Dean sospirò, facendosi schioccare il collo mentre fissava
stancamente il menù sopra la testa del barista. Non aveva
idea di che cosa significassero quelle stronzate come
'frappè di caffè senza grasso', ma nemmeno gli
importava. Quelle persone non avevano mai sentito parlare di una
normale tazza di caffè vecchio stile? Sbuffò.
Avrebbe voluto mandare Sam a fare il lavoro di fattorino, sapendo che
Sam aveva frequentato posti come quello prima, ma il più
giovane dei Winchester aveva del sonno da recuperare dalla loro ultima
caccia, perciò lo aveva lasciato riposare.
Dean inizialmente non aveva nessuna intenzione di fermarsi, non
lì, non in quella città, fra tutte. In
realtà, non avrebbe mai voluto tornare lì, ma
avrebbe dovuto sapere, con tutti i luoghi dove loro lavoro li portava,
che sarebbe stato inevitabile, prima o poi.
Voleva solo concludere la caccia, entrare ed uscire il più
velocemente e silenziosamente possibile da quella città.
E fu lì che Castiel lo vide.
Lui e Dean erano stati insieme, avevano vissuto insieme, prima che
Dean, un giorno come un altro dell'anno precedente, se ne andasse di
punto in bianco senza una spiegazione. Lasciando Castiel con un cuore
da rammendare, confuso ed arrabbiato.
Non aveva più avuto sue notizie da allora, eppure eccolo
lì, come se nulla fosse cambiato, in fila ad un
caffè nella loro piccola città.
Rimase immobile, congelato sul suo posto a sedere, guardando quell'uomo
con occhi spalacati, mentre il suo cuore gli si schiantava nel petto.
Il suo primo pensiero fu che se avesse potuto parlare, in quel momento
Castiel avrebbe probabilmente urlato e sarebbe corso via. Era passato
quasi in anno e mezzo dall'ultima volta che aveva visto Dean, la notte
prima che se andasse, ma in quel momento sembrava che nulla fosse
cambiato. Sentiva ancora il cuore in gola e le sue dita tremare
leggermente.
Dean, però, sembrava diverso. Castiel poteva vedere
chiaramente che non era lo stesso uomo che lo aveva lasciato.
Deglutì, e gli si avvicinò.
In realtà, non voleva assolutamente farlo -voleva correre
via dall'uomo che lo aveva costretto a vivere l'inferno-, ma le sue
gambe si mossero senza consultarlo.
Si schiarì la gola. «Dean?»
Il cacciatore si guardò intorno confuso, per un momento,
quando sentì il suo nome, e per un attimo pensò
che doveva essere così stanco da immaginarsi le cose -non
sarebbe stata la prima volta, nelle ultime settimane-, ma poi lo vide,
e per poco non gli cadde il portafoglio di mano.
No. Non poteva essere. Andiamo, lui sapeva che il fato era una stronza
crudele, ma questo andava decisamente oltre.
Quante erano le probabilità di trovare Cas ad un
caffè? Certo, quella non era una città
particolarmente grande, ma decisamente non così piccola da
incorrere in persone che conosci ovunque tu vada, figuriamoci il tuo ex
fidanzato.
Loro non erano mai stati in quel caffè prima,
perciò aveva pensato che fosse sicuro. Evidentemente, si
sbagliava.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma tutto quello che riuscì a
fare era guardarlo.
Ricordava che Castiel fosse bellissimo, aveva solo dimenticato quanto. E si era
permesso anche di dimenticare quanto era stato doloroso lasciarlo. In
quel momento il ricordo lo colpì come un pugno.
«Cas..» Mormorò alla fine, non
rendendosi conto di averlo detto finchè non sentì
la sua stessa voce.
Castiel quasi sentì le sue gambe pentirsi della loro
precedente arroganza, quando sentì l'uomo di fronte a lui
pronunciare il suo soprannome. Il soprannome che lui stesso gli aveva
dato.
«Hey..» Cercò di sorridere leggermente,
ma era abbastanza sicuro che il risultato fosse più triste
di quanto dovesse essere.
Non appena ricordò come parlare, si rese conto si star
fissando l'uomo senza dire una parola.
E disse la prima cosa che gli venne in mente. «Sembri...in
forma.» Malgrado i suoi sforzi, sentì la sua voce
tremare leggermente.
Dean aggrottò la fronte. Okay. Quello era...strano. Si
aspettava...non sapeva quello che si aspettava esattamente. Urla.
Rabbia. Collera. Beh, non aveva mai avuto intenzione di rivedere
Castiel, quindi in realtà non si era aspettato nulla, ma
l'ultima cosa che pensava di ottenere era...beh, quello. Eppure, Dean
non era cieco. Vide la tristezza, e sentì il tremore.
«Io...anche tu.» Disse, e non era del tutto una
bugia. Cas era ancora splendido come sempre, sembrava solo invecchiato,
più stanco. Più triste. Dean si
irrigidì al pensiero che fosse colpa sua. «Come,
uh...come sei stato?» Chiese, a disagio.
E poi eccola, la rabbia che aveva previsto di provare non appena aveva
scorto Dean fra la coda. Anche se non era esattamente rabbia, era
più quel senso di tradimento e nostalgia che lo aveva
tormentato per diversi mesi, e che, a quanto pare, provava ancora.
Com'era stato? Davvero?
Castiel distolse lo sguardo per un attimo, mordendosi il labbro
inferiore.
«Meglio. Ultimamente.» Non suonò nemmeno
lontanamente freddo quanto aveva sperato.
L'altro annuì. Ultimamente. Che significava che era stato
male almeno per mesi. Meraviglioso.
Aveva solo bisogno di uscire di lì. Restare lì in
piedi con l'uomo che amava, che aveva perseguitato i suoi sogni ogni
notte per un anno e mezzo, quando Dean era sicuro che non avrebbe mai
più rivisto, era una tortura.
Castiel si strofinò nervosamente la bocca con la mano, e
quando si rese conto di che cosa aveva fatto, imprecò
mentalmente a voce molto alta. Dannazione, aveva preso quell'abitudine
da Dean, avrebbe potuto sembrare più patetico?
«Beh, io...credo che andrò, ora.»
Poteva sentire chiaramente il conflitto nella sua mente urlare e
gridare.
Lui, nonostante tutto, non voleva che Dean scomparisse di nuovo,
-perché era chiaro, se Dean se ne fosse andato, non si
sarebbe più fatto vedere-, ma allo stesso tempo desiderava
il contrario. Voleva che lo lasciasse alla sua vita, a raccogliere quel
poco che gli era rimasto di se stesso, ad andare avanti.
«Buona fortuna per...tutto.» Sorrise debolmente e
si allontanò da lui, quasi lentamente, come se si aspettasse
di essere chiamato. E per che cosa, poi? Per qualche altra
conversazione imbarazzante? Sospirò, e si
precipitò fuori dal caffè.
Poggiò la schiena al muro dell'edificio, non appena
uscì, e fece un respiro profondo, come se lì
dentro non fosse stato davvero in grado di respirare.
Merda. Era
ancora lo stesso.
Lui era andato avanti, lui stava
andando avanti.
Perchè diavolo era tornato? Quando qualcuno se ne va senza
una spiegazione, o senza nemmeno avvisare che ha intenzione di
andarsene, si suppone che sia per sempre.
Funzionava così, no?
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