Bane.

di aleyiah
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Vi lascio a questo componimento molto molto breve che, si può dire, si è praticamente scritto da solo.
E’ una giornata strana, e mi piace sfogare i miei crucci scrivendo...  spero che questo mio attacco d’arte (se così si può chiamare) vi piaccia.
Se vi va, lasciatemi un commento: positivo o negativo che sia è sempre utile il parere altrui.
Ad ogni modo mi sento già più leggera... scrivere è davvero terapeutico!
Un abbraccio!
Al
 
 

 
 
 
 
 
 
Bane.
 
 
Seduta sul pontile, osservo le onde del mare infrangersi sugli scogli.
Ti ho osservata per ore mentre con maestria tracciavi linee precise sulla tela, dando forma all’immagine che si profilava nella tua mente.
Ogni pennellata aggiungeva tormento e dolore al tuo dipinto, e tu continuavi silenziosa, lo sguardo fisso e perso, senza nemmeno accorgerti della mia presenza.
Sono uscita dallo studio in punta di piedi, per non rubarti a quei preziosi istanti in cui entri nel tuo mondo chiudendoti la porta alle spalle: nessuno possiede la chiave di quella porta, nemmeno io.
Sei mutevole, come gli abissi in cui sei nata.
Calma e serena come la tiepida acqua di un paradiso tropicale, che invita a lasciarsi cullare dalle onde delicate ed abbandonarvisi.
Talvolta letale e spietata come un mare in burrasca.
Oggi sei l’acqua scura di un lago: così nera che non permette nemmeno ai raggi del sole di penetrarla, la cui superficie liscia e leggermente increspata dalla brezza, nasconde correnti letali ed invisibili nelle sue profondità.
Ed in questi momenti mi perdo ad osservarti mentre crei.
Solo da ciò che esprimi attraverso la tela riesco a spiare dentro la tua anima, perchè il tuo viso e la tua voce distorcono una realtà che solo tu conosci.
Lo stesso scorcio di mare, visto dal medesimo pontile non è mai uguale, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
E così sei tu, Michiru.
Sempre diversa, mutevole.
Chi sei mia splendida sirena?
Nessuno potrà mai penetrare nel tuo animo più remoto, me compresa.
Mi faccio da parte, ti lascio nel tuo mondo, ma ti aspetto qui: pronta a prenderti per mano quando tornerai indietro.

 
 
 

 
 
 
 




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