Lo so, mi
credevate morta... e invece no! Super incasinata, ma viva!!
Vi lascio a questo capitolo, assolutamente inutile come i precedenti!!
;)
Buona lettura!!
Il mattino dopo Emma si svegliò per la luce che penetrava
prepotente tra le tende.
Ci mise qualche istante a racappezzarsi su dove fosse e poi
girò
la testa e lo vide, beatamente addormentato accanto a lei, un sorriso
rilassato e sereno dipinto sul volto. Dio quant'era bello in quel
momento!!
Ancora non le sembrava del tutto vero che avessero passato la notte
insieme... lei e Duff McKagan, l'idolo di una vita intera! Che poi
quello con cui aveva fatto sesso più volte quella notte in
realtà era Michael, non Duff... e l'aveva percepito
nettamente.
Inizialmente non erano nemmeno arrivati fino al letto, forse troppo
nervosi per la situazione e allo stesso tempo troppo desiderosi di
sfiorare il corpo dell'altro.
Il pavimento del salottino della suite aveva testimoniato quel primo
amplesso, decisamente soddisfacente per entrambi, nonostante le loro
reciproche paure di non essere all'altezza della situazione.
Ma il
meglio era decisamente venuto dopo, una volta raggiunto il letto su cui
inizialmente si erano appisolati insieme.
Duff l'aveva infatti svegliata nel cuore della notte infilando una mano
sotto la maglia del suo pigiama e iniziando a sfiorarla delicatamente
un po' dappertutto, tracciando con le dita delle linee immaginarie sul
suo ventre, sul suo fianco e poi più su, tra i suoi seni,
intorno ai capezzoli e oltre, sul collo e le spalle.
Di lì a poco le sue mani si erano fatte più
intraprendenti, i suoi tocchi più decisi e nel giro di
niente i
due si erano ritrovati a darsi piacere in vari modi, scoprendo
lentamente il corpo dell'altro, finendo per gemere e ansimare
all'unisono in un rapporto che non sapeva più solo di sesso
e
quindi si faceva sempre più appagante.
Emma sorrise ripensando alla notte appena passata e pensieri
decisamente poco casti le affiorarono alla mente solo al ricordo di
quello che si erano fatti più e più volte, tra un
pisolino e l'altro.
Guardò l'ora sulla sveglia sul comodino e fece un rapido
conto
di quante ore era riuscita a dormire. Non un gran che, decisamente...
ma ne era valsa senz'altro la pena!
Sentì il corpo di Duff muoversi nel letto e si
girò
nuovamente verso di lui, trovandolo già sveglio e sorridente.
"Buongiorno..."
"Buongiorno."
"E' tanto che sei sveglia?"
"Pochi minuti... anche se non so se posso davvero definirmi sveglia!
Sto morendo di sonno in realtà ed è tutta colpa
tua..."
Il viso di Duff si aprì in un sorriso divertito
e malizioso
e l'uomo l'avvicinò a sé posandole una mano sul
fianco e
baciandola morbidamente.
"Non mi sembra che stanotte tu ti sia lamentata del trattamento... o
sbaglio?"
Le fece una carezza sul viso, rimanendo poi con la mano sulla guancia e
sfiorandole le labbra con il pollice.
"Mmm... non ricordo molto di stanotte... lasciami pensare..."
Duff trattenne a stento una risata.
"Davvero? Vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria..."
E detto questo, si infilò sotto le lenzuola e un attimo dopo
Emma sentì la sua lingua sfiorarla nel centro del suo
piacere,
strappandole un gridolino divertito.
"No, smettila!!"
Per tutta risposta Duff infilò un dito dentro di lei,
provocandole un piccolo gemito.
"*Oddio...*"
Duff, da sotto le lenzuola, si mise a ridere malizioso.
"Come dici? Hai detto che vuoi che smetta??"
Emma per tutta risposta gli mollò uno schiaffetto sulla
testa.
Ci mancava proprio che si mettesse a prenderla in giro in quel
frangente!!
"Ok, lo prendo come un no questo..."
E riprese a tormentarla anche più di prima. Quando Duff vide
che
Emma non riusciva più a tenere fermo il bacino e aumentava
il
ritmo a vista d'occhio, si staccò da lei, lasciandole per
qualche istante un senso di privazione e frustrazione immenso. Si
spostò più in su, spuntando da sotto le lenzuola
e
guardandola dritta negli occhi entrò dentro di lei con
decisione, ma anche con una certa lentezza.
Emma chiuse immediatamente gli occhi e assaporò ogni singolo
istante di quell'ingresso. Sentì poi le mani di Duff
portarle
entrambe le gambe sulle sue spalle, costringendola a sollevare
leggermente il bacino e spingendosi così incredibilmente in
profondità.
"Ehi... questa è nuova..."
Duff si fece scappare una risatina compiaciuta.
"Lieto di poterti far scoprire qualcosa di nuovo..."
E detto questo, iniziò a spingere dentro di lei con studiata
lentezza, in modo da far assaporare ad entrambi ogni singolo istante di
quelle spinte.
Emma afferrò il cuscino di Duff e se lo mise sotto il
sedere,
per aiutarla a stare in quella posizione sollevata. Non aveva mica
più vent'anni, la schiena poi si sarebbe fatta sentire se
no!!
Non fece in tempo a pensare che così era decisamente meglio,
che
Duff, spostandosi leggermente, toccò un punto decisamente
sensibile e lei non riuscì a trattenere un gemito.
Duff sorrise compiaciuto.
"Ah... eccolo qui... iniziavo a pensare che tu fossi diversa da
tutte le altre donne con cui ero stato..."
Duff a quel punto iniziò a spingere sempre più
forte e
sempre più velocemente, facendo attenzione a non spostarsi
da
quella zona così erogena che aveva appena scovato.
Emma perse ogni capacità di raziocinio e
istintivamente iniziò a stringere i muscoli
interni, amplificando così le sensazioni di
entrambi.
"Ehi ehi, ferma! Così non vale... io..."
La debole protesta di Duff gli morì in gola e pochi attimi
dopo
entrambi raggiunsero il culmine del piacere, perdendosi in quel limbo
meraviglioso che solo la pace dei sensi sa dare.
Duff si lasciò cadere su di lei, la testa sul suo petto, il
battito accelerato del cuore di Emma a cullarlo.
Emma prese ad accarezzargli lentamente i capelli, quasi con pigrizia,
un sorriso beato dipinto sul volto.
Quella giornata iniziata
così prometteva decisamente bene... Chissà se
avrebbero
passato tutta la giornata insieme? Sarebbe stato un sogno... un vero
sogno! Certo, doveva chiamare Manu e sentire com'era andata anche a lei
e quali fossero i loro piani... non poteva certo lasciarla da sola
tutto il giorno...
Duff percepì chiaramente che il cervello di Emma si era
messo in moto e si incuriosì.
"A cosa stai pensando?"
Emma sorrise di essere stata beccata.
"Stavo pensando che la giornata è iniziata nel migliore dei
modi..."
"Decisamente piccola..."
"E mi chiedevo..."
Emma si bloccò, il proseguo della frase in gola. E se lui
non
avesse avuto la minima intenzione di passare quella giornata con lei??
Ci avrebbe fatto la figura della ragazzina innamorata che si attaccava
subito come una cozza al suo idolo di sempre. Non poteva chiedergli
cos'avrebbero fatto, sarebbe sprofondata dalla vergogna se lui le
avesse risposto che aveva altri piani o non aveva voglia di perdere
tempo con lei.
"Ti chiedevi?"
Emma si sentì diventare paonazza. E adesso come se
l'aggiustava?? Cosa si chiedeva??
Quel silenzio improvviso insospettì Duff, il quale facendo
perno
su un avambraccio si sollevò su un fianco per guardarla in
faccia.
"Che succede? Perché sei rossa come un peperone?"
A quelle parole, ovviamente, Emma diventò praticamente
fucsia.
"Niente, io... niente!"
Duff corrugò leggermente le sopracciglia, sospettoso.
"Si può sapere che ti prende? C'è qualcosa che
non va?"
Emma fece di no con la testa, senza fiatare però.
Duff a quel punto si piazzò di nuovo in mezzo alle sue
gambe,
sovrastandola col suo corpo, e appoggiò prima le mani e poi
il
mento al suo sterno, guardandola fissa negli occhi da quella posizione.
"Ok, io non mi levo di qua e non smetto di fissarti finché
non
mi dici cosa ti sta passando per quell'adorabile testolina."
"Stai scherzando??"
"Mai stato così serio, fidati. Ho tutto il tempo di questo
mondo
oggi. Niente interviste, niente concerti, niente programmi. Possiamo
stare così tutto il giorno, fidati."
Emma nel sentire quelle parole tirò un piccolo sospiro di
sollievo. Almeno adesso sapeva che lui, di per sé, non aveva
impegni ed era libero tutto il giorno. Certo, questo non significava
che avesse piacere a passare la giornata con lei, ovvio...
"Ahi ahi, ci siamo di nuovo... stai di nuovo mandando in tilt le tue
celluline cerebrali. Si può sapere che c'è?"
Emma lo guardò quasi disperata, incerta su cosa dirgli e
come dirglielo.
Duff la incalzò.
"Allora? Ho detto o fatto qualcosa di male?"
"No! No, per carità... non è quello."
"E allora cos'è?"
Emma si chiuse di nuovo nel suo silenzio. Era davvero imbarazzata e
aveva paura di fare la figura della rompiscatole. Duff dal canto suo
non riusciva davvero a capire quel cambio repentino d'umore e di
atmosfera e non sapeva cosa fare.
"Guarda che non stavo scherzando, non ti faccio alzare di qua tutto il
santo giorno, sai? Non ti faccio nemmeno rispondere al telefono se ti
cerca la tua amica. Rimaniamo piantanti qui nel letto fino a domani..."
un sorriso malizioso affiorò sul suo volto "...tanto
più
o meno era questo il programma della giornata che avevo in mente!"
Emma a quel punto lo guardò sbalordita.
"Sul serio volevi passare tutto il giorno insieme??"
Fu il turno di Duff di lanciarle un'occhiata sorpresa.
"Perché? Avevi altri piani?"
"No, no... io
no!"
Duff rimase un attimo perplesso. Cosa diavolo voleva dire?
Poi ebbe una specie di illuminazione. Ma perché le donne
dovevano essere così complicate?!
"Aspetta un attimo... non sarà mica quello che ti stavi
chiedendo prima?!"
Emma arrossì nuovamente e cercò di spostarsi da
quella
specie di prigione in cui lui l'aveva rinchiusa per potersi nascondere
sotto le lenzuola, ma invano.
Duff rimase imperterrito in quella
posizione e la trattenne giù, costringendola a quel punto a
guardarlo in faccia, paonazza, e fare cenno di sì con la
testa.
"Ma porca miseria, ma me lo spieghi perché voi donne dovete
essere così contorte?? Cosa ti ha fatto pensare che io non
volessi stare con te tutto il tempo possibile finché siamo
tutti
e due a Dublino? Ma soprattutto perché non avrei dovuto
volerlo??"
Emma, sempre più rossa, abbassò lo sguardo
imbarazzatissima. Si sentiva quasi una bambina che viene ripresa da uno
dei genitori, in quel momento!
"Pensavo che chiedendoti cos'avremmo fatto oggi mi avresti presa per
una fan assillante di quelle che non si levano più di torno
e ti
rendono la vita impossibile..."
Duff appoggiò la fronte sullo sterno di Emma, in un gesto di
frustrazione, e rimase in silenzio qualche secondo. Poi alzò
di
nuovo lo sguardo su di lei.
"Ma santo cielo Emma, se avessi pensato che eri una fan assatanata e
un po' instabile credi davvero che sarei venuto al pub con voi e
soprattutto che adesso saremmo qua?? Ho capito subito che eri una tipa
a posto, una fan certo, ma razionale e tranquilla. Altrimenti ti sarei
stato alla larga, fidati!"
La guardò in silenzio per qualche istante e poi le sorrise
dolcemente.
"Sei proprio una sciocca, sai?" Le fece una lieve carezza sul viso e
finì con una specie di buffetto sul naso. "Una sciocca
tenerissima, ma pur sempre una sciocca."
Emma gli sorrise timidamente e Duff a quel punto si spostò e
rotolando su un fianco si mise a sedere sul bordo del letto.
"Senti, appurato che entrambi abbiamo intenzione di stare insieme
almeno fino a stasera, che ne dici di fare colazione? Perché
sinceramente con tutto sto movimento io sto morendo di fame!"
Emma gli sorrise raggiante.
"Certo che sì, sto morendo di fame anch'io!"
"Benissimo."
Duff si alzò e fece il numero della reception per ordinare
la colazione.
"Cosa vuoi? Una bella colazione tipica irlandese?"
Emma fece no con
la testa.
"No, per carità... solo del pane tostato col burro e del
tè."
"Niente caffè??"
Emma fece una faccia schifata.
"Per favore, sono italiana io,
non la bevo quella brodaglia!!"
Duff ridacchiò alzando gli occhi al cielo e come prese la
linea
ordinò il pane e il tè per lei e ogni ben di Dio
per
lui... al diavolo la dieta sana e equilibrata, doveva rimettersi in
forze se aveva intenzione di stare con lei tutto il giorno!
Nel frattempo Emma prese il suo cellulare e mandò un sms a
Manuela.
"Tutto ok?
Com'è andata
stanotte? Io sto ancora cercando di capire se è tutto vero o
se
sto sognando... appena ci vediamo ti racconto! Piani per la giornata?
Duff vorrebbe passare la giornata insieme, fammi sapere se tu stai con
Isaac, ok? Altrimenti ci vediamo io e te."
Messo giù il telefono, Duff si
stiracchiò per bene, guardandola intenta a mandare quel
messaggio.
"Tutto bene la tua amica?"
Emma mise il cellulare sul comodino.
"Non lo so ancora, ma penso di sì. O almeno lo spero!"
Duff le sorrise e salì di nuovo sul letto, avvicinandosi al
suo viso.
"Beh, se a loro è andata bene anche solo la metà
di com'è andata a noi, allora sarà alle
stelle..."
Non le diede il tempo di rispondere e la baciò con un bacio
morbido, sensuale, assaporando le sue labbra soffici, finché
non
sentì l'urgenza di approfondire quel contatto, trasformando
quel
bacio in qualcosa di più intenso e passionale.
Il suono del campanello li fece sobbalzare entrambi e staccarsi
immediatamente.
"Mmm... il servizio in camera è fin troppo rapido in questo
albergo..."
Duff si alzò dal letto e si infilò al volo i
pantaloni del pigiama, andando ad aprire al cameriere.
"Ah, mi sembrava strano che fosse già la colazione..."
Jeff e Mike si misero a sghignazzare davanti alla faccia decisamente
sconvolta di Duff.
Jeff riuscì a riprendersi per primo.
"Ehi capo, com'è che hai quest'aria stravolta??"
"Ti sei ordinato uno zabaione?? Perché mi sa che ne hai
proprio bisogno!!"
Duff gli fece un bel gestaccio.
"Non potevate dormire ancora un po' invece che venire a rompere i
coglioni?"
Mike entrò in camera senza tanti complimenti, seguito da
Jeff.
"Prenditela con Jeff, è lui che è venuto a
svegliarmi!"
Il bassista dei Loaded si lasciò cadere sulla poltroncina e
posò i piedi sul tavolino davanti a lui.
"E come facevo a dormire con quei due che facevano tutto quel casino
nella stanza accanto??"
Duff, rimasto sull'uscio con la porta aperta, li guardò con
fare minaccioso.
"Vi dispiace levarvi dai piedi??"
In quel preciso istante arrivò il cameriere con il carrello.
"Signore... posso entrare?"
Duff lo fece passare e il ragazzo lasciò il carrello in
mezzo alla stanza, salutando subito dopo e uscendo.
Mike alzò i coperchi per curiosare cosa c'era da mangiare e
rubò un pezzetto di pane tostato.
Duff chiuse la porta di scatto e arrivato vicino a Mike gli
mollò uno schiaffo sulla mano che stava per allungarsi di
nuovo
sulla colazione.
"La vuoi piantare??"
"Ehi, ma io ho fame!! Non vorrai mica lasciarmi a digiuno, vero?"
Jeff guardò verso la porta della camera.
"Emma ti conviene sbrigarti se vuoi fare colazione, Mike sta per
mangiarsi tutto!"
Emma, che aveva ascoltato divertita tutta la conversazione, a quelle
parole entrò velocemente nel salottino, noncurante di avere
addosso solo la maglia del pigiama di Duff.
"Eh no, eh?? Che io sto morendo di fame!"
La ragazza si avvicinò velocemente al carrello, esattamente
di
fronte a Mike, e si prese al volo un paio di fette di pane
tostato
per spalmarle di burro.
Jeff, dietro di lei, non riuscì a trattenersi dall'inclinare
la
testa leggermente e prendersi una bella vista delle gambe della ragazza.
Duff incrociò le braccia al petto, cercando di assumere
un'aria minacciosa.
"Jeff, guardala ancora così e ti spezzo le ossa,
è chiaro??"
Jeff, colto in castagna, si mise a ridere, mentre Emma cercava di
capire di cosa stessero parlando.
"Scusa capo, è stato più forte di me..."
Emma si mise a sedere sull'altra poltroncina, gustandosi la sua
colazione.
"E così i tuoi vicini hanno fatto rumore, eh? Bene, sono
contenta per loro!"
Jeff si mise a sedere meglio.
"Beh, grazie mille, eh?? Io ho dormito di merda con tutto quel casino e
tu sei contenta! Grazie davvero per la comprensione!"
Emma trattenne una risata, cercando di non sputazzare il toast
dappertutto.
"Scusami, ma sono contenta per la mia amica... e lei viene prima di te
sulla mia lista delle priorità."
Duff diede l'ennesima manata a Mike, che aveva appena attaccato le sue
uova e salsiccia con la forchetta.
"Non vorrei suonarvi maleducato, ma questa colazione me l'ero
immaginata un po' più intima di così... Non
potete
scendere al bar a fare colazione, invece di divorarvi la nostra??"
Emma scoppiò a ridere e spostò le gambe di lato
sulla
poltroncina, senza accorgersi che la maglia del pigiama di Duff le
lasciava ormai scoperte le gambe e non solo.
"Ma dai poveri, lasciali stare..."
Mike, la bocca piena di patate, quasi si strozzò per
commentare.
"Ecco, senti?? Lei sì che è di buon cuore... non
come te che sbatti fuori gli affamati!!"
Jeff, dalla poltroncina accanto a Emma, non riuscì a
trattenersi
dal seguire il contorno sinuoso delle sue gambe fino al bordo degli
slip che si intravedevano da sotto la maglietta.
"Jeff!!!!"
L'urlo di Duff gli fece fare un salto nella poltroncina e il bassista
si alzò di scatto, le mani avanti come per difendersi.
"Scusa capo... scusa!! Non l'ho fatto apposta, giuro! Adesso ce ne
andiamo, ok?? Non ti arrabbiare..." Il ragazzo passò dietro
a
Mike e lo afferrò per la giacca di pelle. "Muoviti Mike,
andiamo
a fare colazione!"
Mike guardò disorientato sia lui che Duff e preso un ultimo
pezzo di pane, scrollò le spalle e seguì l'amico
fuori.
"Ok, mi sono perso qualcosa, ma obbedisco... Ci vediamo dopo, eh?"
E varcata la soglia si tirò dietro la porta.
Emma guardò Duff con uno sguardo interrogativo.
"Perché ho anch'io l'impressione di essermi persa qualcosa??"
Duff prese il suo vassoio e si sedette sul divano.
"Lascia perdere, è meglio..."
Poi sbatté la mano sul divano, a pochi centimetri da lui.
"Vieni qui a mangiare?"
Emma gli sorrise e prese il suo vassoio, o meglio quello che ne era
rimasto dopo gli assalti di Mike, sedendosi accanto a Duff.
Lo guardò mentre mangiava di gusto e si soffermò
per qualche istante a pensare che stava facendo colazione con lui come
se niente fosse, come se si conoscessero da sempre e lui non fosse una
famosa rock star internazionale.
Duff si sentì forse osservato, perché
girò il viso verso di lei, curioso.
Emma gli sorrise arrossendo lievemente e poi distolse subito lo
sguardo, portandolo sul pane che prese a spalmare col burro, senza
lesinare.
Era meglio mantenersi in forze, perché aveva la sensazione
che la giornata sarebbe stata faticosa, anche se in modo decisamente
piacevole!
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