And I know, I'll find deep inside me
And
I know, I'll find deep inside me
È che le sue mani sono inadeguate.
Grosse e sgraziate,
inadatte per quel corpo sottile e flessuoso.
È che la sua bocca è malfatta, la
chiostra di denti affilata
che schiocca tra le sue fauci, incapace di lasciare baci su quella pelle
bianca.
È che il suo corpo è imperfetto,
forza bruta e ferina non
amalgamata nell’incrocio di membra di diversa natura, inabile a
stringere con
delicatezza e con dolcezza lasciare andare.
È che Viral stesso è sbagliato,
incapace di amare, costruito
per scopi che non rasentano l’affetto, il bisogno e la condivisione. È
che Viral
non è fatto per stare accanto in silenzio, ma bensì per marciare su viali
infangati di
cadaveri e ossa; non è fatto per assecondare l’Uomo ma per decantare
l’essenza
della Bestia.
Ma è davvero devastante come basti
assai poco per
distruggere questo paradigma, come un semplice tocco, dita che sfiorano
appena
carne indurita dalle battaglie, fauci digrignate di rabbia, zampe
adombrate da
fantasmi di sangue, possa cancellare tutto, ogni singola cosa, lasciando solo
il
nulla e l’oblio.
Perché quando Simon mormora il suo
nome, chinandosi su di
lui e attirandolo inesorabilmente al suo petto per il più struggente
degli
abbracci, quando le sue braccia avvolgono le sue spalle con una
determinazione
tale che Viral si dimentica dell’ansia di poterlo spezzare,
quando il suo respiro si fa errante e spezzato contro il
collo e le sue cosce umide e sdrucciolevoli, ogni
cosa si frantuma in cristalli di luce
sfavillante, e quegli istanti incastonati nell’eternità della bestia si
saldano,
imperituri, nel fulcro della sua anima.
È che Viral è sbagliato, ma Simon non
cesserà mai di
trasformarlo in perfezione.
(I viaggi mentali che mi faccio e gli sproloqui verbali che ho l'ardire di scrivere. MAH)
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