Seconda Chance

di Dragonero
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-E' un regalo...-



Quando riaprì gli occhi non capì dove si trovava. Fissava il soffitto di una stanza molto luminosa e alle orecchie gli arrivava il canto di alcuni uccellini.
Provò a ruotare la testa, bene, riusciva a muoverla. A destra vide un piccolo armadio di legno, a sinistra un'ampia finestra e i suoi vestiti gettati su una sedia.
Davanti a se, oltre il suo braccio rotto e impacchettato per bene (fortunatamente sempre attaccato al resto del corpo) c'era un divanetto e una porta.
Era salvo. Aveva riconosciuto quella camera, era la stessa dove Victoria lo aveva curato dieci anni prima, quando era rimasto ferito nel Grand Stream e aveva perso Eurice.
Provò ad alzarsi ma dovette arrendersi al dolore causato dal braccio e dalla schiena. Lanciò una specie di urlo e ricadde sul letto, ansimando.
Mentre già pensava di gridare il nome di Victoria sentì la porta della stanza aprirsi. Si voltò a guardare ma non entrò chi si aspettava. Al posto della donna che credeva si sarebbe affacciata spuntò una bambina di circa cinque anni. Non sembrava intimidita, si avvicinò tranquillamente ad Alex e gli disse con voce chiara e limpida: -La mia mamma ha detto che non devi muoverti e che arriva subito! Intanto prendi questi fiori, li ho colti io per te! E' un regalo!- disse, studiandolo con un bel paio di occhi azzurri e porgendogli i fiori. I capelli della bambina erano color del grano, portati sciolti sulle spalle.
-La tua mamma?- chiese lui, stranito, ma prendendo i fiori con la mano libera. Victoria aveva una figlia?
Alex la studiò: gli occhi erano in effetti di Victoria, ma i capelli no.. possibile che..
Si sforzò di ricordare e dopo poco gli tornò alla mente una lettera.. una lettera arrivata sulla Silvana e gettata assieme alle altre come fosse stata corrispondenza indesiderata. Era l'invito al matrimonio di Victoria ma lui era troppo impegnato con i suoi piani per andarci...
Un movimento alla porta lo riscosse e alzò gli occhi verso la donna che a sua volta lo fissava. Non c'era né odio, né rabbia, né gioia, né affetto in quegli occhi, ma la capiva. Aveva ragione.
-Ciao Alex..- disse la donna, avvicinandosi: -Come ti senti?-
Alex rispose con lo stesso tono vuoto: -Male, ho la schiena che mi fa un male tremendo.-
Victoria spiegò: -Hai una ferita molto profonda che va dalla spalla destra al fianco sinistro..-
Alex ascoltò: -E' pazzesco perchè... non ricordo assolutamente di aver avuto un colpo simile alla schiena...-
La bambina si intromise, cercando di instaurare un dialogo con lo straniero: -E' come quando trovi un graffio sulle mani! Non sai come te lo sei fatto però sanguina!-
Alex si girò verso di lei e mise i fiori, ne frattempo, sul comodino: -Esatto..- poi guardò Victoria: -E' tua figlia?-
Victoria annuì, iniziando a cambiargli la fasciatura al braccio, dove anche lì spiccava una ferita.
-E come ti chiami?-
La donna evitò di guardarlo negli occhi e Alex si irrigidì quando la bambina gli rispose con un gran sorriso stampato sul volto: -Io mi chiamo Yulis!-




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