White Flies /
Mosche Bianche
Sentiva i vestiti
bagnarsi, appiccandosi alle pelle.
I capelli, sciolti
per il semplice motivo di non aver la forza di legarli, le ricadevano
sul volto, umidi e fastidiosi, andandosi a modellare sul corpo. I
polpastrelli si aggrinzivano, il trucco colava, mentre impallidiva
tutta e cominciava a tremare.
Ma continuava a camminare imperterrita.
[-Allora,
buon viaggio Shika!-
-Ino, stai piangendo?-
-Non essere sciocco! Mi è andata un po’ di sabbia
negli occhi!-]
Ricordava la bocca di Shikamaru contrarsi in una smorfia, visto che a
Konoha non
c’è, sabbia. Ma dove era diretto lui,
oh,
lì ce n’era a bizzeffe.
Ino guardò giù, oltre lo strapiombo su cui era
arrivata.
Suna la guardava là in fondo, strafottente, e persino i muri
ingrigiti dalla pioggia le suggerivano di tornare a Konoha.
Ma ormai era arrivata, e non avrebbe sprecato giorni di cammino per
nulla.
E dire che le provviste erano finite da un pezzo, e non si era ancora
fatta una doccia.
[-Ino?-
-Oh, ciao
Sakura! Come stai?-
-Ino, non devi fingere con me-
-E cosa dovrei fingere! Ho comprato un nuovo smalto, sai?-
-Shikamaru è partito. Perché non l’hai
fermato?-]
Si asciugò le mani sulla gonna fradicia, e
cominciò a scendere lentamente dal precipizio, un piede dopo
l’altro.
Si spostò per l’ennesima il ribelle ciuffo, di cui
si era sempre vantata, ma che ora era solo un impiccio. Era tutta
bagnata, sentiva il naso gocciolare.
A un certo punto la vista si appannò, ma solo per un attimo.
Riprese quindi la sua discesa. Ma la pioggia è ingannatrice,
e gli appigli erano sempre meno frequenti e più
sdrucciolevoli.
Ben presto si sentì scivolare, e fu come se fosse caduta
nelle profondità buie della terra.
-Tsunade
mi ha detto che parti fra pochi giorni-
-Già. Ho accettato un ruolo là a Suna-
-Sai, a Suna
fa troppo
caldo-
-Uhm-
-La sabbia poi, com’è fastidiosa!-
-Immagino di sì-
-E inoltre… chissà quante mosche!-
-Ma le mosche sono in tutto il mondo-
-Ma lì fa caldissimo!
Ce ne saranno dappertutto-
-Ino, sono solo mosche-
-Ma sono moleste, e nere,
assolutamente antiestetiche-
-Sono solo mosche-
Si risvegliò molto più tardi, o almeno
così le pareva, su un letto. Sì, era sicura fosse
un letto.
Era fresco, ma scomodo: il materasso era duro, il guanciale sottile e
le lenzuola di nylon le sfregavano la pelle a cui dedicava tanta
attenzione.
Cercò di tirarsi su, ma la testa le doleva troppo, pesava
come un macigno a suo parere, così ricadde pesantemente sul
letto con un tonfo sordo.
-Non affaticarti- le suggerì una voce molto lontana.
Aprì le palpebre per capire chi fosse, ma anche queste
sembravano gravi.
Con un sforzo immane, ne dischiuse leggermente una.
Shikamaru la fissava serio, e le due leggere ombre sotto gli occhi le
suggerivano che non aveva dormito molto. Il ragazzo sparì
dalla sua vista, e lo sentì sedere molto vicino a lei, forse
su una poltroncina.
-Dove…sono?-
-In ospedale a Suna, genio. Cosa ti è saltato di venire qui!-
Il suo tono era accusatorio, ma Ino era troppo stanca per replicare.
-Avresti potuto morire-
continuò lui -te ne rendi conto, sì? Sei riuscita
a beccare l’unica fottuta pioggia dell’anno, l’unica!
Come diavolo hai fatto? Ti sei impegnata?-
La bionda rimase in silenzio, capendo che sebbene il viso non tradisse
alcuna emozione, Shikamaru si era veramente preoccupato.
Iniziava a ricordare cosa era successo… stava camminando poi
si era trovata su un…
-Precipizio-
sussurrò.
-Sì, sei caduta dal burrone proprio qua sopra. È
un miracolo che tu sia viva. Ino… Ino, potevi morire.
Morire. Io…-
Ma Nara terminò lì la frase, come infastidito, e
si alzò uscendo dalla stanza.
Non credo sentì la debole preghiera della ragazza di
rimanere con lei.
Rientrò con una dottoressa e subito dietroTemari.
[-Piccola,
sei tu?-
-Oh, ciao papi-
-Cosa ci fai alzata in piedi a quest’ora?-
-Mi… mi è venuta fame-
-E hai bisogno del tuo zaino ninja per andare in cucina?-]
Dopo svariati minuti di visita, la dottoressa si congedò,
ordinando assoluto riposo per almeno un paio di giorni.
Fratture alle costole, una gambe rotta e parecchi graffi: sarebbe stata
riportata a Konoha subito dopo i due giorni con la gamba ingessata e
parecchie bende, imbottita di medicinali e tranquillanti.
-Potevi farti molto più male-
-Lasciala riposare-
Disse Temari a Shikamaru, facendogli un cenno verso la porta; ma Nara
non si alzò dalla sedia e rimase ad osservare Ino, che
strizzava gli occhi dal dolore. Appena l’avevano trovata
avevano esaminato se ci fossero problemi al cervello, così
avevano detto, ma si era risolto tutto con un stretta benda al capo.
Temari li squadrò entrambi, ed uscì da sola
impettita.
-Perché sei venuta Ino?-
La domanda del ragazzo arrivò alle piccole orecchie di Ino
come se si trovassero in una cava, con un rimbombo assurdo.
Si concentrò comunque, per ricordare cosa l’avesse
spinta in quella pazzia.
E poi rammentò. Lui.
-Il mio zaino-
-Il tuo… oh, sì. Tieni. È messo male
ma credo ci sia tutto-
-Svuo…talo-
Shikamaru iniziò a tirare fuori tutto, anche se
c’era poca roba, nessuna provvista, una boraccia quasi vuota,
caramelle decisamente vecchie, una coperta, armi ninja e una pietra
gialla.
La pallida mano di Ino si tese nel prendere quella pietra, che il moro
riconobbe allora come ambra.
Ino girò la pietra, e questa rivelò una mosca. Bianca.
-È una… Aleurodide,
l’ho trovata… sul prato di casa mia-
boccheggiò, il sonno che le pesava sulle palpebre -ti ho
detto che qui a Suna ci… sono solo mosche nere.
Questa… è bianca. Così… non
ti dimentichi… di Konoha. Tsunade l’ha
imprigionata… in questa pietra di ambra-
Calò il silenzio, e Shikamaru pensò
corrucciando la fronte a cosa risponderle.
-Sei una stupida.
Hai rischiato la vita, la vita!, per portarmi una 'esteticamente bella'
mosca bianca?-
-Sì-
Detto questo, con un bellissimo e stanco sorriso sulle labbra, Ino si
addormentò profondamente, i capelli sciolti e asciutti che
coronavano il suo viso come in una fiaba.
Shikamaru si alzò, con un inaspettato largo sorriso in
volto, si piegò su di lei e la baciò castamente,
così, come se fosse la cosa più normale del
mondo. Le loro labbra si incastrarono alla perfezione, e lui
assaporò il loro sapore speziato ma dolce.
Poi le rimboccò le coperte, mentre Ino rimaneva immobile con
un espressione allegra, quasi stesse facendo un bel sogno.
Uscì dalla stanza in silenzio, ed andò senza
motivo sul tetto d’ospedale, da cui si vedeva tutta Suna.
In mano aveva ancora la mosca bianca, imprigionata nell’ambra
per mantenersi per sempre.
La osservò mentre i raggi del sole la illuminavano di mille
caldi riflessi.
Ora
che ci pensava, a Suna faceva troppo caldo.
La sabbia poi, com’è fastidiosa!
E inoltre, quante mosche!
Sono moleste, e nere.
Assolutamente
antiestetiche.
Abbassò lo sguardo sulla pietra senza abbandonare quel largo
sorriso, e per un solo, pazzo attimo, gli sembrò che la
aleurodide lo osservasse, sorridendo sorniona.
Ma tornò subito tutto normale, e si diede del baka.
Insomma, una mosca bianca non può mica sorridere, come se
fosse grazie a lei che Ino e Shikamaru avessero mostrato i proprio
sentimenti…
giusto?
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Ecco, l'ennesima ficcy in pochi giorni. Siete stufi di me, vero?:)
Questa storia è dedicata alle Mosche Bianche [ma
và?], una stupidata,
me ne rendo conto, che ho scritto ieri notte.
Domanda legittima: perchè non dormo come tutte le persone
normali? Me lo sono chiesta anch'io... ma non ho trovato risposta^^
Ringrazio chi ha commentato 'Fat
[!] But Sexi', ovvero:
Queen_Of_Sharingan,
una fan di ShikaIno nonchè una scrittrice bravissima che mi
onora sempre di una sua recensione.
Final_Alex,
a cui piacciono le ragazze formose xD
Kaho_chan,
che con 'So together, but so broken up inside' è diventata
una delle mie scrittrici preferite.
Angel_Sayuri,
che ha detto che la mia ficcy è pucciosa ^^ e me si
è sciolta!
AtegeV,
a cui devo dare il merito dell'avermi ispirato, anche se non lo sa,
nello scrivere questa ficcy. Un'altra bravissima scrittrice InoShika.
E Lan,
che mi ha fatto morire dal ridere con la sua recensione xD Shika resta
sempre il migliore!
Grazie ragazze [e ragazzo]...
Ohayo, SonSara
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