Avevo compiuto da poco quindici anni, quella era
l’età per iniziare il primo anno della scuola per
il controllo dei poteri, l’unico mio problema era che il mio
potere non esisteva, eppure tutta la mia famiglia era magica: mio padre
leggeva nel pensiero e aveva la telecinesi, mia madre controllava la
natura e aveva poteri curativi,mio fratello aveva il potere
del fuoco e della velocità,io ero l’unica che non
alcun potere, ma i miei erano sicuri che in me
c’era qualcosa di speciale,così mi ritrovai a
preparare la valigia esattamente una settimana dopo il mio compleanno,
dovevo frequentare una scuola nuova e questo mi turbava
perchè mi sarei ritrovata fra persone sconosciute e sarei
stata l'unica persona "normale", priva di poteri.
"Tesoro ci mancherai tantissimo". Disse mia madre sull’orlo
delle lacrime.
"Potrei rimanere qui, vi aiuterei con le faccende". Mio padre frugava
nei pensieri e capì subito che non credevo di avere nessun
potere così si avvicinò e mi
abbracciò: "Tesoro, abbi fiducia in te stessa, alcuni dei
maghi più potenti hanno ottenuto il loro potere alla tua
età e anche più tardi, io sono sicuro che in te
ci sia qualcosa di speciale che aspetta solo di uscire".
"Sì , ma se io non avessi poteri? Se io fossi
l’unica della famiglia ad essere umana? Come puoi saperlo
papà, in quel caso sarebbe tutto inutile".
"Basta solo provarci, un giocatore non sa mai se vincerà la
sua partita ma la gioca lo stesso".
"Sì, ma quella è una cosa diversa".
"Ti chiedo soltanto di provarci poi se va male non importa, la vita
è piena di delusioni, ma tu saprai tirartene fuori
perché sei una ragazza forte".
"Ok ,farò come dici tu tanto non ho scelta".Dissi alzando le
spalle.
"Vai, il pullman ti sta aspettando".
Mi avviai verso l’autobus e mi sedetti vicino a una ragazza
dal viso simpatico e dolce incorniciato da capelli lisci neri che le
arrivavano un po' più giù delle spalle.
"Posso?". Le chiesi.
"Certamente". Rispose sorridendo.
"Sono Effie piacere". Disse tendendomi la mano.
"Emily, piacere mio".
"C’è qualcosa che ti turba". Dichiarò
scrutandomi.
"C-come?". Chiesi leggermente imbarazzata e spiazzata.
"Ehm scusa non volevo essere invadente, il mio potere e di leggere le
emozioni delle persone e devo imparare ancora a controllarmi".
"Forte". Dissi cercando di sembrare allegra. Perfetto, lasciavo mio
padre che mi leggeva nel pensiero per ritrovarmi vicino a una persona
che leggeva le mie emozioni! Direi che è perfetto per una
che vuole celare le sue debolezze!
"Qual è il tuo?".
"Il mio cosa?".
"Il tuo potere".
"Oh, ehm ecco io…". Abbassai subito la testa.
"Ho detto qualcosa che non va?". Chiese lei preoccupata.
"Il fatto è che io non ho un potere, cioè i miei
credono che non si sia ancora manifestato".
Lei mi sorrise:"Ecco cosa ti turba, ma sai una cosa dicono che
più tardi si manifestano più i poteri sono forti".
"Già me l'hanno detto un paio di volte...".
"Ma?".
"Ma se i miei poteri non si manifestassero mai? Se io fossi una
semplice umana?".
Effie rise:" Tu non puoi essere una semplice umana, nei tuoi occhi
c'è una luce particolare e standoti vicino percepisco la tua
energia".
"La mia energia?". Chiesi dubbiosa.
"Sì-sorrise- è un'altra "talento" che ho:riesco a
distinguere le persone normali da quelle speciali e credimi tu non
rientri nella categoria dei normali".
"Wow,forte! Ti ringrazio, mi hai fatta sentire meglio". Dissi, ed era
vero, sembrava sincera e dovevo pensare positivo a tutti i costi
altrimenti sarei caduta in depressione.
"Ne sono felice ". Rispose lei sorridendo.
Passò un minuto di silenzio che poi fu interrotto da una sua
domanda.
"Sai come funziona la scuola?".
"Sì, mio fratello sta al terzo anno, praticamente i
dormitori sono appartamenti di sei persone, tre ragazze e tre ragazzi e
le lezioni iniziano alle 8 di mattina, le materie del primo
anno sono: magia generale,pozioni cultura generale che sarebbero quelle
delle normali scuole e storia della magia, poi viene assegnato a ogni
studente un tutor scelto a seconda del potere che ci insegna a
controllare i poteri. Le lezioni durano dalle 8 di mattina alle 4 di
pomeriggio".
"Forte! ".
"Già, ma non so come mi tratteranno dato che sono diciamo..
diversa".
"Sta tranquilla, vedrai che andrà tutto bene, ne sono
sicura".
"Ti ringrazio". Dissi sorridendole.
Passammo un po' di tempo a conoscerci, parlando dei nostri interessi,
poi improvvisamente Effie si trasformò in un gattino nero
con la pancia bianca…aveva gli occhi scuri, e qualche tratto
che faceva capire che era lei d’istinto la presi tra le
braccia e cominciai ad accarezzarla.
"L’altro tuo potere?". Chiesi, guardandola con dolcezza, lei
mi rispose con un "miao" di assenso.
Dopo poco tornò normale.
"Ehm scusa devo ancora prendere il controllo, succede spesso che io mi
trasformi in un animale improvvisamente e certe volte è
fastidioso e anche imbarazzante".
"Perché? Sei così carina".
"Ti ringrazio".
Parlammo per tutto il viaggio poi finalmente arrivammo a destinazione,
ci ritrovammo davanti ad un edificio enorme e maestoso, stavo per
andare nel panico, la mia scuola era molto più piccola,
sapevo che quest’altra era più grande ma non mi
aspettavo fosse così grande, quante persone erano magiche?
"Ehi che succede?". Mi chiese Effie che sicuramente percepì
il panico che stavo provando.
"I-io cioè ci saranno un milione di studenti qui tutti con i
poteri e io sono l’unica senza, sarò lo
zimbello di tutti".
"Ma che dici! Sei una ragazza carinissima tutti noteranno il tuo
aspetto più del fatto che non hai poteri! Credimi ti
è anche passato accanto un ragazzo che ti ha squadrato da
capo a piedi ed era soddisfatto".
"Ma smettila!". Dissi sorridendo e arrossendo un pochino.
"Ascolta, puoi crederci o no ma, se prima o poi ti verranno dei poteri
ne sarà valsa la pena".
"Hai ragione, devo farmi forza".
"Brava, ora andiamo".
Mi prese sotto braccio ed insieme entrammo nella scuola. Ci assegnarono
le stanze, e grande botta di culo, io e lei eravamo insieme
così ci avviammo nella nostra stanza, appena arrivate
davanti alla porta trovammo mio fratello, alto con i capelli biondo
scuro e degli grandi occhi verdi, non ci potevo credere mica stava
nella mia stessa stanza vero??
"Ciao". Disse lui amichevole.
"Ciao". Risposi abbracciandolo.
"In che stanza sei?".
"Ehm… questa".
"Qui ci sto anch’io". Disse lui.
Perfetto fratello in stanza uguale niente ragazzi.
Effie era rimasta muta che stupida non l’avevo neanche
presentata!
"Oh, ehm lei è Effie abbiamo fatto amicizia
sull’autobus, Effie lui è Dan, mio fratello".
"Piacere". Disse mio fratello amichevole.
"Piacere" sorrise Effie.
Loro cominciarono a parlare, io sprofondai nei mie pensieri, le mie
preoccupazioni erano diventate reali: ero veramente in quella scuola,
che cosa mi aspettava? Mi girai verso la porta della mia futura stanza
e vidi un ragazzo lì vicino lui mi guardò e
sorrise, io ricambiai e abbassai lo sguardo timidamente,
cavolo era davvero carino.
"Io vado a dare un’occhiata alla stanza". Dissi ai due
chiacchieroni.
Mi avviai verso quella porta trascinando la mia valigia, appena aprii
mi ritrovai il ragazzo davanti così sobbalzai, lui mi
guardò e sorrise ancora:"Scusa, non volevo spaventarti sei
in questa stanza?".
"Sì, anche tu?". Risposi.
"Già, sono Erik piacere". Disse porgendomi la mano.
Io la strinsi:"Emily".
La sua mano era enorme in confronto alla mia, non mi sorprendeva dato
che era molto alto, e molto bello, i suoi occhi erano di un azzurro
splendente, circondati da lunghe ciglia nere,i capelli erano abbastanza
lunghi, taglio moderno e frangetta scompigliata, erano di un castano
scuro e che dire del fisico, perfetto.
"Sei la sorella di Dan?". Mi chiese.
"Sì".
" Non vi somigliate molto".
"Già,quasi per niente". Risposi sorridendo e alzando le
spalle.
L’unica cosa che avevamo in comune io e mie fratello erano
gli occhi, entrambi di un verde acceso per il resto io ero mora lui
biondo, lui alto io bassina, insomma quasi gli opposti.
"Dan mi ha parlato di te, tu eri quello che spaccava i mobili i primi
giorni vero?".
"Sì, sono io, non proprio i primi giorni, perché
non ho avuto subito i miei poteri, tu che potere hai?". Rispose.
"Ehm, io veramente…diciamo che non li ho ancora ottenuti o
almeno così dicono i miei".
"Non credere che non li avrai, prima o poi arriveranno, ti
sorprenderanno, ti auguro di non rompere un letto senza volerlo".
Sorrisi:"Beh , me lo auguro anch’io".
"Ti mostro la camera delle ragazze".
"Grazie". Sorrisi prendendo la valigia, le nostre mani si stavano
sfiorando, lui la afferrò prima che io potessi trascinarla.
"Tranquilla, porto io".
"Ma dai non ti preoccupare faccio da sola". Risposi .
"Perché sprecare energie quando a me non costa nessuno
sforzo?". Mi rassicurò.
"Ok". Dissi alzando le spalle.
Nota dell'autore: Salve a tutti ^^ questo è il mio primo
tentativo di scrittura, hope you like it ;) recensite mi raccomando,
fatemi sapere che ne pensate! kisses :3
|