Five years has gone so fast.

di __lineinasong
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20 ottobre 1987

"Ciao papà. 
Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ti ho scritto? So che è tanto... eppure con le parole non sono diventato più bravo. 
Avevo voglia di scriverti riguardo ad una cosa che devi assolutamente sapere. Se fossi ancora qui saresti fiero di me, forse per una delle poche volte in cui sono in grado di dare qualche soddisfazione a qualcuno. Beh, per lo meno a me stesso. 
So bene che saresti il mio primo sostenitore. Dopotutto, sei stato tu ad avermi cresciuto con radio e giradischi sempre accesi e ad avermi regalato Blue. Sì, non la chiamerò mai 'chitarra', per me sarà sempre la mia 'Blue'.
Comunque, qualche giorno fa io e Mike abbiamo fondato una band. Ti ricordi anche di Mike, vero? E' quel biondino dagli occhi azzurri, quello pazzo più di tuo figlio, ma a cui anche tu volevi bene. Da quando l'ho conosciuto è rimasto il mio unico migliore amico, e forse mamma è d'accordo a farlo vivere a casa ora che cresciamo un po' di più. Non sai quanto sono felice!
Comunque, ci chiamiamo Sweet Children. Io ovviamente suono la chitarra e canto, Mike suona il basso mentre alla batteria c'è John Kiffmeyer, ma tutti lo chiamiamo Al Sobrante. Ha tre anni più di noi, ma è un tosto e sa essere molto gentile.
In realtà di tanto in tanto ci troviamo a suonare insieme già da due anni, ma la band vera e propria è nata adesso, e spero che la cosa continui. 

In ogni caso volevo ringraziarti, perché senza di te, della tua passione per la musica, del tuo regalo, io ora non sarei chi sono. Forse non conoscerei Mike, forse non avrei niente, perché per me la musica è tutto. Forse perché mi ricorda te.

Un'altra cosa che ci tengo a dirti è che mi manchi davvero tanto. Da quando te ne sei andato sto compiendo non sai quanti errori, e ti chiedo scusa per questo. La scuola non mi va giù, credo che la abbandonerò il prima possibile. Ma a mamma non l'ho ancora detto... aspetterò i diciassette anni per non darle troppi dispiaceri. Papà, il mio futuro è la musica, me lo sento. Lo studio non lo sopporto, ma potrei suonare per giorni interi senza mai stancarmi. Mi impegno davvero perché è la mia passione, e davvero so che ti renderei fiero di me.

Ogni volta che prendo in mano la chitarra penso a te. Suonerò ogni volta per te. Mi manchi. 

Ti voglio bene papà."





Rilesse quelle righe disordinate, prese una busta e vi mise il foglio dentro, chiudendola. Poi prese la busta e la mise nella scatola in cui da quando era piccolo metteva tutto ciò che faceva per il padre, e che il padre faceva per lui. I regali, le lettere di auguri, i disegni... E da quando il padre l'aveva abbandonato, il piccolo Billie lì dentro faceva cadere anche le sue lacrime.




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