Tre anni dopo

di La Chiave di Do
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Non sei piu' la mia triste prima volta
neppure ho piu' i tuoi occhi, la tua bocca
dei primi il grigio, o mano che mi tocca,
nč i baci, una storia andata storta

nei ricordi vaghi d'un altra vita,
ma come d'un altra le mie lacrime
bevi pure, e non ristituire a me
la vuota falsitā delle tue dita...

potrai dare a un'altra i tuoi occhi secchi,
per commiserarti, artista fallito,
con quel tuo nuovo e audace vestito
e modi ricercati nati vecchi:

altri versi da quattro soldi in penna Bic
ostentando un secondo nome francese,
e coi tuoi doni -non badando a spese-
gusto da incantatore radical chic.

Chissā dove sei finito, fantasma,
tetra sanguisuga di sentimento
e sangue, della mia carne, di tormento:
anche se fossi morto nel marasma

della tua stessa incoerenza e ipocrisia
non piangerei piu', -č una promessa-
non io, perchč non sono piu' la stessa.
Oggi sei morto e io ho una nuova via,

tu sei per me un'ombra senza volto
e nč ti saro' grata, nč nemica:
lascia che il tuo giocattolo ti dica
che ti sarā amnistiato anche quel torto

che di me fece quel che sono oggi,
l'abbandonarmi sola, attorno nulla
se non questa mia vuota, amata culla
dove adesso, cuore mio, di nuovo poggi

la fondamenta di una vita nuova.





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