Maybe an Angel
Liberamente
ispirata al film Forse
un Angelo, la mia primissima long fiction su
Sakura e
Sasuke.
Una
storia un po’ particolare, abbastanza fuori dagli schemi, ma
darò
il massimo, lo prometto. Sasuke Uchiha è il ricchissimo
erede di un
impero finanziario. Sakura Haruno è una ragazza spigliata ma
in
grosse difficoltà economiche. Sasuke Uchiha è un
dongiovanni
incallito con la fama di scapolo del secolo, un irraggiungibile
bastardo. Sakura Haruno ha un piccolo angelo di cinque anni di cui
deve prendersi cura. Sasuke Uchiha ha un grosso affare da concludere,
e urgente bisogno di una moglie. Sakura Haruno si vedrà
fatta una
proposta impossibile da rifiutare. Soltanto tre settimane, poi tutto
quanto tornerà come prima … ma se il destino (o
l’amore) come al
solito decidesse di mettersi in mezzo? Quante cose possono cambiare,
in tre settimane di inaspettata convivenza? *O*
Dunque, la coppia principale è
SasuSaku.
Questa
non cambia per niente al mondo, mi spiace XD
Comunque
anche tutte le altre sono abbastanza definite. Saranno: ShikaIno
& NaruHina.
Poi
magari soltanto qualche altro accenno di altre coppie, non lo so,
vedremo, sicuramente anche un po’ di NejiTen
Ringrazio tutti per l’attenzione! Commentate in tanti, mi raccomando!
Sisya
*O*
1.
Super mega pizza e appuntamenti scombinati: una Vigilia come tante
-
Oh, dove accidenti vi siete cacciate?! Chiavi? … chiavi
siete qui?
- una ragazza di circa vent’anni rovistava freneticamente
nella sua
borsetta, ferma sotto il portico del suo appartamentino di periferia
- Solo un attimo di pazienza, tesoro, vedrai che adesso mamma sistema
tutto e appena entriamo ti preparo subito qualcosa di caldo, eh? Che
ne dici? Solo … un attimo … chiavi? Dove diavolo
…? - Sakura
interruppe la frenetica ricerca per lanciare un sorriso incoraggiante
alla sua bambina, che le restituì un’occhiata
leggermente
divertita, mentre si stringeva addosso il giubbotto più
grande di
due taglie e batteva gli scarponi sul vialetto di casa per scrollare
la neve rimasta attaccata.
-
Ti rispondono se le chiami? -
-
… che cosa, tesoro? - domandò distrattamente
Sakura, tornando a
cercare a casaccio nella borsetta.
Restare
chiuse fuori casa la vigilia di Natale sarebbe proprio stato il
colmo! - Le tue chiavi, mamma. Sanno parlare? Per questo le chiami? -
-
Oh! Beh, chi può dirlo? … un
giorno o l’altro potrebbero
anche decidere di rispondermi, non credi? Mi risparmierebbero
sicuramente … un sacco … di problemi -
replicò lei scrollando la
testa. Per fortuna, in
quel momento, una
signora impellicciata e piuttosto ingombrante scese traballando le
scale e aprì il portone dall’interno;
squadrò Sakura da capo a
piedi con un’occhiata sdegnosa e si allontanò sui
suoi ridicoli
tacchetti a spillo. La ragazza le fece la linguaccia da dietro, facendo ridere la figlia. - Che acconciatura orrenda. Sembrava che
avesse un gatto morto in testa, non ti pare? Certa gente non ha
proprio idea di cosa sia lo stile - borbottò affrettandosi a
fermare
la porta prima che si richiudesse, e aggiustandosi una lunga ciocca
di capelli palesemente rosa dietro
l’orecchio.
-
… mamma? Possiamo ordinare una super mega pizza per cena? -
esclamò
la bambina aggrappandosi al maglione di Sakura e facendo gli occhioni
dolci che le riuscivano sempre tanto bene. Pizza? … La
vigilia di
Natale?
-
Certo! Che bella idea, Chiyo. Vada pure per la super
mega
pizza … uhm? Peperoni e carciofi, vero? -
Sua
figlia fece una faccia disgustata, tirando fuori la lingua, ed
entrambe scoppiarono a ridere.
-
Ho capito. Su, su, adesso entra, o ti beccherai un raffreddore -
Chiyo non se lo fece ripetere due volte. Schioccò un bacione
sulla
guancia della madre e poi corse fin dentro all’ascensore,
dove si
sfilò i guanti e si alzò in punta di piedi per
alitare sullo
specchio e disegnarci sopra con un ditino infreddolito. Sakura fece
per raggiungerla, quando invece si batté una mano sulla
fronte, come
se si fosse appena ricordata qualcosa d’importante. Si
chinò sui
talloni e sollevò lo zerbino consunto. - Ah-ah! Trovate! -
esclamò
raccogliendo il suo mazzetto di chiavi con un sorriso soddisfatto, e
raddrizzandosi raggiunse la sua bambina nell’ascensore,
dicendosi
che meglio di così poteva certamente
andare, ma per stavolta
non avrebbero avuto nessuna difficoltà ad accontentarsi.
-
I bilanci sono in crescita, i clienti sono tutti molto soddisfatti
del nostro operato. Dicono che la compagnia sta mantenendo standard
molto alti, e ciò non fa mai male.
Raccogliamo assensi. Tu
raccogli assensi. Quei vecchi arteriosclerotici con le
mutande
imbottite d’oro ti adorano, Uchiha. Come si vede che non ti
conoscono proprio … - borbottò Shikamaru
sprofondando nella sedia
davanti alla scrivania e sbadigliando sonoramente.
-
Nara, non sei pagato per dormirmi davanti. E tieniti per te i tuoi
giudizi da coglione, grazie. I nostri clienti mi adorano
perché so
come trattarli. Dì loro quello che vogliono sentirsi dire e
non
esiterebbero a venderti la loro cara nonnina pur di veder fruttare le
azioni della società … sì prego, cosa
vuoi? - domandò poi
Sasuke, sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi accattivanti e
rivolgendosi alla segretaria appena assunta che lo guardava
semi-incantata dalla porta.
-
Signor … Uchiha, sono … sono arrivati i rapporti
di fine mese -
balbettò lei arrossendo furiosamente mentre consegnava al
capo i
vari documenti. -
Grazie sì. A proposito, dolcezza, sei libera stasera? -
domandò
distrattamente, sfogliando i fogli pieni di grafici di mercato, senza
fare troppo caso all’amico che sogghignava divertito,
né alla
segretaria che per poco non gli sveniva davanti. - Oh, signor Uchiha!
Io … credo di sì, voglio dire, ma certo! Oggi
è la Vigilia ma …
ecco vede io non credevo che un tipo affascinante come lei potesse
notarmi, voglio dire, mi sono trasferita da poco e non conosco ancora
nessuno, non so proprio come sia stato possibile che … -
-
Sì. Certo. Hai proprio ragione. Ora scusami ma devo
lavorare. Sono
molto occupato - tagliò corto lui riconsegnandole i
documenti con lo
stesso sorriso di poco prima, spudoratamente falso, neanche
minimamente interessato ai problemi esistenziali di quella poveretta.
-
Le donne … che enormi seccature! - biascicò
Shikamaru non appena
se ne fu andata, appoggiandosi ai braccioli della seggiola e girando
un paio di volte su se stesso - E comunque tu sei
un
grandissimo bastardo. Che fine ha fatto poi quella che stavi
frequentando una settimana fa, come si chiamava …? -
-
… uhm? Qualcosa come … forse …? Boh. Cazzo,
Nara, non
posso ricordarmi i nomi di tutte quelle che mi passano davanti, no? -
-
Oh, ma certo, povero Uchiha. Come
ti
capisco. In fondo te la sei soltanto portata a letto. Come
potresti ricordarti il suo nome? -
-
Piantala di sfottere e tornatene dalla tua bella mogliettina, Nara -
-
Temari mi ha mollato -
Ah.
-
Dico sul serio, Uchiha. Dovresti trovarti una ragazza. E no, non mi
sto riferendo a quell’oca spennata che hai
appena invitato a
cena. Una ragazza. Una potenziale ‘compagna’ fissa,
mettiamola
così se ti suona meglio -
-
Per essere poi mollato come un cretino? Per ritrovarmi sbattuto fuori
di casa a Natale, vero? Questo mi stai consigliando,
Nara? -
replicò Sasuke alzandosi dalla sedia e recuperando il
cappotto con
uno scatto innervosito. Shikamaru sospirò pesantemente,
abbandonando
la testa all’indietro e portandosi una sigaretta spenta tra
le
labbra. - Puoi venire a stare da me, coglione. Sarò anche un
grandissimo bastardo, ma non ti lascio a passare la Vigilia in
albergo -
-
… mi scoccia davvero molto dovertelo dire, Uchiha, ma
gra… -
-
Parla con Temari e scusati, qualsiasi stronzata tu abbia fatto. Ti
sembrerà strano, ma l’idea di vederti girare in
casa mia in
mutande tutte le mattine non mi entusiasma un granché -
Shikamaru si
sfilò l’accendino dalla tasca e accese la
sigaretta, aspirando un
paio di sane boccate e assottigliando gli occhi mentre rilasciava
lentamente il fumo dalla bocca. Sasuke attese un paio di secondi una
risposta, ma visto che questa tardava ad arrivare, si limitò
a
lasciar cadere le chiavi di casa sulla scrivania e battere una pacca
- non troppo leggera - sulla spalla dell’amico. Poi
indossò il
cappotto e passò a recuperare la sua segretaria -
… a proposito,
come diavolo si chiamava? - che non appena lo vide si
aggrappò al
suo braccio destro con un risolino eccitato, cominciando già
a
domandargli quando avesse intenzione di presentarsi
alla sua
famiglia e cosa avesse intenzione di regalarle per
il suo
compleanno. Sasuke mugugnò qualcosa di imprecisato,
dicendosi che in
quei cinque minuti quella tizia aveva lavorato di fantasia
decisamente troppo per i suoi gusti. E poi, Shikamaru e Temari erano
la coppia più solida e collaudata che conoscesse. Se non
riuscivano
a stare insieme neppure loro, come poteva anche solo provarci lui
…?
Con una così, poi …
No,
non andava per niente bene.
-
Super mega pizza stiamo arrivando! - esclamò Sakura nello
stesso
momento, ma a parecchi chilometri di distanza, scacciando la
malinconia con un veloce colpo di spugna, prendendo in braccio Chiyo
e facendo con lei naso-naso per farla ridere. Adorava sentirla
ridere, perché era come avere conferma che tutto andava
bene. E se
tutto andava bene, allora non c’era niente di cui
preoccuparsi. Che
importava se era in ritardo di due mesi con l’affitto? Che
importava se non poteva permettersi di comprare un regalo di Natale
decente alla sua bambina?
Se
Chiyo rideva, allora tutto quanto andava davvero bene.
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