Il nostro mare di guai

di saramichy
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Solitudine




«Eva, io non ti amo più. Amo Maya.»

Eva continuava a pensare a quella maledetta frase che l'aveva affondata. In quel momento non aveva voluto crederci o ascoltare le spiegazioni di Marco e lo aveva cacciato, pensando solo a sé. Poi aveva trovato rifugio tra le braccia di sua madre ed aveva pianto, forse per ore.

«Marco e Maya si amano, Eva.»

Ricordava le parole dette da Lucia, appena aveva scoperto che era tornata per lui. Sua madre aveva ragione, avrebbe dovuto lasciar perdere, ma non riusciva a pensare lucidamente e si era lasciata trasportare la mano. Quando le lacrime si erano placate, Eva aveva preso una decisione: d'ora in avanti la sua priorità sarebbe stata Marta e trovare una casa a Roma. Non poteva sopportare di vivere in quella mansarda un minuto di più, avrebbe cancellato il ricordo di Marco dal suo cuore, senza per questo togliere a Marta il padre. Con un piano già preciso in testa, scese in cucina per parlare con sua madre.

*****


Rudy era rientrato a casa dopo il concerto a scuola ed era andato in camera sua. Si era steso sul letto e continuava a pensare ad Alice e ai loro momenti insieme. Non si era nemmeno accorto della lettera lasciatagli dalla ragazza, che si era ficcata sotto il suo letto. Alcune lacrime solitarie solcarono il viso del ragazzo, proprio come molti anni prima, ma stavolta era diverso. Non aveva perso la madre, ma la donna che credeva fermamente di amare. All'improvviso si riscosse. Non sopportava di piangere come un bambino di due anni, si rialzò dal letto e prese una decisione: sarebbe andato a studiare al DAMS di Roma, ma avrebbe abbandonato casa Cesaroni. C'erano troppi ricordi tristi e lui aveva bisogno di ricominciare daccapo una nuova vita.

*****


Non era venuto, alla fine si era lasciato prendere dalla sua solita paura. Doveva aspettarselo, Rudy non era come Marco, non combatteva per quello che amava, lasciava solamente che tutto prendesse il sopravvento. Alla fine Alice aveva deciso di partire con Francesco e si era lasciata Roma alle spalle, doveva solo crederci e presto la ferita nel suo cuore si sarebbe ricucita e Francesco l'avrebbe aiutata a farlo.

*****


L'aveva lasciata a piangere tra le braccia della madre, che grandissimo stronzo. Marco continuava a ripeterselo, mentre viaggiava in aereo verso il castello di Maya. Ricordava gli occhi pieni di lacrime di Eva e la sua faccia sconvolta mentre lo mandava via.

«Vattene. Va via. Va via. Va via Marco.»

Aveva cercato di non ferirla, ci aveva davvero provato, ma era troppo tardi. Adesso lui amava Maya e restare con Eva non aveva alcun senso, ma il viso sconvolto di lei non gli lasciava pace. Era la prima volta, da tanto tempo che mentre prendeva un aereo non era tranquillo. Il peso di quello che era accaduto gli pesava sulle spalle in maniera indicibile e poi non aveva nemmeno pensato a Marta. Che cosa gli era preso, se ne era andato senza salutarla, senza dirle che le voleva bene. Un padre non si comporta così, forse era stato egoista, ma credeva nell'amore e sua figlia prima o poi l'avrebbe perdonato. O almeno ci sperava.




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