Ed Io lo vedo
Cammina
con passo veloce e leggero nei corridoi della scuola, tra gli alberi
della
foresta proibita, sul prato intorno al lago.
Lo vedo, mentre fa colazione seduto in sala grande, spiluccando bocconi
piccoli
e sorseggiando una calda tazza di tè.
Lo vedo ancora, seduto in poltrona nella sua stanza, davanti al camino
sempre
acceso, con in grembo un libro e le palpebre semi abbassate. La testa
che
ciondola, il mento sul petto.
Vedo le sue mani, bianche dita lunghe, nervose, che si muovono
sinuosamente in
gesti controllati.
Guardo il profilo, il naso affilato, le labbra pallide strette, vuote
di
sorrisi da tempo immemore.
Lo vedo mentre trema leggermente e si stringe più stretto
dentro al mantello.
Lo vedo applaudire in modo contenuto sugli spalti del campo.
Lo vedo punire, sminuire, terrorizzare e umiliare. Lo vedo in un
pensatoio,
appeso a testa in giù e una bacchetta contro.
Lo vedo fuori da un dormitorio, mentre la aspetta per parlarle.
Lo vedo, mentre ricerca nei miei occhi, ciò che aveva
perduto senza mai averlo
veramente.
Vedo le mani bianche, avvicinarsi al mio volto, prenderlo con occhi
sbarrati e
increduli. Sento le labbra strette, ripercorrere la linea delle mie, e
attaccarvisi.
Sento ancora quei sospiri, i gemiti, mentre ci stringevamo senza
guardarci,
senza poterlo credere.
Rincorrendo
i nostri respiri, pelle su pelle, il ritmo del cuore impazzito, le
perle di
sudore sul corpo.
Si è perso in me solo una volta, eppure non potrò
mai dimenticare.
'Guardami', era tutto ciò che mi diceva,
e io ho guardato e ho visto.
Ho visto che non c'era posto per me, e anche se era dentro di me che
spingeva e
spingeva, non era me che vedeva.
"Non si
può tornare dalla morte, Harry." Me lo diceva sempre
Dumbledore. E ora sò che è vero.
Ora che non c'è più, che se n'è andato
dove io non l'ho potuto seguire, forse
ora è con lei, forse sorride, mentre la guarda e le dice
solo:
'guardami'.