CAPITOLO 4 Esiste
un’infezione grave, mortale chiamata endocardite: è un’ infiammazione del
cuore. La bisnonna di Jude era morta così da giovane e Jude pensò di averla.
Anzi, ne era sicura.
Era di nuovo a letto a diagnosticarsi questo male. Non
riusciva a togliersi dalla testa le parole di Tommy.
Poco prima dell’alba, Jude si alzò ed entrò in bagno.
Fece una lunga doccia
calda, si avvolse in un asciugamano, prese un pettine dalla mensola sotto lo
specchio ed iniziò a pettinarsi i lunghi capelli biondi.
Era stanca. Era frastornata. Le sembrava di essere morta.
Erano tre anni che aspettava che Tommy le aprisse il suo
cuore. Tre lunghi anni.
Ed ora che lui glielo aveva aperto lei si trovava spaesata.
Quella sera avrebbe preferito rispondere a Tommy. Lo doveva
a se stessa, ma anche a lui.
Doveva dirgli la verità. Era giusto così.
Si vestì di corsa, non si asciugò nemmeno i capelli e
d’istinto afferrò le chiavi della macchina.
Sapeva esattamente dove si trovava Tommy in quel momento. Il
suo cuore le diceva che Tommy era lì, che non se ne sarebbe andato tanto
facilmente.
Tempo cinque minuti ed era già arrivata al molo.
Parcheggiò la macchina accanto a quella di Tommy.
Si guardò in giro. Tommy era seduto su una panchina nel
parchetto vicino al molo.
Lui come la vide non poté fare a meno di sorridere.
Lei gli si avvicinò lentamente.
“ Avresti voglia di fare una passeggiata con me?” sussurrò.
Lui si alzò e la seguì.
“Ora parlerò un po’ solo io e tu saturai ad ascoltare, ok?”
proseguì lei.
“ Ok” disse lui, mettendosi le mani in tasca.
“Mi fidavo. Credevo che t’importasse di me…”disse con la
voce rotta.
“lo sai che è così” disse lui interrompendola.
Lei lo guardò con gli occhi lucidi
“Poi sei diventato freddo e io non riuscivo a capire che
cosa fosse successo, o che cosa avessi fatto per farti allontanare. Hai
lasciato che credessi in te e poi mi hai tradita. È così che fai? Lasci che le
persone ti vengano vicine per poi poterle deludere? Mi sentivo così vicina a te,
e poi tu non c’eri più.” Jude trasse un piccolo respiro, prima di continuare.
Si asciugò le lacrime dagli occhi prima che scendessero.
“La ragione per cui ieri sera sono scappata è che avevo
bisogno di fare chiarezza. Di capire se
avevo voglia di soffrire ancora. Non ho mai sofferto così tanto lo sai? E la
ragione per cui ti ho licenziato è che quando sono con te i miei pensieri non
vanno dritti. Devo metterli in ordine io con il senno di poi. Sono stata uno
schifo. Ma c’è una cosa di cui sono sicura, e credo sia giusta e in tutti
questi giorni continuo a tornare su questo punto, ed è che adesso mi serve del
tempo. Ne ho il diritto non credi?”
Lui scosse la testa, per poi annuire con un cenno del capo.
Sembrava disgustato da sé stesso.
“ ti capisco Jude…credimi ti capisco. Ma sappi che i miei
sentimenti per te non cambiano.”
“se è per quello nemmeno i miei per te.” Disse lei alzandosi
sulle punte dei piedi per baciarlo sulla guancia.
“Ci vediamo in giro.” disse lei tornando verso la macchina.
“aspetta….ci sono speranze che tu torni da me.?” Chiese lui.
“ Non lo so” disse lei correndo verso la macchina.
|