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(fdp)
Disclaimer: Niente
di mio, non ci cavo un euro.
N/A: Scritta
per il COW-T#3,
missione 1, prompt "pelle" #TEAMSUTHIFTW
—
Scritta anche per 500themes_ita,
prompt #54.
Atto di fede.
—
Titolo da 20
Years dei
Placebo. Anche se in questo caso sono ventisette, direi che
è comunque la canzone perfetta.
There are twenty years to go
Capisce
di averla persa nel momento esatto in cui il fienile scompare, ma a
convincerlo non è tanto il vedere quel grosso edificio
accartocciarsi su se stesso e rimpicciolire fino ad essere inghiottito
in un buco nero, quanto piuttosto il fatto che non appena il fienile
sparisce — portandosi dietro anche Duke,
che riesce a saltare dentro appena in
tempo — Nathan si accorge di sentire.
Sente
il vento sulla faccia e tra i capelli, sente il calore del sole sulla
pelle e il contrasto delle fredde lacrime di sudore che gli scivolano
nel colletto, sente l'erba e i sassi pungergli le ginocchia anche
attraverso i jeans, e soprattutto sente dolore.
Allora
si ricorda della pallottola che ha da qualche parte lì nella
pancia e schiaccia entrambe le mani contro la ferita — caldi
fiotti di sangue gli inondano le dita, e questa sensazione
magari se la sarebbe anche risparmiata — poi ricade a terra,
sopraffatto.
Perde
i sensi in quel campo desolato, tra l'odore della polvere da sparo, il
sibilo dei meteoriti che continuano a cadere e la puzza di bruciato che
il vento sembra divertirsi a sbattergli violentemente in faccia.
Perde
i sensi con il nome di Audrey sulla bocca e l'immagine di Duke che
scompare insieme a lei fissata in testa.
Quando
rinviene, in un'anonima stanza di ospedale, circondato da anonimi
macchinari e da anonime infermiere, la tempesta di meteoriti
è finita da un pezzo e si stanno già contando
vittime e dispersi.
Audrey
e Duke risultano tra questi ultimi, gli dice il suo sottufficiale,
quando viene a fargli rapporto.
Nathan
annuisce stancamente perché la maschera dell'ossigeno non
gli permette di fare altro.
Non
può dire quello che è davvero successo, non
può dire che alcune di quelle persone scomparse non verranno
mai ritrovate perché sono state risucchiate in un maledetto
strappo temporale, non può dire nemmeno che quella tempesta
non è stata una casuale calamità atmosferica, ma
un estremo tentativo di resistenza ad un destino ingiusto, crudele e
ripetitivo.
No,
non può dire niente di tutto questo, e anche se potesse,
anche se raccontasse loro tutta la storia, molto probabilmente a nessun
altro importerebbe.
Perché
i Problemi se ne sono andati, e tanto basta. Non importa quale tributo
di sangue si sia dovuto pagare, non importa quale sacrificio
è stato chiesto e chi abbia dovuto portarlo a termine.
Haven
è di nuovo una cittadina normale, e Haven sa mantenere i
suoi segreti.
Lo
dimettono due settimane più tardi, con una lista di
medicinali da prendere e una serie di raccomandazioni e visite di
controllo da seguire.
Nathan
continua ad annuire per tutto il tempo, mette la sua firma su una
decina di fogli diversi, accetta tutto l'incartamento che gli
viene offerto e, non appena giunge nel suo ufficio, butta tutto nella
spazzatura.
Sa
che deve fare qualcosa, ma non sa cosa. Non sa nemmeno da dove
cominciare.
Quindi
passa il suo primo giorno di lavoro a fissare la scrivania vuota
dall'altra parte della stanza e a riempire centinaia di moduli e a
rispondere a decine di domande che vogliono sapere cosa, come e quando
è successo quello che è successo, senza
però volerlo sapere davvero.
È
strano tornare alla normalità. È strano sentire
la consistenza della carta sotto le dita mentre scrive un rapporto,
è strano scottarsi la lingua con il caffè,
è strano sentire il tocco di qualcun altro su di
sé.
È
strano, insomma, riavere indietro la propria pelle dopo tanto tempo
passato in un corpo uguale ma totalmente insensibile, quasi metallico.
Ripensa
allo skinwalker e sente un brivido freddo scendergli giù per
la schiena.
Poi
ripensa al fatto che prima solo Audrey aveva il potere di fare breccia
in quell'involucro di insensibilità che era il suo corpo, e
stringe i pugni così forte da farsi male.
Dave
non è d'aiuto, Vince non vuole esserlo.
Dwight
fa quello che può, ma non è che si possa fare
molto quando non si ha in mano niente.
Nathan
comincia con il farsi carico di mandare avanti il Grey Gull e tenere
d'occhio la barca di Duke. Se lui è lì con Audrey
- ovunque sia lì e sperando che ci sia ancora un'Audrey -
allora glielo deve.
Eppure
non può fare a meno di odiarlo. Per essersi innamorato di
lei, per avergli impedito di seguirla, per essere stato lui, alla fine,
a scomparire con loro - con Audrey e con suo figlio.
Spera
che almeno Duke riesca a proteggerli. E forse, in fondo, spera anche
che loro riescano a proteggere lui.
Quando
torneranno indietro, comunque, nessuno potrà impedirgli di
prenderlo a pugni.
(Non se torneranno
indietro, perché sa che
lo faranno. Quello che non sa è se riusciranno a tornare
prima di altri ventisette anni).
Ci
sono due immagini che lo tengono sveglio di notte o che, se riesce ad
addormentarsi comunque, lo seguono fedelmente nei suoi incubi.
La
prima è quel dannato fienile che scompare davanti ai suoi
occhi, portandosi dietro tutte le persone che abbiano mai contato
qualcosa nella sua vita.
La
seconda è sempre quel dannato fienile che riappare nello
stesso campo, liberando una donna e due uomini completamente uguali e
profondamente diversi da quelli che erano. E ad accoglierli
c'è lui, con i capelli grigi e le rughe intorno agli occhi,
con ricordi che per loro ormai non hanno più importanza o
che, peggio ancora, non hanno affatto.
La
prima immagine è quella che più lo fa arrabbiare.
La seconda è quella che gli fa riscoprire il sapore
delle lacrime.
Dovendo
scegliere tra il riavere sia Audrey che il suo Problema o perderli
entrambi, sceglierebbe sicuramente la prima. Nessun dubbio a riguardo.
La
conferma — se mai ce ne fosse stato il bisogno —
arriva la prima volta che, ubriaco e particolarmente stanco di quella
che si prospetta essere una lunga, lunghissima attesa, si ritrova a
letto con una donna.
È
bella e di sicuro sa come dare piacere, e stringere quel corpo caldo,
sentirlo contro di sé, accarezzarlo e lasciarsi accarezzare
è di sicuro una delle migliori sensazioni che abbia mai
provato da tanto, troppo tempo.
Ma
non è niente paragonato al corpo di Sarah, al suo sorriso,
al suo modo dolce di fare l'amore.
L'unica
cosa che Nathan ha bisogno di
sentire è Audrey, e pazienza per i sapori, pazienza per i
brividi di freddo e il tepore del sole, pazienza per tutto il resto.
Quelle sono tutte cose di cui può fare a meno o di cui,
perlomeno, sa di potersi abituare a fare a meno.
Quando
la donna gli infila il suo numero nella tasca dei pantaloni, Nathan
sorride e annuisce, ma anche quel foglietto finisce ben presto nel
cestino della spazzatura.
Tre
mesi dopo la scomparsa del fienile, Nathan guida tutta la notte, si
cerca un pub malandato dove buttare via tutti i soldi che ha nel
portafogli, e si mette a provocare un tizio accasciato sul
bancone di fianco a lui fino a quando non scatta la
rissa.
Non
se la cava male, ma il suo avversario ha un amico grosso quanto un
armadio a quattro ante, e le scazzottate leali esistono solo nei film
western degli anni '60.
Finisce
in ospedale per altre due settimane, con una costola rotta e
più lividi di quanti ne possa contare.
Fisico
o meno, il dolore è l'unica cosa che gli è sempre
stata familiare.
Alla
fine capisce che la speranza è l'unica cosa che gli
rimane.
E
allora spera. E prega.
Prega
per un miracolo che in realtà è una maledizione,
e che quindi, pensa, dovrebbe essere un po' più facile da
ottenere. Almeno lì ad Haven.
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