La giovane
ragazza correva ansimando per i corridoi, inseguita da mostri terrificanti e
privi di pietà.
Le ferite
sanguinavano e la lanterna aveva emesso i suoi ultimi bagliori, lasciandola
nell’oscurità più totale.
Devo
trovare un nascondiglio!
Devo
trovare un rifugio al più presto!
Migliaia di
frasi rimbombavano nella sua testa nel tentativo di non essere presa dai suoi
inseguitori.
Quando la
speranza cominciava a svanire, vide una lucina lontana brillare a seguito di
una porta.
Senza
pensarci troppo si è subito fiondata all’interno dello sgabuzzino e chiuso la
porta meglio che poteva.
Facendo
lentamente qualche passo indietro per allontanarsi dalla porta, lei andò a
sbattere contro qualcosa che emise un lieve sospiro.
Dopo
settimane di solitudine, Elisa abbracciò l’unica cosa vivente in quel castello
che le avesse infuso un po’ di sicurezza,
non sapendo
però chi stesse stringendo a sé.
Era il
barone Alexander di Brennerburg,
padrone
della fortezza e di tutti i mostri che le stavano dando la caccia.
Il noto
studioso e legilimante era piuttosto sorpreso della reazione della ragazza, che
era completamente apparsa dal nulla.
Lui stava
cercando di catturare un ragazzo di nome Daniel, perciò la presenza di Elisa lo
incuriosiva tanto da dare una sbirciatina nei suoi pensieri.
Per
fortuna ho trovato qualcuno!
Non
ce la facevo più a stare da sola in questo orribile castello popolato da
mostri.
Mi
dispiace recare fastidio a costui che era già nello sgabuzzino,
ma
fuori c’è un mostro terrificante senza mandibola che mi sta cercando.
“C’è
Grunt là fuori?” Pensò Alexander.
“Perché
non divertirsi un po’ alle spalle di questa ragazzina?”
Con un
messaggio telepatico il barone ordinò al mostro di cominciare ad abbattere la
porta della stanza in cui si trovavano,
ma senza
riuscire ad entrare, ovviamente. Solo per vedere come avrebbe reagito lei.
Pochi attimi
dopo Grunt cominciò a tirare pugni alla porta e urlare con la sua voce
spaventosa.
Elisa, che credeva
di trovarsi al sicuro, da essere abbracciata al torso di Alexander si accasciò
sul pavimento.
Rimanendo
pur sempre avvinghiata alla gamba destra del barone, cominciò a singhiozzare
silenziosamente.
Come
avrà fatto a trovarmi?
Pensavo
che non sarebbe riuscito a vedermi qui dentro!
Aspetterò
che sfondi la porta per poi ricominciare a correre… Non importa.
Troverò
dell’olio per la lanterna e cercherò una via di fuga.
Sempre
che ne esista una…
“Ammirevole”
Rifletté Alexander.
“Daniel
non avrebbe esitato a nascondersi in qualche buco qui dentro aspettando di
essere preso,
davvero
un pessimo aiutante, senza coraggio né sicurezza.
Invece
lei si è lasciata prendere dallo sconforto, però allo stesso tempo ha elaborato
una strategia per la propria sopravvivenza.
Potrei
prendere lei come nuovo aiutante.
Grunt,
il gioco è finito, torna a cercare quell’idiota di Daniel.”
Come dal
niente era arrivato il mostro, allo stesso modo le urla e i graffi smisero
lasciando un placido silenzio inaspettato.
Ma
cosa…?
“Avanti,
alzati.”
Disse
Alexander prendendola per mano.
A quel punto
lei riconobbe la voce e si rese conto di chi avesse avuto accanto tutto il
tempo.
Alexander?!
Che cosa ci fa qui?
“Seguimi.”
Cominciò a
camminare spedito e sicuro nelle tenebre tenendola delicatamente per mano.
Elisa come
infatuata lo seguiva senza capire perché volesse portarla con sé.
“Dove stiamo
andando?”
Chiese Elisa
con un po’ di titubanza.
“La nostra
destinazione è la stanza degli ospiti, mia cara.”
La
stanza degli ospiti. Forse con questa espressione intende la prigione del
castello. Avrà intenzione di torturarmi?
Alexander
sembrava piuttosto confuso nel leggere i suoi pensieri e nel doverla trascinare
a forza dietro a sé.
Con un velo
di impazienza rettificò: “Ovvero la stanza in cui Daniel era solito dormire
prima della sua scomparsa.”
Allora
non ha intenzione di farmi del male.
Cosa
vorrà da me?
“Sinceramente
non sono sicuro di aver preso la decisione giusta.” pensò il barone.
Era ormai
sera e Alexander aveva condotto Elisa alla sua nuova stanza.
“Tu dormirai
qui, stanotte. Ci rincontreremo domani mattina, non appena ti sveglierai.”
“Ma io
cosa…”
Neppure il
tempo di lasciarle finire la frase che lui aveva già chiuso la porta.
…dovrei
fare?
Dato
che è quasi notte, mi coricherò sotto le coperte.
Sono
tre settimane che non riposo, non avrò problemi ad addormentarmi.
Infatti
pochi istanti dopo Elisa già dormiva.
Devo
trovare un nascondiglio!
Devo
trovare un rifugio al più presto!
Con le ultime
energie Elisa si chiuse dentro un piccolo sgabuzzino e indietreggiando
lentamente andò a sbattere contro delle scope.
Cadendo
produssero un forte rumore che la fecero rilevare dal mostro.
Lui cominciò
ad abbattere la porta e la ragazza si accasciò a terra terrorizzata
Dopo tre
pugni la porta cedette e il mostro la vide lì, a terra, con gli occhi pieni di
lacrime, in un angolino della stanza.
Con un unico
colpo la uccise,
per poi
lasciare il suo corpo senza vita sul pavimento.
“AGH!”
La mattina
seguente Elisa si svegliò di soprassalto nel letto della stanza degli ospiti.
Era solo un
incubo di ciò che sarebbe potuto succedere,
se il barone
non fosse stato in quella stanza la sera precedente.
Alexander,
allarmato dall’urlo soffocato, entrò velocemente nella stanza.
“Hai avuto
un incubo, Elisa?”
“Si…
riguardo a ieri… lei… e il mostro…”
“Non ti
preoccupare. Vi metteremo fine una volta per tutte, vedrai. Adesso vieni, la
colazione è in giardino.”
Elisa si
vestì con i panni che Daniel aveva lasciato nella stanza, compresa una giacca
verde che le stava un po’ larga.
Seguendo la
scia di petali di rosa che Alexander lasciava dietro di sé, lei riuscì ad
arrivare al prato del castello.
Seduto su
una graziosa sedia bianca c’era il barone, che fece una smorfia di
disapprovazione non appena la vide.
“I miei
servitori ti inseguivano scambiandoti per Daniel, cosa credi che penseranno
ora, vedendoti vestita così?”
Ha
ragione. Lui ha sempre ragione.
“Mi dispiace…”
riuscì a balbettare Elisa togliendosi la giacca verde.
Veloce come
un gatto Alexander si trovò vicino a lei, aiutandola ad indossare la sua giacca
rossa corallo con raffinate cuciture color oro.
Le maniche
erano troppo lunghe per lei e ciò fece ridere il barone, replicando
semplicemente con “Ne farò preparare una della tua misura.”
Perché
si prende cura di me? Qual è il suo scopo?
Dopo aver
fatto colazione, lei e Alexander cominciarono a camminare lentamente,
quando
videro Grunt che correva nella loro direzione.
Elisa per
istinto si nascose dietro il barone e lui divertito chiese: “Perché ti
nascondi? Quando sei con me non devi preoccuparti.
Tu, brutto
idiota, perché hai spaventato la mia ospite? Hai qualcosa di importante da
riferire?”
Prende
le mie difese.
Il mostro
emise qualche verso strano e poi corse via.
“Cosa ha
detto?”
“Grunt è
sempre in vena di dire cose stupide… non ti angustiare e andiamo al mio
studio.”
Arrivati nel
luogo designato, Alexander aprì un armadio da cui prese un’altra giacca rossa e
oro.
Poi si
sedette sulla propria poltrona e cominciò ad esporre il suo progetto.
“Come tu ben
sai, tutti i miei servi sono alla costante ricerca di Daniel, il mio
ex-aiutante, perciò io mi ritrovo da solo a fare molte cose.
Non è una
richiesta, ma un ordine, se tu potessi lavorare con me in cambio di vitto e
alloggio.
Ogni cosa ha
il suo prezzo e vedremo cosa hai da offrire, non come quello scansafatiche di
Daniel…”
Cosa
avrà mai combinato questo “Daniel”?
Ha
fallito e Alexander lo sta cercando. Se dovessi fallire anch’io?
Mi
rinchiuderebbe in prigione come sta cercando di fare con lui.
“Quell’idiota
non era in grado di sopportare il peso del mio lavoro, così si è dato alla fuga
all’interno del castello.
Quando lo
troverò gli farò passare la voglia di disertare di nuovo.
Confido in
te. Mi sembri sveglia, attenta, perspicace, la persona adatta al ruolo che sto
cercando.
Vedo
ambizione nei tuoi occhi, perciò bada di non deludermi o per te sarà la fine.”
Perciò
è questo che vuole
Un’aiutante.
Non
credo che possa essere un lavoro così impossibile,
non
ho scelta, mi conviene tentare.
“Quando
comincio?”
“Molto bene,
sempre molto decisa.
Però dovrai
tenerti a freno almeno fino a domani.
Vai da Grunt
a farti fare una divisa identica alla mia.
Dì che ti
mando io e non ci saranno problemi.”
Elisa uscì
chiudendo dolcemente la porta e si mise a cercare Grunt.