MONSTER COMMANDO
2
“Una
specie di sequel”
“Sono passati ormai
tre mesi da quando il Voltar è comparso nelle nostre vite…” seguiva i suoi
pensieri un misterioso ragazzo tutto imbacuccato, nonostante la presenza di
temperature primaverili in tutta Faring Town “Con la comparsa di quei mostri…poi
Morty che viene ucciso…dopo tutto questo non me l’aspettavo proprio che sarei
riuscito anch’io a trovare l’amore, come è capitato a Benji…”.
Preso da tutti
questi ragionamenti, mentre proseguiva nella sua marcia attraverso il parco
cittadino, il giovane non si accorse della bambina di colore che gli stava
attraversando la strada. La travolse in pieno.
“Ahi!” protestò la
ragazzina mentre finiva con il sedere per terra.
“Scusa piccola ti
sei fatta…” ma mentre il giovane si accertava dello stato di salute della bimba,
la sciarpa che aveva attorno alla bocca scivolò via, rivelando un volto
mostruoso sotto il cappuccio della felpa.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! UN
MOSTRO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” fu l’urlo disperato della
vittima.
A pochi metri
dall’accaduto, seduta tranquilla sopra una bianca panchina, vi era la nonna
della suddetta bambina. Alla richiesta d’aiuto della nipote, la vecchia scattò
all’attacco, gettando da parte il lavoro a maglia che stava
ultimando.
“Maniaco schifoso
tieni lontane le mani dalla mia nipotina! Qualcuno ci aiuti! Aiuto!” gridava
l’anziana mentre, nel frattempo, colpiva ripetutamente il presunto
malintenzionato con la sua borsetta da passeggio.
“Si Fermi ahi! Si
fermi signora ahi! Ci deve essere stato un malinteso ahi!” tentò di spiegarsi la
vera vittima di un’aggressione.
Fortuna, o sfortuna,
volle che, proprio in quel momento, passasse di lì un auto della polizia. Gli
agenti presenti al suo interno si accorsero subito della situazione di crisi e,
in un instante, scesero dalla vettura per bloccare il delinquente.
Quest’ultimo,
accortosi dell’accaduto, esclamò “Oh cazzo! Ma proprio oggi doveva accadermi
tutto questo!?” e si diede alla fuga disperata.
A pochi metri di
distanza, sempre nel medesimo parco, una ragazza dai capelli castano scuri, con
occhiali da sole a coprirgli gli occhi dello stesso colore, una maglietta scura
ma scollata ed una gonna lunga fino a poco sotto il ginocchio, si accorse di
quel curioso siparietto.
“Ma quello non era
Kaufman?” si domandò fra sé e sé Laura.
“Scusami…hai detto
per caso Kaufman?”.
Colei che, mentre
indossava i suoi abiti da battaglia, era stata nominata dai suoi compagni Witch
Girl diresse il suo sguardo verso chi gliel’aveva posta. La voce era decisamente
maschile, forse appartenente a qualcuno più grande di lei, ma non certo alla
creatura che la giovane donna si trovò davanti. La fisionomia di quell’essere
era decisamente umana, ma allo stesso tempo presentava delle grottesche
malformazioni in tutto il corpo. In particolare, quella che colpì maggiormente
la MacBean, era l’enorme gobba che spuntava da dietro il suo viso altrettanto
deforme.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Fu
l’unica cosa che emise la ragazza mentre fuggiva terrorizzata.
Dall’altro lato
della strada, sempre nello stesso parco, vi era uno dei più tipici laghi
presenti in questi ambienti, comprese simpatiche anatre e barche a noleggio. Ma
l’inaspettato provenne da dentro il lago. Dalla superficie liquida spuntò una
verdastra mano palmata. Dopo di essa emerse un inquietante ibrido ittico-umano
che, come se niente fosse, sì avvicinò verso la già terrorizzata
fanciulla.
“Ciao bella come
va?” domandò la creatura.
“Oh ciao Bill…”
rispose ancora ansimante ma con tutta calma lei “beh… anf… potrebbe andare
meglio…”.
“Come mai? Che ti è
successo?” chiese preoccupato lui.
“Hai visto prima
Kaufman?”.
“Eccome se l’ho
visto! Quel Bob è straordinario! Se non le cerca lui le sfighe, sono loro che
trovano direttamente lui!” disse divertito, facendo vibrare i suoi labbroni da
pesce.
“Sì beh, a parte
quello, mentre ero lì che guardavo cosa stava succedendo, mi è comparso alle
spalle un mostro!”.
“Come un
mostro?”.
“Sì un mostro…
proprio come te!”
“Cioè un altro
Mostro della Laguna Nera?”.
“Ma no! Non in quel
senso lì” la giovane spazientita si passò la mano sul viso “Era un uomo tutto
deformato e con una grande gobba. Il fatto è che non mi ha dato l’impressione di
essere semplicemente mascherato…”.
Vedendo il suo
interlocutore alquanto perplesso decise di andare direttamente al punto “Bill,
secondo me si tratta di un’altra vittima del Voltar”.
Dopo qualche secondo
in cui il mutante sembrava ponderare un pensiero, egli concluse “Oh
cazzo!”.
La ragazza lo fissò
rassegnata “Bill, dov’è ora il Voltar?”.
L’altro riprese a
pensare silenziosamente. Poi diede una risposta “Se non ricordo male dovrebbe
essere a casa di Benji”.
I due si fissarono
in silenzio per qualche attimo.
“Ok, senti… io vado
là per vedere se sta succedendo qualcosa. Vuoi venire con me?” propose il
mutante.
“Sì certo. Dammi
solo un po’ di tempo per sistemare delle cose e ti raggiungo subito
là”.
La giovane si stava
già avviando verso la sua nuova meta, quando si bloccò di colpo “Aspetta un
attimo… ma sbaglio o ora non c’è nessuno a casa Luhan?”.
“Beh in effetti no.
Benji è in Transilvania per il suo “corso di formazione” ed i suoi sono in gita
da qualche parte”.
“E allora mi spieghi
come faccio ad entrare? Ora poi che i miei magici poteri sono “magicamente”
scomparsi?”.
“Tranquilla qualcuno
ti aprirà” e, pronunciata quest’ultima frase sibillina, Bill si rituffò nel lago
da cui era emerso poco prima.
Laura MacBean era
sempre più perplessa.
DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNN
Il campanello di
casa Luhan suonava sempre più insistentemente.
“E dai apri Johnny!
Cosa cazzo aspetti?!” bisbigliava tra sé e sé uno spazientito Bob
Kaufman.
Finalmente il
meccanismo della serratura cominciò a far rumore. Poi la porta iniziò a
scivolare verso l’interno dell’abitazione, quel tanto che bastava per far
spuntare un teschio umano dallo spiraglio.
Il teschio umano
parlò “Parola d’ordine?”.
“Fanculo Johnny vedi
che sono nei casini e, non solo te la prendi comoda ad aprire, ma fai anche
dell’ironia?!” protestò la giovane creatura mentre rapidamente entrava dentro
l’uscio.
“Parola d’ordine
corretta” proseguì quello che poi si rivelò essere un intero bianco scheletro
umano.
Bob, una volta al
sicuro, si appoggiò violentemente ad un muro dell’ingresso, rischiando anche di
ammaccarlo, cercando di riprendere il fiato perduto.
Il suo singolare
ospite lo scrutava incuriosito con le sue vuote orbite oculari. Alla fine si
decise a domandare “Vecchio trapanatore! Sei ancora in debito d’ossigeno per la
tua precedente prestazione?”
“Ma stai zitto
Johnny! Una volta che mi ero davvero deciso ad incontrarla, anche se ancora non
mi fido totalmente, dato che me l’ha consigliata Bill… comunque invece sono
finito inseguito dalla polizia”.
“Wow!” esclamò lo
scheletro sorpreso “Oh mio dio Bob! Ma cos’hai fatto a quella povera
fanciulla?”.
“Piantala Johnny!
Non le ho fatto proprio nulla, purtroppo” quest’ultima parola detta sottovoce
“il fatto è che, con questa faccia che mi ritrovo, non ispiro particolare
simpatia alla gente che incontro”.
“Eh a chi lo dici
amico… figurati che se avevo ancora il mio corpo ne avrei cambiata una ogni sera
di conigliette…”.
Poco più in là
dell’ormai famigerato parco, seduti su di una panchina vi erano tre loschi
individui.
“Non posso credere
di aver rinunciato ad una bella vacanza a Malibù per ritrovarmi in questa
“comunità rurale” della Pennsylvania” protestava il primo, caratterizzato da
occhiali tondi poggiati sul naso piuttosto pronunciato e baffi che gli
ricoprivano, come una sorta di tappeto, tutto il labbro superiore. Proteste che
gli uscivano dalla bocca come il fumo del sigaro che aveva consumato per più di
metà.
“Capo non ti
lamentare. Secondo me è stato davvero un grande affare venire qui: dove la trovi
tanta serenità a così poco prezzo?” a controbattere fu il secondo della
combriccola che aveva in testa, appoggiato alla sua folta chioma di capelli
mossi e scuri, un largo cappello nero.
L’ultimo membro del
trio sembrò essere pienamente d’accordo con queste ultime parole ma, a parte
scuotere vistosamente la testa, sulla cui cima dominavano una cascata di
riccioli rosa che fuoriuscivano da un logoro cilindro, non pronunciò nemmeno una
sillaba. L’unica sua azione degna di nota fu far suonare una curiosa trombetta
che aveva con sé.
Di colpo
l’attenzione di questi tre venne totalmente catturata da una ambigua
apparizione. La ragazza in questione si presentava coperta da un lungo abito
bianco, con guanti di pelle nera che gli si arrampicavano sul braccio fino poco
sopra il gomito, una cintura del medesimo colore che richiamava nella sua forma
una ragnatela, trucco nero pesante sugli occhi e nel rossetto sulle labbra ma,
soprattutto, ciò che colpiva di più era la capigliatura che sfoggiava con tanta
noncuranza. La sua forma ricordava molto la pettinatura del personaggio animato
di Marge Simpson, la differenza era che i suo capelli non erano blu ma
totalmente neri, tranne che per tre strisce bianche la cui forma ricordava
quella stereotipata di un fulmine.
“Non credevo che qui
a Faring Town halloween si festeggiasse prima” esclamò ancora sorpreso l’uomo
con gli occhiali, i baffi ed il sigaro.
“Dì quello che vuoi
capo, ma io una così non me la lascerei scappare! Sarà il mio sangue italiano…”
replicò il tizio con il cappello.
Ad entrambe le
battute fece eco il fastidioso suono della trombetta suonata dal terzo della
compagnia, che la fissava con gli occhi spalancati.
All’ilarità dei tre
la giovane in questione si bloccò d’un tratto, voltandosi poi infuriata verso di
loro “Mi trovate davvero così tanto divertente!?”
“Pre-Prego?” rimase
perplesso il fumatore.
“Già che questa
giornata è iniziata malissimo perché il ragazzo con cui avevo appuntamento,
anche se era una cosa combinata da altri, non si è presentato senza un valido
motivo. Poi ora arrivate voi tre, che sembrate usciti da un film degli anni ’30,
ed anche voi vi mettete a ridere alle mie spalle”.
Laura MacBean, che
nel frattempo stava attraversando un incrocio sulle strisce pedonali, fu
attirata dalla voce, che si faceva via via sempre più forte, di questa curiosa
ragazza.
“Ci perdoni
signorina, io ed i miei fratelli non volevamo assolutamente mancarle di risp…”
ma l’uomo con il cappello fu interrotto bruscamente dall’interessata.
“Non m’interessano
le vostre scuse, avrete la punizione che meritate!”.
A quest’ultime
parole tutti, compresa Laura, rimasero sbalorditi.
“ilamina ni
ivetamrofsart” furono le misteriose parole pronunciate dall’offesa, tenendo le
braccia puntate in avanti verso il trio.
In un attimo, tutti
e tre i colpevoli scomparvero e, al loro posto, comparirono tre animali: una
tigre, un cane ed uno struzzo.
Ancora shoccata
dall’accaduto, l’ex-Witch Girl esclamò “Ma com’è possibile? Un’altra strega qui
a Faring Town!”.
“Perché scusa, te
quante streghe conosci?”.
A questo improvviso
quesito la castana si voltò. Di fronte a lei si materializzò uno dei volti più
inquietanti che avesse mai visto. Pochi sottili capelli pettinati ai lati di una
fronte ampia e rugosa, un ghigno malefico disegnato sulla bocca e, a spiccare su
tutto, due occhi malvagi cerchiati di nero che fissavano la povera
sventurata.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” la
giovane, per la seconda volta in quella maledetta giornata, scappò via
urlando.
DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNN
Per la seconda
volta, sempre nel medesimo pomeriggio, il campanello di casa Luhan risuonò
nell’etere.
“Parola
d’ordine?”.
“Fanculo!”.
“Oh Bill sei te!
Aspetta che ti apro!”.
“Come stai
scheletrino?”.
“Bene! Bello,
pimpante e morto come sempre! E te come va?”.
“Non mi lamento.
Aspetta poi di sentire cosa mi è appena capitato…”.
“Sono tutto orecchi,
o meglio, fai conto che ce li abbia ancora attaccati al cranio…”.
“Allora giusto poco
fa ho incontrata Laura che, totalmente fuori di testa, mi dice che c’è un altro
mostro come noi in giro per la città, penso dipenda dal ciclo…”.
“Sì probabile,
capita che la gente sbarelli se gli rubano la bici”.
“Idiota! Comunque
ancora prima di questo ti devo raccontare di Bob…”.
“Ciao
Bill…”.
L’ibrido
ittico-umano si voltò di soprassalto quando sentì nominarsi in questo sommesso
saluto. Poi notò subito che si trattava soltanto di Bob Kaufman.
“Oh bene ecco il
nostro casanova! Allora dongiovanni dicci com’è andata con lei?”.
“Non mi va di
parlarne…”.
“E dai Bob! Io sono
rimasto a te che scappavi inseguito dalla polizia e…” Bill si accorse troppo
tardi di aver parlato troppo.
“Cosa?!”.
“Cioè intendevo che
ho sentito dire che…” ma ormai nessuna scusa avrebbe retto.
“Quindi tu mi hai
visto che ero in netta difficoltà e, deliberatamente, non hai mosso neanche un
muscolo del tuo corpo squamoso per darmi una mano!” poche volte era stato visto
Kaufman incavolato così tanto.
“Beh ma cosa potevo
fare scusa? Lo sai che già in passato, quando ancora non ero un mutante
acquatico per intenderci, ho avuto i miei piccoli problemi con la
legge…”.
“Ma dai gente…”
s’intromise, anche fisicamente, tra i due Johnny lo Scheletro “Piuttosto
dovreste essere contenti che vi siete ritrovati dopo quasi tre mesi. Peccato che
gli altri siano ancora all’estero sennò potevamo fare una bella
rimpatriata!”.
“Già… a proposito ma
Benji non dovrebbe rientrare domani?” chiese dubbioso Bob.
“Infatti, sperando
che gli aerei in Romania riescano comunque a decollare…” rispose ironico
Bill.
“Per quanto riguarda
gli altri” proseguì Johnny “Louis ha detto che si trova davvero bene in Galles e
Kramer, figuratevi, lui dall’Egitto non se ne andrebbe neanche se lo
pagassero”.
DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNN
“Però, è già la
terza volta questo giorno…” constatò lo scheletro vivente, una volta udito
nuovamente il trillo del campanello.
“E adesso chi può
essere?” domandò preoccupato, forse dalla possibile visita di alcuni tutori
dell’ordine, Bob.
“Beh dai se suona
un’altra volta è il postino, se ne suona un’altra ancora invece è un poliziotto,
quindi è per te cicciobello!”.
Ma, una volta atteso
qualche secondo, il silenzio regnò sovrano.
“Bah, io vado a
controllare…” informò gli altri Johnny.
“Controlla prima
dallo spioncino, mi raccomando!” consigliò sempre più ansioso
Kaufman.
Il momentaneo
padrone di casa seguì il consiglio e, una volta controllato dal foro, aprì la
porta.
“Sono qui quegli
stronzi?” chiese Emily Lambert, la ragazza spettrale di poco prima.
“Beh di stronzi qua
dentro ce ne sono, bisogna vedere se sono quelli che cerca lei…” rispose alla
meglio alla sconosciuta Johnny.
“Ora mi sentano
quegli…” iniziò la giovane donna mentre entrava dentro l’abitazione.
“Stronzi!” concluse
il morto vivente, che rimase bloccato a squadrare ciò che ella aveva dietro di
sé “Non ricordavo che lo zoo si fosse trasferito qui di fronte…”.
La ragazza, o
presunta tale, di Frankestein Boy si bloccò un attimo nel sentire quella frase
sibillina. Poi fece mente locale e
rispose “Ah sì quella è gente che ho incontrato per strada”.
“Perfetto è proprio
quello di cui avevamo bisogno: un cane, una tigre ed uno struzzo” lo scheletro
catalogò minuziosamente i tre animali mentre quest’ultimi entravano in
casa.
“Allora sei qui
bastardo!” esordì la femmina tradita.
“Amore ti posso
spiegare…” farfugliò il maschio traditore.
“Oh bene ora ci si
diverte!” esclamò il mutante rufiano.
“Sì Bill, aspetta di
vedere il resto della compagnia!” e detto questo gliela indicò con il dito
canuto.
L’oscurità stava
scendendo su Faring Town. Tenebre nere come il vestito di un nuovo inquietante
figuro. Il suo cranio, completamente privo di capelli, riluceva in maniera
sinistra sotto l’effetto della luce lunare. Ma ciò che inquietava di più erano i
suoi orecchi, caratterizzati da un padiglione auricolare estremamente appuntito,
ed i suoi incisivi, altrettanto acuminati. La creatura muoveva rapidamente i
suoi grandi occhi spalancati, mentre timidamente si affacciava da una stradina
laterale in una ben più affollata di veicoli. Fino a che non ci si trovò
praticamente in mezzo.
“Togliti dalle palle
drogato di merda!”gli inveì contro un automobilista, che, per fortuna, ebbe
anche i riflessi pronti per frenare all’ultimo minuto ed evitare così
d’investirlo.
Mentre i fasci
luminosi dei fari lo illuminavano, l’essere si strinse sempre di più la testa
fra le mani, che presentavano lunghe ed affilate unghie simili a letali
coltelli.
“Sei un attimo in
mezzo alla strada idiota!” proseguiva il guidatore.
“NNNNNNNNNNNNNNNNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
urlò disperato il mostro, prima di defilarsi in un altro vicolo
periferico.
“Sì Charlie ci sei
ancora? Scusami se ho staccato un attimo ma una merda mi ha attraversato
d’improvviso la strada…” riprese la sua conversazione telefonica il giovane
yuppie in auto “Lo so che certa gente è meglio metterla sotto, ma non volevo
rovinare il mio ferrarino nuovo di zecca, mi capisci vero?”. Poi la sua
attenzione passò a ben altro “Oh-oh! Scusami un attimo bello ma ora ti devo
lasciare, ho trovato una preda troppo giusta! Cia-Ciao”.
Di colpo, la Ferrari
Testarossa rallentò nelle vicinanze di una splendida donna, tutta vestita in
nero e con un corto taglio di capelli scuri sulla testa.
“Ehi bellezza! Che
fai tutta sola in questa triste città? Io mi chiamo Craig Cross. Ti va di andare
a mangiare qualcosa in un ristorante di lusso di cui sono socio?”
“No grazie, non ho
fame” Rispose rapida con un particolare accento lei che, per difendersi dal
freddo di quella strana notte, aveva indosso un giubbotto di jeans.
“Ma sei straniera?
Russa, magari?” insistette l’uomo ”Magari allora preferisci un pub?”.
“Non ho nemmeno
sete, grazie.” Tagliò corto nuovamente lei.
“Oh bella, non te la
tirare troppo! Perché invece non vieni un attimo con me che…” ma il bellimbusto
dovette bloccare i suoi vaneggiamenti dato che, nello stesso corpo sensuale che
ammirava qualche secondo prima, stava ora avvenendo una preoccupante
metamorfosi: la pelle chiara della donna si stava via via scurendosi sempre di
più, e ciò era dovuto alla comparsa di numerosi peli scuri su tutta la sua cute,
la sua altezza stava calando vistosamente, mentre ella stessa si acquattava al
suolo, le sue unghie aumentarono la propria lunghezza e dal suo ipnotico
fondoschiena spuntò, tutto d’un tratto, una lunga coda nera.
Gli occhi
completamente sbarrati dell’uomo potevano ora ammirare, proprio di fronte a
loro, un’autentica pantera nera che, a sua volta, li fissava sempre più
minacciosa.
“Oh cazzo!” imprecò
il bamboccione mentre, con la mano tremante, tentava di avviare il motore della
fuoriserie.
Il felino, di tutta
risposta, ruggì selvaggiamente, mentre scattava verso la sua preda. Era giunto
soltanto a pochi centimetri da lui quando, per fortuna dell’umano, l’auto partì,
sgommando sull’asfalto. Il predatore si dovette accontentare, soltanto, di una
profonda unghiata su tutto la fiancata sinistra del veicolo.
“Oddio! Per un
attimo ho vista tutta la mia vita passarmi davanti…” esclamò il fortunato mentre
riprendeva fiato e, nello stesso tempo, ripensava a tutto ciò che gli era
accaduto.
Mentre tutta questa
terrificante situazione prendeva atto, una giovane donna la osservava sorpresa
e, al tempo stesso, seccata da qualcosa.
“Ma com’è possibile?
Un’altra ancora?! Ora basta, devo raggiungere il prima possibile casa di Benji
e…” ma Laura MacBean non riuscì a terminare in tempo il suo ragionamento ad alta
voce.
“Beh sì, certe gente
si meriterebbe anche di peggio…”.
Ormai rassegnata al
peggio, la ragazza si voltò. Questa volta si trovò davanti un losco signore
dagli ispidi capelli biondi, che sputavano da sotto un lungo cilindro malconcio,
occhi iniettati della più totale follia e, a far bella mostra di loro nel suo
sorriso satanico, denti acuminati come coltelli.
“BBBBBBBBBBAAAAAAAAAAAASSSSSSSSSSSSSSSTTTTTTTTTTTTAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!”
urlò disperata Laura, mentre riprendeva la sua fuga dall’assurdo.
L’essere, dal cui
impermeabile che indossava s’intuiva essere in possesso anche di una vistosa
gobba, si trovò nuovamente solo. Fatta eccezione per la pantera nera che lo
fissava mansueta.
“Sei tu Irene,
vero?” domandò sibillino.
L’animale sembrò
quasi rispondergli, emettendo un lieve sbuffo.
Poi, ancora più
misteriosamente, canticchiò “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo
zampino”.
Magicamente, nel
giro di pochi istanti, la bestia scomparve lasciando il proprio posto alla
bella. Purtroppo di nuovo vestita.
L’uomo, per niente
sorpreso, aveva ora rivolto la propria attenzione verso un anonimo angolo
urbano.
“Maxwell, sei lì
dietro?”.
Quello che poteva
essere una vittima della precedente Ferrari, fece capolino da dietro il muro “Oh
Lucas! Sei davvero tu allora! Aiutami ti prego, la città mi sta scoppiando in
testa!”.
“Stai tranquillo,
quello che ha appena detto quella sventola mi ha fatto venire in mente
qualcosa…”.
“Sventola?”
sottolineò sorpresa la donna pantera.
DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNN
“Chi è questa
volta?” ad aprire nuovamente la porta fu lo scheletro dagli occhi
fiammeggianti.
“Salve, è questa
l’abitazione di Benjamin Luhan?” domando il losco figuro col cilindro in
testa.
Il teschio rimase
per qualche secondo a squadrare colui che aveva parlato e le due persone che lo
accompagnavano, poi rispose “Ma allora è proprio vero che oggi è arrivato il
circo in città?”.
“Senti mucchietto
d’ossa…” gli rispose a tono Lucas “È meglio che ci fai entrare che qua fuori è
tutto un gran casino!”.
D’un tratto Johnny,
come folgorato, pose maggiormente la sua attenzione sulla ragazza in completo
nero, con sulle spalle un corto giubbetto di jeans.
“Prego madame,
questa dimora è a sua disposizione” invitò a entrare con un inchino
servile.
“Grazie” rispose
timidamente la donna.
“S-Sì grazie” si
aggiunse il terzo essere.
A questo punto, lo
scheletro tentò subito di fare conoscenza con la figura femminile appena
entrata, cingendole una spalla con le sue dita ossute.
“Sai tesoro, per un
attimo vi avevo scambiato per dei malfattori e quindi…” purtroppo il morto
vivente non riuscì a concludere la sua frase. La causa di ciò fu la nuova
metamorfosi che coinvolse la moretta la quale, nel giro di qualche secondo, si
tramutò nuovamente in pantera nera.
Appena stabilita la
forma animale, essa balzò addosso al suo benefattore, facendolo cadere
rovinosamente a terra.
“Oddio la mia cassa
toracica!” si lamentò Johnny.
“Ma perché
continuate tutti a dire quella maledetta parola…” si lamentò Lucas.
“Che parola?” chiese
curioso lo scheletro, con ancora l’enorme felino sopra di lui.
“Uff!” sbuffò
l’interessato “Se dite la parola “attimo”, Irene si trasforma in pantera.
Mentre, per farla tornare normale, basta semplicemente dire che tanto va la
gatta al lardo che ci lascia lo zampino, tutto qua!”.
La previsione si
avverò e così Johnny si trovò sopra di lui la tanto agognata forma
umana.
“Perfetto! È proprio
quello che speravo! Peccato che abbia di nuovo i vestiti addosso…”.
“Mi dispiace tesoro
ma noi stiamo cercando Benjamin…” lo frenò immediatamente la ragazza.
“Purtroppo Benji è
in gita di piacere in Transilvania” l’informò il momentaneo padrone di casa,
mentre si rialzava insieme a lei “Però, se mi seguite, troverete altri mostri
interessanti!” invitò i tre a seguirlo.
E così, nientemeno
che nel salotto di casa Luhan, era presente una variegata selezione di creature
ed animali, neanche fosse la notte di Halloween.
“Ciao bellezza! Vuoi
qualcosa da bere?” partì immediatamente all’attacco Bill, puntando ovviamente
alla stangona.
“Mi chiamo Irene
Simms e no, grazie, non ho sete”.
Mentre il mutante
acquatico non demordeva nel suo intento, un’altra coppia, presente nella stanza,
stava avendo una discussione piuttosto accesa. Poi l’uomo ebbe come
un’illuminazione.
“Ehi, ma tu sei
Lucas!?” urlò improvvisamente Bob.
“Può darsi…” rimase
guardingo il tizio col cilindro.
“Ma sì!” proseguì
Kaufman “Tu sei Lucas Chambers, il fratello maggiore di Louis!”.
Lo stupore pervase
tutta la stanza.
“In effetti mi
ricordava qualcuno…” bisbigliò Johnny, mentre con le dita si strusciava la sua
bianca mascella.
DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNN
Questo suono, ormai
noto, fece voltare di colpo il teschio canuto.
“Si vede che Benji
non c’è, guarda quanta gente viene a farci visita!” commentava lo scheletro
mentre percorreva nuovamente il corridoio, per andare nuovamente ad aprire il
portone.
“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
urlò Laura mentre vide Johnny.
“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
urlò Johnny mentre vide Laura.
“Oddio Johnny sei
te…scusami ma sto vivendo una giornata d’inferno! Tutta Faring Town sembra
invasa da mostri! Prima al parco, oltre a Kaufman e a Bill, ho visto uno che
sembrava Quasimodo, il gobbo di Notre Dame. Poi, poco più in là, ho trovato una
strega, ma non come ero io, più brutta! E uno che ricordava il Fantasma
dell’Opera. Ed infine stasera c’erano una donna che si trasformava in pantera ed
uno strano tizio con mantello e cilindro!”.
Johnny lo Scheletro,
che per tutto il tempo di questo dettagliato resoconto aveva tentato,
inutilmente, di prendere la parola, aggiunse infine, scortandola verso il
salotto “Ce li ho quasi tutti, ma in più ho: Nosferatu il vampiro asburgico e
gli animali del circo!”.
Detto questo,
MacBean si trovò di fronte tutta la variegata combriccola che si era accampata
nella residenza dei Luhan.
“S-scusi signorina
il mio vero nome è Maxwell Schwartz…” la sorprese il vampiro.
“Ciao Laura, ti
posso presentare la mia ragazza: Emily!” proclamò raggiante Kaufman.
“Guarda che ancora
non abbiamo finito tu ed io!” gli ricordò lei, dandogli una gomitata al
fianco.
“Ehi bella! Notizie
di Benji?” la salutò da lontano Bill.
“Già, ne saremo
tutti particolarmente incuriositi” esclamò il più grande dei fratelli
Chambers.
La giovane donna,
come colpita da tutta questa ondata di novità, sembrò quasi traballare “Scusami
Johnny ma mi devo sedere un attimo…”.
“Fai pure tesoro, ma
ti avverto che hai parlato un po’ troppo…” le rispose lo scheletro mentre
guardava preoccupato verso un’altra direzione.
L’ex-strega,
insospettita da quest’ultima frase, si decise a guardare nella stessa direzione
in cui stava scrutando l’altro. Uno splendido esemplare femmina di pantera nera
stava ringhiando minacciosa nei suoi confronti.
“Oh cazzo… e ora che
faccio?” chiese impietrita la giovane.
“Tranquilla Laura,
basta che ti ricordi che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”
risolse tutto il non morto.
“A questo punto”
propose Emily “posso far tornare umani questi tre…” indicando con un dito la
tigre, lo struzzo ed il cane.
“Perché no! Tanto di
animali ce n’è già tanti qua dentro!” le rispose lo scheletro.
La ragazza si
concentrò e, successivamente, esclamò “inamu etanrot”.
L’incantesimo
funzionò alla perfezione ed altri tre esseri umani si unirono alla baraonda. Ma
ancora i conti non tornavano per Laura.
“Aspetta un attimo…
ne mancano ancora due…” affermò mentre si concentrava intensamente e, qualche
secondo dopo, esultò schioccando le dita “Quasimodo e il Fantasma!”.
“Bene ora è il mio
turno!” esordì Lucas “Diciamo, dunque, che anche loro sono presenti, senza però
occupare ulteriore spazio…”. Detto questo, il fratello maggiore dei Chambers
passò velocemente la mano davanti al suo inquietante volto e, letteralmente in
un battito di ciglia, il suo viso ed il suo vestiario mutarono.
“Ecco Quasimodo!”
annunciò fiero il suo nuovo raccapricciante aspetto “E poi…” ripeté il singolare
gesto di poco prima “Il Fantasma dell’Opera!” concluse con un altro viso
spaventoso.
“O mio dio ma è
impossibile! A meno che il Voltar non abbia ripreso a funzionare” ipotizzò la
ragazza.
“Probabile, comunque
devi chiedere a Bill perché ce l’ha lui” la informò lo scheletro.
“Che cazzo dici
Johnny? Io l’ho dato a Benji!” si difese immediatamente il mutante
marino.
“E allora perché io
non sono tornata ad essere una strega?” si lamentò Laura.
“Beh l’unica cosa
certa è che non potrai più fare il rito che t’insegnò Mortimer, dopo quello che
hai fatto con Benji…” le ricordò Bill.
“Stronzo!” urlò lei,
visibilmente arrossita.
Dopo qualche attimo
d’imbarazzante silenzio, Bob sentenziò “Quindi non ci resta che aspettare il
ritorno di Benjamin!”.
Il giorno dopo, un
giovane uomo faceva il suo ritorno a casa.
“… Quei bastardi
figli di puttana non sono neanche venuti all’aeroporto! Giuro che in un modo o
nell’altro gliela farò pagare! Non ho nemmeno le chiavi di casa ma, se non
altro, ci dovrebbe essere qualcuno, dato che la luce dentro è accesa…” concluse
il ragazzo mentre suonava il campanello della sua abitazione.
In tutta risposta la
porta si aprì e, da dietro di essa, spunto un enorme testone “Ehm… Ciao
Benji!”
Luhan rimase un
attimo perplesso “Come “Ciao Benji”?! Che cazzo ci fai in casa mia e poi,
soprattutto, brutti stronzi potevate venirmi a prendere
all’aeroporto!”
“Beh vedi, abbiamo
avuto qualche contrattempo…” cercò di scusarsi l’amico.
“Almeno posso
entrare in casa mia?”.
“Oh sì,
certo!”.
Frankenstein Boy
stava già avviandosi in saluto quando, stranamente, si accorse di non udire i
passi del compagno. Quando si voltò lo trovò bloccato sempre all’entrata, come
appiattito contro un muro invisibile.
“Ma
che?”.
“Ah, giusto! Per
favore Bob mi serve il tuo invito ufficiale ad entrate” spiegò il
vampiro.
“Cosa?” esclamò
stupito l’altro, poi si convinse “Ok… prego puoi accomodarti”.
“Ti ringrazio” ed il
giovane entrò come niente fosse.
“Cos’è questa
novità?” domandò incuriosito Kaufman.
“Mentre ero via ho
visto “Fright night”. Ora, quando entro in un’abitazione e sono in forma
vampiresca, devo avere l’invito formale ad accomodarmi”.
“Che stronza…” ma la
frase del ragazzo sovrappeso venne stroncata da un urlo.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Lo stesso Benjamin
fece un enorme balzo, mentre dirigeva il suo sguardo verso ciò che aveva emanato
quel potente grido. Ciò che vide nell’ombra gli sembrò alquanto
familiare.
“Cosa ci fa un
vampiro nella mia dimora? Cioè intendo un altro vampiro!?”.
“Perdonami ma, qui
al buio, è l’unico posto che mi ricorda la mia camera oscura” spiegò
l’interessato.
Luhan tornò a
fissare minaccioso Bob “Ecco vedi Benji, stavo giusto tentando di spiegarti…” ma
Kaufman fu nuovamente interrotto.
“Benji! Vecchia
carcassa! Come va la vita?” lo salutò festoso la creatura marina mutante con una
pacca palmata sulla spalla.
“Cosa ci fa anche
Bill qua dentro?” subito notò la luce accesa in salotto “Ora basta! Chi altro
c’è?”.
Come una furia si
diresse nella stanza, per poi rimanere pietrificato dal caos che vi si
trovava.
Un tipo strano con
in testa una parrucca rosa ed un cilindro strombazzava impazzito, mentre altri
due sconosciuti discutevano animatamente. Intanto una ragazza con i capelli neri
striati di bianco gli si avvicinò di scatto.
“Tu devi essere il
mitico Benji? Piacere io sono l’ex-ragazza di Bob!”.
Ma il giovane non le
diede peso, avendo già passato la sua preoccupazione verso un altro angolo della
stanza.
“Beh non sarà come
suonare un organo, ma meglio che niente…” disse un ragazzo, in versione Fantasma
dell’Opera, mentre si apprestava a suonare il vecchio pianoforte di casa
Luhan.
“Fermo idiota! Non è
nemmeno accordato questo coso!” lo bloccò in tempo Benji che, pronto ad
infamarlo a più non posso, rimase come ipnotizzato dal rumore di tacchi sul
pavimento.
Voltatosi, vide una
delle più belle creature femminili avvicinarglisi maliziosa, con il suo bel
corpo formoso coperto da un aderente vestito scuro.
“E noi che pensavamo
tu potessi darci un mano, mentre invece finora ci hai soltanto offeso” gli
parlò, andandogli sempre più vicino.
“Sc-scusatemi è
c-che non… insomma io vo…” ma il ragazzo non riusciva a trovare le
parole.
“Ti vedo un attimo
in difficoltà Benji” lo punzecchiò l’altro, appoggiato al pianoforte.
“Stai zitto tu!” gli
sputò contro Vampire Boy, per poi notare una certa somiglianza “Aspetta ma tu
non sei…”.
“Benji! Ma cosa stai
facendo?!” gli urlò contro Laura, appena sopraggiunta.
“E bravo il mio
capo! Fa conquiste anche nel mondo animale!” ironizzò Johnny, arrivato insieme a
lei.
“Ma che…” poi
Benjamin Luhan si trovò con un enorme felino a leccargli il viso.
Dopo aver assistito
per qualche minuto alla scena, lo scheletro decise di porre rimedio a quella
complicata situazione “Ok sono contro la violenza sugli animali, tanto va la
gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.
Purtroppo tale
scelta non fece che peggiorare la situazione, dato che Benji si trovò bocca a
bocca con la stessa splendida ragazza di prima.
“Brutto porco!” gli
inveì contro MacBean, che fuggì via irritata.
“Aspetta Laura!”
cercò di fermarla lui, una volta liberatosi della sensuale stretta della
donna-pantera. D’un tratto, rivolse uno sguardo rosso sangue verso colui che
aveva deputato a custode dell’abitazione “Che cazzo hai combinato
Johnny?”.
“Ooooooook…” esordì
l’interessato, con le ossa che iniziarono a tremare tutte “Penso sia giunto il
momento di un piccolo riepilogo… dunque… a quanto c’ho capito, il Voltar sembra
aver ripreso a fare qualcuno dei suoi simpaticissimi scherzetti, portando
direttamente qui a casa tua qualche piccola novità: Maxwell Schwartz, il
nosferatu che hai visto urlare prima in corridoio, Lucas Chambers, fratello
maggiore del nostro caro Louis e, soprattutto, la gran sgnaccherona di Irene
Simms, che hai già conosciuto piuttosto bene…”
Luhan spostò il suo
sguardo che sembrava dire “Ecco chi sei!” dal penultimo ad uno, nettamente più
imbarazzato, verso quest’ultima.
“Mentre quest’altra
splendida creatura” indicando la ragazza che li squadrava accigliata “È Emily
Lambert, l’ex-fidanzata di Kaufman…” proseguì il teschio.
“Perché
ex-fidanzata?” chiese stupito il non morto innamorato.
“Dopo te lo spiego
io…” tagliò corto lei, sempre più nervosa.
“Ovviamente poi si
sono accodati anche lo stesso Bob ed il fantastico Bill!” aggiunse sempre
Johnny.
Ma ancora a Benji i
conti non tornavano.
“Ah, giusto!”
concluse lo scheletro “Quei tre lì non so nemmeno chi sono, ma di certo sono
molto simpatici!”.
Dopo qualche minuto,
ormai Benjamin si era rassegnato ad avere tutta quella colorita compagnia in
casa propria. D’un tratto chiamò a raccolta le persone a lui più fidate: Bill,
Bob, Laura e Johnny.
“Ragazzi, tutte
queste novità mi hanno fatto tornare in mente che ho qualcosa da
mostrarvi…”.
“Non pensare con
questo che ti abbia già perdonato, qualsiasi cosa tu ci faccia vedere!” mise in
chiaro MacBean.
“APRITI!” urlò il
vampiro, con il braccio teso e il palmo della mano aperto verso il centro del
corridoio d’ingresso.
Come una porta
segreta, un varco si aprì dinnanzi agli altri quattro sbigottiti.
“Ma che cazzo?!”
esclamò Bill.
“Questo lo sanno
fare tutti in Romania?” s’informò divertito lo scheletro.
“Ok, seguitemi”
l’invitò Luhan.
“Ti ringrazio Benji
ma preferisco andare a fare uno spuntino” respinse l’invito Kaufman.
Vedendo il quartetto
titubante, Vampire Boy provò a spronarli “Dai ragazzi! Fidatevi di me,
d’altronde sono o non sono il capo del Monster Commando?”.
Infine si convinsero
a seguirlo ed attraversarono l’entrata luminosa. L’ambiente che trovarono
dall’altra parte li sorprese alquanto. Apparentemente si trovavano in un’ampia
radura, a sua volta tutta circondata da una tetra foresta. Il cielo sopra di
loro era nuvoloso e scuro, del tipo minacciante pioggia.
Poi l’attenzione di
tutti fu presa da ciò che si ergeva al centro di quello spazio: un’enorme casa
coloniale bianca, caratterizzata dalla presenza di una torre centrale con, alla
propria sommità, due enormi vetrate simili agli occhi di un gufo
notturno.
“Che ne dite?”
chiese entusiasta Benji.
“Beh… è l’ideale per
passarci i week-end” ironizzò Johnny.
“Eppure mi ricorda
qualcosa…” sottolineò Bob, grattandosi il mento voluminoso.
“Ma e la casa di
Amityville!” sentenziò Bill.
“Esatto!” confermò
Luhan “Infatti lo battezzata Amityville headquartier!”.
Un gelo cade sul
gruppo.
Laura decise di
rompere il silenzio “Poi mi devi spiegare come mai ora sei te a fare le magie e
non più io!”.
“Come ci sei
riuscito Benji?” domandò curioso Frankenstein Boy.
“Già! Di certo non è
una cosa che capita tutti i giorni…” aggiunse il mutante marino.
“Vi spiegherò tutto
a tempo debito. Pensate a quando la vedranno Louis e Kramer!” disse raggiante il
ragazzo.
“Piuttosto…”
richiamò l’attenzione Johnny “Ma degli altri che ne facciamo?”.
FINE?
GUIDA ALLA
LETTURA:
per la
realizzazione di questo racconto ho preso spunto da un’avventura presente in un
albo speciale di Dylan Dog, con protagonista esclusivo il suo assistente
Groucho, che s’intitola “Non urlate a quella
porta”.
Ovviamente per i
personaggi di Bob Kaufman, Bill, Laura MacBean e Vampire Boy vi rimando al primo
capitolo di questa serie, ossia il racconto di 10 capitoli “Monster
Commando”.
Dopo la loro
suddetta prima avventura, i ragazzi hanno deciso di partire per dei “viaggi di
formazione” nei luoghi d’origine delle loro controparti mostruose, quindi per
Benji la Transilvania in Romania, per Louis il Galles, per Kramer l’Egitto, per
Kaufman dovrebbe essere la Svizzera mentre, per Bill, diciamo che il giovane non
abbia granché voglia di spostarsi…
Uno dei primi
personaggi che si presentano in questo nuovo capitolo è Johnny Lo Scheletro, un
non morto che, a dir la verità, aveva fatto la sua prima apparizione in un breve
cameo nel capitolo 6 del racconto precedente, dal titolo
“Allenamento”.
I tre personaggi,
che poi in seguito verranno trasformati in animali da Emily Lambert, sono
ispirati, dato anche l’origine di questa storia, ai comici classici da me
preferiti e cioè i fratelli Marx.
Gli incantesimi
delle ragazza (o presunta tale) di Bob sono semplicemente scritti
all’incontrario, sia per quanto riguarda le lettere che compongono le parole,
sia per l’ordine di quest’ultime.
Irene, la donna
pantera, ha un particolare accento perché sua madre è
croata.
La terza
trasformazione di Lucas Chambers è un personaggio tratto dal film “Il fantasma
del castello” (titolo originale “London after midnight”) di Tod Browning,
considerato il film più importante tra quelli catalogati ufficialmente come
“film perduti”.
Dovrebbe essere
tutto comunque, in attesa di una nuova avventura dei nostri ragazzi (perché
sicuramente ci sarà), se avete ulteriori curiosità da chiedermi, potete
contattarmi tramite la mail dell’efp, oppure sul
forum.