Bisogna scegliere da che parte morire

di mamie
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BISOGNA SCEGLIERE DA CHE PARTE MORIRE
 
Nessuno strigo è morto di vecchiaia, nel suo letto, dettando il proprio testamento. Nessuno. So che morirò in un fosso puzzolente di carogne, dilaniato da un grifone, da una lamia o da una manticora. Ma non voglio morire in questa guerra, perché non è la mia guerra.
 
Si ricordava bene le parole che aveva rivolto a Triss quando erano a Kaher Mohren. Era una delle poche cose che ricordava chiaramente, insieme alle suppliche disperate della maga dopo il disastro di Thanedd.
 
Resisti, Geralt, non cedere. Resisti, non morire. Ti prego, non morire…
 
Non era morto. Perché non era la sua guerra, almeno era quello che continuava ostinatamente a pensare. Però, forse , avrebbe preferito essere morto, perché i ricordi tornavano, ed erano uno più doloroso dell’altro.
 
***
 
Il rasoio di Dandelion luccicava nella sua mano raccogliendo i riflessi dell’acqua. Era un rasoio comune, un po’ consumato, ma affilato con cura. Il menestrello ci teneva molto ad avere un aspetto pulito e ordinato. Geralt voleva semplicemente togliersi il fastidio della barba di più giorni che gli prudeva, il proprio aspetto non lo interessava. A Kaher Morhen, per farsi la barba, non c’era che qualche pezzo di metallo lucido, e tutte le volte che aveva visto il proprio viso da qualche parte, per esempio nel lussuoso specchio di vetro che di solito usava Yennefer, aveva distolto rapidamente lo sguardo.
Ora l’acqua limpida della pozza gli rimandava l’immagine tremolante di una faccia ancora più magra e più pallida di quello che ricordava; la cicatrice rossa sull’occhio spiccava violenta rammentandogli quello che era: uno strigo, un mostro, uno che non sarebbe mai morto nel suo letto.
Era stato stupido. Aveva agito d’istinto. Si era fatto trascinare dalle circostanze. Che cosa ci faceva lui, uno strigo ingenuo, anacronistico e stupido in mezzo a maghi, re ed eserciti in guerra? Il suo posto era fra i mostri e i mostri non stanno mai da nessuna parte, se non dalla parte della loro fame.
Non poteva scegliere, perché trovava illogiche o menzognere le ragioni degli uni e degli altri. Non voleva scegliere, perché quando stai da una parte tutti quelli che sono dall’altra parte non sono più uomini, diventano “nemici”. Ma la sua presunta neutralità era solo la patetica illusione di una libertà che non c’era.
Ciri aveva ragione.
 
Perciò diventerò una Striga, perciò ho la spada, per difendere la gente come quella di Sodden e Oltreriva, perché loro non hanno armi, non conoscono i passi, i mezzi giri, le schivate e le piroette, nessuno ha insegnato loro a combattere, sono impotenti di fronte ai licantropi e ai disertori di Nilfgaard. A me insegnano a combattere. Per poter difendere gli inermi. E lo farò. Sempre. Non sarò mai neutrale. Non sarò mai indifferente.
Mai!
 
Nel suo ingenuo coraggio gli aveva detto tutto quello che c’era da sapere. Lui aveva cercato di rispondere, di spiegare…
 
Essere neutrali non significa essere indifferenti e insensibili. Non bisogna uccidere i sentimenti dentro di sé. È sufficiente annientare l’odio. Hai capito?
 
Allora gli era sembrata una buona risposta. Ora non lo era più. Non si può annientare l’odio. Non si può davvero restare fuori.
Ciri…
Ciri era al di là della sua portata, faceva parte di un disegno più grande, non era più compito suo. L’aveva perduta, così come aveva perduto tutto il resto.
 
Sciacquò il rasoio nell’acqua limpida, intorbidandola per poco. La sua faccia scomparve. Per un attimo gli sembrò di vedere quella di Ciri quando gli parlava in quel modo, ostinata e viva.
Si alzò in piedi faticosamente: il suo corpo protestava di non essere ancora guarito, di non essere ancora come prima. Lo ignorò. Non sarebbe mai più stato come prima. Niente sarebbe mai più stato come prima. Era tempo di partire. Era tempo di cercare Ciri, dovunque fosse andata a finire.
Se doveva scegliere da che parte morire, allora…
Allora sarebbe stato dalla sua parte.
 
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Nota: le parti in corsivo sono riprese direttamente dai romanzi "Il sangue degli Elfi" e "Il tempo della guerra".








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