E’ bastato un niente per distruggere tutto ciò che eravamo.
Tutto ciò che mi rimaneva.
Fuoco, urla, distruzione.
Silenzio.
Ed ecco che tutto sparisce davanti ai miei occhi.
Mamma. Papà. Lizzie.
Me stessa.
Ho un ricordo vago di quella notte. Ricordo le urla che riempivano la casa che pian piano veniva consumata dalle fiamme.
Ricordo il caldo, molto caldo. Troppo caldo, direi. Insopportabile.
Ricordo il fumo. Tanto fumo. Fumo che, in un lampo, mi riempivano i polmoni, impedendomi di respirare bene.
Ricordo un miagolio da lontano.
Le Urla.
E, in punto e in bianco, silenzio.
Le urla sono scemate all’improvviso.
Mi ritrovo fuori, al riparo. Non so come.
Mi guardo intorno, ma della mia famiglia non c’è nessuna traccia.
Mi ricordo della gente, tanta gente.
‘Un ambulanza’ diceva qualcuno.
‘La ragazza è ustionata’ urlava qualcun altro.
Una cosa però ricordo bene.
‘Sono stata io’, continuavo a ripetere.
Sono stata io.
Io li ho uccisi, io.
E poi nulla, il buio.
*
‘Tranquilla, Alice. Presto o tardi scoprirai la verità.
Saremo noi, i tuoi matti amici a darti una mano.
Adesso no, cara Alice, no.
E’ troppo presto.
Quando arriverà il momento,
il tuo e il nostro Paese delle Meraviglie sarà in grave pericolo,
e qui, avremo bisogno di te.’
*******
Angolo Me.
Eccomi dopo praticamente un anno di pausa.
Spero che vi piaccia.
Non credo che abbia un filo logico tutto ciò che ho scritto ma, da Alice Liddel, cosa possiamo aspettarci? u.u
Beh, saionaraa!
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