Storia prima classificata al
contest Sul
Monte Olimpo
indetto sul forum di efp.
Nota
legale:Il
qui presente intreccio è da considerarsi
proprietà esclusiva dell'autrice; pertanto, non
può essere riprodotto - totalmente o parzialmente
- senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti:
angst e
fraterno risentimento, nonché uso improprio dei miei studi
classici
Note: Ade è, in
assoluto, la divinità che più mi ha stregato del
pantheon greco. Piccolo tributo di una grecista con la febbre.
Ah, che vuol dir morire!
Nessuno, nessuno si
ricordava più di me,
come se non fossi mai
esistito...
(Luigi Pirandello)
«Che parola
interessante. "Innocente". Quanti uomini conosci che possono davvero
definirsi innocenti?»
La voce baritonale di
Ade rimbomba nell’ampia sala dei dodici troni
sull’Olimpo, quella in cui non ha diritto a sedersi.
Risponde sprezzante al
fratello, il Re degli dei che gli ha appena chiesto di restituire a
Demetra la piccola e delicata Persefone, per far
sì che la sorella torni a far sbocciare i fiori nei campi e
maturare le sementi che sfamano gli innocenti uomini.
Ma Ade conosce la
verità: gli uomini non si meritano atti d’amore,
sa dell’odio che avvelena gli animi; l’ira e
l’avidità, non il Fato, governano il mondo.
Comprende
l’invidia e il rancore e non si stupisce della loro
esistenza, lui a cui toccarono in sorte l’ombra e la nebbia,
mentre i fratelli sarebbero vissuti per
l’eternità nella sfolgorante luce del mattino.
Di che colore
è il Sole nascente? Quante stelle risplendono nel firmamento?
Pur essendo una
divinità non conoscerà mai le risposte, l’invisibile.
In un epiteto si
condensa un’esistenza intera, ma il suo rinomato Elmo, che
cela chiunque lo indossi dagli sguardi umani e divini, non c'entra
niente, perché in realtà Ade è solo,
reietto, dimenticato.
È stato
scacciato della sua stessa famiglia e una rabbia incontrollabile gli
monta nel petto, accelerando le pulsazioni del cuore nella cassa
toracica.
Non è
cresciuto allattato dall’amore di una vita felice, ma
è riuscito a diventare più forte di tutti i suoi
fratelli e ora si vuole vendicare per le ingiustizie e i torti subiti.
Ma non può
farla pagare al mondo intero, anche se non gli permette di vedere le
stelle.
Ha bisogno di
Persefone, della sua innocenza pura, che ritrova specchiandosi nei suoi
occhi da bambina, per ricordarsi che il bene esiste, da qualche parte
lassù.
Per continuare a
vivere nell’eterno dolore del Regno di cui è
sovrano e di cui ha lo stesso nome.
Lei rimarrà
con lui.
Per una volta, il
Signore degli Inferi vuole essere felice.
Ti
piacciono le melegrane?
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