Pazzo arlecchino rosso e nero

di Silvia Roberta
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"Ti prego!!" supplica gettandosi tra le sue braccia. Harley sta piangendo. Male. Mr.J potrebbe pensare che lo faccia per Crane. Ciò nonostante non ha nessuna intenzione di smettere.
La porta della stanza si spalanca.
"Ora Basta. Lascia subito andare il Dr. Crane, se non vuoi morire! "  
Emily gli sta puntando la pistola contro. Lo tiene sotto tiro. La mano non gli trema.
Sembra che sia perfettamente tranquilla. Mio Dio, mio Dio! Ti prego, ti prego…fermati …
Harley lo stringe sempre più forte finché Joker non molla la presa facendo scaraventare Jonathan sul pavimento.
Emily abbassa l’arma e si precipita a soccorrere Spaventapasseri.
"La visita è terminata" bisbiglia Joker cercando di liberarsi dalla stretta di Harley.
Lei non sembra del tutto cosciente. Lo tiene ancora avvinghiato a se.  Le lacrime le scendono calde e dolci, le percorrono le guance lasciando apparire il roseo della pelle e le si posano sulle labbra scarlatte. Le braccia le tremano. Ha freddo. Ma il freddo proviene da dentro. Nell’anima.
Le palpebre le pesano, gli occhi le bruciano. Li tiene socchiusi e sente la stanchezza affiorare ad ogni sospiro.
Ode la voce di Mr.J che le parla. Non comprende bene cosa le stia dicendo. Le parole sembrano confuse e dissonanti. Da urla a bisbigli lontani. Vede il suo volto sfuocato e delle altre sagome nell’oscurità. Poi il nulla.
È quasi certa di aver ripreso sensi per qualche istante. Una figura offuscata la stava tenendo in braccio. Sentiva il calore del suo corpo avvolgerla e le sue mani forti sorreggerla. Non sa se fosse solo un sogno o la realtà.  Sa semplicemente di non essersi mai sentita cosi protetta e al sicuro come in quel momento.
 
Riprende pienamente conoscenza solamente qualche minuto più tardi. Ha svegliarla è il rumore rintronante del motore. Apre gli occhi solo quando si accorge di non sentire più il braccio sinistro. La vista non è ancora del tutto nitida. Ma decente. La maniglia della portiera le sta affondando nella schiena. Ci mette un po’ a capire che quella specie di guanciale su qui è comodamente seduta è il suo braccio.
Ora si spiega perché ha perso sensibilità.  
La testa la sente scoppiare, il sangue rimbombare nelle orecchie. Il suo corpo è un dolore unico.   
Il sedile posteriore è indiscutibilmente scomodo.
Lancia un occhiata fuori dal finestrino. È sera.
Gli ultimi attimi di luce prima che il sole scompaia definitivamente all’orizzonte. Sfumature dal rosso al blu dipingono il cielo parzialmente velato. Gli alti e cinerei  palazzi di Gotham esibiscono trionfanti tutta la loro potenza. È un alternarsi di luce e ombra.
Quel bagliore palese che accompagna la fine di una dura e intensa giornata. Una giornata che può aver serbato novità piacevoli o al contrario cambiamenti incresciosi.
Come quella appena terminata del commissario James Gordon.  
 
Al suo ritorno la casa era incredibilmente taciturna. Nessuno lo ha aspettato in piedi stasera. Si sfila gli occhiali lasciandosi cadere docile sul divano.
Al commissariato non gli hanno dato tregua. Vogliono fatti. Non desiderano altro che il sangue del Joker e la testa di Batman su un piatto d’argento.
Chiude gli occhi e si massaggia le tempie.
È così difficile andare avanti con questa commedia...che cosa accadrà quando capiranno che è tutta una falsa? Forse se prendesse lui il mio posto…se fosse lui il commissario, Gotham non sarebbe una città così male. Ma come si può salvare una città che ha perso in partenza…una città che abbonda di persone false, di gente corrotta… Come può resistere? Come può non piegarsi davanti a tanta ingiustizia? a tanta sofferenza. Ora che anche Harvey Dent, l’ultima speranza, l’ultima flebile luce si è spenta.
Come fai Batman? Cavaliere alato….dell’oscurità. Tanti nomi per un solo eroe. Si, sei tu l’eroe in questa metropoli contaminata. Anche se lo neghi. Solo tu potrai portare giustizia in questo mondo devastato… e io dovrei arrestarti? Dovrei toglierti la maschera e strapparti le ali?
Tu che in questi giorni hai spedito dietro le sbarre quel tale…quell’Enigmista. E per un po’ rimarrà nelle nostre prigioni. Ora che Arhkam non è più un luogo sicuro.   
La domanda è: sarei in grado di farlo? Sarei in grado di metterti le spalle al muro?

Quel giorno arriverà prima o poi…e dopo i sogni finiranno. E la vita a Gotham riprenderà a d’essere quella di sempre.

                           Uno schifo.

 




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