CAPITOLO 1
MELODY
“Fammi vedere la lettera” disse Melody
Lentamente sua sorella Elizabeth le passò il sottile foglio
di pergamena
“Attenta a non sgualcirla”
Melody osservò le parole scritte sulla pergamena. A prima
vista sembrava una lettera qualunque, se non fosse per il fatto che quelle
parole dicevano cose assurde
La lettera era indirizzata ad Elizabeth Caine e annunciava
che il primo settembre sarebbero ricominciate le lezioni del secondo anno alla
scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
Diceva inoltre che il “treno della scuola” sarebbe partito
la mattina del primo settembre alle ore 11 sul binario 9 e ¾ della stazione di
King’s Cross a Londra
Dopodiché elencava una serie di libri e accessori per la
scuola che Lizzy avrebbe dovuto comprare e che erano ancora più assurdi delle
frasi scritte nella lettera: Libri di pozioni, incantesimi, Storia della magia e
difesa contro le arti oscure. Oh, e inoltre agli studenti del secondo anno era
permesso avere un “manico di scopa personale”. Per che cosa? Per le lezioni di
spazzo?
Melody era sempre più sbalordita: “Questo è assurdo! Si può
sapere cosa diavolo ti insegnano in questa stupida scuola?”
“Te l’ho detto”, rispose sua sorella Elizabeth, “E’ una
scuola di stregoneria dove ti insegnano le arti magiche”
“Cioè, aspetta. Vuoi dire che quando finirai questa scuola
sarai una strega?”
“No, non si diventa una strega, si nasce una strega. La
scuola ti insegna come avere la magia sotto controllo, e ad usarla per azioni
buone”
Melody guardò sua sorella ancora più perplessa “ Vuoi dire
che in questi dodici anni l’hai sempre avuta questa “Magia”?”
Ma Elizabeth non rispose subito “credo di si. Solo non
sapevo da dove mi veniva o come funzionava”
“E adesso lo sai?”
“Per adesso ancora no, ma ad Hogwarts ci sono ragazzi come
me”
“Che significa come te?”
“Cioè ragazzi nati in famiglie Babbane (cioè famiglie in
cui non ci sono streghe o maghi) e che hanno per nascita la magia
“Quindi vuoi dire che io, mamma e papà siamo persone
normali?”
“Siete Babbani, ovvero non dotati di magia”
“E perché invece tu ce li hai questi poteri?”
“Non lo so, io ci sono nata così”
Nonostante fosse ancora incredula per le cose assurde che
sua sorella stava dicendo, Melody iniziò ad accettare questa verità: Sua sorella
era una strega.
L’anno scorso, quando Melody era tornata dalla colonia
estiva, non aveva trovato Elizabeth a casa. I suoi le avevano detto che era
stata ammessa in una scuola privata molto esclusiva, ma nonostante Melody fosse
triste e arrabbiata per non aver salutato sua sorella, ne lei, ne i suoi
genitori avevano approfondito l’argomento
Durante l’anno che passò nella “scuola esclusiva”, Melody
si chiedeva spesso cosa stesse facendo sua sorella, e in effetti ogni tanto
arrivavano degli strani gufi (a mezzogiorno, per di più) per portare lettere
sempre più bizzarre.
La sua scuola, diceva Lizzy, era divisa in quattro grandi
case in cui gli studenti venivano smistati il primo giorno di scuola, e in cui
trascorrevano tutti e sette anni scolastici. Lizzy era stata smistata in quella
dei “Corvonero”
Inoltre diceva di seguire lezioni come “astronomia”,
“trasfigurazione”, “erbologia” e “volo”
In cosa diavolo consisteva una lezione di volo?
La risposta arrivò un paio di mesi più tardi, in una
lettera in cui Elizabeth diceva di “stare imparando a volare con la scopa”, e
parlava di questo stranissimo sport di squadra dal nome incomprensibile che
consisteva, da come aveva capito Melody nel far entrare (volando su una scopa)
una palla in tre anelli posti quasi a quindici metri di altezza e nel picchiare
gli altri giocatori con una grossa clava di legno.
“Va bene” disse Melody restituendole la lettera “Quindi il
primo settembre devi andare a sbattere contro un muro della stazione di Londra,
devi prendere una locomotiva a vapore e devi tornare in questa scuola di
prestigiatori, giusto?”
“Più o meno” rispose Lizzy incominciano ad arrabbiarsi
“E quelle cose che devi comprare? Calderoni, manici di
scopa e tutto il resto, dove li vai a comprare, al supermercato?”
“No, a Diagon Alley”
“Dragon cosa?”
“Diagon Alley. E’ una zona di Londra dove vendono tutti gli
accessori per il mondo magico”
“Ah, ecco. E immagino si trovi nel quartiere più esclusivo
di Londra”
“Comunque puoi vederla anche tu di persona, visto che
verrai con noi”
“Ah, si? E chi l’ha deciso?”
“Mamma e Papà. Cosa credevi che ti avrebbero lasciata in
casa tutta sola?”
E perché no? Aveva già tredici anni, e da un pezzo si
riteneva in grado di stare in casa da sola, e soprattutto, da un pezzo non
credeva più alle storie di maghi e streghe.
Melody ed Elizabeth avevano solo un anno di differenza, ma
diversamente da altre sorelle che non facevano altro che litigare tutto il
giorno, loro erano fatte l’una per l’ altra.
Verso i sette anni, però Elizabeth aveva incominciato a
fare cose strane, come strane erano le cose che iniziavano ad accadere quando
lei era nei paraggi. Una volta, per esempio, giocano ne cortile di casa, Lizzy
si era arrampicata su per la grondaia, che poteva essere alta una decina di
metri. Quando Melody le disse di scendere, lei come niente fosse, scavalcò il
parapetto e si buttò giù, volendo letteralmente giù dal tetto e atterrando
dolcemente sul terreno. Melody corse istericamente da lei per vedere se si era
fatta male, ma Elizabeth non aveva neanche un graffio, come se buttandosi giù
dalla grondaia fosse stata priva di peso
Un altro episodio accadde un paio di anni fa. Entrambe si
erano appena tagliate i capelli, ed erano talmente simili da essere gemelle. Poi
però Elizabeth si cominciò a lamentare che le piacevano di più quando erano
lunghi, e il mattino dopo si svegliò con i capelli più lunghi di quindici
centimetri.
Melody era sempre più perplessa e preoccupata per questi
avvenimenti, ma si ripeteva sempre di non essere stupida, e che quelli erano
solo fatti della sua immaginazione.
Poi quella mattina era arrivata quella lettera a
sconvolgerle tutto.
Una settimana dopo l’arrivo della lettera, Melody nel
calore del suo letto pensava a quanto fosse bella l’estate solo per il fatto di
non doversi svegliare alle sette di mattina per andare a scuola, quando,
nonostante fosse il venti Agosto, sua madre entro come una saetta nella stanza
sua e di Elizabeth, spalancando porte e finestre
“Forza, sveglia, che tra un’ ora abbiamo il treno per
Londra!”
“Mmmm, ma mi spieghi cosa ci andiamo a fare il venti agosto
a Londra?”
“Dobbiamo comprare la roba per la suola di Lizzy, che tra
dieci giorni deve partire. Su, alzati!”
“Accidenti a te e la tua scuola” sbadigliò Melody al
mucchio di lenzuola alla sua sinistra e tornò a dormire
Dopo poco più di un’ora, lei Lizzy e sua madre presero il
treno che sarebbe arrivato a Londra poco prima delle dieci e si prepararono al
lungo viaggio.
Per più di un’ora sua madre ricordò a Melody che quell’anno
avrebbe avuto gli esami, e che si sarebbe dovuta impegnare di più, fin quando
Melody si rese conto che erano quasi arrivate a Londra, e ancora non sapeva dove
stessero andando
“Dov’è che si trova precisamente Dracon Agli?”
“Zitta!” scattò sottovoce sua sorella “Non bisogna nominare
i luoghi della magia in mezzo a così tanti Babbani!”
“Davvero e perché no?”
“Perché i Babbani non conoscono il mondo della magia,
scema!”
Melody la guardò scettica “Se è vero che sei una strega”
sussurrò “Come mai non ti ho mai vista fare una magia?”
“Non posso” rispose sua sorella un po’ imbarazzata
“Ah, si, e perché no? La tua bacchetta magica è in
sciopero?”
“No, perché ai maghi minorenni non è permesso fare magie
fuori dalla scuola”
“Davvero? Se no, che succede?”
Ma la risposta non la seppe mai perché erano arrivate a
Londra e dovevano scendere
Londra era una città gigantesca, ma per Melody, che ci era
stata poche volte prima di allora, sembrò un continente.
La zona dove si diressero non era una zona molto affollata,
anzi, a dire la verità era un quartiere abbastanza isolato, che anche di giorno,
metteva un po’ di paura.
Sua madre e sua sorella si stavano dirigendo verso una
catapecchia abbandonata, un edificio dove secoli e secoli prima c’era un vecchio
pub di legno, e dove ora risiedevano probabilmente generazioni e generazioni di
tarme.
“State scherzando? Non dovremo mica entrare lì dentro,
spero. E’ già un miracolo che si regga ancora in piedi”
“Certo che dobbiamo entrare qui dentro, se vogliamo andare
a Diagon Alley”, e come se niente fosse, sua madre e sua sorella aprirono la
vecchia porta ed entrarono
Non volendo rimanere da sola in un luogo così isolato
Melody affrontò la povere ed entrò
Per un attimo restò senza parole. Non solo il pub
all’interno era in perfette condizioni, ma era anche piuttosto affollato
C’erano uomini che al tavolo giocavano a delle strane carte
stregate, una donna di mezz’età stava consultando i tarocchi, mentre alcuni
giovani sedevano al banco bevendo strane bevande che quando venivano versate
emettevano un piccolo sbuffo di vapore
Ma una delle cose che colpì Melody fù l’abbigliamento:
Quasi tutti indossavano mantelli, chi verdi, grigi, viola, marroni, o in alcuni
casi neri. Molti di loro portavano cappelli a punta, o altri strani copricapi
con una falda molto larga. Addirittura una donna grassa che veniva dal giardino
sul retro, portava un buffissimo gufo impagliato sulla testa
Per non parlare poi delle magie: In mezzo ai tavoli, c’era
una scopa che da sola, spazzava tranquillamente il pavimento, mentre una teiera
galleggiava a mezz’aria tra i tavoli versando tè ai clienti. Per un attimo
Melody ebbe l’impressione che il barista stesse rispondendo ad una domanda
rivoltagli da un quadro alla parete.
Quando lei, sua madre e Lizzy entrarono, per un attmo molte
persone, tra cui il barista, si fermarono a guardarle, ma dopo un cordiale
“Buondì!” continuò tranquillamente a chiacchierare col quadro
Sempre più scioccata, Melody stava per chiedere
spiegazionia sua sorella, quando la vide dirigersi con sua madre verso il
cortile del retro da cui era uscita la signora grassa, e si affrettò a seguirle.
Nel cortile, Lizzy stava guardando un grande muro di
mattoni, contando tra se: “…dovrebbe essere…si…due a sinistra…sette dall’alto…”
dopodiché estrasse la sua bacchetta e con quella toccò un mattone più o meno al
centro del muro.
All’inizio non successe niente, ma quello che Melody vide
dopo la fece sentire come parte della pietra.
Il mattone era uscito dal muro e galleggiava a mezz’aria,
mentre dietro di lui, tutti gli altri si stavano spostando su se stessi in modo
da lasciare uno spazio abbastanza largo da lasciar passare una persona.
Melody intanto, sembrava avesse messo radici
“Mel, ma che fai lì impalata, dai vieni!” disse sua madre
trascinandola dentro
Arrivata dall’altro lato, Melody non si accorse dei mattoni
che rientravano al loro posto, sconvolta dalla vista che le si presentò davanti
C’era un’ intera città dietro quel muro. O meglio, forse
una città no, ma c’era un intero quartiere
Davanti a lei, partiva una lunghissima strada strapiena di
negozi e bancarelle di ogni tipo: librerie, negozi di frutti e ortaggi, negozi
di animali, o negozi in cui si vendevano strane piante e intrugli
C’era addirittura un negozio che vendeva manici di scopa e
un altro che vendeva mantelli, cappelli e altro ancora.
Inoltre accanto al muro da dove erano entrate, Melody vide
che c’era una stradina buia e oscura, che solo a guardarla le fece venire i
brividi.
Infine in fondo alla strada principale, c’era un enorme
edificio di marmo bianco, così freddo e austero che non poteva essere altro che
una banca
Lizzy, intanto, stava consultando il suo elenco
“…dovrei comprare i libri del secondo anno, filtri e poveri
varie, e magari anche una scop….” Poi guardando timidamente la madre, si
affrettò a dire “…ma la scopa non è necessaria, anche una stellasfreccia, chissà
quanti galeoni costa…”
Galeoni? Ma quali, le Navi?
“D’accordo” disse sua madre rivolgendosi a Melody, “noi ora
andiamo dalla Gringott a prendere un po’ di soldi, tu che fai, vieni con noi o
vuoi gironzolare un po’ per conto tuo?”
“Cos’è la Gringott?”
“E’ la banca dei maghi” disse sua madre indicando il grande
edificio bianco “E’ dove sono depositati i soldi del mondo magico, ma entrarci
non è una bella esperienza. Per raggiungere i depositi personali bisogna
scendere in profondità e viaggiare su dei carrelli che vanno quasi a 100Km/h”
Melody non aveva nessuna voglia di fare un’ esperienza
simile
“Preferisco girovagare un po’ per conto mio. A che ora ci
ritroviamo?”
Sua madre guardò l’orologio “Diciamo verso l’una, qui
davanti al Paiolo Magico”
“All’una, allora”
“Ok, e… Melody? Non entrare assolutamente nel vicolo buio
affianco” disse sua madre “E’ Notturn Alley, e anche di giorno è una strada
pericolosa”
“D’accordo, ci vediamo all’una” disse Melody, e si avviò
per la strada
Dato che amava moltissimo i libri, Melody decise che
avrebbe fatto un giro di esplorazione, e poi si sarebbe rintanata fino all’una
nella grande libreria sulla sinistra chiamata “Il Ghirigoro”
Anche se non capiva del tutto la Magia, Melody non potè
fare a meno di costatare che molti dei negozi di Dracon Agli (non aveva ancora
capito come si pronunciava) erano a dir poco affascinanti. Sulla destra c’era un
negozio di animali che vendeva non solo gufi, ma anche civette, topolini, rospi
cornuti, corvi, cornacchie, scoiattoli, tassi, marmotte e addirittura notò con
disgusto ragni grossi quanto una mano
C’era poi un altro negozio che vendeva articoli di
astronomia e astrologia: Telescopi, modellini planetari, galattici e del sistema
solare, tavole illustrate e cartine geografiche delle lune, le stelle e i
pianeti principali e la loro influenza sui segni zodiacali. Per i segni
zodiacali c’erano poi altre cartine che elencavano i segni, le corrispondenze e
le caratteristiche di ogni segno.
Melody era sempre più affascinata notando sulla sinistra un
negozio che vendeva articoli esclusivamente di divinazione: Sfere di cristallo,
tarocchi, tazze e bustine da te, o carte che illustravano i vari tipi di mano,
le linee principali e i loro significati delle varie personalità
Arrivata al freddo edificio di marmo che sua madre aveva
indicato come “La banca dei maghi” , Melody restò sbalordita nel guardare le
buffe creature che ci lavoravano: Erano dei nanetti che non arrivavano ad un
metro di altezza, tozzi, con delle faccette rugose e un lungo naso da pappagallo
A Melody enne quasi da ridere, ma si trattenne vedendo che
alcuni di loro la guardavano in malo modo
“Questi folletti non devono essere molto amichevoli” penso,
e tornò indietro
Risalendo la strada vide anche alcuni negozi più “normali”:
Oltre la libreria, c’era anche una gelateria,e un negozio di stranissimi e
invitanti dolcetti dal profumo delizioso.
Entrando nella libreria “Il Ghirigoro” notò che era
affollato di giovani e ragazzini, alcuni dei quali, indossavano un mantello -
divisa nero con una “H” cucita su petto
“Il Ghirigoro” era la libreria più bella che Melody avesse
mai visto. Era a tre piani e ogni angolo era letteralmente stipato di libri:
Libri di cucina magica, pozioni, incantesimi, libri su fantastici animali
magici, libri sul Cuee… Kwuiiiiidyck, insomma su uno sport magico, libri che
illustravano diversi tipi di scope volanti, e in un reparto isolato dagli altri,
libri su incantesimi e maledizioni, arti oscure e difesa contro le arti oscure.
Sentendosi in quel momento la persona più felice della
terra, Melody si avviò verso il reparto “Storia della magia nel corso dei
secoli” e scelse un libro da leggere |