Griet
, cara ragazza,
avere
il quadro che ti ha destinata all'eternità è
così bizzarro. Ricordo ancora
quando cercavo con tutte le mie forze di far emergere il sentimento che
Vermeer
provava per te. Per me era semplicemente un gioco di potere, di
ulteriore
controllo sul pittore, perché infatti lo controllavo in
qualche modo con le
continue commissioni: era grazie a me se la sua famiglia continuava ad
andare
avanti. Questo tipo di dominio
mi
elevava in qualche modo. Mi rendeva importante per una famiglia intera,
che
aveva costantemente bisogno di me, anzi dei miei soldi.
L'arrivo
della tua purezza in casa aveva acceso qualcosa nel pittore. I suoi
occhi
brillavano evidentemente , quando nei paraggi c'eri tu , che
affaccendata nei
lavori domestici non ti rendevi conto della sua continua osservazione.
Ma cara
mia , non arrossire subito. Lui ti vedeva come un'amica perfetta :
infatti voi
vi assomigliavate molto, caratterialmente intendo; e questo vi portava
in un
altro mondo, al di sopra di tutti dove l'arte regnava e voi eravate
suoi
sudditi. So che quando Jan ha accettato di dipingerti per me ti sei sentita usata ,
come se fossi una
della molteplici modelle che lui ha avuto. Ti sei sentita buttata ,
cacciata
fuori da quel mondo dove eravate presenti solo voi. Ma lui ha solo
accettato
un'altra commissione fattagli da me. Ero così sciocco che
avevo creduto di
arrivare al vostro mondo , obbligandolo a raffigurarti per me. Avevo
veramente
sperato di toccare con un dito il vostro universo , cogliendo
così l'essenza
del vostro legame. Ma non ha funzionato , come la maggior parte delle
cose
compiute da me in questa vita fatta di danari e di donne. Che vita
sprecata ,
dirai. E io non posso non darti ragione.
Cara
fanciulla , ricordo ancora il torto da te subito. Sono stato molto
cortese quel
giorno , quando a tavola , per di più davanti a mia moglie ,
ho cinto il mio
braccio intorno al tuo corpo bianco e puro con una scortesia tale da
farmi
vergognare in questo momento. Ti chiedo scusa, adesso , ma in quel
momento mi
sembrava il modo migliore per far uscire allo scoperto il sentimento di
Vermeer
nei tuoi confronti : ci sono riuscito. Ricordo ancora la fermezza della
sua
mano sbattuta contro il tavolo. Il suo viso rigido e teso che trasudava
rabbia
mista alla volontà di rimanere calmo, come se avessi toccato
un suo dipinto non
ancora completato o finito. Lo
ricordo
come se fosse ieri. Che gioia avevo provato in quel attimo di tempo ,
che
andava a rallentatore come se volesse dedicarmi una durata
più lunga per farmi
assaporare l'ennesima dominanza sull'artista.
Che attimo disgraziato. Ho letto delusione e sorpresa su
tutti i visi
presenti, ma adesso rivivendo attentamente l'evento, scorgo la maschera
neutra
indossata da mia moglie. Ormai non si sorprendeva più , non
sprecava più
energie per esprimere il suo rammarico . Che marito indegno. L'ho sempre delusa, mi
chiedo come abbia
fatto a rimanermi sempre accanto. Non riesco a spiegarmelo , ma
sinceramente le
sono davvero debitore e cerco adesso in tutti i modi di farmi
perdonare. Ma la
vita famigliare a te non potrebbe interessare , come non ti potrebbe
interessare questa lettera.
Infatti
il mio comportamento è stato disdicevole , imperdonabile e
vergognoso. Mi sono
comportato come un ragazzino capriccioso che voleva a tutti i costi
avere il
nuovo giocattolo , che in questo caso eri te. Ho pensato in qualche
modo che ci
fosse una gara in atto tra Vermeer e me : chi avrebbe conquistato la
nuova
serva? Deluso , ammetto che lui ci è riuscito. Ti ha
conquistata dal principio.
Ha saputo relazionarsi con te, cosa che io non sono mai riuscito ad
attuare. I
rapporti sociali erano per me solo una nuova possibilità di
dominare qualcuno.
Ovviamente mi sono ricreduto , ma allora continuavo ad essere geloso
del tuo
rapporto col pittore e del suo contemporaneo successo come padre e come
marito.
La sua vita così perfetta in sé , mi rinfacciava
il mio fallimento casalingo e
sociale. Certo , ero ricco , ma direi che la ricchezza non ti dona la
felicità
, anzi mi sentivo schiavo del denaro. Il mio atto di controllarti
fisicamente è
stato l'ennesima e inutile prova di riuscire ad arrivare indirettamente
ai
sentimenti dell'artista. Ma lui non aveva bisogno di toccarti , nemmeno
di
sfiorarti. Sembrava quasi che foste telepatici.
Ma
adesso , cara Griet , voglio farti arrivare questa lettera per
chiederti
umilmente scusa. Per farti sapere che ho compreso che questo quadro non
mi
appartiene, che è un pezzo legato al
rapporto tra te e Jan. Infatti guardandolo , mi rendo
conto che esso non
ha nulla a che fare con me;che quello sguardo è solamente
per Vermeer e che il
collegamento che ho notevolmente cercato , anche con certi
atteggiamenti poco
amabili e rispettosi , non c'è mai stato e non poteva
esserci , perché l'arte
come la intendevate voi , io non sono mai riuscito a comprenderla e non
avevo
le facoltà per farlo. Ero un uomo pieno di sé e
della sua continua voglia di
essere migliore di chiunque altro , anche di chi , come Vermeer , era
ovviamente una persona superiore a me. Se sei arrivata a leggere fino a
qui ,
ti ringrazio per non aver strappato la lettera prima e per aver
sprecato il tuo
tempo tra queste righe scritte da una persona , con la quale magari non
vorresti più a che fare.
Vorrei
che tu accettassi il mio regalo e che custodissi questo quadro . E'
parte di te
e sono sicuro che lo tratterai come meglio riterrai opportuno.
Sono
grato per la tua attenzione,
Pieter van Ruijven.
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