Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma
sono di
proprietà di Manabu Kaminaga e Suzuka Oda.
Di cioccolata e fantascienza
La festa più inutile
dell’anno era sempre stata
quella. Addirittura era più consumistica e commerciale del
Natale.
Yakumo si era sempre stupito del fatto che alla gente non venisse uno
sfogo cutaneo a forza di tutto quello zucchero che si respirava
nell’aria, oltre che un bel mal di pancia per i quintali di
cioccolata ingerita.
Non che si stesse lamentando dell’aspetto dolciario,
solo… trovava privo di senso festeggiare San Valentino.
Un’inutile perdita di tempo e spreco di energie.
Perché solamente per quel giorno si regalava la cioccolata?
Perché solo quel giorno c’erano file di liceali
che dovevano lasciare i dolci direttamente nelle mani del
più popolare della scuola? Perché, nonostante
fossero all’università e avessero superato tutti
quanti il disastroso periodo adolescenziale, certe scene non passavano
mai di moda?
Ma soprattutto: perché quella mattina davanti alla porta del
club degli amici del cinema c’erano ammucchiati dei
pacchettini del colore delle mèches di quella
lì?!
In fondo, non se l’era sentita di lasciarle lì in
mezzo ai piedi, dove chiunque avrebbe potuto calpestarle. Un
po’ di rispetto per la cioccolata!
«Yakumo! Buongiorno!»
Ebbene, anche quel giorno lei era arrivata a disturbare la sua
tranquillità e sanità mentale. Non aveva della
cioccolata da dare in giro come il novantanove virgola nove percento
delle studentesse della facoltà?
No, perché lei doveva far parte di quello zero virgola un
percento.
«Be’? Che succede stamattina?» gli chiese
vedendolo assorto nei suoi pensieri.
Prima che lui potesse rivolgerle un semplice sguardo, la porta del club
si aprì nuovamente.
«Yakumo! Non starai ancora poltrendo??»
sbottò Goto entrando, seguito dal fedele Ishii.
«Signor Goto, ne ha di tempo da perdere proprio oggi! Sua
moglie l’ha lasciato di nuovo?» ghignò
Yakumo.
«Stai zitto, stupido moccioso! Haruka-chan, non sarai venuta
a dare la cioccolata a questo qua?!»
Haruka arrossì vistosamente a disagio, balbettando parole
sconnesse per negare.
«È per caso geloso?» continuò
a ridersela sotto i baffi Yakumo. «Piuttosto, cosa
volevi?» si rivolse ad Haruka con un cenno del capo.
«Cosa? No, nulla d’importante!» rispose
lei in fretta.
«Non è che poi finisce come l’altra
volta?» inarcò un sopracciglio in modo eloquente.
«No! Davvero.» scosse la testa lei, tenendo gli
occhi bassi.
Yakumo non sembrò convinto, ma non indagò oltre.
Rilasciò un sospiro, mentre spingeva una parte dei pacchetti
colorati verso il signor Goto che lo fissò incredulo.
«Li prenda. Così si sentirà meno
solo.»
«Tu, brutto…!!!» si irritò
Goto, desiderando ardentemente di spaccargli a suon di pugni quel bel
faccino che si ritrovava.
«Sono tutte per te?» chiese Ishii incredulo.
Anche Haruka si avvicinò incuriosita per dare una
sbirciatina a quell’esplosione di sgargianti
varietà sul rosa-rosso sulla scrivania del club. Quando era
arrivata non li aveva proprio notati…
«A quanto pare…» scrollò le
spalle Yakumo. «Erano fuori dalla porta.»
«Oh, non sapevo avessi tutte queste ammiratrici
segrete.» commentò Haruka.
«Chissà se le conosco…»
avvicinò una mano per afferrarne uno.
«Avranno sicuramente dei problemi di vista,
poverette!» si prese la rivincita Goto, sghignazzando.
«Haruka-chan!» richiamò la sua
attenzione Ishii distraendola dall’intento.
Rovistò nella tasca della giacca per trovarlo.
«Per te.» disse.
Haruka si voltò. Con gli occhi sgranati per la sorpresa del
tutto inaspettata e le labbra socchiuse, fissò un piccolo
pacchetto grande quanto il palmo della mano di Ishii.
«Veramente…?» sussurrò
basita, prendendolo.
Ishii annuì convinto ma con le guance rosse per
l’imbarazzo. Iniziò a sentirsi a disagio: le mani
sudate stropicciavano il tessuto del completo che indossava, convinto
di esser stato troppo precipitoso.
«Non è nulla di che. Solo…
per… perché oggi è San Valentino
e… sei una ragazza così gentile che volevo
ringraziarti.» si complimentò tra sé
per quella mezza verità.
Haruka sorrise dolcemente: «Ma non doveva
disturbarsi.»
Mentre lei scartava il pacchetto, Goto lanciò uno sguardo
con la coda dell’occhio a Yakumo che appariva tranquillo. Ah,
che peccato non avere la soddisfazione di vederlo rodersi per la
gelosia!
«Non erano le ragazze a dare la cioccolata?» chiese
Yakumo fissando la scena con scarso interesse.
«Sì, sì, certo! Ma questo non
c’entra niente con San Valentino. Cioè, non
proprio, ecco!» si affrettò a spiegare Ishii.
«Dovresti vergognarti, Yakumo.» lo
punzecchiò Goto. «Avresti dovuto regalare anche tu
della cioccolata ad Haruka-chan. Con tutta la pazienza che ha nel
sopportarti…!»
La risposta di Yakumo venne soffocata dall’esclamazione di
Haruka che aveva finito di aprire il pacchetto.
«Wow! Cioccolata bianca! È la mia
preferita.» sorrise, facendo un leggero inchino a Ishii come
ringraziamento.
«Ah, meno male!» sospirò
l’ispettore sollevato. Purtroppo, sbadato com’era,
si era ricordato della ricorrenza soltanto quella mattina grazie a Goto
che gli aveva dato l’idea, perciò non aveva avuto
molto tempo per scegliere.
«Signor Goto, adesso che Ishii si è dichiarato mi
dice che cosa è venuto a fare qua? Dev’essere una
cosa importante vista la sua fretta…» disse
Yakumo, facendo agitare Ishii che ridiventò del colore della
festa.
«Ti sta solo prendendo in giro.»
sogghignò Goto per tranquillizzarlo. «Comunque
sia, per una volta hai ragione, Yakumo. Abbiamo scherzato
abbastanza.» divenne serio.
«Ah, aspettate! Ho qualcosa anch’io!» si
ricordò Haruka.
Infilando la mano nella borsa che portava per cercare, tirò
fuori due pacchetti che diede a Goto e Ishii.
«Per voi.» sorrise.
«Ma non dovevi, Haruka-chan!» la
ringraziò Goto.
«Ma quant’è fortunato, signor
orso.» si finse entusiasta Yakumo.
«Non posso dire lo stesso di te.» si
vendicò lui.
«Aehm! Yakumo, la tua l’ho persa. Mi
dispiace.» si scusò Haruka stranamente agitata.
Il ragazzo scrollò le spalle come se non gli importasse
nulla.
«Bene. Allora vi lascio. Grazie ancora, signor
Ishii.» salutò lei.
«Di nulla. Grazie a te.» rispose Ishii.
«Buona giornata, Haruka-chan!» rispose invece Goto.
«Vedi di non cacciarti nei guai nel frattempo.» la
salutò Yakumo.
«Ehi! Cosa vorresti insinuare?» se la prese lei, ma
poi sorrise pensando che lui avesse davvero un modo tutto suo di
mostrarsi gentile e preoccupato. «Ci vediamo.» lo
salutò, chiudendosi la porta alle spalle.
*
Haruka pagò tutto ed uscì dal supermarket.
Sovrappensiero s’incamminò per tornare
all’università per riempire il frigo, e la pancia,
del ragazzo più difficile che avesse mai incontrato.
Perché Yakumo era così, insensibile e difficile,
così scostante da mostrarle sempre una dolcezza strana ed
impacciata che le riempiva il cuore di tenerezza. Quel carattere poco
amabile nascondeva in realtà la sua timidezza e la sua
gentilezza.
Haruka ormai lo sapeva bene. Poteva dire di conoscerlo abbastanza e
sicuramente più di qualunque altra ragazza
dell’università, più di tutte quelle
che gli avevano lasciato la cioccolata davanti l’aula del
club.
Mh, forse era un po’ gelosa. Ma solo un pochino, eh!
Con un sospiro portò la mano libera dalla busta della spesa
sulla borsa. Nonostante la spessa stoffa riuscì a sentire
gli spigoli della confezione della cioccolata che non gli aveva dato.
Era rimasta davvero sorpresa nello scoprire che anche lui avesse delle
ammiratrici. Be’, e come biasimarle? In fondo era un bel
ragazzo.
Era arrivata impreparata a quella situazione e quasi impaurita, non ci
aveva minimante pensato ad un’eventualità di quel
genere. Perché avrebbe dovuto dargli anche la sua cioccolata
quando ne aveva così tanta che poteva permettersi di
dividerla con il signor Goto?
Eppure, Haruka si arrabbiò con se stessa rimproverandosi.
Non era certo il tipo di ragazza che si faceva tutti questi problemi,
però… La sua cioccolata non nascondeva alcun
significato, no? Perché credeva che per Yakumo sarebbe stata
diversa dalle altre?
Puntò lo sguardo innanzi, decisa. Sarebbe tornata
all’università, l’avrebbe aspettato nel
caso in cui non fosse ancora rientrato, e gli avrebbe dato la
cioccolata!
Sospirò affranta. Stupida Haruka!, si riprese.
Accelerò il passo per arrivare prima.
Quando aprì la porta dell’aula del club, non si
sorprese nel trovarci uno Yakumo palesemente stanco e assonnato.
«Ancora in giro?» l’apostrofò
con uno sbadiglio.
«La spesa.» spiegò Haruka semplicemente.
«Mh, potevi ricordarmelo. Dopo che ti sei impuntata tanto
ieri per convincermi a venire con te.» brontolò.
«Ma c’era il signor Goto.» si
giustificò lei. «E poi, ce l’ho fatta
anche da sola. Vedi?» mostrò fiera la busta della
spesa.
Yakumo si portò una mano davanti alla bocca, ridacchiando.
«Dai qua.» si alzò per prenderle la
busta di plastica.
Haruka lo fissò rovistarci dentro e sistemare tutto nel
frigo. Aveva preso acqua e bibite dolci, come succhi di frutta, e
ciò che sapeva sarebbe piaciuto a lui. Non che poi fosse
così difficile da indovinare: amava i dolci, anche se
l’avrebbe sempre negato.
Ridacchiò riportando alla mente i momenti in cui
l’aveva sorpreso con il cucchiaino affondato in un budino o
in una coppetta di gelato. Le faceva nascere un dolce sorriso sulle
labbra e, se era giù, aveva la capacità di
riportarle il buonumore.
«Be’? Ti serve qualcosa?» le chiese
Yakumo dopo aver finito di riporre tutto.
Haruka inspirò per farsi coraggio.
«In realtà sì!
Io…» s’infervorò prima di
interrompersi di colpo. «Io… io…
niente.» balbettò.
Yakumo la squadrò per nulla convinto.
«Che cosa hai combinato? È da stamattina che sei
strana.» sospirò lui.
«Non sono strana! Sono normalissima.»
rimbeccò lei.
«Non è che sei stata rifiutata da quello che ti
piace? Guarda che non c’è nulla di cui
vergognarsi, era piuttosto ovvio…»
Haruka resistette alla voglia di picchiarlo con tutta la forza e la
rabbia che le aveva scatenato dentro. Ma come si permetteva
quel…!
«Ehi!» si infuriò. «Solo
perché domani ti sentirai male per tutta la cioccolata che
hai ingerito oggi, non ti fare tanto il gradasso!»
«Veramente l’ho data a Nao.» rispose lui.
«E in più non sono affari…
Cosa?!» si fermò sconcertata.
«La cioccolata. L’ho data a Nao.»
ripeté Yakumo tornando ad occupare il solito posto alla
scrivania del club. Un sorriso canzonatorio faticava a lasciare le sue
labbra.
Haruka chiuse gli occhi sconfitta e si passò una mano tra i
capelli. Ah, come doveva fare con lui? Ogni volta, ogni secondo che
passava in sua comagnia, riusciva a stupirla, oltre che confonderla.
Sorrise.
«Non ci credo! Davvero non ne hai conservata nessuna per
te?»
Yakumo appoggiò i gomiti sulla scrivania e il mento sulle
dita incrociate in un gesto eloquente più delle sue frasi
spicciole ed essenziali.
Haruka ridacchiò. Era così dolce, più
di ogni dolciume esistente sulla terra, più di ogni
cioccolata di San Valentino.
«E poi San Valentino è una festa
stupida.» commentò Yakumo.
«Per te sarà così, ma per altri
è una festa speciale durante la quale può
accadere qualcosa di magico.» rispose lei, aprendo la borsa e
porgendogli il pacchetto di cioccolata.
«Questa non è magia. È
fantascienza.» sorrise Yakumo al suo gesto.
«Non fare tanto il prezioso e accettala!»
sbuffò lei divertita.
«Non l’avevi persa?» indagò
lui.
«Sì, ma non hai appena detto che è
fantascienza? Facciamo che in realtà la mia borsa
sia… l’ultimo modello di materializzatore di
oggetti smarriti?» fu incerta sul nome della tecnologia
immaginaria. La fantascienza non era proprio il suo genere preferito di
lettura o film.
Yakumo protese un braccio per prendere il pacchetto quando Haruka si
ritrasse.
«Ehm, senti… anche questa andrà a
Nao-chan?» gli chiese.
«Che domande fai? Ho bisogno di zuccheri dopo una giornata
passata insieme all’orso.» sbuffò lui.
Haruka sentì accelerare i battiti a quella frase che
nascondeva più di mille significati. Avrebbe potuto mangiare
qualcosa di quello che lei aveva appena comprato e invece voleva la sua
cioccolata.
«L’ho fatta io, perciò non ti aspettare
granché.» borbottò dandogliela.
Era meglio che sapesse solo quello e non che aveva perso un intero
pomeriggio per riuscire a prepararla. Ah, quanti tentativi mal riusciti
aveva dovuto attraversare prima di ottenere un risultato che si potesse
definire mangiabile!
Yakumo non le diede corda ed aprì l’incarto. Senza
degnare di uno sguardo la decorazione della scatola, tolse il coperchio
e scartò il primo cioccolatino.
Haruka si fece coraggio, aspettando il verdetto con i battiti del cuore
a mille per l’agitazione.
Nella testa un unico pensiero: La stava mangiando davvero!
Stava
mangiando la sua cioccolata!
«È fantascientifica anche questa.»
commentò poi Yakumo con una smorfia di disgusto.
Haruka fece per riprendersela, rimproverandosi mentalmente della
propria stupidità e testardaggine nell’aver voluto
farla lei, la cioccolata, anziché comprarla, come invece
aveva fatto per quella che aveva dato a Goto e Ishii.
Yakumo però fu più veloce di lei e ne prese un
altro.
Seguito da un altro ancora.
Doveva pur recuperare gli zuccheri e le calorie perse, no?
Ma
ciaooo!!! :) Come va? Sono mesi che volevo pubblicare qualcosa ma
studio, impegni vari e ispirazione che va e viene mi hanno tenuta
lontana da Yakumo e dal suo mondo. Sì, sì, sono
le solite scuse. In realtà mi mancava anche un po’
il coraggio di pubblicare, ma ce l’ho fatta alla fine!
Comunque sia, ecco qua ciò che ha partorito la mia mente! Ci
sono Yakumo, Haruka e la cioccolata (che è la vera
protagonista, eh!). E ci sono anche Goto e Ishii che non avevo
previsto, ma che hanno voluto per forza una parte. In realtà
la shot doveva uscire diversa, ma vabbè xD
Nel mio cervellino Yakumo si aspettava di ricevere la cioccolata da
Haruka, non so se si è capito dalla shot… E il fatto che la cioccolata bianca sia la preferita di Haruka l'ho inventato di sana pianta!
Detto questo, spero vi sia piaciuta e… A presto!
Calime
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