Titolo: I cacciatori
piangono
Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Personaggi: Dean
Winchester, Sam Winchester, John Wincester, Bobby Singer.
Generi: Generale
Avvertimenti: Nessuno
Introduzione: Il
padre gli dice sempre che i cacciatori non piangono e che la tristezza
è per le vittime. Dean non è triste, non deve
esserlo, quindi può piangere.
Questa storia partecipa al Contest
dei permessi e dei divieti indetto sul forum di EFP da M4RT1.
I cacciatori piangono
Dean strinse i denti e
si morse il labbro gonfio, aggrappandosi con le mani sottili al bordo
del tavolo, mentre il padre fasciava il ginocchio con ben poca
delicatezza.
"Ho fatto, puoi
scendere."
Il bambino
guardò preoccupato la distanza tra i suoi piedi penzolanti e
il pavimento, calcolando velocemente che se fosse atterrato male con
quella gamba malandata avrebbe finito per strillare.
Non voleva fare la
femminuccia.
John comprese e lo
afferrò sotto le ascelle, posandolo a terra in un sospiro.
"Sei magrolino, Dean."
Lui si
accigliò e strinse i piccoli pugni, con lo sguardo fisso a
terra.
"Dagli pace, John"
sbruffò Bobby, con la testa china su un libro e un bicchiere
mezzo colmo di whisky a portata della grossa mano. "Scommetto che alla
sua età eri un fruscello."
John lo
guardò con rimprovero e Dean saettò lo sguardo
tra i due, portandosi una mano alla bocca per coprire una grossa risata.
L'uomo si sedette
malamente sulla sedia, di fronte all'amico.
"Non vuol dire nulla."
Bobby alzò
lo sguardo dal libro e lo fissò truce, mormorando appena
percettibilmente: "Già, infatti, perché alla sua
età tu non eri un cacciatore."
"Basta, Bobby. Non
voglio discutere dei miei figli con te."
Il cacciatore
tornò al suo libro, sibilando a denti stretti un "idiota"
che giunse appena alle orecchie di Dean.
Non comprendeva bene
perché ogni volta che si parlava di lui e Sammy, il padre e
lo zio finissero per litigare. Ma preferiva che non succedesse,
perché si sentiva teso e doveva cercare di mettere pace.
La
tristezza è per le vittime.
Raggiunse il padre per
attirare il suo sguardo, perché ogni volta gli veniva da
dire "papà", ma non sembrava che gli facesse piacere.
"Do da mangiare a
Sammy?" chiese in un grosso sorriso.
John annuì
e distese stancamente le labbra, perché proprio in quel
momento il figlio minore si stava agitando nel piccolo box di fortuna
allestito da Bobby.
"Mi raccomando, con
delicatezza."
Dean annuì
e si diresse alla cucina, dove la pappa del fratello era già
pronta nella scatola di latta.
Alzò il
naso e storse la bocca, consapevole che il tavolo fosse troppo in alto
per raggiungerlo. Si voltò a cercare lo sguardo dei due
cacciatori, del tutto incuranti delle sue difficoltà.
Per nulla al mondo
avrebbe chiesto aiuto ai grandi. Invece, cercò con gli occhi
un appiglio e trovò uno sgabello accessibile. Lo
trascinò attento a non far rumore e si aggrappò
al legno come poteva.
Ce l'aveva quasi fatta
quando sbadatamente battè il ginocchio contro un angolo del
tavolo. Le lacrime salirono spontanee al volto, mentre fissava la
macchia di sangue allargarsi nella benda bianca. Appollaiato sullo
sgabello, si tenne la gamba finché il dolore non
scemò un poco, anche se continuava a bruciare. Si morse
tanto il labbro da farlo sanguinare.
Strusciò i
palmi sugli occhi e poco a poco le scarse lacrime si asciugarono.
I
cacciatori non piangono.
Ignorando il dolore,
aprì la scatoletta e mise nella ciotola colorata la
brodaglia appiccicosa.
Scese e
tornò in salotto, dove il padre e lo zio erano ancora chini
sui libri e bevevano whisky come fosse l'ora del tea.
Si affacciò
al box, salendo su un micchio di libri messi lì per lui. In
quell'atto il ginocchio cedette e lui si sbilanciò.
Riuscì a tenersi in equilibrio sul bordo gommoso,
trattenendo la coppetta. Ma quando aprì gli occhi si accorse
che la brodaglia verde aveva ricoperto i capelli biondicci del
fratellino che, con gli occhioni rivolti a lui, rideva a singhiozzi
divertiti.
Dean sentì
ogni freno allentarsi e scoppiò in una fragorosa risata,
nella quale tutte le lacrime trattenute trovarono modo di uscire e
inondargli le guance.
Si
può piangere se non si è tristi.
"Ma che-?"
sbottò John alzandosi così in fretta da far
cadere la sedia, seguito a ruota da Bobby. I due cacciatori raggiunsero
il box e fissarono l'intera scena.
Dean si
bloccò e si voltò lentamente, con il fiato in
gola e le guance umide, verso il padre che sgranava gli occhi.
Dopo un breve
silenzio, la bocca del rude cacciatore si distese in un sorriso.
Bobby gli diede una
pacca sualla spalla e ridacchiando pose l'altra tra i capelli arruffati
di Dean, che non riusciva proprio a frenare le lacrime e il sorriso.
"I tuoi figli sono
bellissimi quando fanno i bambini."
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