Lilium

di pandamito
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Rafe fissava il corpo di Kate immobile e disteso, proprio come un morto - ciò che era - col suo bel vestito bianco, lo stesso di quando l'aveva lasciata.
« Ti piace? » domandò una voce alle sue spalle, che pian piano s'avvicinava.
Il corvino non si girò, continuando ad osservare la bionda.
« Sì. » rispose, sincero. « E' come... come se... »
« ... fossi legato a lei? » concluse l'altra, arrivandogli affianco. Loro quella sensazione l'avevano già provata, del resto.
Stavolta Rafe si voltò e vide nuovamente il suo sorriso. Gli era mancato, tanto. Sospirò, tornando ad osservare il cadavere. 
« Lasciala andare. » lo supplicò.
« Non posso. »
« Sei meglio di così! »
« Sono esattamente così! » 
La bruna sospirò, voltando lo sguardo verso Kate. « Scusa » sussurrò, « è colpa mia. Volevo darti una seconda opportunità. »
« Eri tu la mia unica opportunità. »
« Non è vero. » lo contraddisse, indicando Kate. « Guardala, potevi essere meglio di così. »
« Potevo » sottolineò, « ma qualcuno m'insegnò che era giusto sacrificarsi per qualcosa d'importante. »
Lily ridacchiò. « Che stronzo che sei. » e Rafe la seguì a ruota. « Quando suonavi il violino... pensavi a tua madre, vero? » gli chiese, cambiando discorso.
« Sì. » rispose l'altro.
« Ho sempre voluto chiedertelo. » confessò.
« Ma non ne hai mai avuto il coraggio, lo so, l'ho visto. » le rimembrò.
« Te lo ricordi ancora, dopo tutto questo tempo? » gli domandò.
« Sì » ammise, « ricordo ogni cosa di te. » Se fosse stato lo stesso di un secolo fa non avrebbe mai avuto il coraggio di dirle ciò, ma oramai erano maturi, anche se non sembrava. « Anch'io ho qualcosa da dirti, l'ultima volta non ne ho avuto il tempo. »
Lily inclinò la testa verso di lui, curiosa.
« Amavo - amo - il modo in cui conservi ogni mio gesto nella tua mente, era l'unica cosa per cui valeva la pena vivere su questo mondo e mi è mancato il colore dei tuoi occhi. »
In quello strano scenario in cui erano finiti, la chiesa era esattamente come se la ricordavano e creava un po' di nostalgia in entrambi.
« Hai aspettato tanto? » domandò il maggiore.
« Abbastanza » confessò, « massimo un centinaio d'anni. »
« Scusa. » gli scappò una smorfia. « Siamo troppo grandi, intrappolato in dei corpi così piccoli. »
« Meglio così » disse quella, « non voglio che qualcosa fra noi cambi. »
« Sogni ancora il futuro? » chiese.
Lily scoppiò a ridere, divertita. « Rafe, ti pare davvero che qui mi servano i miei poteri? Ricordare, poi, qui è utile ancor meno. »
« Rafe... » biascicò, « era da tanto che non lo sentivo. »
« Che cosa? » domandò. « Rafe? E' il tuo nome, come dovrei chiamarti? »
Sentì le piccole dita familiari incrociarsi nelle sue e pensò che aveva proprio ragione a dire che il loro modo di combaciare le une con le altre era assolutamente perfetto.
« Riesci ancora a percepire i miei sentimenti? »
« Sempre. »
« Ed hai ancora tutti i tuoi ricordi? »
« Sempre. »
« Perché mi sarebbe piaciuto rivederli ancora una volta. »
Lily sorrise, consapevole che anche Rafe lo stava facendo, anche se non si era voltata per accertarsene.
« Sai, volevo chiederti... » iniziò l'altra.
« Sì. » rispose lui, senza manco farla finire.
« Sì, cosa? » chiese la riccia, alzando un sopracciglio. « Idiota. » aggiunse, sfottendolo.
« Se sei stata l'unica? » concluse ciò che voleva dire. « Sì. »
« Davvero? » non riuscì a nascondere quella nota di felicità nascosta fra le lettere.
« Sempre. » rispose sincero, schernendola un poco e la riccia lo guardò storto per questo.
« Ma poi è arrivata lei. »
« L'unica. » ripeté quello, quasi per rassicurarla, scostando una ciocca dei capelli biondi di Kate ed aggiustandola dietro l'orecchio. « Forse è per questo che mi piace. »
« Non mi assomiglia manco un po'. » affermò lei.
« Appunto. »
Dopo quella frase, ricevette una gomitata leggera che lo divertì. Dannazione, se gli era mancata.
Posò la fronte su quella dell'altra e la strinse fra le sue braccia come non faceva da anni. Forse il dottor Pym facendolo morire gli aveva fatto il più grande dei regali. E sorrisero, mentre la solita sensazione li travolse, ma stavolta lo sapevano: si chiamava amore. Ma era possibile dire chi aveva salvato chi?
« Lily. » la chiamò, accarezzandole i capelli. 
« Sì? » fece l'altra, cullata da quel calore nostalgico.
« Grazie. » sussurrò lui.








pandabitch.
*coro angelico*
Non ho la capacità di scrivere per quanto ho sonno.
Domani ho il compito di storia dell'arte - tanto per cambiare - e scrivendo la prima frase mi sono immaginata un quadro sul mio libro coi putti nel cielo, ma dettagli.
Questa doveva essere, un tempo, una one-shot, ma siccomera era troppo lunga l'ho divisa on parti e in effetti è molto meglio.
Per quante volte ho letto, di sicuro ci saranno degli errori, chiedo venia, ho cambiato tipo tre beta-reader ma alla fine penso che tutti avevanolo stesso problema: poco tempo e troppe parole che ti scorcono gli occhi, come a me aesso.
Ringrazio il bao, perché sì, no riesco a formulare frai sensate per il sonno.
E ricordatevi che per contattarmi sono Pandamito EFP su facebook e @pandamito su twitter e per altri link o andate sul mio profilo o chiedete a me.
Quindi bao, baci e panda, Mito.





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