Anita
Una famiglia
"Signora Wolfe",
erano passati alcuni mesi dal suo matrimonio con Ryan e a Natalia
ancora non sembrava vero che tutto ciò fosse possibile "signora Wolfe, signora
Wolfe....sono io la signora Wolfe" se
lo ripeteva sempre in continuazione: al lavoro, mentre faceva la spesa
e cercava di ricordarsi quali fossero i cibi preferiti da Ryan, mentre
chiudeva la porta di casa, mentre camminava per strada....e si
mirava e rimirava la fede di oro bianco con brillantino che portava
all'anulare sinistro, certe volte se la baciava pure, tanto era
contenta di averla. Le sembrava, così, di avere totalmente
cancellato le ombre del suo precedente matrimonio, le violenze subite
dal suo primo marito e i dubbi circa la possibilità di
tornare
ad amare ancora. Quelle ombre non c'erano più; le aveva
spazzate
via un ragazzo dai grandi occhi verde scuro e l'amore che egli le aveva
donato; adesso Natalia si sentiva una donna diversa, quasi come se
fosse
rinata a nuova vita. La sera si addormentava dopo avere fatto l'amore
con Ryan e la mattina era lui che la svegliava portandole il primo
caffè, insieme con il bacio del buon
giorno. Natalia adorava
questa piccola attenzione che suo marito (che bella parola: mio marito!) aveva
per lei, così come adorava tutte le altre piccole coccole
che
lui le riservava nel corso della giornata; tipo un bacio rubato mentre
erano al lavoro, o la mano nella mano mentre rientravano a casa o altre
sciocchezze del genere, che però per lei erano
importantissime.
Anche se, ogni tanto (ma solo ogni tanto), si sentiva dispiaciuta di
non potere avere bambini....le sarebbe tanto piaciuto avere una bella
famiglia numerosa. Ma non si poteva avere tutto dalla vita ....e lei
aveva già tanto, aveva un uomo che la amava moltissimo, non
poteva desiderare di più.
Del resto non solo lei era al settimo cielo ........
"Allora, come va la vita da uomo sposato?" chiese Calleigh a Ryan in
quella assolata mattina di giugno mentre entrambi si stavano godendo un
caffè nella sala pausa della Centrale di Polizia di Miami
Dade;
"Alla grande!" fu la risposta "non so se si vede, ma mi sento
in
Paradiso, nel vero senso della parola. Amo Natalia
più di ogni
altra cosa al mondo, certe volte mi fa quasi paura dovere ammettere di
provare un sentimento così totalizzante e profondo per
qualcuno.
E il fatto di averla come moglie, di condividere la mia vita con lei,
di addormentarmi accanto a lei, di risvegliarmi accanto a
lei.....beh.....non ci sono parole per descriverlo tanto è
fantastico ed appagante";
"Si vede, si vede.....sei raggiante! Tutti e due siete
raggianti.....è come se aveste una luce che vi illumina da
dentro! " disse la donna prendendo entrambe le mani del collega nelle
proprie " e devo dirti, Ryan, che sono proprio contenta per voi due,
veramente. Vi voglio bene, ad entrambi, e sono felice che vi siete
trovati"
"Beh, grazie" fu l'unica risposta che un imbarazzatissimo Ryan
riuscì a formulare prima che il suo telefono cominciasse a
squillare....
"Pronto....Natalia!" il viso di Ryan si illuminò ma solo per
scurirsi un istante dopo "come sarebbe a dire che sei in Ospedale? Sei
ferita?";
"No, sto benissimo" rispose la voce nell'altoparlante del
telefonino "solo che....oh Ryan, devi venire immediatamente: No, non
preoccuparti, stai tranquillo, sto bene, non sono ferita, non ho
nemmeno un graffio. Ma ho bisogno di parlarti subito, immediatamente.
Ti prego vieni";
"Okay, arrivo subito...." Ryan sembrava ansante e enormemente agitato
"dove sei? al Miami Dade?"
"Sì, sono al Miami Dade.....ti prego vieni, ho bisogno di te"
Come se già non avesse abbastanza preoccupazioni e una
fretta
matta di arrivare da Natalia, quelle sue parole, "ho bisogno di te" non
fecero altro che aumentare la sua ansia;
"Devo andare immediatamente" disse a Calleigh;
"Chi era? Natalia?"
"Sì, mi ha detto che è all'ospedale, al Miami
Dade, ma
che non è ferita. Però ha bisogno di me....oddio
Calleigh, ho una paura folle, invece. Ho paura che non mi abbia detto
la verità e che stia male......senti, io vado là
di corsa. Lo
dici tu ad Horatio"
"Sì, vai pure e......stai tranquillo che Natalia sta davvero
bene, e promettimi di essere prudente alla guida, Ok? non farmi stare
in pensiero. e quando arrivi e sai qualcosa chiamami, intesi?"
"Sì, ok.....grazie Calleigh, sei una vera amica"
"Non stare nemmeno a dirlo.....vieni qui, dai" e prima di lasciarlo
andare via, Calleigh lo abbracciò amichevolmente dandogli
una
pacca sulla schiena ed un bacio sulla guancia .
Ryan guidò fino all'ospedale come in tranche, poi
andò a
cercare dove potesse essere Natalia, non risultava fra i ricoverati e
quindi chiese se qualcuno l'avesse vista "Una bella signora, giovane,
di altezza un po' superiore alla media, carnagione scura, begli occhi
di velluto, capelli rosso scuro, un bel sedere (ehm).....un bel
fisico......qualcuno l'ha vista?"
"Io l'ho vista" intervenne ad un certo punto un giovane infermiere
"sì sì è proprio lei" la riconobbe non
appena Ryan
gli mostrò la foto al telefonino "l'ho notata subito. Una
così
non passa certo inosservata. Gran bella gno...., ehm, gran bella
donna....." dallo sguardo che
Ryan gli rivolse il ragazzo capì subito che non era il caso
di
continuare con gli apprezzamenti "era in Pediatria, insieme
con
una bambina piccola"
"In Pediatria? (che ci
può fare Natalia in Pediatria?) Da che parte
si trova?"
L'infermiere gli mostrò la strada e Ryan non perse tempo a
raggiungere il reparto. Entrò nel corridoio,
sbirciò
dentro a tutte le camere e finalmente trovò Natalia seduta
davanti al lettino di una piccola paziente addormentata.
"Nat!" la chiamò "si può sapere che cosa ci fai
qui?";
"Ssst!" rispose lei "fai piano. Sta dormendo"
"Ma chi è? Cosa hai a che fare tu con lei?"
"Si chiama Olivia. Suo padre ......beh, suo padre ha assassinato sua
madre. Sono andata con Eric a casa loro, sulla scena del crimine, per
fare i soliti rilevamenti, quando ho sentito uno strano rumore, come
una specie di miagolio, che veniva da dentro l'armadio. Ho aperto e
c'era questa piccolina, rannicchiata su se stessa, in evidente stato di
choc, che si lamentava piano. Mi sono inginocchiata davanti a lei, le
ho parlato con dolcezza, le ho detto di non avere paura, che l'avrei
aiutata, ho teso le mie braccia verso di lei e.....sai una cosa Ryan?"
Natalia aveva le lacrime agli occhi "mi si è gettata al
collo e
non mi voleva più lasciare, non c'era modo di staccarla da
me.
Ho visto che aveva parecchi lividi sul corpicino, così l'ho
portata qui perché avevo proprio la sensazione che fosse
stata
vittima di maltrattamenti. Hanno dovuto sedarla, solo così
hanno
potuto
prenderla.....le hanno fatto gli esami e, Mio Dio, Ryan, avevo ragione:
hanno trovato parecchie fratture rinsaldate alle braccia, alle gambe,
persino una alla scatola cranica. E ha segni di morsi e bruciature
un po'
ovunque, è molto malnutrita, le analisi hanno riscontrato
segni
di denutrizione e ritardo nella crescita. Ha quasi cinque anni, ma
fisicamente ne dimostra tre. I suoi genitori dovevano proprio essere
due disgraziati, credo fossero anche due tossici. Di sicuro il padre
era un violento e la madre.....non lo so. Ne ho viste tante di storie
così, troppe....." Natalia scosse la testa, poi
proseguì "Ma i suoi occhi, gli occhi di questa
piccola......avresti dovuto vederli, Ryan,
avevano un'espressione terrorizzata!"
Ryan allungò la mano a prendere, in un gesto
affettuoso, quella di sua moglie la quale continuò "e, come
se
non bastasse tutto quello che ha passato, adesso non ha più
nessuno e sarà mandata in
un istituto dove chissà come la tratteranno. Questo a meno
che.....a meno che non si presenti una famiglia disposta a prenderla in
affido e magari anche in adozione. Ryan, potremmo....." e qui Natalia
tacque e si volse a guardare il marito
con un'espressione
strana in viso, "Ryan, perché non la prendiamo noi?";
"Ehhh?" lui non era sicuro di avere sentito bene;
"Perché non la prendiamo in affido e, poi magari, in
adozione?
Io non posso avere figli e lei.....potrebbe essere la nostra
bambina.....anzi lei è
la nostra bambina. Me lo sento"
"Ascolta, Natalia. Questa bambina ha subito grossi traumi, ha visto suo
padre uccidere sua madre, è stata maltrattata.
Avrà un
sacco di problemi di natura psicologica e caratteriale. Prendersi cura
di lei non sarà certo una passeggiata; non è che
ci
mettiamo in un qualcosa che è più grande di noi?"
"Ascoltami tu, Ryan! Io sono stata maltrattata per anni, se ben te lo
ricordi. So benissimo come ci si sente a non avere via di uscita da una
vita di violenze ed abusi.....Io ero emotivamente provata proprio come
questa creatura.....ma tu mi hai fatto credere ancora che qualcosa di
buono potesse esserci anche per me.....tu mi hai preso con te e mi hai
insegnato ad amare ancora......io voglio fare la stessa cosa per questa
bambina......voglio provarci almeno"
"Ma non sarà un impegno troppo gravoso?";
"Sì, ma sarà un peso dolce da portare, se
riuscirò
a fare ritornare il sorriso su questo volto e la fiducia e la speranza
nei suoi occhi, allora la mia fatica sarà
ricompensata.....Ormai
ho deciso, Ryan, mi prenderò cura di lei, spero di poterti
avere
al mio fianco. Ma se così non dovesse essere .....lo
farò
da sola"
Ryan la guardò e il suo sguardo diceva tutto "Certo che
sarò al tuo fianco, lo sai ....ho giurati di amarti e
proteggerti per ogni giorno della mia vita.....e non l'ho detto
così tanto per dire.....ma credendoci veramente. Mi
prenderò cura di questa creatura insieme a te spero
solo......spero solo di essere all'altezza." Così dicendo
abbracciò sua moglie lasciando che ella posasse il capo
sulla
sua spalla, condividendo un momento di dolcezza insieme.
E fu così che Olivia entrò nelle loro vite.
Si dimostrò una bambina per lo più tranquilla,
taciturna,
sembrava quasi facesse di tutto per non far notare la sua presenza. Di
notte spesso aveva degli incubi ed era sempre Natalia a correre in suo
aiuto; perché la piccola si era attaccata e affezionata
soprattutto a Natalia: la chiamava "mamma Nat" e voleva stare sempre
con lei, tanto che la giovane agente si era vista costretta a
prendere un
periodo di aspettativa dal lavoro per potere stare con la piccola.
Diverso era il caso di Ryan; la bimba si mostrava diffidente nei
confronti del suo nuovo padre; lo guardava con attenzione, quasi a
studiarlo, ma ben di rado gli dimostrava affetto o attaccamento e, se
lui cercava la sua attenzione, faceva sempre in modo di
rivolgersi
altrove.
Ryan sapeva benissimo che tutto questo derivava dal fatto che la
piccola aveva subito pesanti maltrattamenti da parte del suo padre
naturale, sapeva bene che ci voleva del tempo ma, nonostante
tutto, questo atteggiamento lo feriva profondamente;
avrebbe voluto fare parte della vita della sua
figliola adottiva ma non
sapeva proprio come fare per conquistarsi la sua fiducia e il suo
amore....poi, una sera, accadde una cosa che cambiò tutto.
Ryan era tornato tardi dal lavoro, stanco e giù di morale,
in
attesa della cena si sera seduto a guardare la televisione nel
soggiorno, Olivia era lì vicino a lui che stava giocando e
non
lo degnava della minima attenzione. A un certo punto la piccola si
interpose fra Ryan e il televisore "Olivia spostati che voglio vedere
la partita!" chiese Ryan ma la bimba non si mosse;
"Dai Olivia!
Levati di lì", ancora niente;
"OLIVIA!" gridò Ryan
spazientito muovendo verso la bambina per spostarla dal luogo in cui si
trovava.
Immediatamente la piccina fece un passo indietro e sollevò
le
braccia a proteggere il viso, Ryan ci rimase di stucco, ma non fu tanto
il gesto a impressionarlo quanto lo sguardo di Olivia, uno
sguardo terrorizzato come quello di una bestiola braccata, due occhioni
imploranti che sembravano dirgli "non farmi del male";
"Oddio, che cosa faccio, adesso?" si chiese l'uomo. Cercò di
ricordare il comportamento dei suoi genitori verso lui da piccolo, ma
era un ricordo troppo lontano e sbiadito; gli venne
però
in mente Horatio quella volta che lui era stato ferito nell'urgano, gli
aveva detto di stare tranquillo e lo aveva chiamato figliolo e ragazzo mio con
una voce dolce e suadente come quella di un padre....(Okay, proviamoci); Ryan
si inginocchiò, guardò Olivia dritta negli occhi
e le
disse "Tranquilla, tranquilla, piccola mia! Nessuno vuole farti del
male....nessuno vuole picchiarti.....nessuno
ti picchierà mai più. Mai più te
lo giuro, piccola mia, tranquilla ora, tranquilla" e così
dicendo allungò lentamente la propria mano a
prendere quella della piccola.....e.....
accadde l'inaspettato: la bimba gettò la sue braccine al
collo
di Ryan affondando il viso contro la sua spalla.
Lui rimase per un
attimo sconcertato poi ricambiò l'abbraccio stringendola
forte a
se. Le baciò la fronte, poi la testolina, poi di nuovo la
fronte; l'uomo sentiva come se il suo cuore fosse scoppiato
e l'amore e l'affetto che provava in quel
momento per
quella
creatura avessero incominciato a traboccare fuori invadendolo
completamente. Si accorse che una lacrima gli si
era affacciata negli occhi. La rimandò indietro, quella
lacrima, non era proprio il
momento di commuoversi, non davanti ad Olivia; la piccola non avrebbe
capito e non poteva correre il rischio di spaventarla nuovamente. Ma
strinse la bimba ancora più forte a se.
Quando Natalia entrò nel soggiorno, qualche minuto
più tardi, ad
annunciare a Ryan che la cena era pronta e prendere Olivia per
metterla a letto, rimase stupefatta e intenerita dalla
visione
che si prospettò davanti ai suoi occhi: suo marito stava
seduto
per terra a gambe incrociate e teneva Olivia in grembo, la
accarezzava piano sulle braccia, sulla schiena, sul viso, dandole, ogni
tanto, piccoli baci sulla testolina, e parlandole dolcemente. La
piccola teneva il viso affondato contro la spalla del suo babbo
adottivo
e le braccine a circondargli il collo;
"Oh!" la donna, commossa, trattenne il respiro e rimase un
attimo
sulla soglia a guardarli: il momento tanto atteso in cui i due
sarebbero veramente diventati padre e figlia era arrivato e Natalia non
poteva essere più felice; così li
raggiunse e
si inginocchiò al loro fianco abbracciandoli entrambi.
"Nat" le disse Ryan a bassa voce "non riesco a staccarla da me!";
"Lo so, anche a me è successa la stessa cosa!"
"Questa creatura ha bisogno di dare e ricevere amore; ha sofferto
tanto, ma il suo cuore è rimasto intatto!"
"Vedi, Ryan, i bambini lo sanno. Non so come ma sanno capire chi
è che vuole loro del bene e chi no; lo percepiscono.....e
lei,
ora, sa che tu la ami. Ne ha passate tante, troppe forse da sopportare
per una creatura così piccola....ma non è troppo
tardi
per rimediare"
"Se penso a quello che le hanno fatto io.....divento matto!
Se un
giorno mai mi dovessi trovare davanti il suo padre naturale,
giuro
che lo farei a pezzettini......"
"Ryan non dire così....non lo faresti, non sei il tipo. Tu
credi
nella giustizia, non nella vendetta, dico bene?"
"Sì, hai ragione....ma ho tanta rabbia dentro!"
"Quella è normale, è un sentimento assolutamente
normale.......guarda, Ryan, si è addormentata.....la
mettiamo a
letto?"
"Sì, ti aiuto" rispose lui alzandosi in piedi con la piccola
fra le braccia.
La portarono nella sua cameretta, le sciolsero le lunghe trecce, la
spogliarono e la prepararono per la notte. Fu compito di Ryan metterla
nel lettino e tirarle su le coperte.....l'uomo rimase a lungo a
guardarla, quasi a volerla vegliare nel sonno, poi, mentre stava per
avviarsi verso la porta, sentì una vocina dietro di se:
"Papi, me lo dai il
bacio della buona notte?"
"Certo tesoro" rispose lui e, tornato sui suoi passi, si
chinò a baciare la piccola sul visino "sogni d'oro piccola
mia";
"Papi, sono contenta di stare con te.....di stare con te e con mamma
Nat. Vi voglio tanto bene";
"Anche noi te ne vogliamo, Olivia......." la voce di Ryan si
incrinò un attimo per la commozione poi riprese "io e la tua
mamma ti vogliamo un bene immenso";
"Resterete sempre con me, vero?"
"Sì amore mio.....saremo sempre con te. Non ti lasceremo
mai.
Mai, qualunque cosa accada! Stai tranquilla, piccola, sei al
sicuro.....Dormi, ora...." e l'uomo
allungò la propria mano ad accarezzare
il viso della sua figliola adottiva la quale, confortata dalle parole e
da quel tocco lieve e
gentile, chiuse gli occhi e si addormentò.
Uscito dalla stanza, Ryan si rese conto di avere gli occhi umidi,
Natalia era lì davanti a lui; gli asciugò le
lacrime con
la punta delle dita e gli cinse la vita con le braccia attirandolo a
se; lui contraccambiò l'abbraccio, accostando la propria
guancia
a quella di sua moglie. Per la prima volta sentiva che la sua vita era
veramente completa.
Adesso sì ......adesso erano davvero una famiglia.
Wow, che impresa scrivere
questo racconto!!
Tanto per cominciare l'argomento era piuttosto delicato in se, anche se
ho preferito non scrivere niente di esplicito....è stato
già abbastanza difficile così.
Poi mi sono commossa come una scema sia a scriverlo che a
"betarlo".....eppure ce l'avevo in mente già da parecchio
tempo.
Ma mettere nero su bianco probabilmente lo ha reso
più
"reale" di quanto non fosse stato quando era nella mia testa......
Vabbè è andata....lo dedico in particolar modo a
Mick,
che adora le mia Wolvista e che avrebbe voluto vedere Ryan e Natalia
diventare genitori, ma è qui per tutti voi, anche
quelli
che (lo so) leggono ma poi non hanno voglia o tempo di recensire.
Buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate....
Love
Jessie
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