Era raro che Sharrkan
ripensasse alla sua infanzia, ma ogni volta che vedeva Yamuraiha la sua
mente
tornava indietro per un istante a una conversazione avuta con un
mercante
orientale tanti anni prima, sempre la stessa.
Per un istante l'odore di
salsedine di Sindria diventava quello di spezie e papiro del mercato
della sua
città, l'aria sembrava appicicarglisi addosso come allora e
le parole di un
uomo di cui ormai aveva cancellato il volto gli rimbombavano in testa.
Poi lei si accorgeva di essere
osservata e inclinava appena il capo, un'espressione vagamente seccata
(o
divertita, non l'avrebbe mai capito) negli occhi azzurri e la bocca
già aperta
per apostrofarlo.
E il caos di Heliohapt svaniva
nella brezza del mare assieme alle parole che Sharrkan non voleva
ricordare.
"Non hai niente di meglio
da fare che ciondolare come uno stoccafisso?" era di solito il saluto
che
la maga gli riservava, puntualmente ricambiato da un "Potrei dire lo
stesso di te, nullafacente di una strega."
Era una routine a cui, suo malgrado,
si era affezionato e ogni volta che qualcosa non andava come da copione
si
sentiva quasi offeso.
O preoccupato, come in quel
caso.
Yamuraiha lo stava guardando
senza parlare, limitandosi a un sorriso tirato come saluto.
Fu Sharrkan a inclinare il capo
in un gesto interrogativo, mentre seguiva con un senso di impotenza
crescente il movimento della mano dell'altra, sempre più
bianca nonostante
vivessero in un paese così soleggiato, verso una tempia.
Lo spadaccino l'aveva vista in
quelle stesse condizioni sin troppe volte ultimamente e, nonostante la
sua
ignoranza in merito, aveva la dolorosa consapevolezza di cosa le stesse
succedendo.
Le barriere che aveva eretto
attorno a Sindria, attorno al paese che li aveva accolti nel suo grembo
di sabbia
e fiori, avevano un prezzo.
E quel prezzo era la vita
stessa di colei che le manteneva alte, forti, fiere come era sempre
stata lei.
Sharrkan non riusciva a
pensarci; ogni volta che la vedeva vacillare senza un motivo apparente
faceva
fatica a reprimere l'istinto di prenderla per le spalle, scuoterla fino
a farle
capire che non era indistruttibile e gridarle che a proteggere casa
loro
bastava la sua spada e che, almeno ogni tanto, poteva riposare.
Invece l'unica cosa che poteva
fare era detestare sempre di più la magia che la stava
portando via e provocare
la sua rabbia con provocazioni infantili, pervase da una disperazione
che
nessuno avrebbe mai notato.
"Che c'è, hai usato
troppo il cervello già di prima mattina?" provò a
scherzare, un sorrisetto
sprezzante a incurvargli le labbra.
Per quanto potesse stare male,
Yamuraiha non lasciava mai del tutto correre le sue frecciatine, anche
perché
farlo avrebbe significato mostrarsi debole davanti a lui e lo
spadaccino sapeva
quanto le desse fastidio.
"Almeno io ce l'ho un
cervello da usare," fu infatti la risposta che ricevette, pronta e
tagliente malgrado tutto.
Si scambiarono un'occhiata
complice che solo due persone con alle spalle anni di litigi e
combattimenti
fianco a fianco avrebbero potuto scambiarsi, poi la maga si
incamminò verso il
porto.
Era lì, sotto una palma vicina
alla spiaggia, che Yamuraiha cercava una tregua di tanto in tanto,
cullata dal
chiacchiericcio soffuso dei suoi concittadini e lo sciabordare delle
onde sulle
barche di legno.
Sharrkan osservò la sua
schiena mentre si allontanava, sola e accecante nel sole già
alto, e pensò con
una punta di amarezza che non sarebbe mai riuscito a capirla del tutto.
Lui non era in grado di usare
la magia, di osservare e comprendere il continuo flusso della vita che
scorreva
attorno a loro; era riuscito a capire cosa fosse il ruhk solo dopo che
Ja'far
gliel'aveva spiegato e rispiegato per un intero pomeriggio.
Yamuraiha invece era nata e
cresciuta circondata da uno stormo di luce che le danzava davanti agli
occhi,
le sussurrava meraviglie nelle orecchie e le brillava nelle mani ogni
volta che
compieva un incantesimo.
Era una presenza costante per
lei e probabilmente non sarebbe mai riuscita a farne a meno, per quanto
potesse
essere accecante, come lui non avrebbe mai potuto rinunciare alla sua
spada e
alle ferite di guerra.
Eppure quegli stessi spiriti non
facevano nulla per impedirle di logorarsi e questo per Sharrkan era
insopportabile, talmente insopportabile da spingerlo a dirigersi a
passo di
marcia verso il porto.
La trovò dove si aspettava che
fosse, accovacciata sotto l'ombra della palma e con le palpebre
abbassate, ma
non addormentata.
Doveva averlo sentito
arrivare, perché dopo qualche istante alzò lo
sguardo su di lui e abbozzò un
cenno di saluto, come a dargli il permesso di essere lì.
"Hey, Sheerzan."
Ora le sue labbra erano
distese in un sorriso.
"Prima o poi dovrai dirmi
perché mi chiami così, sai?"
Era un soprannome che si
concedeva di usare con lei solo di rado e che si perdeva nei suoi
ricordi di
Heliohapt, ma non era mai riuscito a trovare il momento adatto (o il
fegato, per
dirla tutta) per raccontarle il suo significato.
Eppure a Yamuraiha piaceva essere
chiamata così, Yamuraiha che se ne stava appoggiata al
tronco di una palma e
sembrava splendere anche all'ombra e si consumava ogni secondo che
passava e
sorrideva lo stesso.
"Una volta mi trovavo al
mercato e una coppia di mercanti aveva attirato la mia attenzione," si
ritrovò a raccontare, sedendosi accanto a lei e scoccandole
una rapida
occhiata. "Erano marito e moglie, credo, e lei lo stava strigliando per
un
acquisto fatto senza il suo consenso."
Riusciva ad avvertire lo
sguardo attento della maga e raddrizzò le spalle d'istinto,
orgoglioso.
"Dopo averlo strapazzato
per bene, l'aveva lasciato solo per andare a concludere un affare e a
quel
punto lui si voltò verso di me e mi sussurrò che
quella sì che era una vera
sheerzan," proseguì con una risatina. "Poi, accorgendosi che
non
avevo capito, mi spiegò che nel suo paese una sheerzan era
una donna leonessa,
indomabile e dallo spirito selvaggio. Di quelle a cui basta un cenno
per mettere in riga un esercito."
Si rese conto che la gola gli
si era chiusa, seccata dall'arsura del suo vecchio paese che tornava a
tormentarlo,
e stava per portarsi una mano al collo come per difendersi, quando
avvertì un
suono strozzato provenire da Yamuraiha.
Poi il suono strozzato scoppiò
in una risata brillante come la luce che le danzava negli occhi e
fresca come
l'acqua che le danzava tra le dita, cancellando di colpo i ricordi,
come
sempre.
Sharrkan si voltò verso di lei
con espressione fintamente irritata e la fulminò con
un'occhiataccia.
"Io condivido il mio
tormentato passato con te e tu ridi?" protestò a gran voce,
la fronte
corrugata e la voce alta per coprire l'allegria che l'aveva invasa.
L'altra si asciugò
teatralmente gli angoli degli occhi col dorso della mano, per poi
ricambiare il
suo sguardo con quegli occhi grandi e limpidi e pieni di luce e
stanchezza che
sembrava scomparsa per miracolo.
"Scusa, hai
ragione," commentò, mentre la sua espressione si addolciva.
"Però mi
piace, come soprannome."
Sharrkan gonfiò il petto e le
passò con naturalezza un braccio attorno alle spalle.
"Ovvio, te l'ho dato
io!"
Sentì il peso della sua testa
sulla spalla e il fresco della sua pelle, tesa sul corpo della leonessa
che
proteggeva quella che era diventata la loro patria con tutta se stessa,
e si
sentì pervadere da una dolcezza quasi dolorosa nel
realizzare quanto Yamuraiha
amasse Sindria e quanto lui amasse lei, una fragile e orgogliosa
sheerzan
avvolta da una luce che li avrebbe accecati entrambi, prima o poi.
Ma per il momento c'erano la brezza del mare, le barche
e l'ombra della palma, c'erano i capelli di Yamuraiha che gli
solleticavano il
collo e le loro dita che cercavano rifugio le une nelle altre, mentre i
loro
fantasmi li lasciavano liberi almeno per un po'.
Yu's
corner.
Haloa, gente!
Recentemente mi sono resa conto che la Sharrkan/Yamu è
diventata chissà come la mia otp di questo manga e ho deciso
di scriverci qualcosa sopra.
Poi questo qualcosa è diventato una fanfiction al limite
dell'ooc e di lunghezza microscopica, ma giuro che nella mia mente
sembrava bella. ;u;
Fun fact: la parola "sheerzan" non me la sono inventata! L'origine
è persiana e credo che in Iran sia ancora abbastanza usata
(the more you know).
Concludendo, la Sharrkan/Yamu è tanto bella, la
parola "sheerzan" è ancora più bella e chiunque
di voi lasci una recensione sarà ancora più
bello. (?)
Bye bye,
Yu.
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