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Epilogo.
A chi ha iniziato
questa avventura con me,
A chi è arrivato
un po' dopo,
A chi arriverà
quando tutto sarà già finito.
A chiunque si
senta una stella perduta
alla ricerca di
una costellazione,
A chi la sua
stella l'ha perduta
e vuole
ritrovarla.
Febbraio 2011
Ciao amore,
forse sarei dovuto
venire prima, ma lo sai, ogni volta che devo prendere una decisione impiego
secoli a farlo.
Non è facile
essere qui.
Non per Elena o
per la tua famiglia – loro anzi sono stati gentilissimi come mai mi sarei
aspettato – ma per noi.
Adesso che ho
visto dove ti trovi, sarà difficile illudermi ancora che esista un noi da
qualche parte, che tu sia solo a lavorare o che abbia vinto un'altra borsa di
studio in Florida.
Non ci sei e non
tornerai più, semplicemente.
Mi manchi. Mi
manchi così tanto che a volte ho pensato che sarebbe stato meglio morire, per
raggiungerti ovunque tu sia, o perlomeno per smettere di soffrire.
Ci sono stati
momenti in cui ti ho odiato per essertene andato in questo modo, momenti in cui
ho pensato di non farcela più, in cui volevo solo chiudere gli occhi e lasciarmi
cadere nel vuoto.
So che non mi
avresti mai perdonato una cosa simile, Michael.
So che se adesso
tu fossi qui non faresti altro che rimproverarmi per i ritmi serrati di studio e
lavoro, per tutti i giorni che passo in ospedale senza chiudere occhio e per lo
tutto lo stress che continuo ad accumulare.
È strano che tu
non ci sia più.
È strano
soprattutto quando la mattina mi sveglio. Mi capita ancora di cercare il tuo
corpo fra le lenzuola, o di chiedermi per quale motivo durante la notte non ti
sei agitato mille volte nel sonno.
Ho paura
di vivere senza di te. Per tutto quello che mi hai dato, per tutte le volte che
mi hai dato coraggio e invece adesso il coraggio devo inventarmelo, per le notti
che c'è troppo buio e per tutte quelle in cui non riesco a dormire.
Non so
se riuscirò più ad essere felice, Michael. Però sì, ci voglio provare, ho voglia
di riprendermi la felicità che mi hai dato, perché mi hai cambiato in meglio e
tornare introverso com'ero prima di conoscerti significherebbe cancellare
definitivamente tutto quello che c'è stato fra noi.
E poi
adesso c'è chi ha bisogno di me e non posso lasciarmi andare.
Elena e
Michelle, ad esempio.
In
realtà Elena è ben più forte di quanto si possa immaginare ed è stata lei a
salvarmi dalla depressione più profonda. Credo che, comunque fossero andate le
cose, ci saremmo conosciuti lo stesso e lei sarebbe stata sempre dalla nostra
parte.
Prima o
poi Michelle diventerà grande e mi chiederà di raccontarle qualcosa del suo papà
e io avrò tante di quelle cose da dirle che non saprò da dove cominciare.
Le
racconterò tutto come se fosse una favola, credo.
Le
racconterò che c'era una volta un ragazzo, un ragazzo che amava così tanto le
stelle da essere diventato una di loro.
Andy si sporge verso la
lapide di Michael e tocca le lettere del suo nome, accarezzandole lentamente,
come a convincersi che lì, sotto
quella lastra di marmo,
ci sia davvero Michael. Ha i brividi mentre compie questo gesto, ma si sforza di
non piangere.
Mi
manchi tantissimo.
Ha
riflettuto a lungo prima di decidersi ad andare a casa di Michael, approfittando
della perfetta scusa che gli orari massacranti della specializzazione gli
imponevano per rimandare sempre quel momento che un po' temeva. Poi, un giorno,
si è reso conto che non gli sarebbe servito a nulla continuare ad evitare la
cosa, così ha deciso di partire, accettando su due piedi l'ennesimo invito di
Elena.
Per la
verità è stata la prima volta che ha quasi sperato che lei gli chiedesse quando
si sarebbero visti in modo da non dover essere costretto a fare quel primo passo
che tanto lo intimoriva.
E,
puntualmente, la domanda era arrivata, senza coglierlo impreparato.
–
Ma dai, Andy, possibile
che non trovi mai un po' di tempo per te? – l'ha rimproverato la ragazza durante
l'ultima telefonata, mentre le raccontava delle sue giornate piene di impegni.
–
Ho una settimana libera
prima dell'inizio dei nuovi turni, credo che... – ha risposto, esitando giusto
un attimo.
–
Credo che sia arrivato il
momento di venire a trovare Michael, che ne dici? – ha indovinato un sorriso
nell'espressione del suo volto mentre pronunciava queste parole e stavolta non
ha rifiutato la sua proposta.
L'idea di
incontrare gli occhi della madre di Michael gli faceva paura, ma alla fine la
donna è stata bravissima a stemperare ogni tensione facendo una battuta sul suo
aspetto fisico e mostrandogli subito di preoccuparsi per lui.
–
Sei più magro che in
fotografia, caro. Sei sicuro di mangiare abbastanza?
Una domanda
pronunciata con dolcezza inusuale, che l'ha fatto arrossire un po', anche se ha
contribuito a metterlo a suo agio e a sentirsi ben accolto.
All'inizio
la donna è stata molto discreta, nonostante fosse chiaramente intuibile la
voglia che aveva di fare domande e di sapere, non gli ha chiesto mai nulla,
aspettando che fosse lui a dimostrarle di essere pronto a parlarle.
Ha cercato
di conoscerlo meglio, facendogli mille domande sulla sua vita, e nella sua
discrezione Andy ha individuato la stessa paura che aveva Elena quando si sono
incontrati.
Il racconto
di lui e Michael è venuto fuori il terzo giorno che ha trascorso con loro, da solo, di
mattina, senza nessun preavviso. Le parole gli sono semplicemente uscite di
bocca, con naturalezza, come se fosse l'unica cosa possibile da fare in quel
posto e in quel momento.
–
Michael parlava sempre di
quanto vi adorasse, e proprio per questo credo non abbia mai voluto rischiare di
perdervi. – ha concluso Andy alla fine.
–
Ma davvero non immaginava
che non sarebbe successo nulla e che poteva stare tranquillo?
–
Prevedere certe reazioni
non è semplice, ecco tutto.
Non è
facile spiegare il perché di certi silenzi, Andy può solo interpretare quelli di
Michael, ma non dargli un significato ben preciso, sebbene li comprenda perché
sono silenzi che sono appartenuti anche a lui.
Per alleggerire il silenzio seguito a quella discussione, ha iniziato a
raccontare di Michelle, spiegando come stia cercando di destreggiarsi fra pappe,
pannolini e ninnananne, perché Allie pretende che aiuti lei e Bea ogni volta che
ha un po' di tempo, convinta che sappia alla perfezione come comportarsi perché
è un dottore e deve
sapere cosa fare in caso di emergenza.
–
Credo che abbia un futuro
assicurato come cantante, dovreste sentire come strilla quando ha fame o vuole
essere coccolata! – ha constatato con un sorriso intenerito, mentre mostrava
loro un video in cui Allie le faceva muovere la manina e le diceva “Saluta zia
Elena e i nonni, dai, amore!”. Elena è stata immediatamente conquistata da
quegli occhi blu scuro e da quelle guance paffute, così come Andy se ne sente
conquistato ogni volta che gli capita di tenerla a casa sua per qualche ora.
Quella bimba gli ha dato una nuova serenità e avere qualcuno di cui occuparsi
gli ha insegnato a non pensare più solo a se stesso e alla sua solitudine.
Si è trovato bene, in
compagnia della famiglia di Michael, lo hanno trattato come se avessero a che
fare con un altro figlio, preoccupandosi di non fargli mancare nulla e di
metterlo a suo agio, rendendogli quel viaggio molto più semplice di come lo
aveva immaginato.
Andy mette un
girasole sulla tomba di Michael e poi si allontana lentamente, raggiungendo
l'ingresso del cimitero, dove Elena lo sta aspettando. Si sente strano, un po'
malinconico ma allo stesso tempo è tranquillo, come ad essere finalmente venuto
a patti con qualcosa che per lungo tempo lo ha fatto stare in ansia.
–
È andata bene. Dovevo...
dovevo farlo. – gli sembra di rispondere ad una muta domanda di Elena con queste
parole, ma in realtà è come se lo stesse confessando a se stesso.
Lei risponde con un
sorriso e allunga la mano ad arruffargli i capelli e non c'è bisogno che dica
altro per fargli capire che è d'accordo con lui.
Entrano in macchina
ed indossano la cintura di sicurezza.
–
Come va con i tuoi? – chiede
Elena.
Adesso può
permettersi di ricevere queste domande da parte della ragazza senza giudicarla
invadente e anzi apprezzando il fatto che si preoccupi di sapere come sta.
–
Bene. No, davvero, va bene.
Gli ho detto che venivo qui da voi, per Michael... e hanno detto che era una
buona idea. Ce la stanno mettendo tutta per far funzionare le cose. – risponde
Andy.
In fondo è orgoglioso di loro, del modo in cui suo padre continua a cercare di
ricostruire il loro rapporto, orgoglioso della luce che ha visto nei suoi occhi
il giorno della sua laurea, quando lo ha abbracciato e gli ha detto che aveva
fatto un ottimo lavoro.
–
Senti, mi chiedevo... non è
che ti andrebbe di adottare uno dei cuccioli di Luna? – chiede ad un certo
punto, per cambiare argomento e distogliere l'attenzione da sé, perché in fondo
detesta ancora essere al centro dell'attenzione, fosse anche di una sola persona
– Non posso tenerli tutti e tre, però mi piacerebbe darli a qualcuno di cui mi
fido.
Si riferisce ai
cuccioli che Luna ha avuto alla fine di dicembre, e che adesso che stanno
finendo lo svezzamento. Andy non sa proprio a chi affidarli, perché non può
occuparsi di tutti loro. Gli dispiace separarsi da quei cuccioli che gli fanno
una grande tenerezza, e anzi gli farebbe anche piacere occuparsene, ma, visto il
poco tempo che ha a disposizione, sarà presto costretto a separarsene.
–
Oddio, non so, mio padre è allergico ai cani,
lo sai, però... – risponde Elena – Possiamo chiedere a Richard, oggi viene a
pranzo da me. Sono certa che accetterà, così potrai vederlo quando vuoi e anche
io potrò giocarci e... - continua entusiasta dell'idea che ha appena avuto.
Poi si blocca improvvisamente e lo guarda in modo strano, tanto che Andy
si chiede cosa ci sia che non va.
–
L'hai detto! – osserva con
calma.
–
Cosa?
–
Hai detto che
ti fidi di me.
–
Beh, sì. – constata lui, rendendosi conto che,
pur sembrando quella frase perfettamente normale, detta da uno come lui ha
dell'eccezionale – Adesso sì, altrimenti non sarei qui, adesso.
Non avrebbe superato
il suo dolore, se non avesse imparato a fidarsi, probabilmente avrebbe di nuovo
provato a farla finita, non vedendo nessuna spirale di luce oltre quel buio nel
quale era precipitato dopo la morte di Michael.
Chiude gli occhi e si lascia andare ad un sorriso rilassato certo che,
lassù, da qualche parte, anche Michael stia
sorridendo.
FINE.
________
Note finali&deliranti
La cosa più bella di
Efp è la possibilità di condividere storie sapendo che c'è *davvero* qualcuno
che ti legge.
Certo, anche con i
libri pubblicati è così, ma non c'è la stessa possibilità di avere uno scambio
così diretto fra lettori e autore. Ed è questo scambio che rende così speciale
pubblicare storie su questo sito.
Non credo che
scrivere questa storia sarebbe stato lo stesso, senza di voi. L'avrei scritta
probabilmente in meno tempo (ahimè, Internet è la fonte di ogni distrazione), ma
poi l'avrei accantonata nel computer senza alcun futuro.
Invece, grazie a
questa pubblicazione ho avuto modo di conoscere persone meravigliose, con alcune
ho parlato solo poche volte, con altre si è creata una bellissima amicizia che
spero duri nel tempo.
E nulla, Stelle
Perdute finisce qui.
Doveva finire, prima
o poi, anche se penso che il dolore di Andy non avrà mai davvero fine, perché
Michael resterà sempre nel suo cuore.
Qualcuno credeva che
avrebbe trovato un nuovo amore, in questo epilogo, ma no, è oggettivamente
impossibile ^^ sono passati solo otto mesi dalla morte di Michael e comunque
sappiamo quanto per Andy sia faticoso intrecciare rapporti con qualcuno, no? E
poi, diciamocelo, io non ce la farei mai a scrivere di Andy che si innamora di
un altro, perché per me Andy sarà sempre e solo con Michael. In realtà l'avevo
anche plottato, un seguito, ma non penso di scriverlo, al massimo se volete
posso dirvi in privato come penso che andrà la vita di Andy nei prossimi anni ^^
Io sono sicura che
qualcuno credeva anche che Andy non sarebbe arrivato vivo fino alla fine,
conoscendomi u__ù su, confessate!
Credo che questa
storia sia un po' la "storia della vita" quel tipo di storia che scrivi una
volta sola nella tua vita e che, non importa quanti errori e imperfezioni
possano esserci, avrà sempre un posto importante nel tuo cuore, per via degli
argomenti trattati o per quanto di te stessa hai messo nella narrazione.
Piccola curiosità: la
fotografia ad inizio capitolo è mia, l'ho scattata due anni fa, circa due
settimane dopo aver iniziato questa storia e decisi allora che sarebbe stata la
foto dell'epilogo ^^
Okay, penso sia il
caso di chiuderla, altrimenti questo sproloquio diventa più lungo dell'epilogo
stesso.
Grazie mille a tutti,
spero di ritrovarvi anche in altre mie storie, al momento ho in corso la long
Basta solo
guardare le stelle (della quale dovrei velocizzare gli aggiornamenti) e
varie oneshot già concluse, quindi non vi faccio penare aggiornando una volta al
secolo.
Un bacione enorme,
Aika (mi
trovate su Facebook e sul
Rifugio delle Stelle).
NB A chi arrivasse
qui a storia conclusa, fatemi sapere lo stesso se vi è piaciuta e cosa ne
pensate degli argomenti trattati, non è che chiudo la storia e me ne dimentico,
eh ^^
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