Tokimeki tonight: Promessa.
Erano ore ormai che fissava
quella spilla. In realtà non aveva fatto altro da quando
si era svegliata. Con tutto quello che aveva da fare, davvero non poteva
permettersi di perdere altro tempo, tuttavia non riusciva a distogliere lo
sguardo da quel piccolo oggettino. Piccolo si, ma
carico di emozioni.
Se pure contro voglia, Ranze
si riscosse dai propri pensieri. Era davvero tardi, il parrucchiere sarebbe
arrivato a momenti, e lei non era ancora neanche presentabile.
- D’accordo Ranze - disse
alla sua immagine riflessa allo specchio della toletta - adesso è ora di
muoversi, non vorrai certo sposarti in camicia da notte e per di più con i
capelli arruffati, no? - sorrise, si alzo, e si diresse canticchiando verso il
bagno.
Già… Ranze Eto finalmente si
sposa.
La casa era in fermento fin dalle
prime luci del mattino. Sua madre stava lucidando per la terza volta
l’argenteria… naturalmente dopo aver pulito i pavimenti, spolverato ogni
piccola superficie nonché minuscolo oggettino, e riordinato ogni stanza della
casa… bè d’altra parte lei era la madre di una futura Principessa no? La sua
bambina avrebbe sposato il Principe del Mondo Magico… la sua felicità era
davvero completa.
Fu in quelle condizioni che
Rinze la trovò, rientrando a casa: una mamma tutta risolini
avvolta nel profumo, o ciò che la pubblicità definiva tale, del lucido
per argento.
- Mamma… sono tornato… Narumi
è con me! - annunciò Rinze, non ottenendo tuttavia l’attenzione richiesta -
mamma… - ancora nulla - …niente da fare, è persa nelle sue fantasie - sospirò
tra il rassegnato e il divertito, affacciandosi in salotto e accertandosi delle
già sospettate condizioni della madre - vieni Narumi, ti porto da mia sorella.
Narumi quella mattina era
nervosa, le sembrava quasi che fosse il giorno del suo matrimonio… oh le
sarebbe piaciuto tanto… Bussò titubante alla sua porta ed attese una risposta,
sebbene avesse voluto buttarla giù ed entrare con la sua solita irruenza, e
lanciare letteralmente le braccia al collo di Ranze… voleva molto bene a quella
ragazza, era davvero come una sorella maggiore per lei.
Un suono, più simile ad un
cinguettio che ad una voce umana, diede loro il permesso di entrare… bè, non
era questo che si aspettava di vedere, aveva immaginato Ranze già pronta e vestita,
commossa… e invece…
- Ranze sei ancora in
pigiama… ti rendi conto di che ore sono? - la sgridò Rinze…
poi sgranò gli occhi notando un piccolo particolare che negli ultimi giorni
sembrava facesse parte integrante delle mani di Ranze - ehi sorella, non ti
stanchi mai di tenere in mano quella spilla? -
L’aveva fatto di nuovo. Si
era finalmente convinta ad andare in bagno, ma come una calamita la spilla
l’aveva trascinata indietro…
- Su via, ragazzi, voi non
sapete che significato ha per me… - sospirò con aria sognante, seduta sul
tappeto della sua camera.
- Che significato ha? -
ingenuamente, e senza pensare che forse Ranze voleva tenere per sé certi
pensieri, Narumi sparò la sua domanda.
- Lo vuoi sapere davvero? - le sorrise felice la futura sposa.
- Si
-
Rinze scosse la testa… metti
due donne insieme…
Ranze sorrise di nuovo, si
accomodò meglio invitando i due ragazzi e fare altrettanto, e iniziò il suo
racconto.
- Era la sera di Natale di 4
anni fa. Quell’anno decidemmo di festeggiare insieme a tutti i nostri amici,
vecchi e nuovi. Andammo da Yoko per la cena, e ci divertimmo un sacco. Lei come
al solito faceva la svenevole con Shun, cercando di
irretirlo e di conquistarlo… mmmh, niente da fare,
lui fu irremovibile. Ad essere sincera, ero sempre
stata gelosa di tutte le attenzioni che Yoko gli rivolgeva, ma ormai, sebbene
Shun non amasse esternare i propri sentimenti, ero sicura del suo amore per me…
anche se… bè ogni ragazza sogna una dichiarazione in grande stile, insomma un
momento magico in cui esistete solo tu e lui, ma… bè, come ho già detto Shun
non sarebbe stato mai tipo da dichiarazione ufficiale… Tuttavia quella sera
Shun era stranamente nervoso, non riuscivo a capire il suo stato d’animo, in
fondo tutti i nostri problemi si erano magnificamente risolti, insomma non
poteva esserci alcun pensiero negativo a tormentarlo. Lo guardavo, lo fissavo,
cercavo di leggere nei suoi occhi… niente, niente di niente. Alla fine mi
arresi, convincendomi che forse era solo stanco.
Arrivò il momento dei saluti,
pessimo momento… ci fu un gran disordine generale in cui Yoko
pregava Shun di rimanere a dormire da lei e di lasciare me fuori
dalla finestra… ma figuratevi… Aron cercava di sottrarre Shun da quella
tortura, causando tuttavia le ire di Fira, per la
poca attenzione ricevuta… gli alti amici facevano il tifo, chi per Aron, chi
per Yoko… sembrava di assistere ad un tiro alla fune.
Quando finalmente riuscimmo
ad andare via, Shun mi accompagnò da vero cavaliere fino davanti alla porta di
casa mia, non disse una parola per tutto il viaggio, solo la mia voce ogni
tanto rompeva il delicato silenzio della neve.
Improvvisamente si voltò… mi
stava guardando come non aveva mai fatto… si avvicinò di un solo passo, mi
chiamò per nome, e mi lanciò un pacchettino, e prima di scappare via
nell’imbarazzo, mi gridò che un giorno… mi avrebbe chiesto di sposarlo…- Ranze
si perse per un momento nei ricordi, era bello ripensare all’ansia e
all’agitazione di quella sera, non aveva chiuso occhio… no, non c’era proprio
riuscita… era rimasta per un po’ sulla porta a guardarlo andare via… o meglio
scappare via, era rientrata lentamente e salendo in camera sua stava piano piano realizzando la portata effettiva di quel piccolo
pacchettino: non era un semplice regalo di Natale, poteva affermare con un poco
di imbarazzo misto a felicità che quella era una promessa, in piena regola.
- Si, ma cosa c’era dentro?
Cos’era il regalo? - Narumi si sporse un poco verso di lei, come per ascoltare
meglio e non perdere neanche un piccolo dettaglio della storia.
Ranze mostrò con fierezza il
piccolo oggettino ancora stretto nella sua mano. Narumi sgranò gli occhi, rapita
dal gioco che il rubino al centro creava incanalando e rifrangendo la luce.
- Così… c’era questa - in
quel momento la guardava con occhi decisamente diversi, non era più una
semplice spilla, adesso davanti ai suoi occhi c’era la promessa d’amore di
Shun… - Aaah… com’è
romantico - sospirò socchiudendo gli occhi.
Rinze si voltò dalla parte
opposta, riflettendo sulla facilità con la quale le ragazze sognassero ad occhi
aperti… ma in fondo lui amava Narumi anche per questo…
si voltò nuovamente verso di lei e le sorrise, anche se lei non poteva vederlo.
- E poi? Quando ti ha chiesto… insomma… - Narumi si era trovata improvvisamente
in imbarazzo, era partita a razzo, ma si era fermata non appena si era resa
conto di cosa le stesse effettivamente chiedendo.
Ranze rise di gusto, forse
per l’espressione che il visino ormai rosso di Narumi aveva assunto, forse per
il ricordo di quel giorno… già… quel giorno…
- Erano passati 3
lunghissimi, interminabili, odiosi anni da quel Natale, Shun ormai era
diventato un boxer professionista e abbastanza conosciuto, mentre io… bè io
cominciavo a disperarmi, ero inevitabilmente, irrimediabilmente disperata. Bè,
a ripensarci ora, mi sento un po’ sciocca, conoscendo Shun avrei dovuto
immaginare che ci avrebbe impiegato un sacco di tempo! - Ranze rise imbarazzata
- Un pomeriggio, però, qualcuno suonò alla porta, quando andai ad aprire non
trovai nessuno. Chiunque fosse stato aveva lasciato un biglietto con su scritto il mio nome… e poi era scappato alla velocità
della luce. Mi voltai a destra e a sinistra, mi chinai e raccolsi il biglietto…
era la calligrafia di Shun, senza dubbio. Ancora sulla porta lessi il
contenuto: “ Passo a prenderti alle 7… vestiti bene”. Continuai a fissare
quelle poche parole… sembravo un po’ tonta a dire la verità, imbambolata,
sembrava non fossi in grado di esternare nemmeno una
delle tante emozioni che provavo… “vestiti bene”.
Panico.
Ti posso giurare Narumi che
in quel momento non trovai nulla di adatto da indossare. Realizzai cosa
effettivamente potesse significare quell’invito, ma
non volevo sperare e poi rischiare di rimanere delusa. Ripresi il controllo di
me stessa, e scelsi un vestitino semplice… a Shun piaceva tanto quel vestito,
anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Puntuale come un orologio si
presentò alle 7 in
punto. Era imbarazzato, teso, insicuro, maniaco della precisione… “Chi sei tu e
cosa ne hai fatto di Shun…” gli gridai in faccia, per la sorpresa. Questo non
lo aiutò affatto, credevo mi avrebbe risposto per le rime, e invece, ancora più
rosso in volto, si inchinò leggermente e mi porse la mano.
Panico. Di nuovo.
Mi lasciai trascinare anche
io in quel turbinio di emozioni. Ero semplicemente, meravigliosamente
terrorizzata.
Passeggiammo mano nella mano
per una buona mezz’ora, prima che lui si decidesse ad aprire bocca, ma non
disse assolutamente niente di ciò che mi aspettavo “ Il ristorante è questo,
aspettami qui”.
Presto. Troppo presto. Che sciocca
che ero. Pensai che forse stavo solo immaginando come
avrei voluto che andassero le cose. Sospirai rumorosamente, ma mi ricomposi immediatamente quando Shun tornò fuori a prendermi.
Ristorante di lusso… ops.
Champagne… ops.
Sushi di prima scelta… ops.
E come poteva permettersi
Shun una cena in un posto del genere??? Ti si
svuotavano le tasche anche solo a guardare l’insegna…
Per tutta la cena non accennò
mai al “discorso” e io mi rilassai istintivamente. Forse nel vedere me, si
rilassò anche lui, e passammo una bella serata, finalmente liberi da ansie e
tensioni.
Dopo la cena passeggiammo
ancora un po’ prima di avviarci verso casa, e fu allora che tutto ci sfuggì
meravigliosamente di mano… “Ranze… io devo dirti una cosa importante” cercai di
trattenere la mia meraviglia, ormai non aspettavo più alcun annuncio. Non
riuscii a dire una sola parola, mi voltai semplicemente verso di lui.
Era tornato serio, rigido,
teso.
Ma aveva uno sguardo
meraviglioso, intenso e… passionale? Possibile?
Mi incantai un momento…
“Ranze, sono diventato più
famoso di quanto pensassi, e mi hanno offerto di diventare socio della palestra
più prestigiosa del Giappone… avrò la possibilità di essere economicamente
indipendente…e…” Ero scioccata, delusa, arrabbiata… ma come avevo potuto
illudermi… “ Ah… bè è meraviglioso” gli risposi atona. Mi sentii crollare il mondo addosso, averi solo voluto piangere…
“… è per questo che adesso
posso chiederti… Ranze, vuoi sposarmi?”
Panico. Per la terza volta in
un giorno. Seguito da sorpresa, incredulità, respiro corto… e tante lacrime -
- E tu cosa hai risposto? -
Questa volta era stato Rinze a voler soddisfare la sua curiosità. Narumi
sorrise divertita del fatto che anche Rinze si era lascito trascinare dalle
emozioni del racconto.
- Lo abbracciai stretto stretto, affondai il viso
nel suo petto e soffocai un piccolo “Si” tra il maglione e il cappotto. Potevo
sentire il suo cuore battere così veloce… già perché lui non aveva sentito il
mio!
Mi sentii stringere forte, e
contemporaneamente sentii lui rilassarsi e tornare a respirare regolarmente. Mi
sollevò il viso, asciugò le mie lacrime, e… -
- E… - entrambi i ragazzi la
esortarono ad andare avanti immediatamente, ma…
- Ops,
adesso si è fatto davvero tardi… scusate ragazzi, ma oggi mi sposo! - gridò
Ranze ridendo.
Si alzò rapidamente e uscì
dalla sua stanza, lasciando i due ragazzi a fissare di nuovo
quella spilla… vicini, troppo vicini…
- Secondo te cosa è
successo?- sospirò Rinze quasi sulle labbra di Narumi.
- Io… non lo so… - sospirò di
rimando la ragazza, socchiudendo gli occhi.
- …e mi baciò, sincero, dolce
e passionale come non lo era mai stato. - bisbigliò Ranze ancora appoggiata
alla porta chiusa della sua camera.
Sorrise, ed entrò in bagno…
finalmente.
Fine.
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