Ruderi

di Freya Crystal
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Ruderi


 



Di una creatura annidata nell'utero materno, la natura sceglie l'elemento predominante che ne condizionerà l'agire. Una bambina che sboccia alla vita, viene gettata in un mondo che potrà testimoniarne la fioritura o la rovina. Una geisha non sceglie il suo destino, si adatta alla vita impostale.
Lungo quel faticoso percorso può trasformarsi in un'opera d'arte o in un demonio.
Sayuri era permeata d'acqua. Poteva inondare la vendetta e lasciarla ristagnare in pozzi d'invidia. Estingueva ciò che l'agitava con la delicatezza che compete allo sconquasso di un'onda d'acqua dolce. Ricavava scorciatoie inaspettate, servendosi di un carisma tanto sottile da eguagliare la trasparenza di uno specchio.
L'acqua è il più ingannevole degli elementi: proprio quando credi di averla colta nella fortezza delle tue mani, ti sfugge. Sayuri se la cavava in qualunque situazione. Più Hatsumomo cercava di infangarla, più la purificava. Perché l'acqua è mutevole, si adatta a qualsiasi sollecitazione esterna ed  imperterrita si spiana il cammino. Anche una diga prima o poi viene erosa sotto la sua spinta. Non importa se lentamente o rapidamente, l'acqua trova sempre il modo di riversarsi nell'oceano.
Il fuoco è diverso. Il fuoco uccide. Scaturisce repentino, divampa senza controllo, per poi surclassare su se stesso, incurante di quanto sia riuscito ad inglobare nel proprio raggio omicida. E' inevitabile non avvertirne il pericolo, perciò lo si può contrastare. Hatsumomo non poteva fare altro che attaccare, elaborare un piano paziente non le era concesso.
Chi può definirsi coraggioso? Chi di fronte ad un'alternativa sceglie quella giusta, o chi percorre una strada a senso unico senza preferirvi la resa? Non esiste consapevolezza più bruciante di andare incontro ai carboni delle proprie macerie. Hatsumomo avvertì nell'aria odore di fumo non appena l'onice dei suoi occhi incrociò due iridi grigioazzurre. Quel fragile demonio che una vita arida aveva plasmato, fu libero solo dopo aver appiccato il suo incendio. Perciò Hatsumomo rimase nell'okiya finché non si lasciò alle spalle terra bruciata. 







Spazio dell'autrice: ho visto nel comportamento di Hatsumomo un percorso irreversibile. L'incendio che appicca all'okiya prima di andarsene si configura come l'ultima tappa di questo percorso. Sayuri viene sempre paragonata all'acqua, mentre Hatsumomo al fuoco: entrambe non possono agire diversamente da ciò che sono. Anche Hatsumomo non ha mai avuto possibilità di scegliere. Mi piace credere, in contrasto col mio pensiero pessimistico di una sua triste morte, che dopo aver lasciato l'okiya, Hatsumomo si sia rifatta una vita, magari con Koichi. Voi cosa ne dite?




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