Night School
Chapter
Two
Quando il giorno dopo,
Allie si diresse sbadigliando verso la stanza Training
Room One del padiglione
per la riunione della Night School, vide che era già
affollata. Sebbene alcuni membri fossero via per le vacanze di Natale,
Nicole e
Jules erano tornate a scuola quella mattina per l’occasione.
Nicole, per
evitare di dover prendere l’aereo e fare avanti indietro
dalla Francia, aveva
passato qualche giorno a casa di Jules.
Una fila di sedie era
disposta in mezzo alla stanza: Isabelle, Raj e Matthew
erano seduti a un tavolo di ferro battuto parlottando sottovoce tra di
loro.
Allie vide Ashley dalla parte opposta della sala che la salutava con la
mano,
le fece una smorfia di finta sorpresa e l’altra
ricambiò ammiccando e
scoppiando poi a ridere. Notò che Sylvain la stava
osservando con i suoi
profondi occhi azzurri e si guardò in intorno in cerca di
Carter per evitare il
suo sguardo. Il ragazzo, però, pareva non fosse ancora
arrivato, così Allie si
avvicinò a Zoe che stava chiacchierando con Nicole.
«Bentornata
a scuola», le disse.
«Hey
Allie!» Nicole la avvolse in un abbraccio e
saltellò sul posto eccitata.
Profumava di lillà.
«Come sono
andate le tue vacanze?»
«Le mie brevi
vacanze
dici? Bene, prima che il lavoro chiamasse! Jules è
stata un tesoro ad invitarmi». Il suo accento francese era
meno marcato di
quello di Sylvain, aveva qualcosa di delicato.
«Vero, e
queste riunioni sono una gran palla!» convenne Zoe.
In quel momento
Zelazny li richiamò all’ordine abbaiando con la
sua voce
profonda. Allie si chiese dove diavolo fosse finito Carter.
Quando tutti avevano
preso posto sulle sedie, il ragazzo entrò in gran fretta e
si sedette accanto ad Allie sbuffando per l’occhiataccia che
Isabelle gli aveva
rivolto.
«Dove sei
stato?»
chiese preoccupata.
«Dopo»,
rispose lui scocciato. Allie lo guardò stupita prima che Raj
attirasse
la sua attenzione. «Allora, come avrete notato siamo rimasti
in pochi, ma non
per questo dobbiamo abbassare la guardia. Nathaniel potrebbe pensare
che siamo
più vulnerabili e attaccarci in qualsiasi momento».
«Perché
dovrebbe pensare una cosa del genere?» sussurrò
Zoe. Lucas alzò le
spalle in risposta.
Raj
continuò: «Per questo, chi è senza
compagno per le ronde gliene verrà
assegnato un nuovo».
Zelazny riprese la
parola: «Le coppie sono: West-Matheson, Sheridan-Glass,
Shepherd-Cassel». Ashley fece l’occhiolino a
Sylvain mentre Nicole commentava
con aria maliziosa: «Che coincidenza!»
Quando anche le ultime
coppie furono annunciate, si alzarono tutti per
raggiungere il proprio partner.
Allie
guardò sconsolata Carter che si avvicinava a Jules.
«Su con la vita, io
sono molto più divertente di biondina-perfettina!»
le disse Zoe prendendola a
braccetto, «Cara collega, ho un sacco di nuove tecniche da
insegnarti».
«Yay! Non
vedo l’ora!» Allie si lasciò andare a un
finto entusiasmo. In realtà
era contenta di fare parte della Night School, anzi era stata proprio
lei a
chiedere a Isabelle di ammetterla. Se stavano per affrontare una guerra
contro
Nathaniel, allora voleva combattere. Non avrebbe lasciato che fossero
gli altri
a proteggerla. Voleva stare in prima linea, anche se significava essere
contro
Christopher e prendere a calci in culo Gabe. Soprattutto, se voleva
dire
prendere a calci in culo Gabe! Non poteva chiedere di meglio.
Proprio quando Allie
si avvicinò ad Ashley facendo il verso «Night
School,
eh?!», Carter la raggiunse con aria stanca. «Hey,
posso parlarti?»
«Certo»,
Allie annuì osservando l’espressione preoccupata
sul viso di Carter.
Ashley bisbigliò: «Divertitevi,
piccioncini».
La condusse in una
zona isolata del bosco.
«Che ti
è successo?» chiese con un po’ di stizza
al ricordo di come lui le
aveva risposto pochi istanti fa.
Carter
sospirò pesantemente: «Allie, mi dispiace per
prima, non volevo
prendermela con te. E’ che Jerry mi sta addosso e non so cosa
fare per provare
la mia innocenza».
«Per la
storia della spia?» chiese la ragazza allibita:
«Come possono anche
solo pensare che tu c’entri qualcosa?»
«Non
è questo, lo sai. Stanno indagando su tutti, ma pare che a
quelli più
vicini a Isabelle riservino un trattamento speciale». Carter
fece una smorfia:
«E’ dura. Sono vissuto qui per tutti questi anni e
ora sapere che sospettano di
me...»
«Hey»,
Allie gli prese il mento tra le dita e gli alzò la testa per
costringerlo a guardarla negli occhi, «Io non ho alcun dubbio
che tu non sia
coinvolto in questa storia. Quando sarà tutto finito e
troveranno la spia,
capiranno che hanno sbagliato a dubitare di noi e li obbligheremo a
chiederci
scusa». Fece un finto broncio e Carter ridacchiò
prendendola tra le braccia e
baciandola piano sulla bocca.
«Dobbiamo
solo avere pazienza e comportarci normalmente per non destare
sospetti infondati», continuò Allie stringendo
forte Carter a sé, «credo che
per questo semestre dovremo rinunciare ad alcune delle nostre fughe
alla
cappella».
Carter rise:
«Non sai quanto mi mancheranno».
«Anche a
me», sussurrò Allie in risposta.
Era vero; ultimamente
le regole, già di per sé restrittive, erano
diventate
ancora più rigide. Il coprifuoco era stato anticipato alle
10 e a nessuno,
tranne agli incaricati della Night School per il turno di guardia, era
permesso
uscire. Isabelle puniva severamente coloro che ci provavano, gli
insegnati
erano preoccupati. La notte in cui Gabe aveva ucciso Ruth e gli uomini
di
Nathaniel avevano dato fuoco alla scuola, c’era stato qualcun
altro ad
aiutarli. Qualcuno all’interno della scuola, di cui nessuno
sapeva l’identità.
Qualcuno che faceva parte della Night School ed era abbastanza alto di
grado da
essere vicino a Isabelle. Per trovare questa spia, Raj e i suoi uomini
avevano
cominciato a interrogare tutti gli studenti coinvolti e non si
fermavano finché
non saltasse fuori qualcosa di interessante, anche se innocenti. E ora
avevano
preso di mira anche Carter. Allie provò una profonda rabbia.
Come
può Isabelle anche solo pensare di dubitare di Carter? Le era stato
fedele e vicino per tutto questo tempo, era assurda la sola idea che
Carter
potesse avere qualcosa a che fare con Nathaniel.
Ok, era stato amico di
Gabe, ma quanti altri come lui? Era cresciuto in quella
scuola e non avrebbe avuto modo di conoscere il capo dei loro
“nemici”.
Allie
considerò l’idea di andare a parlarne con
Isabelle, ma proprio mentre si
stava avvicinando al suo ufficio, Jo comparve nel corridoio e la
trascinò via
sostenendo che avevano una partita a scacchi da giocare.
*
Quando
Ashley bussò alla porta dell’ufficio di Isabelle,
la trovò seduta alla sua
scrivania intenta a leggere dei documenti.
Nell’aria c’era
l’inconfondibile odore di agrumi della preside e si sentiva
di sottofondo una
leggera musica classica proveniente dalle casse integrate nella parete.
Aveva
sempre ritenuto ingiusto che il regolamento vietasse agli studenti di
usare la
tecnologia, quando il loro capo era la prima a utilizzarla.
Perciò aveva deciso
di fregarsene delle regole e questa volta si era portata dietro uno dei
suoi
preferiti, l’oggetto più proibito di sempre: il
suo amato portatile era nascosto
nella valigia sepolto in mezzo ai vestiti.
«Ashley, accomodati», la accolse Isabelle
spingendosi gli occhiali sulla testa.
La ragazza sprofondò nella poltrona di pelle nera con uno
sbuffò: aveva sempre
trovato comode quelle sedie. La preside incrociò le mani
davanti a sé
appoggiandosi contro: «Allora dimmi, ci sono delle
novità?»
Ashley si limitò ad annuire, Isabelle la fissò
con i suoi profondi occhi
dorati: «Ho notato che hai già fatto amicizia con
Allie, mi fa piacere».
«Sì beh, è simpatica», la
preside alzò un sopracciglio, «e sveglia. Tanto da
avermi già chiesto dove sono stata quest’estate e
aver capito che ha a che fare
con Lucinda».
Ashley sostenne lo sguardo di Isabelle: «Non guardarmi
così, io non le ho detto
niente!»
«Allie è molto curiosa e vuole essere aggiornata
su tutto quello che succede»,
ammise infine.
«Allora forse dovresti farlo. Dato che la riguarda
personalmente». La preside
abbassò lo sguardo sui suoi fogli, evitando di incontrare i
suoi occhi. Ashley
se ne accorse e aggiunse: «So che vuoi proteggerla Isa, ma se
non le dici la
verità come pretendi che lei si fidi di te? Ci credo che poi
scappi fuori a
incontrare suo fratello, vuole sapere che sta succedendo.
Anch’io l’avrei fatto
al suo posto».
«Su questo non avevo dubbi», commentò
Isabelle scoccandole un’occhiata.
«Stiamo parlando di Allie, Isabelle! Fa la dura fuori, ma
dentro è soffice come
un cucciolo appena nato. E tu la stai ferendo».
«E’ questo che ti ha detto?» la voce
della preside s’incrinò.
«E’ quello che ho capito», rispose
fermamente Ashley.
La discussione si spostò poi su un terreno più
sicuro, Isabelle le chiese
com’era andata l’estate. Ashley le
raccontò tutto quello che era successo,
anche se probabilmente Matthew aveva già provveduto ad
informare la preside
sulle questioni più importanti. Evitò di parlarle
del nuovo ragazzo che aveva
incontrato e di cui non era sicura che Isabelle avrebbe approvato.
«Quindi, qual è il piano ora?» chiese la
ragazza scostandosi con una mano un
ciuffo ribelle dagli occhi.
«Proteggere la scuola, ovviamente, e tenere Allie al
sicuro», Isabelle sospirò,
«non possiamo permettere che Nathaniel la porti
via».
«Non andrebbe mai con loro di sua spontanea
volontà, lo sai. Anche se c’è suo
fratello con loro. Mi ha detto che con lui ha chiuso e pensò
che sia la
verità», Ashley osservò
l’espressione imperscrutabile della preside e poi
continuò: «Per quanto Christopher possa tentare di
convincerla a lasciare la
scuola, lui è stato il primo ad abbandonarla. Allie non
glielo perdonerà tanto
facilmente».
«Purtroppo, anche se non vuole più avere niente a
che fare con lui, se cercasse
di mettersi in contatto di nuovo con lei, ci serve che Allie faccia da
tramite».
«Vuoi davvero usarla in questo modo?» chiese
sconvolta.
«Non ho scelta, Ashley», esclamò
Isabelle facendo un ampio gesto della mano,
«c’è una spia all’interno
della scuola che sta riferendo a Nathaniel tutto
quello che facciamo. In questo momento potrebbe essere là
fuori a scherzare e
ridere con i miei studenti! Sono tutti in pericolo e non lo sanno.
E’ compito
mio proteggere loro e la scuola e utilizzerò qualsiasi mezzo
per farlo». Il
viso di Isabelle era solcato da profonda preoccupazione e sotto i suoi
occhi
dorati, Ashley riuscì a scorgerne la stanchezza.
«Anche se significasse usare Allie per farlo?»
chiese la ragazza abbassando la
voce. Non era rabbia quella che provava, sapeva che Isabelle voleva
solo il
meglio per i suoi studenti e per la Cimmeria. Ma non poteva credere che
avrebbe
sfruttato la relazione tra Allie e suo fratello per ottenere quello che
voleva.
Era fastidio ciò che provava in quel momento,
perché si era fatta una nuova
amica e Isabelle si stava immischiando anche quella volta,
costringendola a
mentire. E poi perché voleva usare semplici ragazzi come
Allie e Christopher,
obbligandoli a decidere da che parte stare per risolvere la sua lunga
battaglia
contro Nathaniel. Anche se la Night School serviva proprio per
allenarli a
questo scopo, cominciava a dubitare del fatto che fosse giusto
coinvolgere in
una guerra di potere dei ragazzini di sedici anni. Zoe ne aveva
addirittura
tredici! Non erano cose per bambini, erano questioni che solo degli
adulti
avrebbero dovuto affrontare. Eppure Ashley capì che era
l’unica cosa da fare,
perché alcuni membri del consiglio complottavano con i loro
avversari e Lucinda
aveva detto chiaramente che non voleva avere niente a che fare con
questa
storia. Non rimanevano che loro.
Non disse niente di tutto ciò a voce alta, perché
sapeva che sarebbe stato
inutile cercare di far ragionare Isabelle e l’ultima cosa di
cui avevano
bisogno ora era farla arrabbiare.
«Sì, anche se significasse questo»,
rispose la preside abbassando a sua volta
il tono di voce. Il suo sguardo divenne più comprensivo.
«E’ solo che non mi piace mentire ad Allie. Anche
se l’ho appena conosciuta,
sento di potermi fidare di lei e nasconderle la verità non
è ciò che merita.
Non è giusto, Isa». Inclinò leggermente
la testa di lato e rimase a guardare
l’espressione della preside, fissandola dritta negli occhi
come se cercasse di
convincerla in quel modo.
Isabelle sospirò e si appoggiò allo schienale
della poltrona: «Hai ragione»,
ammise infine. Si prese un momento di pausa, in cui pareva stesse
riflettendo e
poi aggiunse: «Allie dovrebbe essere al corrente di cosa
succede».
Anche se ultimamente sembrava più ragionevole rispetto al
passato, bisognava
ancora faticare molto per farle cambiare idea.
E’ sempre
stata inflessibile sulle sue decisioni.
Ashley si alzò e si diresse alla porta: «Mi
prometti che le parlerai?» domandò.
«Te lo prometto», sussurrò la preside
lanciandole uno sguardo complice.
*
Carter raggiunse la sala comune e trovò Allie intenta a
giocare una partita di
scacchi con Jo, sui tavolini dipinti a quadretti bianchi e neri. Non
c’era
nessun altro nella stanza. Rachel aveva detto ad Allie che avrebbe
passato il
pomeriggio in biblioteca con Eloise e non era ancora tornata. Lucas era
occupato per il suo turno di guardia della Night School, mentre Zoe era
sparita
nel nulla dopo la riunione di quella mattina e non si sapeva che fine
avesse
fatto.
Jo le stava infliggendo un’altra della lunga serie di
sconfitte che aveva
collezionato giocando a scacchi. Non c’era storia, nessuno
poteva battere Jo!
«Se vuoi, ti concedo la rivincita», sorrise con
aria beffarda sapendo benissimo
che sarebbe stata un’altra batosta.
«Basta, ci rinuncio!» Si arrese Allie appoggiando
la schiena al divano. Carter
si sedette vicino a lei e la baciò delicatamente sulla
testa. La ragazza si
rivolse a lui: «Mi annoio, qualche idea su cosa
fare?»
«Partita al buio?» chiese Carter alzando un
sopracciglio con aria poco
convinta.
«Sì, tennis!» esultò Jo.
«Vado a chiamare gli altri, ci vediamo fuori»,
scattò
in piedi e si diresse verso la porta di corsa.
Allie protestò inutilmente con un «Ma fa un freddo
cane là fuori!», ma nessuno
l’ascoltò.
«Avanti, sarà divertente», Carter le
prese una mano tra le sue e la accarezzò
leggermente.
«Sì, come l’altra volta che mi sono
beccata una pallina in testa e sono quasi
svenuta».
«Prometto che questa volta ti proteggerò io dalle
palle assassine», la guardò
con aria scherzosa.
«E anche dalle racchette galleggianti che sembrano
ufo?» Carter le rivolse
un’occhiata di finta preoccupazione e controllò
per scherzo se avesse la
febbre, poggiando la bocca sulla sua fronte: «A parte i
deliri, non sembra
grave. Forza andiamo, niente scuse!» Si alzò e
tenendola per un abbraccio la
sollevò in un attimo con agilità e forza. Allie
sbuffò, ma lo seguì comunque
verso l’esterno.
Quando si avvicinarono al ripostiglio che conteneva racchette e
accessori per
ogni sorta di gioco, una piccola folla si era già
raggruppata.
Jo ha fatto in fretta,
pensò Allie.
Quasi tutti gli studenti rimasti a scuola si erano raccolti per
l’occasione:
Zoe saltellava da un piede all’altro facendo finta di colpire
palline immaginarie;
Nicole aveva le braccia strette intorno a sé per cercare
inutilmente di
scaldarsi in qualche modo. Lucas e Sylvain sembravano intenzionati a
svuotare
il magazzino mentre passavano cerchietti colorati a Jo e Rachel. Allie
non vide
Jules da nessuna parte.
Meglio così, pensò.
Non aveva ancora mandato giù il fatto che la biondissima
capoclasse facesse
coppia con Carter nella Night School, ma non voleva fare la figura
della
fidanzata gelosa, così si tenne tutto per sé.
«Dove sei stata tutto il giorno, non ti ho visto quasi per
niente», protestò
Rachel passandole un braccio intorno alle spalle, «rivelami i
tuoi impegni
segreti».
Allie le lanciò uno sguardo intenditore e fece una smorfia.
Rachel capì al
volo: «No, forse è meglio che io non ne sappia
niente».
«Già, forse è meglio
così».
Sebbene avesse tutti i requisiti, e Raj si batteva ardentemente per
convincere
sua figlia a fare parte della Night School, Rachel aveva rifiutato
più volte
l’offerta. Odiava il modo in cui quella specie di
associazione segreta aveva
coinvolto così profondamente suo padre e i suoi amici
tenendoli stretti con i
suoi artigli, e non voleva averci niente a che fare.
Allie detestava nasconderle le cose, ma non poteva rivelarle niente
sulla Night
School per le regole severe che vigevano nella scuola in proposito, e
in parte
anche perché la sua amica non voleva sentirne parlare.
Quando ebbero montato la rete e disposto i dischetti che fungevano da
linee del
campo, si godettero lo spettacolo accendendo tutti insieme le lucine
che
costernavano rete e racchette. La notte buia e fredda che li circondava
fu
illuminata da diverse luci colorate, una per ogni giocatore, mentre
palline
dipinte con vernice fosforescente rimbalzavano da una parte
all’altra del
campo. Sebbene i giocatori non riuscissero a vedersi tra di loro, il
metodo
geniale che qualcuno prima di loro aveva inventato, permetteva a tutti
di
godersi la partita anche al buio. Niente fermava i ragazzi della
Cimmeria!
Pochi minuti dopo, Allie notò qualcuno avvicinarsi con una
torcia in mano.
Quando la sagoma fu più vicina da riuscire a identificarla,
vide che Ashley era avvolta
in un pesante capotto nero, con sciarpa e guanti coordinati.
«No, scusate? Vi state divertendo senza di me?!»
esordì a voce un po’ troppo
alta.
«Prendi», Lucas le lanciò una racchetta
verde di cui videro solo una macchia
colorata che roteava a mezz’aria. Ashley
l’afferrò al volo, appoggiandosela poi
sulla spalla e improvvisando una camminata da modella in punta di
piedi,
fingendo poi di inciampare e rotolare per terra. Tutti scoppiarono a
ridere,
finché Zoe non urlò:
«Guardate!», stava indicando il cielo scuro. Quando
anche
gli altri guardarono in su, parti un coro sorpreso di
«oh». Allie seguì i loro
sguardi e notò che piccoli fiocchi di neve stavano cadendo
lentamente dal cielo
come per magia, posandosi delicatamente sui loro capelli e sul terreno.
Carter
la strinse dal dietro avvolgendola tra le sue braccia e facendole
sentire il
calore che emanava. Allie avvertì il suo piacevole odore di
caffè e spezie. Le scoccò
un bacio sulla testa, prima che Allie si girò e lo
baciò sulle labbra.
Qualsiasi cosa fosse successa in quel momento ad Allie non sarebbe
importato.
Ciò che le interessava ora era solo godersi
quell’istante insieme a Carter, in
compagnia dei suoi amici sotto quel cielo punteggiato da piccole stelle
bianche,
che candidamente scivolavano verso il basso proseguendo nella loro
danza.
Rimasero incantati a guardare la neve per parecchi minuti,
finché Jo non li
riscosse dicendo: «Io sto gelando, diamoci una mossa e
riscaldiamoci».
Tornarono alla loro partita. Sembrava che la notizia di una nevicata
imminente
li avesse riscossi dai loro pensieri, costringendoli a tirare fuori la
grinta e
a dare il meglio di sé. Allie non aveva mai visto una
partita così aggressiva e
piena di botta e risposta. La pallina viaggiava da un campo
all’altro a una
velocità impressionante, mentre i giocatori colpivano e
muovevano le loro
racchette con grazia e forza allo stesso tempo. Quando cambiarono le
squadre,
Allie sentì appena Ashley sussurrare a Sylvain
«Ricordati di cosa dobbiamo fare
dopo».
Andarono avanti per quella che sembrò
un’eternità, finché Zelazny non
comparve
sulla porta del retro urlando «coprifuoco!» con un
tono che non ammetteva
repliche e che suggeriva fosse meglio sbrigarsi.
Cercarono di metterci il meno possibile, sgomberando in gran fretta il
prato e
rimettendo tutto il materiale nel ripostiglio. Poi il gruppo si diresse
verso
l’ingresso della scuola, mentre Ashley e Sylvain si
distaccarono da loro
cercando di passare inosservati, anche se probabilmente tutti avevano
capito
dove andassero e cosa stessero per fare.
C’era una sola risposta possibile: Night School.
*
Quando
due ore dopo, Ashley e Sylvain stavano passeggiando per il bosco
tenendosi a
braccetto, ma pur sempre attenti a ciò che li circondava, la
neve aveva
iniziato a cadere più fitta. Ashley rabbrividì e
si strinse al braccio del
ragazzo.
«Hai freddo?» chiese Sylvain scrutando nel folto
degli alberi. La boscaglia
impediva alla neve di ricoprire il suolo, anche se Ashley
poté vedere che i
rami degli alberi erano già spruzzati di bianco.
«Sto letteralmente congelando», rispose lei
battendo i denti, «non so se l’hai
notato, ma sta nevicando!»
Sylvain rise amaramente: «E’ difficile non
accorgersi quando il mondo intorno a
te sembra diventato la coreografia di un film
d’amore».
Ashley gli rivolse un’occhiata in tralice: «Come
siamo sentimentali stasera».
«Non è sentimentalisme,
è cinismo».
«Non sapevo che odiassi la neve così
tanto», osservò la ragazza.
«Non è la neve, ciò che non mi piace
è fare la ronda di notte nel bosco quando
fa un freddo cane», sbottò Sylvain.
«Andiamo, non è così male! Sei in mia
compagnia!» Ashley gli tirò una gomitata
e Sylvain sorrise.
«Non potrei essere più fortunato di
così! Enchanté». Le
afferrò una mano
coperta dal guanto e si chinò a baciarla delicatamente.
Ashley imitò la sua pronuncia facendogli il verso e Sylvain
scoppiò a ridere.
Stavano ancora ridendo prendendosi in giro a vicenda, come se il mondo
intorno
a loro si fosse fermato a quel momento di giovinezza, quando sentirono
un
rumore nel bosco. Si bloccarono di scatto.
«Cos’è stato?» chiese la
ragazza preoccupata.
«Non lo so», sussurrò Sylvain. Un altro
suono attutito, un rumore di foglie
mosse. E poi passi che si allontanavo di corsa.
«E’ qui vicino. Dividiamoci»,
esclamò Sylvain con urgenza. Ashley annuì, anche
se non era del tutto convinta che sarebbe stata una buona idea.
Corsero uno dalla parte opposta dell’altra, cercando di
captare ogni minimo
sentore che non fossero le suole delle loro scarpe sul terreno umido, e
al
contempo guardandosi intorno per scorgere anche il più
piccolo movimento.
Mezz’ora dopo, non avevano ancora trovato niente. Ashley
tornò indietro per
cercare Sylvain nel punto in cui si erano lasciati, con aria sconsolata.
Un fruscio leggero vicino a sé. Si fermò di colpo
e rimase ad ascoltare. Passi
che si avvicinavano lentamente.
«Chi c’è?» chiese cercando di
tenere la voce ferma e non mostrare la paura che
cresceva dentro di lei. Magari era Sylvain che stava tornando, oppure
un
animale. Ma all’improvviso sentì la percezione che
qualcuno la stesse
osservando, si girò di scatto. Dietro di lei c’era
un uomo fermo in mezzo al
vialetto, Ashley cercò di non urlare con tutta se stessa.
L’ombra si avvicinò
rivelando un ragazzo che indossava giacca e cravatta, il segno
distintivo della
cricca di Nathaniel.
Ashley trattenne il respiro, la voce poco più di un
sussurro: «Gabe?!»
To
be continued...
Dio,
quanto amo descrivere i "momenti di dolcezza" tra Carter e Allie. Spero
che vi sia piaciuto questo secondo capitolo, commentate!
Elis.
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