Black Flame

di Sly thefc
(/viewuser.php?uid=432853)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Black Flame

Capitolo 7- Il volto dimenticato

Chissà se mi capisce. Chissà se mi ascolta. Chissà se mi prende in giro.
È una ragazza alata che viene dal cielo. Devo davvero crederci?
Forse è tutto una mia immaginazione, forse…

“Tu sei come tutti gli altri. Sei una persona come il resto della popolazione. Nella storia nessuno si è mai separato dal proprio angelo. Credevo che tu fossi diverso, che avessi la forza di abbandonarmi, e invece…”
“È questo che vuoi? Vuoi che io me ne vada? Bastava dirlo.”
“Non puoi. Te l’ho detto, sei come tutti gli altri.”
“Ti faccio vedere come non posso? Ci metto un attimo a girarti le spalle e ad andare a casa mia.”
“Prego.”

Come le ho detto, mi giro e mi dirigo verso casa mia. Riesco a vedere l’angelo con la coda dell’occhio. È rimasta in piedi con il suo solito faccino impassibile. Probabilmente rimarrà lì per tutta la sua vita.
Prendo le chiavi di casa, apro la serratura ed entro.
Mi preparo un panino, mi sdraio sul divano e, mentre guardo il soffitto, lo mangio.
Possibile che nessun uomo al mondo abbia mai abbandonato il proprio angelo?
Entrerò nella storia per averlo fatto.
Le avevo chiesto di restare con me e invece di farlo mi sta cacciando.
Sembra una ragazza così innocente, con quei capelli corvini e quel viso adorabile, incapace di ridere o piangere.

Forse un po’ mi sto pentendo di quello che ho appena compiuto, ma in fondo si tratta di ciò che vuole lei.
Per un momento, vorrei però riuscire a pensare a cosa desidero io.
Sono stato io a chiamarla e, anche se è un angelo un po’ diverso dagli altri, mi devo accontentare. Dopotutto sono stato io a dirle che dalla vita non si può avere tutto, che guardare al passato è da stupidi, che nulla è regalato.

Il cielo mi ha mandato le peggiori sventure, ma è forse mandandomi lei che cerca di riparare?

È anche vero che io voglio qualcuno che mi supporti, e non qualcuno che abbia bisogno del mio aiuto.
A quest’ora potrebbe anche essere stata presa dagli angeli e uccisa, e in questo caso sarebbe solo e soltanto colpa mia.

Perché l’ho lasciata lì? E l’unica che mi abbia rivolto una parola, un abbraccio.
Sono solo uno stupido, ecco il motivo.

Mi alzo dal divano, poso la metà del panino rimasta, e apro la porta.
Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi davanti quello sguardo di smeraldo e zaffiro.

“Te l’avevo detto. È impossibile lasciare il proprio angelo.”
“Ma che dici? Sei tu che sei venuta qua! Io stavo solo uscendo per comprare qualcosa da mangiare.”
“Basta, basta mentire, ti prego, smettila.”
Mentre dice queste parole, si avvicina lentamente, mentre io mi allontano.
“Che cosa vuoi fare? Non volevi cacciarmi?”
“Sto ricambiando, con un po’ di ritardo, l’abbraccio che ho rifiutato prima. Non vuoi?”
I miei piedi fermano la loro lenta camminata indietro, e cominciano una brevissima corsetta in avanti. Apro le braccia e la stringo più forte che posso.

Di nuovo, delle leggere lacrime cominciano a scendere dai miei occhi.

“Perché faccio questo? Perché ti ho lasciato sola? Perché ti ho dato uno schiaffo?”
“Perché è quello che merito. Stai per caso piangendo? Mentre venivo qua, ho visto una ragazza farlo dopo aver guardato il suo cellulare. È scoppiata proprio come hai fatto tu adesso. Non ti sei stancato di versare gocce di pianto inutilmente? È tutta la vita che ti ripeti in quest’azione.”
Piango ancora più copiosamente.
“Sì, mi sono stancato. Sono stufo di dover lacrimare su un passato macchiato di disperazione. Ma queste sono lacrime di gioia. Sono felice che tu sia tornata. Sono felice che tu mi stia abbracciando. Sono felice che tu sia qui. Sono felice che tu sia arrivata da me. Sono felice solo grazie a te. E anche se non entrerò nella storia come primo uomo che abbandona il proprio angelo, non m’interessa. Prima di tutto perché tu non sei una mia proprietà, e secondo perché io voglio stare con te. Niente e nessuno ci separerà mai.”
“Questo è certo. Gli angeli sono fatti in modo tale da attirare le persone. Anche se io sono un angelo nero, mantengo la mia principale qualità, e mi dispiace di esser la causa di tutti i tuoi malori.”
“La causa dei miei malori? Tu sei la gioia della mia vita, sei un lampo di luce durante una giornata coperta dal buio.”

Mi accarezza la guancia per eliminare parte delle lacrime col pollice. Io mi poggio sulla sua delicata mano e chiudo gli occhi.

“Sì, è colpa mia. Se quel giorno io non fossi andata al parco a saltare con la corda, non ti avrei attirato. Tua madre e tuo padre sarebbero vivi e tu saresti contento col tuo fratello minore. Quando hai chiesto aiuto al cielo, hai detto che da soli non si può vivere o morire ed io sono qui per stare con te, per riparare i miei errori. Anche se mi è difficile starti vicino, devo farlo. Io voglio solo che tu sia felice.”


Lei è… quella bimba che cerco da una vita intera. È la ragazzina di cui non riesco a ricordare il volto. È lo scopo della mia vita.

“Guardare al passato e piangerlo è da stupidi. Se devi versare lacrime, fallo per il presente, ma ricorda che domani, questo diventerà ieri. Se vuoi rendermi felice, rimani qui, anche se è faticoso per te. Ti prometto che ti aiuterò a diventare umana, così sarai capace di essere libera, e anche tu potrai brillare di gioia.”




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1903779