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Ed
io, senza te, sono come un fiume senza le sue acque limpide
“Perché
non sei più qui con me?”
Disteso a terra,
nell'erba fresca le
gemme di rugiada ti bagnano il viso già solcato di lacrime
stanche.
Il tuo volto è spossato e consumato, i tuoi occhi rossi
e gonfi dal pianto sono solcati da profonde occhiaie.
Dischiudi le mani
tremanti, col
desiderio segreto di raggiungere la donna amata, ormai
lontana: il suo cuore appartiene a un altro.
Triste e
solo, tendi le braccia al cielo infinito.
Lei si
è stancata di
te, l'amico di sempre, e ti ha gettato via. Tu, indifeso, nudo davanti
a lei, ti sei
lasciato trafiggere facilmente.
Non puoi guarirti, non puoi far altro
che veder sanguinare la ferita che tu stesso ti sei inflitto con la tua
fragilità.
Solo ora
ti penti di averle celato i tuoi sentimenti per tutti quegli anni. Ma
è troppo tardi, ormai.
Sai che è
tutta colpa tua, della tua stupida insicurezza.
Forse, adesso stringeresti la sua mano e non l'aria. Forse, se solo le
avessi confessato prima il tuo amore, adesso non staresti
così male.
Vorresti tanto
stringerla tra le tue braccia almeno una volta, come hai osato fare
solo nei tuoi sogni.
Il vuoto soffoca il tuo
cuore, la tua anima lacerata e stanca. Ti senti annientato. La sua assenza ti distrugge.
Non fai che pensare a
lei. Sei oppresso da un desiderio che non potrà mai
placarsi. Lei.
La sua voce riecheggia nelle tue orecchie, quando ancora pronunciava il
tuo nome con un sorriso. La sua risata cristallina.
Vorresti
solo specchiarti ancora una volta nella luce di quegli occhi luminosi.
Non
cogli più il senso della tua esistenza annullata. Eppure
respiri, tremi, pulsi. Vivi.
Il cuore ti ricorda crudelmente che,
nonostante tutto il tuo dolore, sei ancora in vita... per continuare a
soffrire.
Il corpo ti prova che l'amore di una persona non è poi
così essenziale.
E il dolore continua a
scavare, a farsi strada dentro di te. Non ti lascia pace, il dolore.
Dimentico del mondo che
ti circonda,
come foglia in autunno, pioggia in primavera, neve in inverno, cometa
in estate, cadi nell'oblio.
La tua vita era
così dolce quando eri insieme a lei; ma adesso se
n'è andata da lui,
adesso non c'è più...
E ride di te.
Sei agitato, come
quando all'improvviso ti risvegli da un brutto sogno. Ma questa volta nessuno
tenderà la mano per salvarti dall'incubo.
“Ed
io, senza te, sono come un fiume senza le sue acque limpide.”
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Prime parti scritte a scuola sul diario tanto tempo fa,
chissà quando,
chissà durante quale noiosa lezione. Così, di
getto. Non
so a cosa stavo pensando... probabilmente a niente.
In effetti c'è molto di me in tutto ciò... Mi
scuso.
Qualche volta sogno di cadere, e mi sveglio sobbalzando: è
parecchio brutto. La sensazione che volevo trasmettere è
più o meno questa: smarrimento, abbandono, rimorso,
lontananza,
vuoto.
Immagino che capiti a tutti di essere abbandonati
all’improvviso,
senza spiegazioni, da una persona un po' speciale…
Grazie per la lettura.
Gio.
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