Capitolo
7
La dura e insensibile Adelaid si
era innamorata.
Il mattino seguente mi svegliai,
sopra il suo petto, felice, come non succedeva da moltissimo tempo, forse non mi
era mai successo.
Murtagh era già sveglio e mi
guardava con un largo sorriso.
-Buongiorno- disse accarezzandomi
i capelli. –Buongiorno- risposi io dandogli un dolce bacio sulle labbra.
Mi alzai e andai a vestirmi. Il
pavimento era piuttosto sporco di sangue secco per la rissa di Murtagh con il
biondo. Presi uno straccio e lo pulii. Murtagh mi guardava curioso, sempre
sorridente.
Quando ebbi finito, il ragazzo si
alzò e indossò gli abiti della sera precedente. Mentre si metteva la camicia
notai una lunga cicatrice sulla schiena. Andai verso di lui e la accarezzai,
facendogli venire un brivido.
-Come te la sei fatta questa?-
chiesi inorridita da quel solco profondo. Doveva avergli procurato un gran
dolore.
Il suo sguardo si oscurò, poi mi
fece segno di sedersi accanto a lui.
-E’ una storia piuttosto lunga,
ma non te la nasconderò- lo abbracciai per confortarlo, per fargli capire che
gli volevo bene.
-Mi è stata inflitta da mio
padre, Morzan, quando avevo tre anni, con la stessa spada che io uso,
Zar’roc-
Un enorme disgusto mi invase
l’animo. Come poteva un uomo colpire con tanta crudeltà il suo bambino di appena
tre anni?
-Mi dispiace- dissi soltanto, poi
gli diedi un bacio sulle labbra. Lui mi ricambiò per un attimo, poi si
staccò.
-Andiamo, Castigo ci aspetta- mi
disse, così uscì di casa.
Passò un mese, nel quale gli
allenamenti con Murtagh e la nostra relazione mi rendevano davvero felici.
Una mattina, dopo essermi
svegliata fra le sue braccia, mi sciacquai il viso e feci colazione. Il
cavaliere scese giù dalla casa.
Finii di mettere a posto le
stanze e lo raggiunsi. Murtagh stava parlando con un soldato reale.
-Re Galbatorix vuole vedere sua
moglie, argetlam- io scesi piano le scale, senza farmi vedere.
-Per quale motivo?- chiese lui,
preoccupato da questo improvviso interesse del re nei miei confronti. Il soldato
sembrava non sapere nulla. –Non lo so, ma ha detto di scortarla subito verso il
palazzo-
Che cosa voleva mio padre da me?
Forse punirmi per la relazione con Murtagh?
Entrai in scena. –Che cosa
succede qui?- chiesi solare, facendo finta di non aver sentito. Il cavaliere mi
rispose prima della guardia. –Il re vuole vederti, cara-
-Quando, adesso?- il soldato
annuì, cosi guardai Murtagh come per dire “Devo, ci vediamo dopo”
Così andai con il soldato verso
il palazzo reale.
Galbatorix mi aspettava nella
sala del trono. Era immerso in una fitta conversazione con una giovane
donna.
-Bene Tiranna, puoi andare.
Scopri qualcos’altro sui piani dei Varden.- le disse lui.
La ragazza doveva essere una spia
infiltrata. –Va bene sire- si congedò con un breve inchino e si avviò verso la
porta, venendomi incontro. I nostri occhi si incrociarono per un istante. La
porta si chiuse subito dietro di me.
Adesso c’eravamo soltanto io e
mio padre.
-Padre, mi avete fatto chiamare-
dissi io avvicinandomi verso il trono.
-Si. Volevo sapere come procede
il tuo allenamento con Murtagh- disse lui. Per fortuna non aveva scoperto nulla
di quello che succedeva da più di un mese.
-Va tutto bene, non c’è nulla di
cui dobbiate preoccuparvi- dissi io senza distogliere lo sguardo.
-Come tua madre, non sai per
niente mentire- disse lui con un ghigno sul volto.
Strinsi i pugni per la rabbia,
senza però farmi notare. –Che cosa intendete?-
-Piccola mia, io ti controllo da
quando hai visto per la prima volta la luce del sole. Mi hai molto stupito. Sei
la prima che riesce ad ammorbidire Murtagh-
Non capii quello che cosa
intendeva. Lui rise crudele. –Cosa credi che ti ama? E’ stato un mio ordine a
far agire Murtagh così-
-Stai mentendo!- dissi io ferita
dalle sue affermazioni. Non poteva essere vero.
-Vel einaradhin iet ai
Shur’tugal- il mio cuore stava cadendo in frantumi, ma io non volevo, e non
dovevo, piangere. Non davanti a lui. Non dovevo mostrarmi debole. Andava contro
i miei principi.
-E inoltre- aggiunse mio padre
–Domani partirai per il Surda. Sarai la mia spia più efficiente all’interno dei
Varden. La maga
Tiranna ti accompagnerà-
-E se io non volessi accettare?-
dissi in tono di sfida. Lui sorrise.
-Morirai- Non avevo scelta,
dovevo partire. Almeno non avrei dovuto vedere Murtagh per un po’.
-Andrò- detto questo mi congedai
e uscii.
Ancora non credevo a quello che
mi aveva detto. Allora quello che c’era tra me e Murtagh era tutta una messa in
scena? Non volevo crederci.
In effetti non avevo alcuna prova
che dimostrasse il suo amore nei miei confronti. Avevo soltanto il ricordo di
quelle ore passate insieme.
Mi avviai verso una taverna.
Quando mi sentivo giù era mio solito bere un boccale di birra. Sapevo che non
era per niente femminile, ma mi tirava su. Seduta vicino al bancone c’era la
giovane donna di prima, intenta ad ordinare qualcosa. Mi sedetti accanto a lei,
ignorandola e ordinando la
birra. Lei mi guardò per un po’, poi mi chiese.
-Sei tu Adelaid?- io girai lo
sguardo verso di lei. Mio padre doveva averla informata del mio vero nome.
-Si. Tu devi essere Tiranna-
allungai la mano verso di lei, che me la strinse con la sua.
In quel momento arrivò il mio
tanto desiderato boccale di birra. Lo tirai giù in tre lunghi sorsi.
-Ha fatto la stessa cosa con me-
mi disse dopo un po’ che avevamo conversato. La birra aveva iniziato ad avere
effetto.
-Chi?-
-Murtagh. Ci incontrammo un po’
di tempo fa nel Farthen Dur, dai Varden. Quello stesso giorno finimmo per
diventare amanti. Questa cosa è durata fino a un mese fa. Io venivo qui per
circa una settimana dall’accampamento dei ribelli a portare notizie al re, poi
sparivo per qualche mese. Deve aver trovato un altro dei suoi divertimenti in
te-
Stavo davvero male, dopo quelle
affermazioni.
-E’ solo un lurido bastardo.
Bello, tenebroso, affascinante e bastardo. Però se la cava fra le lenzuola-
dissi io ridacchiando, leggermente ubriaca.
Tiranna rise con me, anch’essa
nel mio stesso stato. –Eccome!-
-Pensa che mi ha salvata due
volte da un tizio che mi voleva violentare! All’inizio mi sembrava tanto un
gentiluomo…-
Le lacrime iniziavano a scendere
calde. La maga cercò di tirarmi su di morale.
-Ma su, dai, che come lui nel
mondo ce ne sono di migliori! Vedi il cavaliere Eragon ammazzaspettri. Lui si
che è un vero uomo. Gentile e cauto con le donne. Anche se un po’
infantile.-
Non piangevo più ormai, le
lacrime erano state sostituite dalle risate.
-Uh, non mi dire che sei stata
anche con lui! Dai, me lo devi presentare quando andremo dai Varden-
-Certo amica mia! Sai il re mi
aveva detto che eri molto solitaria e non ti aprivi con nessuno, invece sei
tutto l’opposto! Adesso però andiamo a dormire, domani dobbiamo partire, anche
se nel tardo pomeriggio-
Che strano, le ore come tutta la
giornata erano passate in un batter d’occhio.
Ci salutammo all’entrata del
castello e traballante andai verso casa mia. Entrai stanchissima e mi buttai sul
divano del soggiorno.
-Ma che fine hai fatto? E’ tutto
il giorno che ti cerco- Murtagh era uscito dall’oscurità della stanza e mi si
sedette accanto, cercando di darmi un bacio. Ripensai a quello che avevo
scoperto.
-Non ne ho voglia stasera. Vai da
Tiranna se hai voglia di divertirti, almeno non te lo avrà ordinato mio padre-
si sentiva perfettamente che ero brilla.
-Ma cosa stai dicendo? Sei
ubriaca!- dissi prendendomi in braccio e portandomi in camera da letto.
-Lasciami stare, so camminare da
sola io! Lasciami…- ma non finii di parlare perché mi addormentai fra le sue
braccia.
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