riposarsi. La neve era alta e il freddo pungente, così che
furono costretti a stringersi nei loro cappotti durante il tragitto
dall'auto all'albergo dove alloggiavano. Roger si scrollò di dosso
qualche fiocco di neve << Venite a bere qualcosa prima di andare a
letto? >> Brian annuì << Si io ti faccio compagnia, Deaky?
>> ma John declinò l'invito << No ragazzi grazie ma ho
fretta, devo chiamare casa e raccontare la favola della buona notte ai
miei figli >> e si dileguò in meno di un secondo, senza che gli
altri potessero aggiungere altro. << E tu Freddie ci fai compagna?
>> chiese Rog, l'altro fece spallucce << No ragazzi grazie
ma sono stanco, preferisco andare subito a dormire, domani partiamo
presto >> gli altri due annuirono e si incamminarono verso il bar
dell'albergo mentre lui si dirigeva a passo svelto verso l'ascensore. La
suite si trovava all'ultimo piano di quell'albergo al centro di
Berlino, il migliore, e la veduta era spettacolare. Stava ripensando ai
primi anni della loro carriera, alla fatica, ai sacrifici ma lui sapeva
che ce l'avrebbero fatta, che sarebbero stati i migliori e il tempo gli
aveva dato ragione. Aprì la porta senza riflettere e solo quando la
richiuse si accorse delle candele che formavano una piccola strada fino a
dentro la sua camera da letto. Le seguì curioso e quando varcò la
soglia della camera da letto lo vide, il suo uomo con i pantaloni del
pigiama mollemente adagiato a pancia in giù sul letto, probabilmente
aveva cercato di aspettarlo. Si avvicinò cercando di fare meno rumore
possibile, si tolse il cappotto e le scarpe e si avvicino cauto al
letto. << Jim - e gli sfiorò i capelli - Jim, amore - inizio a
tormentargli le braccia con piccoli morsi e baci bollenti - Jim, amore,
svegliati >> gli posò un soffice baio sulle tempie e finalmente
l'altro uomo si destò dal suo torpore e gli sorrise di rimando. <<
Volevo aspettarti, ma devo essermi addormentato >> e lo baciò
sulle labbra, scendendo fino al collo e lambendo quella pelle morbida
mentre l'altro lo circondava con le sue forti braccia e si lasciava
sfuggire dei piccoli gemiti. << Cosa ci fai qui? Pensavo mi
avresti aspettato a Londra >> l'altro iniziò ad accarezzarlo sul
petto << Lo so ma mi mancavi >> ripresero a baciarsi
appassionati e Jim capovolse le posizioni portandolo sotto di se, mentre
iniziava a spogliarlo. Iniziò a tracciare una striscia umida su tutto
il petto del suo uomo accompagnando ogni gesto da teneri tocchi e quando
ebbe slacciato anche l'ultimo bottone alzò lo sguardo su di lui
<< Mi sei mancato Freddie >>, l'altro gli prese il viso tra
le mani e iniziò a baciarlo, nuovamente, con trasporto. Si staccarono
solo quando furono entrambi in carenza di ossigeno. << Sei stanco?
>> Jim iniziò a carezzargli il viso << Solo un pò >>
ammise l'altro, << Ci penso io ora a te >> e si alzò di
scatto lasciando Freddie interdetto e piacevolmente divertito. <<
Vieni qui, ehi tu. Non puoi lasciarmi in queste condizioni >> e si
distese nuovamente iniziando a ridere. Jim riapparse subito dopo
prendendolo per mano << Forza alzati e vieni con me >> e lo
trascinò fino al bagno. Si baciarono ancora mentre Jim li spogliava
entrambi di quello che era rimasto loro a dosso, << Guarda che non
sono più un ragazzino Jim. Non ci riesco a reggerti per farlo in piedi
>> l'altro arrossì vistosamente dandogli un lieve colpetto al
braccio << Fred ma che dici? Vieni ho già preparato la vasca
>>, fu solo allora che Freddie si accorse dell'enorme vasca
ricolma d'acqua fumante dietro il suo uomo. Il suo viso si addolcì
immediatamente e vi entrò grato per quell'attenzione. Jim si posizionò
dietro di lui e iniziò a sciogliere i muscoli tesi del cantante che
intanto gli accarezzava le gambe. Passarono molti minuti prima che Jim
parlasse << Va un pò meglio adesso? >> Freddie riaprì gli
occhi << Molto. Quando sei arrivato? >> Jim continuò il suo
massaggio << Poche ore fà. Ero anche passato dal palazzetto ma
dopo l'intervista ho preferito venire qui >> Freddie si irrigidì
lievemente << Hai, hai sentito tutto? >> l'altrò sospirò
<< Si >>. Freddie sciolse quel tenero contatto e si mise
quasi a sedere nella vasca << Jim io non volevo dire nulla di
male. Ti amo, ma odio che tutto il mondo sappia della mia vita >>
l'altro gli circondò il busto posando un bacio sulla sua schiena
<< Ti amo anche io Fred >>. Freddie sospirò lievemente
<< Tu lo vorresti un figlio con me? Con un malato? >> la sua
voce era rotta da un pianto soppresso e Jim lo strinse ancora più forte
<< Si, lo vorrei. Perchè tu sei un uomo straordinario e io ti
amo, non potrei mai lasciarti nè ora nè mai >> l'altro si girò di
poco, quel tanto che bastava per essere faccia faccia, una lacrima gli
solcava il viso e Jim la asciugò prontamente << Beh possiamo fare
la prova prendendo un altro gatto e se va bene allora decideremo sulla
possibilità di avere un figlio >> e sorrise sornione. Jim si
rilassò divertito << Ottima trovata signor Mercury, finalmente hai
trovato il modo per farmi dire di si ad un altro gatto >> si
fissarono divertiti << Vieni a vivere con me Jim >> l'uomo
di fronte a lui rimase un momento senza parole << Si... Si
>> Freddie gli prese la mano e la baciò << Grazie per avermi
reso l'uomo più felice del mondo >> ripresero a baciarsi mentre
un << Ti amo >> pieno di significato si espandeva nella
camera. Entrambi sapevano che non avrebbero fatto in tempo a vedere il
sogno di quel figlio realizzarsi, ma non importava. Non importava perchè
loro si erano trovati. *Questa parte del dialogo è tratta da
un'intervista che Freddie rilasciò. Onestamente non so di quale anno si
parli, penso con tutta onestà che sia antecedente all' '86 ma io l'ho
utilizzata qui per ovvi motivi. Angolo autrice: Io spero solo
di non aver scritto un'eresia. Amo profondamente questi quattro uomini.
Adoravo Jim Hutton, penso che sia stato il compagno perfetto per Freddie
e volevo omaggiare anche lui. Credo in tutta onestà che quando
finalmente Freddie trovò l'amore in Jim, fosse pronto a crearsi una
famiglia e ad avere dei figli, ma il tempo e la salute gli furono
avversi e lo portarono ad una morte prematura. Ovviamente non conoscevo
Freddie, ma da quello che ho appreso in tutti questi anni, mi sono fatta
l'idea che lui sarebbe stato un padre meraviglioso, almeno lui è e sarà
sempre a tutti gli effetti mio padre e anche se era già morto, l'uomo
che mi ha cresciuta. E nulla spero di non avere offeso la sua memoria,
quella di Jim o tanto meno Brian, Roger e John. Perdonatemi per la scena
mezza hot lasciata così a metà ma proprio non ce la facevo a descrivere
Freddie in questo momento. E' troppo strano per un figlio immaginare le
prodezze sessuali di suo padre, no? Ecco... Quindi in futuro mi farò
perdonare con quelle di Roger :'D Mio dio Roger *-* ok prima che inizi a
sbavare su di lui faccio quella che se ne va. Spero vi sia piaciuta,
tutto qui :)
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