No
clouds in the sky
[C’erano troppi dubbi,
troppe incertezze,
troppi rancori,
troppa amarezza.]
Suna era diversa da Konoha per
diversi motivi.
Uno era che il cielo era spesso
sprovvisto di nuvole, cosa che lo mandava spesso in bestia.
Vedeva l’azzurro, enorme e sconfinato,
ma non ci trovava nulla di speciale se non avevano quel bianco perennemente in
movimento.
[Lui
adorava solo un tipo di azzurro puro.]
Un’altra cosa era che il vento,
quando soffiava, portava con sé granelli di sabbia che si insinuavano nei suoi
occhi, provocando un bruciore insopportabile.
L’unica
cosa fastidiosa che riusciva a sopportare…
… era
una voce squillante.]
Poi c’era il clima caldo e
secco, senza mai una goccia di pioggia a lavare via il sangue della guerra, la
tristezza della gente, le lacrime dei bambini troppo cresciuti [come lui].
[Lui aveva bisogno di
quelle lacrime,
servivano
per lavare via il suo dolore.]
Infine era i continui elogi che
tutti gli porgevano, ignorando quella sua aria perennemente seccata, quei suoi
modi di fare svogliati e quelle sue risposte poco frequenti.
[“Sei solo un
pigrone!”]
Non aveva più avuto un
rimprovero, nemmeno quando saltava le riunioni giustificandosi con un mi
sono addormentato, banale e classica scusa che aveva ripetuto decine di
volte.
[“Sei in ritardo…
…di
nuovo!”]
Quegli scorci di dialoghi gli
saltavano alla mente così, anche quando tentava di non pensarci. Di allontanarli
da lui, in modo da non rivedere quell’azzurro puro e sentire quella voce fin
troppo squillante per le sue orecchie.
Doveva concentrarsi solo sul
presente, allontanare il passato e andare avanti.
Non poteva continuare a
rincorrere un ricordo che non avrebbe mai potuto riafferrare, non poteva
continuare a tormentarsi con quei pensieri così [maledettamente] dolorosi.
Avrebbe dovuto concentrarsi su
di lei, su Temari che provava ad attirare le sue attenzioni in ogni modo,
affibbiandoli nuove [e noiose] missioni, facendoli provare gloria come mai
prima, donandogli il suo corpo la notte.
Avrebbe dovuto concentrarsi su
quegl’occhi acqua marina, lasciando perdere il cielo.
[Ma il cielo era
troppo importante, per lui…]
I passi frettolosi alle sue
spalle lo fecero distrarre. Si voltò lievemente, senza volgere completamente lo
sguardo alla porta amaranto, segnata da numerosi graffi e botte che non
facevano che farla sembrare più vecchia di quanto fosse.
La figura alta e sensuale di
Temari fece la sua comparsa. Il grande ventaglio che portava sempre con sé, era
poggiato a terra ed imprimeva un solco profondo nel cemento del terrazzo.
Il suo sguardo marino sembrava
infastidito da qualcosa che Shikamaru non riusciva a comprendere.
“Dovresti venire giù.”
Per giù lei intendeva la stanza
delle riunioni. Probabilmente aveva trovato una nuova missioni da affibbiargli,
o un qualche capo squadra aveva richiesto la sua presenza per preparare un
piano d’azione.
Nara sputò a terra la
sigaretta, separandosi dal sapore acre della sigaretta che aveva tenuta stretta
fra le labbra.
Scese le scale, lasciando
cadere per un’ultima volta lo sguardo sul cielo azzurro.
Faceva scivolare la mano sulla
ringhiera in ferro battuto, che gli faceva venire i brividi da tanto era fredda.
[“Shika-kun, ho
freddo.”
“Vuoi
il mio giubbotto?”
“Ma
così avrai freddo anche tu!”
“Se ti
fa piacere, puoi venire qui.”
“Come?”
“Nulla…lascia
perdere.”
“No,
no…ripetilo!”
“Mendokuse, Ino…”]
Seguì la figura di Temari attraversare
la porta dello studio del Kazekage. Entrò con noncuranza, senza prestare
attenzione agli ospiti che erano venuti li appositamente per lui, tenne lo
sguardo fisso sul pavimento, troppo immerso nei propri pensieri per accorgersi
anche di quell’angolo del basso tavolino che gli fece provare un dolore enorme
alla gamba sinistra.
“Mendokuse…”
“Il solito, eh Nara?”
Aveva alzato subito lo sguardo
al suono di quella [squillante] voce; l’aveva fissata a bocca aperta, lasciando
che un sorriso [canzonatorio] si aprisse sul viso di lei, mentre le altre
persone presenti li guardavano con un punto interrogativo.
“E tu sei sempre così insopportabile, Yamanaka?”
“Anche io sono felice di rivederti, Nara.”
Da quando possedeva quella
sottile ironia? Da quando la sua voce era diventata così calda? Da quando non
sentiva le mani fremere dalla voglia di toccarla?
Lasciò che il suo sguardo
vagasse sul corpo dell’amica, captando nuove differenze [piacevoli] nel
suo fisico ormai ben sviluppato. Per lui, che l’aveva sfiorato così tante
volte, quel [nuovo] corpo era un desiderio ormai irrealizzabile.
[“Shika-kun?”
“Nh?”
"Facciamo
l’amore?"]
Voltò lo sguardo, turbato da
quei nuovi ricordi. Lasciò cadere gli occhi sul ragazzo accanto a lei, colui
che tre anni prima aveva preso il posto di Sasuke nel team 7.
“Sai.”
“Buongiorno, Shikamaru.”
Notò che non aveva ancora perso
quel suo [odioso] sorrisetto.
Si lisciò il mento, girando il
volto verso Temari, che non aveva i suoi occhi da lui dal momento in cui erano
entrati, chiedendole spiegazione della loro presenza.
La vide sospirare, quasi
afflitta da quel pensiero.
“Hanno semplicemente portato dei documenti da parte del
quinto Hokage.”
“Uhn?”
“Nulla di preoccupante.”
* *** *
Il fumo si disperse nell’aria fredda
di Suna, sembrando quasi nebbia.
Shikamaru sbuffò, leggermente
seccato. La sua presenza alle spalle era fastidiosa e quasi odiosa. Non
era rilassato, ne tanto meno tranquillo, nonostante i suoi modi di fare
esprimessero il suo [solito] menefreghismo.
“Allora?”
“Uhm…”
Sentì il rumore dei suoi passi,
chiaro segno che si stava avvicinando a lui. Il suo braccio destro vibrò,
sentendo quello di lei sfiorarlo.
Ora, erano uno accanto
all’altra [di nuovo].
“Come è andata in questi anni?”
Shikamaru capì subito che
quella domanda era solo un modo per spezzare la tensione e, magari, ritrovare
la tranquillità che tanto li contraddistingueva.
Sorrise sornione, girando lo
sguardo verso di lei, che lo fissava con curiosità mal celata.
“Meglio di quanto pensi.”
“Che antipatico, che sei!”
Ghignò divertito dalla sua
reazione, che tanto gli ricordava la vecchia Ino. La fissò per un attimo,
stringendo la sigaretta fra i denti.
Vide i suoi occhi [brillanti]
scrutarlo come solo lei ne era capace. Sorrise nuovamente, appoggiandosi con la
schiena verso la balaustra, in modo da poterla vedere direttamente in viso.
“Che vuoi da me, Ino?”
“Niente. Ho avuto tutto quello che volevo in passato,
Shikamaru.”
“E allora cosa sei qui a fare?”
“Per portare quei documenti.”
“Pensi che non sia più in grado di riconoscere una tua
bugia?”
Ino si morse il labbro,
lasciando che una ciocca di capelli le ricadesse di fronte al viso.
Lui sorrise, sporgendosi verso
la ragazza, afferrando quella ciocca con l’indice e portandola dietro
l’orecchio destro. Nel farlo toccò accidentalmente l’orecchino ad anello, che
si mosse ciondolante.
La osservò [dritto] negli
occhi, lasciando che Ino spalancasse la bocca quando sentì le [sue] braccia
stringerla.
“Che cosa fai?”
“Nulla.”
Chiuse gli occhi, assaporando
quel momento. Si lasciò solleticare dai suoi capelli, ormai non più
lunghissimi, mentre la mente si riempiva [di nuovo] di ricordi.
La ragazza stette indecisa per
una manciata di secondi fra quelle braccia, non sapendo cosa fare, come comportarsi.
[“Ino?”
“Che
vuoi?”
“Che
maleducata, dovresti rispondere meglio al tuo ragazzo.”
“Ti sei
offeso, Shika-kun?”
“Uhm…”
“Dai,
vieni qui che ti abbraccio!”]
Le mani le si
sollevarono con estrema lentezza, ma quando sentì la stoffa ruvida del giubbotto
da jonin del ragazzo si lasciò cullare con
tranquillità da lui.
Shikamaru buttò a terra
la sigaretta, in modo da non darle fastidio in qualche modo. L’attirò a se,
riappoggiandosi alla fredda ringhiera in ferro battuto.
Scivolò contro di essa,
facendola accoccolare fra le sue braccia. Quante volte era successo?
…un’infinità.
“Shika-kun?”
“Nh?”
"Mi sei mancato, lo sai?"
Sussultò, spiazzato da quella
sincerità. La strinse più forte, in modo di far aderire perfettamente i loro corpi
infreddoliti e di tenerla più vicina a sé.
Ino strinse le mani al suo
giubbotto, nascondendo il volto contro di esso e celando il sorriso appena
accennato sul suo volto.
“Shikamaru?”
“Dimmi…”
“Mi dai un bacio?”
Le sollevò il viso, lasciando
che i suoi occhi vagassero sul suo viso arrossato, per poi fermarsi sulle sue
labbra.
Da quanto non assaporava labbra
come quelle di Ino? Da troppo.
Era abituato alle labbra troppo
passionali di Temari, e si era dimenticato della dolcezza con cui lei lo baciava.
Della lentezza e dell’amore che metteva in quel bacio, facendolo esaltare solo
per quel semplice gesto.
Quasi gli venne da ridere,
ripensando a quanto goffi erano stati i loro prima baci e le loro prime
carezze.
“Tornerai a Konoha, Shikamaru?”
l’allontanò da sé malamente,
interrompendo quel piacevole abbraccio in cui si era lasciato cullare. La fissò
negli occhi, trovandovi dubbi ed incertezze.
Sbuffò, portandosi una mano
alla nuca e grattandosela imbarazzato.
“Ino, sai che il mio dovere è…”
“…rimanere qui. Me l’hai ripetuto miliardi di volte.”
“E allora?”
“Non è allora, è adesso. Pensavo che almeno non saresti stato
così schifoso da baciarmi.”
“Che cavolo…”
“Che c’è? Magari pensavi addirittura di venire a letto con
me?”
La fissò stupito, rimasto senza
parole dalle frase dette dalla ragazza.
Davvero lo credeva così
meschino?
La vide alzarsi e battere le
mani sulla gonna viola, facendo cadere la polvere. Si girò di spalle senza
degnarlo di uno sguardo. Ancora una volta…
“Dove vai?”
“A dormire. Domani mi aspetta un viaggio lungo.”
La porta sbatté e lui sussultò.
Lasciò battere la testa contro
le sbarre della ringhiera, sentendo un leggero dolore.
Si maledisse per aver ceduto al
desiderio di averla ancora una volta tra le braccia, lasciando perdere i suoi
sentimenti.
Fissò la porta in cui lei era
scomparsa maledicendosi per la sua ignoranza. Ancora una volta l’aveva delusa…
[“A Suna?”
“Già…”
“E che
ne sarà di noi?”
“Mi
dispiace…”
“Wow…davvero
un discorso da geni! Complimenti!”
“Non pensare
che sia stato io a volerlo, Ino!”
“Vuoi
anche avere ragione, ora?”
“Ino…sai
che…”
“No,
non lo so. Comunque la vita è tua, gestiscila come ti pare.”
“Ino…”
“Ciao,
Shikamaru…”]
Il mattino dopo, Ino fissò
Temari, Gaara e Kankuro in piedi di fronte a lei e Sai. Come aveva previsto,
lui non c’era.
Tuttavia non gliene faceva una
colpa, anche lei tre anni prima non era andata a salutarlo.
Ora, però, aveva delle certezze
che quel giorno non aveva. Non avrebbe più cercato Shikamaru, non avrebbe più
rincorso il suo fantasma, così da non vivere la sua vita.
Si sarebbe rassegnata, da
quell’amore che non poteva avere, troppo distante, troppo difficile, troppo
doloroso.
Avrebbe abbandonato il suo
ricordo una volte per tutte.
[“Se dovessi
incontrarlo?”
“Bhe,
penso che lo saluterei tranquillamente!”
“Uhm…Ino,
non provi più nulla per lui?”
“Bhe…forse.”
“Non ci
ricascherai, vero?”
“Non
dire scemenze, Fronte-spaziosa!”]
I piedi affondavano nella
sabbia, che infilava nei sandali provocandole fastidio.
Sai, accanto a lei, sembrava
totalmente interessato alla lettura di un libro.
Sbuffò annoiata, lanciando
un’occhiata verso l’alto. Il cielo era azzurro, senza alcuna nuvola a coprirlo.
Sorrise sbieca, divertita al pensiero che a Shikamaru non doveva andare molto
giù quel fatto.
Altri cinque passi e poi fu
fermata dalla presa salda del moro accanto a lei.
“C’è qualcuno che ti aspetta.”
Alzò lo sguardo, fissando il
punto che lui le indicava.
La figura di Shikamaru le fece
spalancare la bocca, e portò le mani verso di essa sconcertata.
Corse verso di lui, ignorando
la fatica e il caldo. Arrancò, rischiando di inciampare.
Si fermò di fronte a lui,
sudata come non mai e con il fiatone.
“Che cavolo ci fai qui?”
“Bhe…”
“Nh?”
“A Suna le nuvole non ci sono…”
La risata calda di Ino lo fece
sorridere, strinse la sigaretta fra le dita, osservando il cielo.
Quando lo riportò su di lei,
buttò a terra la sigaretta, abbracciandola e lasciando perdere il fatto che Sai
gli stesse osservando [e dipingendo].
S’inebriò del suo profumo
floreale, dandosi del pazzo per essere stato lontano da lei per così tanto
tempo.
[“Senti, se per caso
dovesse andare bene…cosa farai?”
“Bhe…lo
obbligherò a fare shopping con me per almeno un mese.”
“Ino-pig,
sei sadica…”
“Si, ne
sono consapevole…”]
La ragazza sorrise maliziosa,
pensando gongolante alla ricompensa che avrebbe ricevuto una volta a
casa.
Lui rabbrividì, per nulla
rassicurato dal suo sorriso.
“No, Ino.”
“Eh?”
“Qualunque cosa sia, la risposta è no.”
“Ma…ti minaccerò e sarai costretto ad accettare!”
“Mendokuse, Ino…”
* *** *
Disclaimer: I
personaggi sono proprietà di Masashi Kishimoto, e vengono utilizzati senza
scopo di lucro.
Beta:
_Rael_89 [Grazie, Koi-san!*-*]
Note:
Diciamo che questa One-shot è nata dopo un giorno di interi ripensamenti!
Doveva essere scritta più o meno un mese fa.
Mi scuso con AtegeV, se non è arrivata presto. Questa
è tutta per lei, con la speranza che le piaccia almeno un po’. ^^
Infine una dedica
speciale alla mia Geme, che in questo momenti si starà divertendo in montagna!
Grazie a chi leggerà e
commenterà.
Sayonara!
Mimi18