RITROVARSI
RITROVARSI
Se
Miyu dovesse abbandonare Kanata, riuscirebbero entrambi a condurre delle nuove
vite?
CAPITOLO 1
NUOVE VITE
Lou
era partito.
Oramai
era già passato un mese da quella partenza così improvvisa e repentina, ma
ancora la mancanza del piccolo alieno e di Baumiau si faceva sentire, e l’aria
che si respirava al tempio era carica di tristezza.
Kanata
era sempre fuori, a disperarsi in silenzio chissà dove, e Miyu, che avrebbe
voluto di più la sua compagnia, rimaneva da sola in quella casa enorme e piena
di ricordi.
E
proprio in uno di questi giorni, che Miyu ricevette la telefonata di sua madre
che le cambiò nuovamente lasua
vita. Si trovava nella vecchia stanza di Lou immersa nei ricordi, quando sentì
squillare il telefono. Non aveva voglia di rispondere e finse di non sentirlo.
Dopo alcuni minuti però, dato che il telefono continuava a squillare
insistentemente, Miyu fu costretta a rispondere.
“Pronto,
qui casa Saionji, chi parla?” chiese seccata, alzando il ricevitore.
“Miyu,
sono io la mamma, ti prego, dimmi che stai bene!!!” la voce allarmata della
signora Kozuki, fece sussultare la ragazza, che per poco non perdette di mano la
cornetta.
“Sì
mamma, sto bene, ma che ti è successo, ti sento
così preoccupata…”
Non
fece in tempo a concludere la frase che sua madre la interruppe. “Ascoltami
bene Miyu, devi venire urgentemente in America!!!”
“M-ma…
perché!!!” esclamò la ragazza sconvolta.
“Miyu
sei in pericolo!!!” le spiegò Miki senza giri di parole. “Prepara la
valigia e attendi le guardie del corpo che arriveranno tra un’oretta, e che ti
porteranno all’aeroporto, dove prenderai subito l’aereo…”
“Mamma
aspetta!!! Mi vuoi dire prima cosa sta succedendo? Calmati e spiegami
tutto!!!” Miyu era seriamente preoccupata adesso: doveva lasciare tutta la sua
vita e andarsene in America abbandonando tutto e tutti!?! Che cosa stava
succedendo!!! Dovette sedersi, perché le stava per mancare la forza nelle
gambe.
“…
ascolta Miyu…” iniziò allora sua madre, dopo aver fatto un grosso sospiro
“… sai cos’è un fanatico religioso?”
Miyu
sembrava non voler capire. “S-sì… ma che centra!”
“Ecco
vedi… c’è un gruppo di questi individui che è contrario agli esperimenti
che facciamo qui, perciò sta tentando in tutti i modi di fermarci… anche con
la violenza…” a queste parole, un brivido percorse la schiena della ragazza.
“Miyu,
sei in pericolo, perché sanno che vivi da sola in Giappone, e potrebbero farti
del male!!! Tu non sei la sola che stanno portando in America: anche le famiglie
dei miei colleghi verranno qui alla NASA per essere protetti. So che è
difficile lasciare tutto, ma ti prego piccola mia, è pericoloso!!!” insisté
sua madre disperata.
Miyu
prese un forte respiro, prima di dire cose che immaginava nemmeno lei, avrebbe
detto. “Ho capito mamma… aspettami.”
“Mi
dispiace Miyu… è colpa mia!” esclamò sua madre in lacrime. Immaginava
soltanto la difficoltà in cui la costringeva, si era appena abituata alla nuova
vita nel tempio, che già doveva cambiare.
La
figlia le sorrise senza gioia dall’altro capo del telefono, cercando di
tranquillizzarla. “Non ti preoccupare, verrò immediatamente da te…” dopo
averla salutata, Miyu abbassò meccanicamente la cornetta. Poi, dopo alcuni
istanti di silenzio, nei quali aveva fissato il muro bianco con la mente vuota,
si risvegliò da quello stato di trance, si rimboccò le maniche, e riempì la
valigia come quando era arrivata lì un anno prima.
Dopo
mezzora, era tutto pronto; seduta in cucina, riprendeva fiato e pensava a quello
che stava succedendo.
Lei
doveva partire.
Stava
per lasciare senza neanche rendersene conto, tutto quello che era riuscito a
crearsi in quell’anno: aveva imparato a conoscere il posto, aveva fatto
amicizia con Chris, Santa e gli altri, e poi c’era stato Lou… già Lou…
era partito solo da un mese, ma quanto già le mancava!
Guardò
l’orologio e si accorse che le restava solo un quarto d’ora. Kanata non era
ancora rientrato, e probabilmente non lo avrebbe fatto se non prima delle
19.00!!! Adesso erano solo le 17.30, come avrebbe fatto ad avvisarlo, e
soprattutto a parlargli? Non poteva certo sparire così, senza dire niente!
Dopo
un attimo di esitazione, decise di scrivergli una lettera. Mentre scriveva, e
spiegava cosa accaduta e il perché di quella sparizione, e soprattutto si
scusava del comportamento e lo ringraziava dell’ospitalità, Miyu si intristì.
Le venne da pensare subito dopo a cosa avrebbe fatto Kanata ora che sarebbe
rimasto solo.
“Ma
lui è già solo!!!” esclamò però, alzandosi in piedi e fissando il soffitto
“Lui non ha bisogno della mia compagnia… lo dimostra il fatto che da quando
Lou è partito, a casa non c’è mai!” si sfogò con se stessa, poi sedette
stancamente sulla sedia e rivolse gli occhi alla lettera che aveva appena finito
di scrivere.
“E
poi… io per lui non conto niente, sono solo una stupida a palpitare quando mi
chiama o ad arrossire quando mi si avvicina!!! Per lui non sono altro che un
impiccio, e allora meglio così!!! Se parto non mi avrà più fra i piedi, così
potrà vivere tranquillo e anch’io starò in pace con me stessa!!! Quando sarò
in America conoscerò gente migliore di lui, non dovrò più litigare, e potrò
finalmente stare con i miei genitori!!!” questi ed altri ancora erano i
pensieri che Miyu cercava, per convincersi ad andare in America felicemente e
senza rimorsi, ma mentre parlava, calde lacrime le rigavano il viso e il suo
cuore era triste come non mai…
*
* *
Kanata
aveva aperto la porta del tempio, e fu sorpreso di trovare le luci completamente
spente.
“Miyu!!!
Non c’è nessuno in casa?” chiese con un tono di voce piuttosto alto, tanto
che le sue parole riecheggiarono alcune volte tra le pareti. Nessuno gli
rispose, però. Quando entrò nella cucina notò che sul tavolo c’era una
lettera. L’aprì, incuriosito e la lesse.
“Non
è possibile, Miyu!”
-.-.-
“ATTENZIONE
PREGO! PROSSIMO VOLO IN PARTENZA DALL’USCITA 13 PER LOS ANGELES! ATTENZIONE IL
VOLO PER LOS ANGELES E’ IN PARTENZA!”
Una
ragazza alta e con una pesante valigia in mano, sorrise al suo compagno che si
trovava pochi metri più in là, intento a salutare un amico. “E’ il nostro
volo. Andiamo!” esclamò eccitata, mentre si avvicinava all’uomo.
L’amico
sorrideva alla coppia e li guardava con aria invidiosa. “Beh, Kanata, almeno
spediteci una cartolina, visto che state andando a divertirvi in America!”
esclamò, le mani giunte in segno di preghiera.
Il
suo interlocutore pareva seccato da quella proposta. “Santa, quante volte devo
ripetertelo che non stiamo andando in America per svago, ma solo perché Yuko
deve partecipare ad un concorso per un servizio fotografico? E’ il suo lavoro
sai?” spiegò Kanata come se stesse parlando ad un idiota.
“Sì,
va beh ho capito, allora buon lavoro!” sbuffò deluso l’amico. Ma gli bastò
un sorriso della compagna di Kanata per fargli svanire ogni tristezza.
“Grazie,
Santa. Non fare caso a Kanata, lo conosci, è sempre scontroso con tutti!”
esclamò lei, mentre Santa le diceva di non aver nessun problema e li salutava
un’altra volta.
Yuko
era una ragazza dolce ed intraprendente; riusciva con il suo sorriso a calmare
gli animi più irrequieti. Kanata l’aveva conosciuta per caso, mentre faceva
delle foto nel parco dove lui di solito andava a correre… e le era subito
piaciuta.
Yuko,
oltre ad essere parecchio famosa per il suo lavoro, era anche molto bella: era
magra e slanciata, e la capigliatura nera come l’ebano, contrastava con la
pelle bianca come il latte, e gli occhi di un azzurro intenso come l’acqua
marina. Molti uomini appena la guardavano le morivano dietro, e con Kanata
formavano una magnifica coppia. Già, perché anche lui non aveva perso quel suo
fascino che da sempre l’aveva accompagnato sin dalle medie, e per cui spesso
si era messo nei guai.
Nella
coppia era sempre lei a proporre qualcosa, perché oltre al fascino, Kanata
aveva conservato anche quel suo carattere chiuso e scontroso. Spesso Yuko non
sapeva come prenderlo, e aveva anche notato che nel suo passato doveva esserci
un’ombra, perché spesso con Santa e con la sua amica Christine, che nel
frattempo si era arresa a fare la corte a Kanata, e aveva conosciuto un ragazzo
bello e ricco quanto lei, e con cui si trovava bene già da un paio d’anni,
certi argomenti erano tabù. Una volta, mentre aspettavano che lui finisse di
lavorare per andare al cinema, il discorso era caduto sul loro rapporto e Yuko
aveva iniziato a lamentarsi del suo carattere. La ragazza rimase colpita, ma
allo stesso tempo illuminata, quando Santa esclamò con aria malinconica:
“Eh… eppure una volta c’era chi riusciva a farlo aprire!” Chris lo zittì
subito dandogli un pizzicotto, e Yuko non poté sapere altro.
Ora
si trovavano in volo per Los Angeles, e la ragazza notò che Kanata era
pensieroso.
“A
cosa stai pensando?” chiese incuriosita, ma temendo anche che la sua mente
fosse rivolta a ‘quell’ombra’. Kanata sussultò nell’udire la sua voce e
tossì un paio di volte, prima di rispondere.
“Mh?
No… a nulla” disse, ma in realtà i timori di Yuko erano fondati: i suoi
pensieri erano tutti rivolti ad una persona…
*
* *
Miyu
era in ritardo. La sua redazione era ancora lontana, e se anche stavolta avesse
tardato, il suo capo avrebbe di nuovo minacciato di licenziarla. Ma d’altronde
con il suo lavoro era sempre stato così: fare il giornalista significa anche
essere puntuali la mattina per scovare le notizie più importanti.
Ma
era anche vero che Miyu era una delle più importanti e famose giornaliste,
nella rosa tra le candidate al ‘Pulitzer’, e il suo capo non avrebbe potuto
fare altro che minacciarla, perché non si poteva permettere di perdere uno dei
migliori elementi del suo giornale!
Da
quando quel gruppo di Fanatici religiosi, dopo ben 5 anni di minacce e di paura,
erano stati arrestati e condannati, Miyu si era ritrovata finalmente libera.
Aveva
vissuto fino allora nel quartier generale della NASA. Certo non si era trovata
poi così male, dopotutto era stato creato una sorta di piccolo villaggio, dove
vivevano gli scienziati con le loro famiglie, ma la sua vita si era rivelata
monotona. Il suo passato la tormentava, e il ricordo di quello che si era
lasciato alle spalle la faceva soffrire ancora di più.
Dopo
un anno però, conobbe Harry, un aviere che frequentava il servizio di leva
nella base, e che grazie alle influenze paterne (suo padre era membro del
ministero di New York) era finito in quel posto così famoso. Harry si era
rivelato fin dall’inizio un ragazzo simpatico e generoso, e Miyu fece
velocemente amicizia con lui.
Quel
ragazzo era anche molto carino, e più di una persona credeva che loro due
facessero coppia fissa. Persino Miyu, durante in primi mesi, credette di essersi
presa una cotta per quel ragazzo dagli occhi azzurri e dalla capigliatura biondo
cenere.
Ma
solo più tardi, maturando, si rese conto che per lei era solo un grande amico,
che era stato capace di farla nuovamente sorridere alla vita, e renderle quegli
anni meno amari.
Dopo
tre anni, però, Harry aveva concluso il sevizio di leva, e poco più tardi
aveva trovato lavoro a Los Angeles. Con Miyu era rimasto sempre in contatto,
tanto che quando finalmente non ci fu più pericolo, anche Miyu si trasferì in
quella grande metropoli, e grazie a lui, dopo essersi laureata, entrò nella
redazione dove lavorava già da quattro anni.
Ora
aveva 25 anni, una carriera di successo e un futuro roseo, ma spesso dietro a
quella maschera di apparente felicità, si celavano tristi e malinconici
ricordi, che solo il suo grande amico Harry era capace di alleviare.
Era
finalmente arrivata. Non appena mise piede in redazione, non fece in tempo a
tapparsi le orecchie, che partì un urlo.
“KOZUKIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!
SI può SAPERE DOVE ERI FINITA!?!
SEI DI NUOVO IN RITARDO!!! SE SI RIPETERA’ GIURO CHE TI LICENZIO!!!!!!!”
Miyu
con una calma, sperimentata da anni di rimproveri, si avvicinò al suo capo, che
la attendeva, braccia piegate sui fianchi ed espressione omicida, davanti alla
porta del suo ufficio. “Calma, calma capo, non succederà più, lo giuro!”
promise rivolgendogli un sorriso infantile.
Il
signor Thompson, il caporedattore, non parve berla. “Se pensi di prenderti
gioco di me, ragazzina sappi che io…” ma non concluse la frase perché
sapeva che con Miyu era impossibile discutere. Preferì entrare nell’ufficio e
sedersi alla sua scrivania, attorniata dai suoi dipendenti che attendevano che
la riunione iniziasse.
“Allora
visto che finalmente, ci siamo tutti…” marcò la parola rivolgendo
un’occhiataccia a Miyu, che lo ignorò prendendo posto ad una sedia.
“Possiamo incominciare. Dunque… in questo periodo, per nostra sfortuna, non
sono accaduti molti fatti “da scoop”, perciò non vi aspettate servizi di
cronaca nera, su morti e disgrazie varie!” i volti carichi di delusione si
fecero vedere, dopotutto anche se non erano notizie felici sono sempre state
quelle a far andare avanti i giornalisti! Comunque il capo li ignorò e buttò
sulla scrivania un malloppo di fogli che i suoi dipendenti si affrettarono a
prendere. “Gli incarichi per oggi sono questi… tu Miyu, vieni qui!” ordinò
poi alla ragazza di avvicinarsi.
Miyu
si alzò dalla sedia e si accostò al signor Thompson con un certo timore. Che
cosa aveva in mente?
“Ti
voglio dare un incarico importante...” iniziò lui con tranquillità. Miyu si
fece più attenta. “Sai che si sta svolgendo un concorso di fotografia?”
“Certo!”
rispose lei, prontamente “Un mio amico vi sta partecipando…” Le vennero
subito in mente le parole di Harry, che le spiegava lo svolgimento del concorso
a cui voleva partecipare e il suo entusiasmo: Harry era sempre stato un
magnifico fotografo, e ora poteva mostrare le sue capacità.
“Bene,
perché voglio che tu mi scriva l’articolo su quel concorso, e mi faccia tutte
le interviste dei partecipanti!” concluse con un ghigno l’uomo.
Miyu
sembrava sconvolta. “TUTTE!?!”
“E’
ovvio!!! Allora, lo vuoi fare o no? Ho scelto te perché mi posso fidare, non
voglio un pivello per una manifestazione del genere!!!”
La
ragazza sospirò rassegnata, poteva forse rifiutare? “D’accordo, lo farò…”
“Mi
fa piacere!” rispose compiaciuto il caporedattore. “Ecco, questa è a lista
dei partecipanti, trovali tutti entro oggi, e domani potrai fare con calma tutto
il reportage sul concorso!” le spiegò consegnandole una orribilmente spessa
lista.
“Ok,
farò un servizio coi fiocchi!!! Ora vado, mi conviene incominciare da ora, o
non finirò per domani mattina!” esclamò Miyu in tono ironico, mentre usciva
dalla sala riunioni.
“Allora…
mettiamoci a lavoro!!”
Continua…
Salve
a tutti! Allora, cosa ve ne pare di questa storia? A quanto pare ci sono già
alcune coincidenze, vero? Chissà cosa accadrà quando e se Kanata e Miyu si
rincontreranno! Se poi contiamo anche il fatto che lui è felicemente fidanzato!
Se
volete sapere il seguito mandatemi delle recensioni, magari mi regolerò se
spedire gli altri capitoli o no!
Un
bacio a tutti e soprattutto a chi mi conosce già!
Ryta
Holmes
|