VOGLIA DI VITTORIA

di Tyara Riddle
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CAPITOLO 17

 

“Adesso che siamo soli, mi vuoi dire chi sei?” chiese Shikamaru volgendosi verso Temai.

“Il fratello di Gaara.” Replicò con noncuranza senza smettere di tenergli al mano.

“Sul serio. Sono stufo di giocare e fingere di non aver capito.” Replicò

“Che cosa scusa?”

“Temai le bende nasconderanno ancora per poco quel bel seno che ti ritrovi, no?” disse con il sorriso stampato in faccia.

Il ragazzo arrossì: “Non capisco a cosa ti riferisca. Se non lo vedi sono un maschio!” scattò in piedi offeso.

“Ed io sono diventato improvvisamente gay.” Ironizzò il moro.

“Stai dicendo delle scemenze.”

“E tu continui ad aggrapparti agli specchi.”

Il Sabaku era nel più completo panico, non sapeva più come difendersi dagli attacchi.

“Vado a vedere se arriva Kurenai.”

Shikamaru lo afferrò per il polso facendolo cadere sul letto: “Se è vero quello che dici non avrai problemi a levarti la maglia, giusto?”

Il ragazzo divenne rosso: “Tu stai vaneggiando non devo mostrarti nulla!” tentò inutilmente di liberarsi dalla morsa delle mani in cui Nara lo aveva intrappolato.

“Adesso smettiamola di giocare! So bene che il consiglio di Suuna aveva stipulato un accordo segreto con gli Akazuki Terror.” Le disse serio.

“Come diavolo fai a saperlo?” gli sfuggì detto.

“Rock Lee è stato un ottimo informatore. Ha sentito parlare i tuoi fratelli … Temari.” Bisbigliò vicino al suo collo.

“Da quando lo sai?!” chiese cercando di non farsi prendere dal panico.

“Da un po’.” Rispose evasivo.

“Quindi il bacio in cucina era programmato?” domandò con il cuore in gola.

“Volevo vedere se avresti fatto cadere la tua copertura, ma hanno mandato la persona giusta.” Ammise.

“Mi hai baciato per prova?! Io ti disintegro brutto…” tentò di colpirlo ma lui la bloccò a mezz’aria.

“Non hai diritto di arrabbiarti. Mi hai preso in giro per quasi tutto il campionato, ma poi è arrivata la missiva di Lee.”

“Quindi sapevi che quella donna che mi è venuta a trovare non aveva alcun legame con i Sabaku?”

“Troppo sofisticata per essere te. La Temari che io ricordavo era un mezzo maschio e tu me ne hai dato conferma con questa mascherata.”

Lei abbassò le braccia: “Non credi sia molto meglio?”

“No perché come ho già avuto modo di farti capire, io preferisco Temai.” Stava per baciarla quando gli mise una mano davanti alla bocca.

“Senti galletto dei miei stivali e che mi dici della cavallona?” chiese facendo il muso.

“Sei  gelosa?” sussurrò prima di affondare le labbra nel collo di Temai.

“Figurati.” Rispose abbracciandolo.

“Posso avere questo bacio adesso?”

“ Quello mio caro te lo devi ancora meritare.” Si divincolò con un gesto rapido, un attimo prima che Kurenai entrasse nella stanza.  

 

L’incendio aveva semi-distrutto lo stadio per cui a tavolino vinsero i Mortal Sand. Gaara sbuffò, non gli piaceva ricevere il trofeo in quel modo e specialmente quando non giocava. Certo l’anno prossimo oltre ai Dark Sound avrebbe dovuto avere un occhio di riguardo per i Green Leaft …

“Mi spiace per il vostro capitano.” Disse accomodandosi accanto ad un Naruto coperto dalle bende.

“Non sarebbe stato divertente battervi senza avere te in campo.”  Ironizzò il biondo.

“Sei un bello sbruffone, sai?” rise.

“Shikamaru non potrà più giocare a causa delle fratture riportate e non sarà per nulla semplice farglielo capire.” Sospirò abbassando lo sguardo.

“In particolare per un campione come lui … peccato. Un’ala destra così non si trova spesso.”

Naruto voltò distratto lo sguardo al suo fianco e per poco non gli venne voglia di strozzare Kiba.

Aveva appoggiato come se nulla fosse una mano sul fianco della “sua” Hinata. Si alzò anche se dolorante e si avvicinò: “fai poco il cucciolo ferito palla di pelo e tieni le tue zampacce a posto!” con l’unico braccio integro le circondò le spalle allontanandola dall’amico.

“Uffa ma lo sai che rompi! Per una volta che si preoccupava per me!” ringhiò offeso mentre l’oggetto della contesa arrossiva ed i due continuavano a punzecchiarsi.

“Siete i soliti casinisti!” li riprese Shikamaru dalla sedia a rotelle spinta da Tamai.

“Capitano allora stai bene!” tutta la squadra si riunì intorno a lui.

“Pensavate di potervi liberare di me? Sono semplicemente diversamente abile ed il mio cervello non ha smesso di funzionare.”

“cio vuol dire che …” chiese Choji speranzoso.

“Che i sessanta giri di corsa li farete sempre e comunque fino a quando posso respirare!” rise, ma era evidente che era molto depresso per quella condizione.

Kurenai entrò seguita da Rock Lee che cercò Tenten con lo sguardo aveva voglia di rivederla, ma era ormai chiaro che la ragazza mostrava più interesse a curare le ferite di Inozuka. Sospirò, ma in fondo se l’era cercata. Non per questo avrebbe smesso di cercare di riconquistarla.

“Ten, guarda c’è Lee.” Disse Kiba.

“Non importa devo finire di curarti.” Replicò senza alzare lo sguardo.

“Dai non fare la finta dura. Si vede che ti è mancato.” Continuò con tono dolce lui.

“Kiba, quel bacio era sincero! Credimi.” Replicò guardandolo in viso.

“Non preoccuparti, dai. Adesso va da Rock Lee è così abbattuto.” Sorrise senza gioia.

“Grazie!” replicò lei correndo via.

Hinata trascinò Naruto dietro un paravento di plastica.

“Io e te abbiamo lasciato un discorso aperto …” bisbigliò appoggiando un dito sulle labbra di lui.

Il biondo deglutì cominciando ad indietreggiare fino a che non raggiunse il muro: “Io non ricordo …”

“Ci penso io a rinfrescarti la memoria …” sorridendo si alzò sulle punte per baciarlo, quando il paravento venne spostato con un gesto brusco e questo diede tempo a Naruto di scivolare via dall’abbraccio.

“Questo è giocare sporco, amico.” Sghignazzò Kiba.

“Ehi sembra colpa mia se lo dici in questo modo!” arrossendo Uzumaki tornò in mezzo agli altri.

Sempre sorridendo Hinata si avvicinò ad Inozuka al quale ovviamente stava per venire un infarto.

“Kiba …” sussurrò lei.

“Sì?”

Ci fu un attimo di silenzio ed infine urlò: “IO TI DETESTO!”

“Ci rinuncio io le donne non le capisco!” borbottò sedendosi per terra circondato dalle risate dei compagni.





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