La scelta di
Alice
La amava, amava Alice come non aveva mai amato in vita sua.
Si odiava, odiava se stesso per non essere stato in grado di dirle la
verità.
Lo invidiava, invidiava Francesco perché lui era riuscito ad
ottenere ciò che voleva.
Quando la mente di Rudi si soffermava su uno di questi sentimenti
contrastanti, la rabbia e il dolore cedevano il posto alla delusione e
alla rassegnazione. Aveva scelto di soffrire in silenzio per poter
rendere felice la ragazza che amava, ma non credeva che sarebbe stato
così straziante lasciarla tra le braccia di un altro e
trascorrere il tempo in attesa che uscisse definitivamente dal suo
cuore. Ma non sarebbe stato così facile, Rudi lo sapeva
bene. Alice era arrivata nel suo mondo come un fulmine a ciel sereno,
gli aveva cambiato la vita e lo aveva reso un uomo a tutti gli effetti.
Era grazie a lei se era maturato, lasciando da parte i giochi e gli
scherzi della sua infanzia, per far spazio al desiderio di costruirsi
un futuro ed essere felice. Ma come poteva esserlo se la ragazza che
amava si stava allontanando sempre di più da lui? I ricordi
e le foto non bastavano, Rudi voleva averla vicina, specchiarsi nei
suoi occhi, fare tesoro del suo dolce sorriso e poterne sentire la voce
e il profumo. Gli mancava, gli mancava da morire. Eppure erano passate
solo poche ore dall’ultima volta che l’aveva vista!
Come avrebbe fatto a trascorrere un’intera estate senza
vederla e poi dirle definitivamente addio per lasciare che andasse a
vivere con Francesco ed essere felice?
Con questi pensieri per la testa, Rudi arrivò a casa e si
apprestò a raggiungere la sua camera per sfogare il dolore
lontano da tutto e da tutti, ma Giulio e Lucia lo fermarono prima che
salisse le scale.
«Rudi, Alice ti cercava fino a poco fa», gli disse
il padre con un mezzo sorriso. «Avrebbe voluto salutarti di
persona, ma tu eri già uscito e lei non poteva
aspettarti».
Il ragazzo sentì una fitta al cuore e fece una smorfia.
«Va be’, io salgo su».
L’uomo rimase spiazzato dalla risposta del figlio, ma si era
già accorto del suo strano comportamento negli ultimi tempi
e quindi non parlò oltre. Scrollò le spalle,
sperando che quel periodaccio passasse in fretta.
Rudi salì le scale, ma a metà strada
udì la voce di Lucia che non aveva parlato fino a quel
momento e che lo stava chiamando. La donna lo raggiunse, visibilmente
preoccupata. «Rudi, Alice mi sembrava strana prima di
andarsene», lo informò, poggiandogli una mano
sulla spalla. «E infatti, rimettendo in ordine le vostre
stanze, ho visto che ti ha lasciato qualcosa sul comodino. Corri a
vedere». Rudi la guardò perplesso, Lucia sorrise e
gli occhi del ragazzo si illuminarono per un istante di una luce
flebile e piena di speranza. «Grazie», rispose
semplicemente, e salì subito in camera sua.
Trovò la porta già aperta. Una busta gialla con
scritto “X RUDI”, poggiata sul comodino come gli
aveva detto Lucia, attirò immediatamente la sua attenzione.
Entrò nella stanza e la prese in mano, per poi sedersi sul
letto e cominciare a girarla e rigirarla tra le mani con fare
preoccupato.
Cosa poteva mai nascondere quella busta?
Respirò profondamente per prendere coraggio e la
aprì con lentezza disarmante, quasi avesse paura di
scoprirne il contenuto e le conseguenze che avrebbe portato alla sua
situazione. Con somma sorpresa, vi trovò una lettera dalla
calligrafia familiare.
Caro
Rudi. Il suo cuore prese a battere
più forte.
Caro Rudi. Lo
lesse una seconda volta, per capacitarsi del fatto che Alice avesse
scritto una lettera e che quella lettera fosse indirizzata proprio a
lui.
Caro
Rudi. Lo ripetè una terza volta,
giusto per avere la certezza che fosse tutto reale.
Caro
Rudi, questa è una lettera confusa... In questi ultimi
giorni capire cos’hai in quel maledetto cuore è
impossibile, forse perché anche nel mio
c’è tanta confusione... Ho un nome per questa
confusione, lo ha per te? Perché io
all’improvviso vacillo e non so più da che parte
andare... Mi sono allontanata da te perché non era
più possibile starti accanto sapendo che non mi amavi. Ma
ora che sto per prendere il largo, non posso partire senza sapere
esattamente cosa provi per me...
Alice
Il giovane aveva gli occhi lucidi e il battito cardiaco accelerato.
Se Rudi Cesaroni di dodici anni avesse visto Rudi Cesaroni di diciotto
in quel momento, probabilmente si sarebbe messo a ridere e avrebbe
preso in giro la sua versione più adulta e matura fino allo
sfinimento.
Quasi non riusciva a credere alle parole della lettera, ma era palese
che Alice avesse scritto la pura e semplice verità. Come
aveva fatto a non accorgersi del turbamento della ragazza in quegli
ultimi giorni? Probabilmente, non se ne era reso conto nello stesso
modo in cui Alice non capiva che lui era innamorato di lei e che
avrebbe fatto di tutto pur di renderla felice.
Il ragazzo rimise la lettera nella busta e la infilò nella
tasca posteriore dei pantaloni. Poi si precipitò al piano di
sotto, salutando tutti con un enorme sorriso stampato sul volto.
Forse non era ancora tutto perduto, forse la felicità lo
aspettava proprio lì, al molo.
«Pronta per lasciare il mondo a terra?».
Alice si sforzò di sorridere, ma il suo sguardo era fisso
sull’entrata del molo ed attendeva impazientemente di
scorgere la sagoma di Rudi che le correva incontro.
«Tutto bene?», le chiese Francesco, scendendo dalla
barca e cingendole la vita con le braccia.
Alice sospirò. «È solo che mi sembra di
aver dimenticato qualcosa...». Lei lo sapeva bene cosa aveva
dimenticato, cosa stava per lasciare a terra. La tentazione di mollare
tutto e tornare a casa era forte, ma Alice sperava ancora in una mossa
da parte di Rudi. Non poteva essere sempre lei quella a tenere vivo il
loro rapporto, quella a tirargli le parole di bocca per scoprire i suoi
veri sentimenti. Aveva agito in quel modo fino ad allora, e la lettera
che gli aveva scritto era proprio un invito –
l’ultimo – a rivelarle cosa davvero provasse per
lei. Aveva bisogno di sapere se era una cotta passeggera o se lui
ricambiava i suoi sentimenti, perché ormai era certa di
amare Rudi e non Francesco. Con lui stava bene, ma Alice era sicura che
sarebbe stata felice soltanto con il fratellastro. Era per questo che
gli aveva scritto quella lettera, ma i minuti passavano e di Rudi
nemmeno l’ombra. La ragazza cominciava a chiedersi se il
fratellastro avesse trovato la busta, se avesse capito cosa si
nascondeva dietro quel messaggio un po’ confuso.
«Andiamo?», la incitò Francesco,
sistemando gli ultimi bagagli nella barca e allungando un braccio verso
Alice. La ragazza guardò per un’ultima volta
l’entrata del molo e non vi vide nessuno, così
annuì a malincuore e salì sulla barca fingendo un
sorriso.
L’imbarcazione cominciò a muoversi e Alice, seduta
accanto a Francesco, aveva lo sguardo perso e malinconico.
«Sicura di stare bene?», le chiese ancora una volta
lui.
Alice sospirò, portandosi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. «Stavo pensando a quanto mi
mancherà Roma e la mia famiglia», si
giustificò sommessamente. Francesco la abbracciò
e le stampò un bacio sulla guancia. «Sono sicuro
che cambierai idea quando arriveremo in Grecia». Alice si
sforzò ancora una volta di sorridere, quel sorriso falso che
le riusciva stranamente bene quando era rivolto a Francesco.
Scrollò le spalle e rivolse lo sguardo verso
l’orizzonte, seguendo la linea sinuosa della superficie del
mare. Se ne stava andando, si stava allontanando da lui nonostante la
sua vera felicità fosse lì, in quella
città, tra quelle persone. Con Rudi, solo con lui.
Si lasciò cullare dal fruscio delle onde, cercando di
svuotare la mente da qualsiasi pensiero. Francesco, accanto a lei, la
teneva stretta a sé, quasi avesse paura che decidesse di
lasciarlo ed andarsene da un momento all’altro.
«Alice!».
La ragazza aprì di scatto gli occhi e si voltò
indietro, imitato da Francesco che fissò perplesso prima lei
e poi colui che aveva pronunciato il suo nome.
Alice conosceva bene quella voce, ma si sporse in avanti, poggiando le
mani sull’orlo dell’imbarcazione e assottigliando
gli occhi, per verificare che le sue supposizioni fossero corrette.
Il ragazzo si stava sbracciando per attirare la sua attenzione e Alice
riuscì perfino a scorgere la propria busta gialla nelle sue
mani.
«Rudi... È Rudi!», esclamò
entusiasta.
«Se solo fosse arrivato prima...».
«Ferma la barca, torniamo indietro».
Francesco sgranò gli occhi e afferrò Alice per un
braccio. «Dici sul serio?».
«Ho detto di fermare la barca, maledizione!».
Il giovane rimase spiazzato dalla reazione della fidanzata e fece come
gli aveva ordinato. La barca cominciò a muoversi nella
direzione opposta alla quale era partita e la figura di Rudi si faceva
sempre più nitida. Alice sorrideva entusiasta e le
brillavano gli occhi: era proprio lui ed era venuto per lei, per
parlarle. Quasi non riusciva a credere che alla fine, proprio mentre
perdeva le ultime speranze, Rudi avesse deciso di raggiungerla.
I secondi passavano lenti, mentre la barca tornava al molo. Rudi era
impassibile, con le braccia stese lungo i fianchi, e attendeva
l’arrivo della ragazza senza lasciar trapelare alcuna
emozione. Alice rimase un po’ delusa, quando si accorse che
lui non ricambiava il suo sorriso, come aveva sempre fatto in quegli
ultimi anni. La possibilità che fosse venuto per rifiutarla
si fece strada nel suo cuore, lasciandola interdetta.
All’urtare della barca contro il molo, Francesco
cercò di aiutare Alice a scendere, ma la ragazza volle fare
da sola e lo precedette, raggiungendo in un attimo il fratellastro. Gli
gettò le braccia al collo, perdendo totalmente il controllo
delle sue emozioni, mentre Francesco guardava perplesso la scena a
debita distanza. Rudi cinse la vita della ragazza, rispondendo
all’abbraccio, e i due rimasero avvinghiati l’uno
all’altro per interminabili secondi.
«Sei venuto... alla fine», commentò
Alice, staccandosi delicatamente da lui.
Rudi tirò fuori dalla tasca la busta e gliela
mostrò.
«Allora?», chiese lei, mordendosi il labbro
inferiore per l’agitazione.
«Allora c’è poco da dire,
Alice».
La ragazza deglutì a vuoto e abbassò lo sguardo.
«C’è che ti amo e che avrei dovuto
dirtelo prima, ma ho sempre pensato che tu saresti stata meglio con
Francesco e io volevo solo la tua felicità»,
rispose, e si sentì sollevato. «Ma
c’è un motivo se mi hai scritto questa
lettera», e indicò la busta con un mezzo sorriso.
Alice avvertì il battito cardiaco accelerare e le guance
imporporarsi involontariamente. Finalmente aveva sentito quelle parole
venir fuori dalla bocca di Rudi e prendere un senso. Perché
lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo: semplicemente, aveva bisogno di
sentirsele dire in faccia. Ed era successo, alla fine.
«E se tu provi quello che provo io, allora ti chiedo di non
andartene e di restare qui», concluse Rudi con gli occhi
velati di speranza. «Con me», si
affrettò a precisare subito dopo.
Alice si voltò un momento e osservò il viso di
Francesco. I suoi occhi sembravano urlare “Scegli me, scegli
me, scegli me! Non andare da lui, solo io posso renderti
felice!”. Tornò a guardare Rudi e
scrutò attentamente anche il suo sguardo, capendo
all’istante che voleva dire “Fai la scelta
più giusta per te”.
E la ragazza capì finalmente quali fossero i suoi reali
desideri.
Non rispose, ma si voltò e cominciò a camminare
in direzione di Francesco, il quale aveva atteso per tutto il tempo
qualche metro più lontano.
Rudi sentì il cuore stringersi in una morsa dolorosa mentre
osservava allontanarsi colei che amava. Era quella la sua risposta? Lo
aveva rifiutato? Si sentì un illuso ad essere arrivato fin
lì per niente e, solo nel momento in cui vide Alice
abbracciare Francesco, capì di essere di troppo in quella
scenetta romantica da commedia sentimentale. Strinse i pugni lungo i
fianchi e riprese la strada di casa, voltandosi e camminando a testa
bassa. Almeno ci aveva provato.
«Alice», la richiamò Francesco,
sciogliendo l’abbraccio.
La ragazza aveva gli occhi lucidi e non riusciva a sostenere il suo
sguardo.
«Sono contento che hai scelto me», le disse,
sorridendo.
Alice gli cinse nuovamente il collo con entrambe le braccia e Francesco
rise, facendo finta di soffocare. «Sei contenta anche tu, ho
capito!». Alice si strinse più forte al ragazzo,
mormorando qualcosa di incomprensibile che divenne lentamente
più chiaro, fino a quando Francesco udì
nitidamente due parole in particolare. «Mi
dispiace», sussurrava Alice, con la testa poggiata sul petto
di lui. «Mi dispiace, mi dispiace tanto...».
Francesco la allontanò e le alzò il mento con due
dita. «E di cosa?».
«Di averti illuso che stesse andando tutto bene»,
rispose lei, coprendosi il volto con le mani. «Io credevo che
tu fossi quello giusto, lo credevo davvero! Ma non avevo fatto i conti
con il passato! Io sono ancora innamorata di Rudi: ho scelto
lui».
Lo sguardo di Francesco si indurì all’istante.
Alice era certa di non poter sopportare oltre, lo abbracciò
di nuovo – questa volta senza essere ricambiata, ma in fondo
era giusto così – e si voltò,
cominciando a correre nella direzione opposta.
«Rudi...», disse tra le lacrime, annaspando e
inciampando nei suoi stessi piedi.
Capì che non l’aveva sentita, perché
ormai il ragazzo era arrivato all’entrata del molo e stava
per voltare l’angolo. «Rudi!»,
esclamò più forte, con tutto il fiato che le
rimaneva in gola.
Si bloccarono entrambi, lei da una parte e lui dall’altra.
Rudi si voltò e il cuore di Alice saltò un
battito.
Li dividevano solo pochi metri, pochi secondi.
«Ti amo, Rudi Cesaroni!», urlò a
squarciagola. E non le importò se Francesco
l’avesse sentita, né si curò degli
sguardi perplessi delle persone che si trovavano sul molo.
E proprio come in una scena da film, Rudi fece un passo avanti
– giusto per verificare che Alice e il molo non sparissero da
un momento all’altro, e che lui aprisse gli occhi,
ritrovandosi nel suo letto – e cominciò a correre.
Gli occhi di Alice brillarono e sue gambe si mossero automaticamente in
direzione del ragazzo.
Correvano entrambi, con il vento che sferzava sui loro volti accesi.
Nessuno li avrebbe fermati.
Correvano perché in fondo sapevano che sarebbe andata a
finire così, tra loro due. Si erano sempre rincorsi a
vicenda, e lo stavano facendo anche in quel momento.
Si bloccarono di colpo, l’uno di fronte all’altro.
Occhi negli occhi, cuore a cuore.
E non ci fu bisogno di parole. Alice gettò le braccia al
collo del ragazzo e fece aderire perfettamente le proprie labbra sulle
sue, mentre immagini della loro storia insieme – dal suo
arrivo in casa Cesaroni fino a quel momento – scorrevano
nella sua mente, portandola a sorridere contro la bocca del ragazzo.
Rudi, dal canto suo, provò una gioia immensa nel momento in
cui si rese conto di com’erano andate realmente le cose, e
ricambiò il bacio con la stessa passione, stringendo Alice a
sé, quasi avesse paura di perderla nuovamente. E si diede
mentalmente dello stupido, solo per aver dubitato di lei.
«Sei un deficiente», sussurrò lei, tra
un bacio all’altro. «Hai creduto davvero che ti
lasciassi andare?».
«Ma guarda che lo sapevo che avresti scelto me,
eh!».
Alice sorrise. «Guai a te se mi farai soffrire».
«Non lo farò, puoi starne certa, Sardina»,
rispose lui, accarezzandole il viso.
«Sai che ora suona quasi bene quel soprannome?».
Rudi sorrise e la baciò di nuovo.
E no, non l’avrebbe mai lasciata.
Note dell'autrice:
E finalmente sono riuscita a pubblicarla! Non ero sicura di volerla
scrivere, dal momento che molti altri autori hanno scritto la loro
versione del finale di questa quinta stagione... Ma nessuno ha pensato
di raccontare come sarebbero andate le cose se Rudi avesse trovato la
lettera, ed é qui che nasce la mia What if?. Spero che vi
sia piaciuta, fatemi
sapere cosa ne pensate. Se continuo a pubblicare,
è solo grazie a voi che mi sostenete ♥
A presto.
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