de
Dio abbandonò
veramente Caino?
Consiglio: leggettela mentre ascoltate un brano degli Evanescence, uno
dei più significativi... vi sembrerà parlare della storia!
I tendaggi di velluto chiudono in un purpureo e greve
abbraccio la finestra. Il vetro è freddo sotto l'alito della notte. Occhi
di mondi lontani e sogni aggrappati sulle ali di un demone che
striscia immoto e ceco si affacciano in quel rettangolo di luce aperto sui
quartieri benestanti di Londra.
E anch'io vorrei andarmene, vorrei stringermi alle
ali piumate di un angelo caduto, e così, inerte, farmi trascinare fra le
stelle e ascoltare il sussurro biascicato di dimenticati
misteri.
Ma non posso.
Non posso sperare di trovare un rifugio in una notte
sparsa di tremule stelle, quando anch'io, in un guanciale freddo di lacrime, mi
ritrovo a tremare come una piccola stella appena nata. E allora non mi rimane
scelta che restare a guardare. Una candela trema sulla soglia della finestra,
illuminando le inferiate nere che si attorcigliano come un'edera maligna, come
catene, e mi tengono chiuso qui.
Riff. Io non ti perdonerò mai. Una volta questa
stessa prigione me l'avevi resa vivibile tu. Tu hai asciugato i miei guanciali
pieni di lacrime. Tu solo hai accarezzato i segni della mia dannazione. Come a
un angioletto a cui sono state strappate le ali hai accarezzato la schiena,
guardando le morbide e bianche piume della
mia innocenza imbeversi del sangue scuro di una frusta. Eppure
quel giorno, quella notte in cui venisti a trovarmi nel limbo dove ero caduto,
nel margine delle anime perse, giurasti che mi avresti seguito ovunque, in
questa casa maledetta, fino all'inferno. Avresti
reso dolce qualsiasi condanna, ci saresti stato tu vicino a me per
l'eternità. Perchè tu in fondo mi amavi.
E ora? Come hai osato andartene così? Pensavo che tu
almeno saresti rimasto sempre con me. Invece lui mi ha sottratto alle tue
braccia come ha fatto con tutto ciò che amo. Tu... tu mi avevi fatto una
promessa! Maledetto! Come farò ora? Eh? Spiegamelo. Spiegamelo ancora una volta.
Come quando mi hai detto "Vada all'inferno da solo... Signor Cain". Non puoi
scaricarti così da questa responsabilità...
Le lacrime che mi asciugasti allora...
me le farai versare adesso...
Una carrozza attraversava la strada desolata,
fendendo l'austerità della notte con il gracchiare delle ruote sul selciato.
All'interno un uomo dai capelli scuri stava discutendo con altri due,
visibilmente più giovani.
"Cardmaster... è tutto predisposto per
l'apocalisse . Mancano solo pochi giorni... le statue sono state
piazzate per tutta Londra"
"Bene. Voglio solo fare una visitina al nostro
pettirosso... voglio assicurarmi che la porta della sua gabbietta dorata sia ben
chiusa. Sei d’accordo, Riffer?"
"Come vuole" rispose l’interrogato, senza un accento
nel tono, senza un’emozione, senza uno sguardo al superiore.
L'uomo più giovane fece un segno al cocchiere e la
carrozza si arrestò, ed il silenzio e il buio e la notte inondarono ancora le
strade di Londra. Si erano fermati di fronte alla grande residenza degli
Hargreaves, dove il giovane conte, ultimo discendete di quella famiglia
maledetta, era conosciuto nella capitale per la sua eccentricità. La luna cadeva
sui capelli grigi di un componente del terzetto, graffiandoli con
artigli argentati. Il bel viso era nascosto da quella cascata di ciocche
che scendevano sulle spalle lucenti come riflessi di specchi lontani. Ed uno
specchio era il volto così nascosto. Uno specchio che diceva molto di ciò
che Isabel portava dentro.
"Sempre e solo Cain... Eppure ci sarebbe così tanto a
cui pensare alle porte di un giorno come questo, lo progettiamo da
anni... Invece no, padre. Tu devi sempre pensare al tuo giocattolo preferito, al
tuo passatempo. Ogni tuo piano è sempre finalizzato a far soffrire Cain. La
tua ultima parola, il tuo ultimo pensiero è sempre per lui. Ma perchè? Io
nonostante tutto ciò che mi hai fatto ti sono rimasto vicino, però... però è
solo Cain, il fratello maledetto che vuoi. Pagherei con il mio stesso sangue per
vedermi rivolgere anche solo una volta quello sguardo pieno di divertimento
e sofferenza che fai ogni volta che pensi a lui. Ma a questo punto... dove
finisce l'odio e dove comincia l'amore?"
Il suo compagno invece se ne stava in silenzio, come
un automa; i capelli celesti erano un oceano scuro nella notte, quasi ne
avessero assorbito le tenebre. Era immobile, fermo nella sua divina bellezza,
cinica e fredda bellezza. Sembrava che qualcuno gli avesse strappato l’anima
dalle membra… negli occhi rimanevano solo ombre…
L'uomo dai capelli corvini sorrideva mentre teneva
fra le labbra una pipa dalla curiosa lavorazione. Era un sorriso compiaciuto,
sardonico, meschino... eppure tanto simile a ciò che rimane della smorfia di un
antico dolore.
"Cain, figlio mio... come ti senti senza il tuo Riff
che ti allaccia le scarpe e che ti consola quando vai a piangere in un angolo
buio? Ti fa male? Eh eh... anche a me ha fatto male vedere morire tua madre,
piccolo mostro"
Mi hai portato via anche l'ultima speranza di luce...
hai rubato il rosario di un penitente... hai soffocato le preghiere di un
moribondo... Padre.
L'aria qui dentro mi sembra irrespirabile. E' caldo,
sto soffocando... lo sento, è l'aria dell'inferno... l'ora si avvicina...
è Satana che reclama la mia anima... Sono i demoni che mi invitano a
ballare con loro una strenuante dans macabra ... La Nera è più bella che mai, così
seducente mentre mi fa segno di venire con lei! Eppure mentre il mio cervello
vaga per gli abissi sconfinati e assurdi della follia e del dolore, sopra le
grida dei diavoli, sopra il richiamo di Lucifero... sopra i sussurri gravidi di
promesse delle tombe… E' il tuo nome il peso che opprime di più il mio
respiro. I sospiri si trasformano in ansiti, gli ansiti in rantoli... Aria.
Spalanco la porta per assaporare quel brandello di libertà, per risucchiare nei
polmoni un pò di ossigeno e forse un pò della pura luce siderale...
eppure anche qui sul balcone tutto comincia a tingersi del rosso cupo dei pozzi
dell'Averno. Padre... mi hai portato via anche lui... sei riuscito a
dannarmi completamente infine... ma quel Riff che conosco solo io... lui sarà
per sempre mio...
Che senso ha continuare una vita senza te... No,
oh no... ora sarò sempre il figlio maledetto... il Caino che uccise
Abele...
E allora stelle, non cercate di salvarmi con i vostri
sguardi innocenti... brezza frizzante della notte, smetti di soffiare sulla
mia pelle bianca... voi siete nate solo per gli angeli.
Oh Nera, io sono nato solo per sposare
te...
Oh inferno, apri i tuoi cancelli bronzei e fammi
entrare... mi hanno spezzato le ali a colpi di frusta... anche l'ultimo mio
serafino mi ha abbandonato...
sto cadendo... precipito... vengo da te...
L'uomo vestito di nero, di corvini capelli, di cuore
ancor più scuro, aveva tirato fuori un cannocchiale dorato, magari per strappare
qualche immagine alla privacy della grande villa nobiliare che stava di fronte a
loro.
"Sono curioso di vedere come ti contorci piccolo
pettirosso... ti stanno già facendo il funerale?*"
Proprio in quel momento un cigolio uscì dall'oscurità
simile al canto di un uccellino ferito. Bianche dita apparvero, poco
differenti dal marmo pario della soglia a cui stavano aggrappate come zampe
rapaci. Una figura si innalzò sulla ringhiera come la statua di
un angelo sui pinnacoli di una cattedrale. Un'opera tanto realistica
che le vesti bianche sembravano muoversi con il vento, insieme agli
scomposti capelli, nere ali di corvo.
"Card Master! Guardi! Ma quello è!"
Alexis e Riff guardarono in alto, sorpresi per
l’improvvisa esclamazione del loro compagno.
"Sembra proprio il nostro Cain. Forse questa sera il
pettirosso vuole imparare a volare?!" fu l’unico commento di Alexis.
Isabel si sorprese agitato, cosa diavolo stava
facendo Cain?! Magari stava solo camminando nel sonno, forse all’inconscia
ricerca della sua metà…forse sentiva la sua vicinanza… ma come faceva Alexis a
rimanere sempre impassibile qualsiasi cosa stesse succedendo?
"Ma pa...Card Master!"
"Taci, Isabel, perché non stai un po’ tranquillo come
fa Riffer? Stiamo per assistere a uno spettacolo molto particolare... il primo
volo di un uccellino è cosa rara da ammirare, eh eh eh!"
Il tono di voce di Alexis era sarcastico, in quella
risatina era racchiuso tutto il divertimento di un'anima distorta che vede
finalmente il risultato dei suoi sforzi perversi.
"Allora hai deciso che questo mondo è troppo crudele?
Hai capito che per te non c'è spazio finchè ci sarò io? Bene, allora vai verso
l'inferno. Satana aspetta Caino affamato della sua anima sporca del sangue di
Abele... Peccato che Dio infliggerà una punizione sette volte maggiore a
chiunque oserà fargli del male..." I pensieri scorrevano fluidi nella testa
corvina dell'uomo, non convinto fino in fondo di ciò a cui stava
assistendo.
Riffer però non sembrava essere tranquillo come
diceva il Card Master. Per un momento, fra le tante ombre che si riflettevano
nei suoi occhi, passò una figura concreta. Era l’immagine di un bambino, solo,
indifeso, con gli occhi pieni di lacrime e un uccellino morto tra le mani. Il
piccolo fantasma lo guardava in silenzio e chiamava un nome, la cui eco
proveniva da un mondo lontano, offuscato, astruso… L’uomo volse lo sguardo verso
l’alto. Il richiamo sembrava provenire dall’alto quasi si materializzasse in una
voce reale.
Ma ciò che vide fu solo la statua dell'angelo
spiccare il volo. Un balzo elegante. Morbide vesti si gonfiano d'aria e
disegnano il corpo gracile sospeso nell'aere. Grandi ali di soffice nero. Per un
momento sembra rimanere così, sospeso: l’angelo alza la testa, guarda verso il
basso. Una scintilla dorata trapassa gli occhi, lapislazzuli di esotica giada.
Forse, laggiù, ha riconosciuto uno dei demoni che lo chiamava? Un diavolo dalla
chioma celeste? Uno sguardo… un sorriso amaro.
Piume appesantite di sudicio vermiglio; non riescono
a sostenere il peso di un'anima dannata. L'angelo cade. Cancelli bronzei si
aprono per accoglierlo... una signora nera ride beffarda; riflesso di fiamme
sulla falce argentea.
Un gemito di sorpresa...
Un dolore simile a un sottile spillo…
Un ghigno pieno di immensa tristezza... e un solo,
ultimo pensiero: "Mi chiedo se Dio abbandonò veramente
Caino..."
Fine
*è un riferimento a una
favola dei fratelli Grimm riportata nel manga divenuta molto famosa tra i
fan
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