So High, Tonight di Morgaine You (/viewuser.php?uid=129520)
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SO
HIGH
TONIGHT
Lo
scalpiccio delle scarpe di Seung Hyun sul costoso parquet della YG
Company
mandava profondi echi dal lungo corridoio che portava
all’ampia sala per le
prove coreografiche. Le altre stanze, ai lati del passaggio, erano
quasi vuote,
data l’ora tarda. Forse un inserviente o due erano ancora
presenti.
Erano le sei
del pomeriggio, un cupo e freddo pomeriggio d’inverno, in cui
il cielo era
coperto da fitte nubi grigie che non lasciavano certo passare gli
ultimi
pallidi raggi dell’imbrunire.
Il gelido
vento invernale penetrava attraverso gli infissi di porte e finestre,
confondendosi e mischiandosi con il confortante tepore
dell’edificio immerso
nella semi oscurità che precedeva le movimentate notti di
Seoul. Seung Hyun si
strinse ancor più nella giacca di morbido cotone.
Era
stremato; passare solo dieci minuti in compagnia di quel dittatore di
Ji Yong era
alquanto stressante, figurarsi lavorarci insieme per delle ore. Per
questo
aveva deciso di fermarsi più a lungo del solito: la quiete
di quei luoghi era
illusoria, ma a lui non importava. Amava immergersi nel loro silenzio,
per
prendersi qualche minuto per calmare il suo corpo e la sua mente dopo
una
giornata intensa e impegnativa.
Sfogliava
alcune riviste, assaporandone il profumo, amaro e dolciastro, come di
consueto.
Le loro foto, stampate su carta patinata, trasmettevano
vitalità al primo
sguardo. I vestiti dai colori cangianti, le pose sempre diverse; ogni
membro
dei Big Bang sembrava volersi imporre ad ogni scatto. Non era
competitività ciò
che li animava, ma un sincero desiderio di miglioramento. E, se nei
primi anni
ognuno curava solamente se stesso e la propria immagine, ora ogni
membro
contribuiva alla crescita dell’altro. ‘Siate come
fratelli, condividete ciò che
potete, non dimenticate mai che la diversità è
ciò che vi unisce e vi rende
speciali’ questo era il loro motto, o meglio, ciò
che il loro manager aveva
detto loro la notte del loro debutto. Quella notte era impressa
indelebilmente
nella mente di Seung Hyun: le lacrime nervose di Ri, le nausee di
Taeyang, i
piagnistei di Daesung e la spasmodica irascibilità del
leader. Decisamente
sarebbe stato difficile dimenticare un’esperienza simile. Ma
erano stati
proprio quei momenti, seppur sgradevoli, ad unirli ancora di
più. Le fatiche,
se condivise, non sembravano poi così insormontabile.
Da allora
era passato molto tempo. Sei anni erano trascorsi, in un leggero
battito d’ali.
Seung Hyun
si era spesso trovato a riflettere sul suo destino, se non avesse
trovato quei
quattro ragazzini debosciati che tanto amava; forse, forse si sarebbe
perso.
Seoul era molto grande, e poteva diventare pericolosa. Ogni giorno
ringraziava
la provvidenza per la fortuna che aveva tra le mani.
Ancora
pigramente steso sul divanetto cremisi della sala riunioni, Seung Hyun
venne
scosso da un improvviso rumore –una melodia, pure dolce, ma
si sa, Seung Hyun
non era un paladino coraggioso- che gli fece scivolare a terra la
rivista;
questa si aprì, casualmente, su un primo piano di SeungRi. L’immagine, che ricalcava lo stile delle precedenti, metteva in risalto il viso del più giovane.
Amava quel
sorriso. Così vero, e puro.
Quante volte
aveva cercato, inutilmente, di imitarlo? E soprattutto, quante volte
aveva
ardentemente desiderato di esserne la causa?
Si
nascondeva dietro a frasi fatti e sorrisi imbarazzanti e forzati da
quando
aveva scoperto che, in fondo, ciò che lo legava a SeungRi
non era un semplice
affetto, quasi paterno, data la differenza d’età,
ma qualcosa di più profondo,
al quale non aveva ancora osato dare un nome.
No, non era
innamorato. Ma era attratto, sopraffatto da quel ragazzo
così giovane che
riusciva però suo malgrado a tener strette le briglie sul
suo cuore. Seung Hyun
lo odiava per questo, ma non avrebbe esitato a seguirlo, se
l’altro glielo
avesse chiesto.
Chiuse la
rivista; non avrebbe sopportato ancora a lungo quello sguardo cartaceo,
eppure
così reale.
Le note,
provenienti dalla sala delle coreografie gli suonavano familiari. Beautiful Hangover?
Si alzò,
dirigendosi verso la fonte della melodia; man mano che si avvicinava la
musica
sempre più intensa gli inebriava lo spirito.
Arrivò nella
stanza in questione: le luci erano soffuse, le tapparelle non
completamente
abbassate, e ci vollero una decina di secondi prima che i suoi occhi si
abituassero al brusco cambiamento di luminosità.
Il riverbero
del pavimento in marmo era quasi impercettibile, ma presente.
Un’ondata di
profumo lo inondò, lasciandolo lievemente stordito; solo
allora si accorse
della presenza di qualcuno, nella penombra.
La figura,
esile, si muoveva di fronte agli specchi con grande agilità
e naturalezza,
ignara dello sguardo interessato di Seung Hyun, che quasi si era
dimenticato
che la canzone di sottofondo era proprio la sua.
Non si
sarebbe mai permesso di accendere le luci; la danza in cui la
silhouette era
immersa gli catturava la mente. Assisteva a spettacoli simili ogni
giorno; ma,
forse per la calma irreale mischiata alla penombra unita alla
stanchezza che
pervadeva il suo corpo, Seung Hyun non si sarebbe mosso di
lì per nessun motivo
al mondo.
Era
sopraffatto da quella misteriosa figura che, silenziosa, si lasciava
trasportare dalla melodia, sicura di sé…
Ansimava, a tratti. Forse la danza
stava giungendo al termine, o forse necessitava una boccata
d’aria. Seung Hyun
si nascose dietro la porta semi chiusa mentre lo sconosciuto si
avvicinava
all’interruttore della luce, non lontano da lui.
Click
Seung Hyun
dovette retrocedere di qualche passo; il bagliore improvviso lo aveva
accecato.
Più volte si era lamentato con i dirigenti della YG, con
scarsi risultati. La luce si spense di nuovo.
Ma la musica
continuava.
Seung Hyun
si riaffacciò nella stanza, prestando attenzione per non
essere notato.
‘Ah’ ora la
stanza sembrava deserta. Che fosse stato tutto una mera illusione?
Avanzò,
leggero. L’amplificatore continuava, senza sosta, a ripetere
quella canzone che
ormai conosceva a memoria.
Si guardò
intorno: vicino allo stereo, un paio di scarpe erano gettate a terra
senza
nessun ritegno, e una maglietta dal colore bianco e vivido giaceva
accanto a
esse. Rimase a fissare quegli oggetti un paio di secondi: li aveva
già visti.
Si sforzò di ricordare, ma non ne trasse grandi risultati.
Fece per
andarsene, quando un sospiro, alle sue spalle attirò la sua
attenzione: a
qualche metro di distanza, appoggiata alla balaustra della finestra,
ecco, era
riapparsa la figura. Seung Hyun si avvicinò piano, quasi a
non voler disturbare
quell’essere misterioso che ora, come lui, condivideva la
calma e la quiete
degli studi, al
riparo da attenzioni
indiscrete.
E finalmente
lo vide chiaramente: un ragazzo. Sì, era un ragazzo colui
che fino a qualche
minuto prima si era lasciato trasportare da quelle splendide e candide
note,
senza vergogna, senza riserve.
Seung Hyun
gli osservava intanto la schiena: era perfetta. I muscoli, scolpiti
forse dai
duri allenamenti, disegnavano strani ghirigori all’ombra
della luce lunare che,
dal balcone aperto, penetrava ora nella stanza.
Segui con lo
sguardo la linea marcata del collo, fino alla nuca; il taglio di
capelli, corto,
ben gli cingeva il capo.
E poi, lo
riconobbe. Complice il mistero che circondava la sua danza, Seung Hyun
non si
era fino ad allora posto il problema di svelare
l’identità astratta che seguiva
il ritmo della sua canzone; ma ora… Quel ragazzo di spalle,
illuminato da una
luce ancestrale, bagnato da piccole gocce di sudore che impietosamente
seguivano
le sue forme delicate sotto lo sguardo sempre più perduto di
Seung Hyun, non
poteva essere altri che SeungRi.
Sì, SeungRi,
il suo destino e la sua rovina, il suo inferno in terra, la causa dei
suoi
peggiori incubi e delle sue notti
insonni.
Sentì le labbra farsi secche, il respiro gli divenne
difficile. Non sempre
l’essere umano è riuscito a controllare e dominare
i suoi istinti primordiali; e Seung Hyun non
era un uomo forte. Prima
d’incontrare il più giovane, aveva creduto nelle
virtù. Ma forse…
No, non
avrebbe aspettato oltre.
In un
movimento unico, scomposto, si lanciò verso la figura di
SeungRi,
circondandolo, da dietro, con le sue lunghe braccia. Il contatto con la
pelle nuda di SeungRi fece perdere al rapper un
battito cardiaco.
SeungRi, che
ovviamente venne colto di sorpresa, si girò su se stesso,
non riuscendo però a
staccarsi da quella forte presa. Voltatosi, si ritrovò con
il viso a due
centimetri da quello del suo compagno di band Seung Hyun, che aveva
lasciato
nella hall neanche due ore prima.
Furono gli
occhi del maggiore ciò che per primo lo colpirono. Li aveva
visti e osservati
tante e tante volte nel corso degli anni: se prima esprimevano una
tristezza
infinita, dopo potevano essere pervasi da una frizzante gioia degna di
un
bambino. Perché Seung Hyun aveva mille sfaccettature, almeno
per SeungRi. Ma,
in quel momento, quegl’occhi erano attraversati da una serie
di guizzi color
dell’oro che gli ricordavano le fiamme dei fuochi invernali.
Baccanale
infernale. Si
sentì inerme, impotente sotto
quello sguardo, ma allo stesso tempo venne colto da disarmati brividi
lungo
tutto il corpo; brividi di piacere. Perché
SeungRi, nel profondo di quelle pozze scure come la notte, vi aveva
intravisto
qualcosa di nuovo, inaspettato, bramato.
Vi aveva intravisto la lussuria.
Bite me without averting your eyes
So
that it won't spill at my tip of tongue
Non
fece in tempo a
reagire che venne bloccato, senza via d’uscita, dalle labbra
di Seung Hyun.
Erano calde, e accoglienti, come se le era sempre immaginate. E
bruciavano da
morire.
Si
aggrappò alle ampie
spalle del più grande con tutte le forze che aveva; quasi
caddero a terra. Le
loro lingue intrecciavano oramai danze sfrenate, senza freni.
Seung
Hyun in
risposta, senza staccarsi dal bacio passionale e infuocato del maknae,
lo fece
sedere sul davanzale della finestra, facendo aderire sempre
più i loro corpi.
Lo voleva. Subito, in quel momento. Quale desiderio, quale tortura
guidava i
loro gesti! SeungRi non l’aveva respinto, e per quanto questo
lo stupisse, gli
bastava. Era forse colpa sua se gli dei avevano fatto l’uomo
così debole?
E lo cercava. Le
sue mani sfioravano con delicatezza sempre più spinta ogni
parte e anfratto del
suo corpo, regalando al più giovane delle sensazioni mai
provate prima. Non
sapeva quanto avrebbe potuto ancora resistere. Gli sfiorava or ora la
pelle
sudata, delicata come quella di un bambino, e vi lasciava segni del suo
passaggio con la bocca. Il corpo dell’altro, poi,
così vicino al suo, mandava
espliciti segnali d’assenso. L’avrebbe fatto suo,
dopo tanto tempo, dopo averlo
tanto desiderato, così, senza parole. SeungRi era
d’accordo.
Ma si
ritrovò
improvvisamente a pensare. Cosa sarebbe successo dopo?
Se anche SeungRi fosse stato suo per una notte, una notte
magica come quella, non era certo del domani. E così
agì.
Lentamente, si
staccò dall’abbraccio quasi violento del
più piccolo, continuando però ad
accarezzargli i capelli mori.
‘Che ti
prende,
Seun? Mi hai attaccato in quel modo, prima… dovresti portare
a termine ciò che
hai iniziato’
La frase di
SeungRi mal celava una punta di malizia.
‘Oh, lo so
bene.
Ma non qui, non ora’
Seung Hyun gli
prese la mano, baciandogliela delicatamente.
‘Vieni con
me’
‘E
dove?’ rise
SeungRi.
‘Là’
così dicendo,
fece voltare il viso di SeungRi verso la luna. Era splendida.
‘Ti amo,
SeungRi’
-Hola-
MM, Ji Yong non mi
uccidere. Non ti ho abbandonato mio caro bias <3
Ecco, questa e la
mia seconda fan fiction sui Big Bang, richiesta dalla mia adorata
Nee-chan Sung
Ji Hoon di cui vi consiglio caldamente di leggere i lavori.
Ti voglio bene!
Per quanto
riguarda questa storia…bhe, spero vi sia piaciuta (: I protagonisti sono quei due
disagiati di Top
e Seungri, poveracci <3
Comunque. Siamo
sotto natale, un commento vi rende tutti più buoni (?)
Mata ne!
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